COVID, LA SPAGNA NELLA MORSA DELLA QUINTA ONDATA: BARCELLONA CHIEDE IL RIPRISTINO DEL COPRIFUOCO
L’ETA’ MEDIA DELLE TERAPIE INTENSIVE E’ SCESA A 51 ANNI
Orde di turisti, giovani locali che non rinunciano ai caratteristici botellón – ritrovi in cui si condividono bevande alcoliche -, ma anche feste tradizionali come quella di Gràcia, a Barcellona, che richiamano in strada migliaia di persone.
La Spagna è alle prese con la quinta ondata del Coronavirus, la cui variante Delta si diffonde velocemente. La situazione è così critica che i sindaci delle comunità più colpite dai contagi reclamano la reintroduzione delle restrizioni. Il governo catalano, invece, sta portando avanti una battaglia giudiziaria affinché i magistrati consentano il ripristino del coprifuoco, abolito qualche giorno fa dopo essere stato in vigore per oltre un mese. I politici della comunità autonoma vorrebbero l’autorizzazione dei giudici per l’introduzione di un lockdown automatico – che scatterebbe superata l’incidenza di 125 casi settimanali ogni 100mila abitanti – dall’una di notte alle sei del mattino a Barcellona e in altri 61 comuni con più di 20 mila abitanti.
Sono le zone turistiche a soffrire maggiormente della recrudescenza pandemica. I governi locali delle Baleari e delle Canarie si sono organizzati per tarare di località in località le restrizioni in base ai trend dei contagi. In alcuni casi, gli spostamenti via mare tra isole vicine possono essere interdetti.
Gli ospedali delle località isolane stanno raggiungendo la soglia d’allarme per la saturazione dei reparti Covid. Restano, tuttavia, i grandi snodi turistici ed economici di Barcellona e Madrid i fulcri della quinta ondata spagnola.
Subito dopo la Catalogna, la comunità della Capitale vede crescere la pressione sulle strutture ospedaliere: oltre il 40% dei posti di terapia intensiva sono occupati da pazienti Covid. Inoltre, la contagiosità della variante Delta, combinata alle abitudini estive della popolazione più giovane, ha portato a un abbassamento dell’età media del paziente tipo ricoverato in rianimazione: 51 anni.
Il 44% dei ricoverati ha meno di 50 anni
Stando al bollettino diramato venerdì 20 agosto dalle autorità sanitarie spagnole, degli 1.818 casi ricoverati il 44% ha meno di 50 anni. Cala la percentuale di sessantenni in terapia intensiva, passata dal 31% al 25%. La flessione riguarda anche i settantenni, passati dal 27% all’11%, e risultano quasi assenti dai reparti Covid gli ottantenni. Trend opposto per i giovani: raddoppiati i ventenni ricoverati, passati dal 10% al 19%, quadruplicati i trentenni, dal 4% al 15%. Gli esperti del Paese, poi, annoverano tra le problematiche che hanno agevolato la risalita dei contagi il tempo di attesa tra la prima e la seconda dose del vaccino di AstraZeneca. Nei quattro mesi di intervallo, molti cittadini che avevano ricevuto una sola dose si sono infettati. La Spagna, con poco meno di 47 milioni di abitanti, conta al momento 4.770.473 di casi totali e 83.136 vittime. Secondo le cifre del ministero della Salute, il 74,69% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino, mentre il 65,53% ha completato il ciclo.
(da agenzie)
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