OSTIA AL VOTO TRA MAFIA E RITA MORIC
PD DEFILATO, PRIMO TEST PER LA RAGGI… IL M5S AVEVA PRESO IL 43,6%… E IL CAPO DELLA FAMIGLIA SINTI SOSPETTATA DI TRAFFICI ILLECITI INVITA A VOTARE CASAPOUND
Parlano tutti dei siciliani, ma fra cinque giorni andranno a votare anche i romani.
Tanti: quasi duecentomila elettori, quelli periferici e litoranei che vivono nel quartiere di Ostia e che dopo due anni di commissariamento per mafia, eleggeranno il presidente della decima circoscrizione.
Certo, Ostia è come se fosse un’isola sulla terraferma, distante una trentina di chilometri dal centro di Roma, con problemi tutti suoi, di criminalità pervasiva, problemi lasciati marcire e in qualche modo rappresentati dagli originalissimi sfidanti per la guida della circoscrizione.
Una campagna elettorale appartata, seguita con notevole distrazione dai media, anche se nelle ultime ore un endorsement è destinato ad accendere i riflettori: con un post su Facebook, Roberto Spada – della famiglia sinti sospettata dagli inquirenti di muovere diversi “traffici” – ha invitato a votare per Luca Marsella, il candidato dei «fascisti del terzo millennio», come si definiscono i ragazzi di Casa Pound.
E lo ha fatto con queste parole: «Sento dai cittadini tutti la stessa cantilena: Qua sto’ periodo se vedono tutti sti politici a raccontarci barzellette, mai visti prima, e dopo le votazioni torneranno tutti a farsi i fatti propri… gli unici sempre presenti sono quelli di Casa Pound».
Un intervento che non è una novità , ma che accresce l’interesse per il risultato di queste elezioni localissime anche se la notte del 5 novembre gli occhi degli italiani misureranno anzitutto un dato: un anno e mezzo dopo l’elezione di Virginia Raggi, quale sarà il giudizio sulla loro sindaca da parte dei romani del mare che nel 2006 votarono al 43,6% per i Cinque stelle, percentuale record?
La sfida di Ostia è stata affrontata dai partiti con tratti di forte originalità .
Per primo si è lanciato nella mischia don Franco De Donno, un battagliero viceparroco di 71 anni che si è sospeso a divinis e sta cercando di conquistare consensi con slogan solo apparentemente naif. Don Franco maneggia con semplicità il linguaggio politico («sussidiarietà », «giustizia sociale») e indica con coraggio come «nostri acerrimi nemici» quelli che «hanno imposto l’illegalità in una parte del territorio».
Con lui le forze di sinistra e anche il pathos popolare dei suoi seguaci.
Quello che manca al Pd: correndo da solo, sta calamitando le invettive convergenti degli altri. A guidare le truppe è stato chiamato da Roma un personaggio “preistorico” come Athos De Luca: 71 anni (magnificamente portati), entrato nel consiglio comunale di Roma 28 anni fa.
Nella prima intervista tv, le sue prime parole sono state: «Io amo molto Ostia perchè amo molto il mare». De Luca, pur non avendo mai abitato da queste parti, si è generosamente offerto dopo che il Pd si era dilaniato e aveva vinto la linea del no anche ad una coalizione con i Centristi della ministra Beatrice Lorenzin (che è di queste parti) e che ha candidato il giornalista Andrea Bozzi, alla guida di una lista sostenuta da imprenditori, una delle possibili sorprese del voto.
Da soli corrono anche i Cinque stelle con Giuliana Di Pillo, insegnante di sostegno all’Istituto Fanelli, che ha pensato di fronteggiare il malcontento, con un annuncio via Facebook all’inizio della campagna elettorale: «Questa settimana sono iniziati i lavori per la manutenzione delle strade nel decimo Municipio».
Da allora compiacimento ed ironie sul tempismo sospetto si sono intrecciati.
Ad Ostia, come in Sicilia, i favoriti sono quelli del centrodestra, che confidano in Monica Picca, vicepreside: «Sono la signora del fare», «pugno duro col Campidoglio», «sulla facciata del Municipio vorrei le immagini di Falcone e Borsellino».
Se si andrà al ballottaggio Cinque Stelle-destra, decisivi saranno quelli di Casa Pound, accreditati di un buon risultato: da anni osteggiano gli stranieri e difendono gli sfrattati delle case popolari, i cui veri “proprietari” occulti – dicono a Ostia – sono i padrini della mafia locale. E l’altro giorno per sostenerli è arrivata anche la showgirl Nina Moric.
Siamo a posto.
(da “La Stampa”)
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