INTERVISTA A MICAELA BIANCOFIORE: “PRONTI A TUTTO PER SILVIOâ€
“QUI STA VENENDO MENO IL PRINCIPIO DELLA LEALE COLLABORAZIONE TRA POTERI”
«Il ritorno al voto? Ma è nelle cose fin dal primo momento. Dal giorno in cui si sono chiuse le urne a febbraio. Il governo del quale faccio parte sta operando bene, sia chiaro. E Berlusconi ci dice in privato, come sostiene in pubblico, che le sue vicende vanno tenute distinte dai destini dell’esecutivo. Però… ».
Però, onorevole Michaela Biancofiore, amazzone e fedelissima del Cavaliere prima ancora che sottosegretario…
«Però, il Pdl ha un suo pensiero autonomo e potrebbe decidere, per affetto, di reagire in difesa del presidente Berlusconi, sfidando anche le sue resistenze. Di finestre per tornare al voto, se si vuole, se ne trovano anche in autunno. Il 27 ottobre ad esempio si riaprono le urne in Trentino Alto Adige».
Facciamo un passo indietro. Che succede dopo il 19 giugno se anche la Consulta darà torto a Berlusconi sul legittimo impedimento? Il governo rischia?
«Vedremo. Noi andremo dove lui ci dirà di andare. E quando dico noi, intendo noi berlusconiani “termopiliani”, berlusconiani eroici che di fronte al tentativo di annientare il loro capo rispondono ai vari Serse che ci intimano di gettare le armi: “Molon Labè”, “Venitele a prendere, se ne siete capaci!”»
Perchè poi ci sarebbero i non «termopiliani», giusto?
«Ma sì, gli altri disposti a continuare la loro vita politica, legittimo. Non noi».
Tentativo di annientare Berlusconi, dice?
«L’accerchiamento giudiziario al quale stiamo assistendo, lei come lo chiama? Noi Guerra dei Vent’anni».
Certo, come altro chiamarlo. Pretendete anche che il Colle e la Consulta intervengano, giusto?
«Qui è venuto meno il principio cardine della leale collaborazione tra poteri. Ricordo che a suo tempo Berlusconi era il potere esecutivo E quando quel principio viene meno, lo stato democratico entra in crisi. E se certa magistratura si fa potere di contrasto politico, allora occorre che qualcuno intervenga affinchè non ci sia un giudizio contra personam».
Ma poi, intervenire per fare cosa? Bloccare le sentenze?
«Sia chiaro: io non mi permetto di dire che il Quirinale dovrebbe intervenire. Ma di fronte a una così persistente persecuzione giudiziaria con finalità politica, visto che prima del ’94 Berlusconi non aveva mai ricevuto alcun avviso di garanzia, vorrei che qualcuno facesse semplicemente rispettare il diritto, ecco. Qui siamo alle congetture, al gossip, di violazioni vere, di prove non c’è traccia mentre i delinquenti veri sono a spasso».
E in caso di interdizione del capo, al termine del processo Mediaset?
«Vogliono questo? Bene. Sarebbe la classica vittoria di Pirro. Nessun potrà impedire a Berlusconi di fare politica fuori dal Parlamento. E il ripristino del simbolo di Forza Italia, che incarna ancora la rivoluzione liberale berlusconiana, segnerà il ritorno al partito movimentista, popolare. La rivoluzione liberale non si ferma ».
(da “la Repubblica“)
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