TREMONTI: “AL POSTO DI RENZI, INVECE DI POLEMIZZARE, AVREI RINGRAZIATO I TECNICI DEL SENATO”
SUL BLOG DELL’EX MINISTRO: “NESSUNO VA SUL MONTE SINAI E VIENE GIU’ CON I NUMERI DELLA LEGGE”
Provo ad intervenire sulla controversia “Liparitana”, in atto tra Governo della Repubblica e Senato della Repubblica, a proposito del Decreto per gli “80 euro”.
Lo faccio “sine ira ac studio” (pur avendo sulla particolare materia una qualche personale esperienza).
La controversia deriva dal confronto tra due testi:
A) il testo governativo, fatto da 70 norme di legge, 40 pagine di relazione “politica”, 50 pagine di relazione “tecnica”. Un fascicolo che nell’insieme cuba 168 pagine;
B) il testo del Senato, Servizio del Bilancio dello Stato (SBS), che a sua volta cuba 157 pagine.
Si tratta di due testi tecnicamente molto buoni. E’ anche per questo che trovo non appropriata la polemica fatta dal Governo sul testo del Senato, una polemica sviluppata in termini di “vero-falso”.
Infatti, se nel caso c’è un margine di possibile discussione, questo è semmai in termini di “giusto-sbagliato”.
Nessuno va sul Monte Sinai e viene giù con i numeri della legge! E’ anche per questo che serve la discussione nel Parlamento e nella pubblica opinione.
Ho una qualche personale ed iniziale esperienza di “dialettica” con i servizi bilancio del Parlamento.
Quando, nel giugno del 1994, ho presentato (con il primo Governo Berlusconi) il Decreto Legge che detassava chi investiva, chi assumeva e chi si quotava, ho avuto una discussione telefonica molto “vivace” con un duro funzionario parlamentare. Ignoravo il suo cognome, non lui il mio.
In agosto scoprimmo di essere da tanti anni compagni di camminate. Chi aveva ragione? Chi aveva torto? Io sostenevo che la detassazione si sarebbe “autofinanziata” con l’effetto indotto dello sviluppo economico, senza bisogno di coperture “contabili”.
Per suo conto il funzionario sosteneva che no. A monte la Ragioneria generale dello Stato aveva sì “bollinato” il Decreto, ma solo “per correntezza”.
Quando chiesi la ragione di questa formula, mi spiegarono che non erano davvero convinti ma che, se fosse sorto un incidente, sarebbe stata colpa mia.
Per fortuna, la positiva congiuntura economica dell’anno escluse in radice ogni tipo di incidente. Allora, comunque, non c’era l’euro.
Adesso, con una moneta comune, non puoi avere sistemi contabili diversi da paese a paese.
Ed è questa l’origine del “Manuale Eurostat” e del “Sistema Eurostat” (Commissione Europea + Istat e Banca d’Italia). Giusta o sbagliata, ma questa è la realtà che dobbiamo tenere in conto nel tempo presente.
Se dipendesse da me, non ne sarei proprio del tutto convinto. Ma tant’è!
Nel merito trovo che è stato un po’ troppo “fiscale”, da parte dell’SBS, il conteggio sulla “perdita” di gettito IRAP.
Mentre è assolutamente prudenziale il ragionamento critico fatto sul maggior gettito che deriverebbe dall’aumento al 26% della tassazione finanziaria: se lasci al 12,5% la tassazione sui titoli di Stato, etc. è infatti molto probabile che gli impieghi migrino dal comparto più tassato a quello meno tassato, riducendo di riflesso gli impieghi a favore dell’economia reale, che invece si vorrebbe sostenere, proprio con il Decreto (tutto ciò ricorda dunque la seconda legge del mio amico Carlo Cipolla: “lo stupido fa male agli altri senza fare bene a se stesso”).
Ancora, trovo corretto il conteggio prudenziale fatto dall’SBS sul gettito IVA che deriverebbe dagli anticipati pagamenti dei debiti della PA: non solo si devono infatti considerare gli effetti di compensazione, tra debiti e crediti, ma anche il fatto che si tratta di un anticipo che causa un buco nell’anno successivo.
Quando nell’estate scorsa ho proposto a titolo sperimentale qualcosa di simile, il Governo ha (forse giustamente) bocciato l’emendamento!
Comunque, al posto (ormai non più invidiabile) del Governo, più che polemizzare sulla “fiscalità ” applicata dal lato delle entrate, avrei ringraziato l’SBS per l’elegante “lievità ” dei rilievi formulati sull’incidenza (?) dei tagli di spesa pubblica!
Ma vorrei chiudere passando dai numeri alle parole.
Il “Capo II” del Decreto Legge è letterariamente intitolato “Amministrazione sobria”! Forse l’amministrazione diventerà sobria (?), ma certo non lo è ancora la legislazione, pure prodotta da un Governo che ispira la sua azione – svoltando verso la volta buona – proprio verso la novità e la sobrietà .
L’arte della legislazione è davvero molto complessa e certo nessuno può scagliare la prima pietra ma, magari per il futuro – diciamo con l’occasione del prossimo Decreto Legge o dintorni – si potrebbe sorteggiare, a sorpresa, un componente del Governo – il Presidente del Consiglio ma in alternativa anche un Ministro o un Sottosegretario – invitandolo a venire in Parlamento od a partecipare ad un “talk-show”, qui sorteggiando un qualsiasi comma di legge e poi invitandolo a spiegarlo.
Se non lo capisce e non lo spiega lui (è fortemente probabile), figurarsi un cittadino.
Giulio Tremonti
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