CRIMINALI DI GUERRA: ALTRE BOMBE SUGLI OSPEDALI, UCCISI MEDICI, DONNE E BAMBINI, ASSAD E RUSSI DEGNI DELL’ISIS
IN SIRIA A MILLS DEVASTATO OSPEDALE SOSTENUTO DA MEDICI SENZA FRONTIERE: UCCISI 4 MEDICI, 5 BAMBINI E 2 DONNE
Nuovo attacco contro un ospedale in Siria e ancora vittime tra i medici e i pazienti.
Un ospedale sostenuto da Medici Senza Frontiere (Msf), che serviva una popolazione di 70.000 persone nella città siriana di Millis, nella provincia di Idlib, è stato distrutto da un bombardamento aereo.
Quattro membri dello staff dell’ospedale e altre nove persone – tra cui cinque bambini e due donne – sono stati uccisi nei due attacchi aerei che hanno centrato direttamente l’ospedale e nei due attacchi che hanno colpito le vicinanze dell’edificio intorno alle 14 ora locale. Altri sei membri dello staff sono rimasti feriti.
Il bombardamento, avvenuto in un periodo di crescente intensità del conflitto nella zona ha distrutto la maggior parte dell’edificio, compresa la sala operatoria, l’unità di terapia intensiva, il reparto di pediatria e circa l’80 per cento dei dispositivi medici, le ambulanze e il generatore.
Noto come centro di riferimento specializzato in pediatria, l’ospedale forniva cure mediche essenziali a circa 70.000 persone che vivono a Millis e nelle aree circostanti, dove si è raccolto un gran numero di persone sfollate per fuggire la prima linea dei combattimenti che stanno devastando il nord della Siria.
All’ospedale si rivolgevano, per cure d’urgenza e consultazioni, circa 250 pazienti al giorno, tra cui molte donne e bambini.
Msf sosteneva questa struttura dall’inizio del 2014, prima con forniture e consulenze tecniche, poi anche attraverso contributi economici ai membri dello staff per consentire loro di continuare a lavorare.
Ma purtroppo la lista degli ospedali presi di mira dalle fazioni in guerra è lunga, ne ricordiamo alcuni:
Il 29 luglio un’ospedale pediatrico gestita da Save the Children e Syria Relief a Kafar Takharim, sempre nella provincia di Idlib, era stata colpita e gravemente danneggiata in un bombardamento aereo. Sotto le bombe erano morte almeno due persone, familiari dei pazienti in visita.
Tra il 22 e il 23 luglio sette ospedali da campo e una banca del sangue che erano stati allestiti nella città siriana di Aleppo e nei dintorni sono stati colpiti dai bombardamenti dei caccia russi e da quelli dell’aviazione del regime di Bashar al Assad.
Il 3 maggio i miliziani della galassia jihadista in guerra col regime di Bashar Assad dalla zona est di Aleppo hanno lanciato circa 65 razzi contro i quartieri controllati dal governo: almeno tre donne sono state uccise dagli ordigni che hanno centrato il reparto maternità dell’ospedale al Dabbeet.
Il 28 aprile l’aviazione di Damasco ha bombardato la città di Aleppo con almeno quattro raid, colpendo anche l’ospedale al-Quds, sostenuto da Medici Senza Frontiere: tra le 14 vittime hanno perso la vita anche due medici. E’ morto anche Mohammed Wasim Moaz, 36 anni, l’ultimo pediatra rimasto nella città martoriata.
Il 15 febbraio una serie di raid aerei su due scuole e cinque ospedali tra Aleppo e Idlib ha provocato la morte di oltre 50 persone. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon ha condannato questi attacchi considerandoli “palesi violazioni delle leggi internazionali”.
“Il bombardamento diretto di un altro ospedale in Siria è vergognoso” ha detto la dottoressa Silvia Dalla Tommasina, coordinatore medico delle operazioni di Msf in Siria nord-occidentale. “Dobbiamo ammirare il coraggio e la dedizione dei medici siriani che continuano a lavorare nel mezzo di un conflitto in cui gli ospedali vengono colpiti regolarmente e sentiamo con forza il dovere di supportarli nel loro lavoro quotidiano per salvare vite umane. Ogni volta che un ospedale viene distrutto, in modo mirato o in attacchi indiscriminati contro le aree civili, molti altri siriani vengono privati di una cruciale ancora di salvezza per ricevere cure mediche e sopravvivere. Alcuni ospedali forniscono cure di prima linea ai feriti di guerra, altri forniscono cure di prima linea a donne con gravidanze difficili. Tutti sono fondamentali per salvare vite umane”.
Nei primi sei mesi del 2016, i due principali ospedali sostenuti da Msf hanno ricevuto 7 afflussi di massa, per un totale di 294 feriti e 33 morti. Nel solo mese di luglio, le stesse strutture hanno gestito 9 afflussi di massa per un totale di 466 feriti e 37 morti.
“Ribadiamo il nostro appello urgente a tutti coloro che possono influenzare la condotta della guerra in Siria, tra cui i 4 membri su 5 del Consiglio permanente di Sicurezza delle Nazioni Unite che partecipano al conflitto, perchè si adoperino con urgenza per fermare gli attacchi contro gli ospedali durante i combattimenti” conclude Silvia Dalla Tomasina. “Come organizzazione medico-umanitaria, continueremo a fare tutto il possibile per aumentare la capacità di offrire cure mediche in Siria, ma gli attacchi contro gli ospedali devono cessare immediatamente”.
Msf gestisce sei strutture mediche nel nord della Siria e fornisce supporto a circa 150 altre strutture nelle aree che l’organizzazione non può raggiungere direttamente. Tra le azioni di supporto, Msf offre forniture mediche, paga salari di base allo staff degli ospedali per consentire loro di dedicarsi al lavoro, fornisce carburante per garantire il funzionamento dei generatori, contribuisce ai costi per la ricostruzione quando una struttura viene danneggiata o distrutta e fornisce consulenza tecnica.
Circa 70 strutture siriane ricevono questo pacchetto complessivo di aiuti e circa 80 altre strutture vengono supportate in modo meno regolare, attraverso donazioni di forniture mediche e consulenze tecniche quando necessario, per esempio in caso di grossi afflussi di feriti.
(da “La Repubblica”)
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