FICO: “ERAVAMO NO TAV PRIMA DI ESSERE M5S, E’ UNA BATTAGLIA IDENTITARIA”
GALLO ESORTA IL CDM A FERMARE I BANDI, NUGNES: “CERCARE ALTRE INTESE”
La battaglia No Tav sta restituendo compattezza al Movimento 5 stelle.
Le voci dissonanti rispetto alla linea indicata da Luigi Di Maio sono poche e gli ortodossi, guidati da Roberto Fico, sono sempre più convinti che non ci siano passi indietro possibili. Il presidente della Camera, a Napoli per un convegno, ha spiegato che il no alla Tav “non è un atto ideologico” ma “una battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle”.
Il Movimento 5 stelle è No Tav o non è, in altre parole, secondo la terza carica dello Stato “nel 2005 la prima riunione non del Movimento perchè non esisteva, ma dei meet up che nascevano fu fatta a Torino perchè quel giorno c’era la grande manifestazione per dire no alla Tav – racconta Fico – eravamo un centinaio di persone, oggi alcuni non ci sono, c’era anche Beppe Grillo, finì la riunione e andammo tutti alla manifestazione No Tav”.
Le carte dicono, prosegue Fico, che non si deve andare avanti. “Abbiamo visto tutte le relazioni che sono negative senza contare che, non solo in Italia, ogni volta purtroppo che un’opera va avanti in un certo modo crescono anche le spese che in questo momento non sono a bilancio”.
Secondo Fico “la legislatura è saldamente in piedi, c’è la nostra Carta costituzionale, la nostra Repubblica e semmai avverrà qualcosa la parola passerà sempre al Presidente della Repubblica, non al presidente della Camera”.
Il deputato considerato più vicino a Roberto Fico, Luigi Gallo, esorta il Consiglio dei ministri a bloccare i bandi della Tav in un messaggio su Facebook, costringendo Salvini a scoprire le carte.
“Il Cdm può fermare i bandi del Tav con un decreto. Il Presidente del Consiglio ha certificato con chiarezza che l’analisi costi benefici sul Tav è fondata ed ha la responsabilità di convocare il Consiglio dei Ministri per non buttare i soldi degli italiani in un’opera che crea molti più danni che benefici. Gli azionisti di maggioranza di questo governo ci sono, se Salvini non vuole partecipare è chiaro che sarà lui ad aprire la crisi di governo disconoscendo il contratto che regge questa maggioranza, su cui il Parlamento ha votato la fiducia e che è stato sostenuto tanto dagli iscritti del M5S quanto dai militanti della Lega”.
Fuori dalla linea di Luigi Di Maio si conferma Paola Nugnes: intervistata da QN, dice che ora è il momento per il Movimento di cercare un’alleanza con il Pd, “in Parlamento avremmo quattro anni per sovvertire il calo dei consensi. Se, al contrario, cade il Governo e si va a elezioni – spiega la senatrice Nugnes – per il Movimento è la fine”.
(da agenzie)
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