“NON HO PAURA DELLE INTIMIDAZIONI DI MOSCA”: LA DEPUTATA DEM LIA QUARTAPELLE, ATTACCATA DAI RUSSI PER L’INTERROGAZIONE SUI 3 NEOFASCISTI PRESENTI ALLA COMMEMORAZIONE DI DARIA DUGIN IN AMBASCIATA A ROMA, DICE DI NON ESSERE SPAVENTATA
“NON È LA PRIMA VOLTA CHE L’AMBASCIATA RUSSA CERCA DI INTERFERIRE SULL’ATTIVITÀ DEL PARLAMENTO ITALIANO E, TEMO, NON SARÀ L’ULTIMA”
«Non è la prima volta che l’ambasciata russa cerca di interferire sull’attività del Parlamento italiano e, temo, non sarà l’ultima. A meno che tutte le forze politiche del Paese — alcune delle quali cieche di fronte ai crimini di Putin — non reagiscano compatte a difesa del nostro spazio democratico».
La deputata pd Lia Quartapelle, attaccata per l’interrogazione sui tre neofascisti presenti alla commemorazione di Daria Dugin in ambasciata a Roma, dice di non essere spaventata. «Preoccupata sì, però: per ciò che un’aggressione così diretta ed esplicita a un singolo parlamentare significa».
Cosa significa, onorevole?
«Si tratta di un’intimidazione che purtroppo abbiamo già visto. Ricordo quando David Sassoli, da presidente del Parlamento Ue, fu inserito da Mosca fra le persone non grate per le sue posizioni sui dissidenti russi e l’invasione dell’Ucraina. In assenza di risposte forti, ce ne saranno ancora».
Come fa a prevederlo?
«Quando il nostro Parlamento viene attaccato dal governo ostile di uno Stato estero, se non c’è una reazione compatta di tutte le forze politiche si dà l’impressione che l’Italia sia una democrazia fragile in cui prevalgono le divisioni e le convenienze di parte, anziché la difesa della libertà delle nostre istituzioni. È su queste ambiguità che il regime di Putin gioca per condizionare la vita delle democrazie occidentali».
Teme qualcosa da quest’attacco?
«Non mi fanno paura. Trovo anzi controproducente il loro modo di relazionarsi con l’Italia. Frequentano i neofascisti, minacciano le Camere, uccidono gli oppositori, inquinano le elezioni in varie parti del mondo, come possono pensare che qui da noi si rafforzi l’idea che la Russia sia un Paese con cui è possibile dialogare?».
La timidezza della destra tradisce imbarazzo per via del gemellaggio della Lega con il partito di Putin?
«Le parole del vicesegretario Crippa sulla morte di Navalny sono orrende.
Sui rischi della propaganda russa servirebbe più consapevolezza. In questo senso, il mio caso è una cosa piccola rispetto a quanto accaduto venerdì. Putin ha mostrato ancora una volta la sua faccia più feroce.
Sulla quale, pure chi finora non ha voluto capire di cosa fosse capace, dovrebbe aprire gli occhi».
Cosa vedrebbe, se lo facesse?
«Un regime crudele e al tempo stesso impaurito. Dopo aver imprigionato, condannato e seppellito Navalny in una colonia siberiana, erano così terrorizzati da lui, dalla sua abilità comunicativa, dalle sue denunce, da avere la necessità di ucciderlo».
Mosca, e in Italia la Lega, dicono che non ci sono prove dell’omicidio.
«Biden ha dato per “incontestabile” la responsabilità diretta di Putin. Penso che le fonti del presidente Usa siano migliori di quelle di Crippa».
(da la Repubblica)
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