L’FSO, IL SERVIZIO SEGRETO PERSONALE DI PUTIN, NEL TEMPO SI E’ OCCUPATO, DURANTE GLI SPOSTAMENTI DI “MAD VLAD”, ANCHE DELL’INGRATO COMPITO DI RACCOGLIERE LE SUE URINE E I SUOI ESCREMENTI, COLLOCARLI IN APPOSITE SACCHE STERILIZZATE E RIPORTARLI IN PATRIA, PER EVITARE CHE POTESSERO ESSERE ISPEZIONATI DA AGENTI STRANIERI
MAGARI RICAVANDO INFORMAZIONI SENSIBILI SUL SUO STATO DI SALUTE, SUGLI ALIMENTI INGERITI E LE MEDICINE EVENTUALMENTE UTILIZZATE…“PARIS MATCH”: “ABBIAMO AVUTO INFORMAZIONI DI QUESTA “RACCOLTA” NELL’OTTOBRE 2019, DOPO LA VISITA DI PUTIN IN ARABIA SAUDITA”
L’Fso, il servizio segreto personale del presidente della Federazione russa – che è stato già impiegato nella gestione e manutenzione dello Scheherazade (lo yacht che le intelligence occidentali ritengono direttamente a disposizione di Vladimir Putin) – si starebbe occupando, durante gli spostamenti di Putin, anche dell’ingrato compito di raccogliere le sue urine e i suoi escrementi, collocarli in apposite sacche sterilizzate e riportarli in patria, per evitare che possano essere ispezionati da agenti stranieri.
Con ciò ricavando informazioni sensibili sullo stato di salute, gli alimenti ingeriti dal presidente russo, le medicine eventualmente utilizzate.
La rivelazione è pubblicata dal settimanale francese Paris Match, che cita sue fonti riservate, e viene avvalorata dalla ripresa di The Insider – uno dei più seri siti russi d’informazione indipendenti. Nella coorte di agenti che accompagnano Putin all’estero, ce n’è in particolare uno responsabile della raccolta dei suoi escrementi naturali e del loro trasporto a Mosca.
«Abbiamo avuto informazioni di questa “raccolta” nell’ottobre 2019, dopo la visita di Putin in Arabia Saudita», scrive Paris Match.
Fonti in Medio Oriente hanno riferito ai francesi che la missione era stata svolta sotto il controllo del Fso, poi il tutto venne collocato in una valigia speciale, assicurando la segretezza assoluta e anche con presunte pressioni molto intense esercitate per mettere a tacere il personale dell’ambasciata russa, che ovviamente era almeno in parte venuto a conoscenza della cosa.
La stessa procedura – scrivono i francesi – era già avvenuta in casa loro, durante la visita di Putin in Francia il 29 maggio 2017, quando Emmanuel Macron aveva ricevuto il presidente russo a Versailles.
Proprio ieri è stato rilanciato anche dai reporter investigativi del team Navalny un video del 2019 – pubblicato allora da Jonah Fisher della Bbc e girato nel 2019 a Parigi – in cui durante un’interruzione di un evento per andare al bagno, Putin viene scortato da sei uomini, due dei quali escono dopo di lui, con qualche ritardo.
Rumors sulla salute di Putin sono circolati spesso in passato, ma ultimamente si sono fatti più consistenti, al punto che in aprile Proekt, un altro collettivo di giornalisti indipendenti russi, ha pubblicato un’inchiesta dimostrando che in tutti i viaggi degli ultimi anni, i compagni più frequenti di Putin sono stati gli otorinolaringoiatri Alexei Shcheglov e Igor Yesakov e il chirurgo Yevgeny Selivanov. Selivanov è un chirurgo specializzato in oncologia (in particolar,e autore di tesi e studi successivi su “Particolarità della diagnosi e del trattamento chirurgico del cancro della tiroide nei pazienti anziani e senili”).
Shcheglov si è recato a Sochi 59 volte in quattro anni e è stato assieme a Putin, in tutto, per 282 giorni, Selivanov ha fatto 35 visite, in totale 166. Il sito Baza aveva già scritto a febbraio, proprio agli esordi della guerra russa in Ucraina, che Baza ha scritto a febbraio che le persone vicine al presidente devono presentare campioni di feci più volte alla settimana, mettendo in atto un preciso ordine riguardante «misure di sicurezza rafforzate».
L’ex ufficiale dell’intelligence sovietica Igor Atamanenko raccontò alla Komsomolskaya Pravda che durante la tirannia di Stalin, gli analisti sovietici supplivano alla mancanza di gadget spia tecnologici raccogliendo e valutando campioni di feci dai leader mondiali, per esempio di Mao.
Un capo delle spie francesi in pensione riferì invece a Time una storia di quando fu raccolto con successo un campione di urina da Leonid Breznev: «Stava all’Hotel d’Angleterre di Copenaghen durante una visita di stato», ricordò Alexandre de Marenches. «La nostra squadra affittò la suite sotto la sua e smantellò tutte le tubature. Intercettarono gli scarichi del gabinetto e inviarono i campioni a Parigi per l’analisi». Si ebbe conferma che Breznev non se la passava benissimo di salute.
Putin, si sa, è fissato con il passato e con un suo studio paranoico della storia. E le deiezioni del novello Pietro il Grande potrebbero essere un affare meno ridicolo di quel che sembra.
(da Corriere della Sera)
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