CONGRESSO LEGA: ELETTO SEGRETARIO FEDERALE IL “PORTAVOCE†DI ISABELLA VOTINO
SI TRATTA DI TALE BOBO MARONI, CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER RESISTENZA A PUBBLICO UFFICIALE… BOSSI ATTACCA LO “SCOPAIOLO” TOSI: “QUALCUNO CHE ALZAVA LA SCOPA FAREBBE MEGLIO A FARSI PAGARE L’AUTISTA DAL SUO COMUNE E NON DALLA LEGA”… “VEDRO’ SE CI SONO IMBROGLI NELLO STATUTO”
Tutto come previsto (o quasi): le lacrime di Umberto Bossi, i sorrisi di Robero Maroni e dei suoi sostenitori in bermuda (Salvini in primis), gli applausi telecomandati, la regia della cappella votiva Isabella..
La seconda e ultima giornata del Congresso federale della Lega Nord al Forum di Assago ha segnato il passaggio tra la vecchia e la nuova gestione del partito.
Non sono mancate frasi polemiche e frecciate reciproche nei discorsi del nuovo segretario del Carroccio, eletto per alzata di mano da circa i due terzi dei congressisti, e del Senatur.
Quest’ultimo, dopo la proclamazione di ‘Bobo’, riprendendo la parabola legata a Re Salomone, ha spiegato di aver agito per evitare la divisione della Lega: “Ho fatto come la donna di quella parabola che lascia il bambino alla rivale pur di non farlo tagliare in mezzo. Il bambino è tuo”, ha detto Bossi.
”Umberto Bossi per me è mio fratello, lo porterò sempre nel cuore – ha commentato il fariseo – Ma oggi inizia una fase nuova”.
Slurp slurp dei barbari in platea che già sognano nuove poltrone.
Poco prima l’ex ministro dell’Interno aveva preso la parola mettendo in chiaro la sua posizione e la volontà di lavorare senza tutele e commissariamenti ( a parte gli imput che gli impartirà la Isabella, ovvio…. n.d.r.).
”Noi siamo qui a congresso per l’attacco della magistratura”. Con queste parole Umberto Bossi ha aperto il suo intervento sul palco del Forum di Assago.
“Il sogno è una cosa sola. E lo dico per gli imbecilli che stanno nella Lega che girano col tricolore. Il sogno è la Padania libera. Quando vedevo avanzare una corrente nella Lega ero preoccupato non tanto per la Lega perchè c’era il rischio che morisse il sogno nella testa di tanta gente”.
Il senatur ha poi attaccato Roma: “La Lega non ha rubato niente. I ladri sono a Roma, sono farabutti i romani non sono padani”, ha detto, ma questa affermazione è stata accompagnata da qualche fischio della platea.
Le vicende giudiziarie che hanno toccato la Lega Nord negli ultimi mesi sono state, per Bossi, “tutte studiate al tavolino” perchè “Berlusconi è stato fatto fuori e se ci sono elezioni i voti vanno alla Lega, che è molto peggio di Berlusconi” (siamo lì, n.d.r.).
“È un attacco preparato al tavolino – ha aggiunto – un attacco della magistratura. Ma certo qualcuno ha aperto la fortezza della Lega dall’interno” (Maroni ?)
Umberto Bossi ha attaccato “quelli che alzavano le scope”, cioè i militanti leghisti, in grande maggioranza maroniani, che in occasione di una manifestazione a Bergamo dopo l’avviso di garanzia al tesoriere Belsito chiedevano pulizia all’interno del movimento.
“Quelli che alzavano le scope – ha detto Bossi parlando al Congresso della Lega ad Assago – non hanno capito che la cosa era organizzata. Di più. Spesso quelli che alzavano le scope – ha proseguito Bossi – se si andasse a fondo, farebbero meglio a non alzarle troppo. Perchè c’è n’è uno poi, è ridicolo, alzava la scopa, gridava e poi il suo autista, invece di farlo pagare dal suo comune, lo faceva pagare alla Lega. Meglio essere tranquilli”.
Secondo alcuni fedelissimi bossiani il riferimento di Bossi è all’autista del sindaco di Verona Flavio Tosi.
Umberto Bossi non dimostra molta fiducia nei confronti dei nuovi dirigenti e ha chiesto di vedere il nuovo statuto approvato dal congresso federale stamane: ”Vado a vedere se mi avete fatto degli imbrogli”, ha affermato, chiamando, sul palco, di fianco a lui, il presidente dell’assise, Luca Zaia.
Lo statuto ”è stato votato all’unanimità ”, gli ha risposto il governatore del Veneto.
”Questo è preoccupante”, ha replicato Bossi. ‘
‘Oggi, secondo me, non è necessario fare lo statuto, avete votato lo statuto, spero che qualcosa non sia cambiato che io non sappia”, ha aggiunto.
Poi è toccato a Maroni rivolgersi ai militanti, con uno dei suoi noti discorsi “trascinanti”, fatto di due slogan, una pausa e un’occhiata al testo preparato in ore di contemplazione mistica: “Io vorrei che da domani si ricominciasse a lavorare tutti insieme: chi è qui per lavorare sarà benvenuto, chi è qui per chiacchierare a vanvera può andarsene domani mattina”.
A quel punto, temendo che il discorso potesse ritorcercersi contro se stesso, ha seguito il consiglio della nuova badante mettendo le mani avanti: “Non sarà facile recuperare la fiducia di chi non ci vota più, ma io ci credo. Garantisco il mio impegno totale: lavorerò per unire. Devo tutto alla Lega”.
Applausi convinti di tutto il congresso sul fatto che lui “debba tutto alla Lega”.
“Basta beghe interne, basta piangerci addosso. Io non credo ai complotti. Abbiamo fatto pulizia e continueremo a farla”, ha dichiarato.
Infatti l’inquisito on. Pini non è stato espulso. Lui è maroniano, mica bossiano.
Da un condannato in via definitiva a diversi mesi di galera per resistenza a pubblico ufficiale e che non si è vergognato di fare il ministro degli Interni non possiamo in fondo chiedere troppa coerenza.
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