“SPERIAMO SIA SOLO LA SICILIA…”: IL TIMORE SERPEGGIA NEL CTS DOPO I DATI COVID TAROCCATI
SE L’INCHIESTA SI ALLARGA AD ALTRE REGIONI, LA FIDUCIA DEGLI ITALIANI VERREBBE MENO
Il timore lo consegna uno dei tecnici del Comitato tecnico scientifico. “La speranza è che sia un caso isolato, che se quello che trapela sarà confermato, riguardi una sola regione”, dice parlando con HuffPost.
Dalla Sicilia, con le notizie sull’inchiesta aperta sui falsi dati Covid trasmessi dalla Regione all’Istituto Superiore di Sanità per evitare il passaggio in zona rossa, arrivano a Roma sconcerto, timori, preoccupazione.
L’indagine è in corso, dal Ministero della Salute non escono dichiarazioni ufficiali. Il Ministro Roberto Speranza, il vice Pierpaolo Sileri e il sottosegretariato Andrea Costa seguono con attenzione gli sviluppi della vicenda, ma non commentano.
Non per ora, almeno. Chi ha avuto modo di parlare con Speranza in mattinata lo racconta sgomento, lui sempre in prima linea – e pronto anche a scelte rigorose come ha dimostrato in questo anno di pandemia – per ribadire che “la tutela della salute deve essere messa al primo posto”.
Nel Cts serpeggia, invece, il timore che “questa brutta storia della quale non si capisce lo scopo finale” – così la definisce uno dei componenti del Comitato – non riguardi solo la Sicilia e che comunque la vicenda, qualora si dimostrasse che il quadro dell’andamento dell’epidemia nell’isola è stato alterato “spalmando” i dati dei morti e falsificando quelli dei contagi come sostiene la Procura di Trapani, possa contribuire a far salire il livello di esasperazione ben oltre la Sicilia.
Innescando nel Paese il rischio di una sfiducia generalizzata verso calcoli, analisi e valutazioni svolte a Roma ogni settimana per seguire l’evoluzione del contagio e accertare il livello di rischio regione per regione, preliminare all’assegnazione della fascia di colore corrispondente.
Come dire, d’ora in poi gli italiani potrebbero cominciare a chiedersi se effettivamente la zona e il colore assegnati al territorio in cui vivono, siano essi restrittivi o meno, corrispondono alla realtà dei dati.
Potrebbe aprirsi, nel Paese già messo a dura prova da oltre un anno di lotta al virus segnato da chiusure, ritardi, incertezze e decine di migliaia di morti, un problema di fiducia nelle Istituzioni, insomma.
Una preoccupazione che tocca da vicino l’Istituto Superiore di Sanità , cui ogni settimana le Regioni inviano i dati poi analizzati dalla Cabina di regia dell’Istituto per elaborare il report sull’andamento dell’epidemia.
“È bene sempre ricordare che le Regioni hanno un ruolo e l’Istituto ne ha un altro. Le prime raccolgono e trasferiscono i dati al secondo, che lo analizza”, ripete più d’uno. Ancora, nell’Istituto le notizie in arrivo dalla Sicilia hanno diffuso anche il timore che l’inchiesta e gli accertamenti necessari ad essa connessi possano rallentare il trasferimento dei dati del contagio. Così elaborare un quadro chiaro dell’andamento dell’epidemia in Sicilia potrebbe risultare impossibile.
(da “Huffingtonpost”)
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