Settembre 23rd, 2012 Riccardo Fucile
“DATEMI UN SEGGIO, MI PIACE LAVORARE A MONTECITORIO, SONO NELLA TOP 200”
«Ho 64 anni e ho ancora voglia di lavorare, chi si ferma è perduto…».
Antonio Razzi, il deputato-emigrante che durante la compravendita del 2010 tradì nottetempo Di Pietro per Berlusconi, salvando il governo moribondo del Cavaliere, spera di poter essere ancora utile al Paese.
In effetti di persone utili c’è bisogno in Italia.
(Ridacchia) «Se fa bisogno so disponibile, se invece non faccio più bisogno… nella classifica della produttività di Montecitorio sono nei primi 200, interrogazioni, interpellanze, presenze. Ahò, non sarò laureato, ma mi sono difeso».
Più che difendersi dicono che lei si fece comprare.
«Non è vero! Anche a casa mia, a Pescara, me lo rinfacciano quando esco per strada. “Razzi di qua, Razzi di là ”. Ma non sanno niente, non sanno la storia. Si leggano “Le mie mani pulite”».
Cos’è?
«Il libro presentato con Berlusconi».
Perchè? Lei ha pure scritto un libro?
«Bravo! Sa quanti complimenti ho ricevuto, da colleghi di destra e di sinistra? “Ma che bella storia”, dicevano. Salvando Berlusconi io ho salvato gli italiani, ne sono fiero».
In cambio di una ricandidatura sicura?
«Non è vero neanche questo. C’era in quei mesi la guerra civile in Libia, andare al voto sarebbe stata una catastrofe: questo mi fece riflettere».
Ma se in un celebre fuorionda confessò che l’aveva fatto per non perdere la pensione.
«Tutti i cittadini spero di arrivare alla pensione, e di godersela».
Gli elettori non hanno goduto tanto.
«Non ho tradito un bel niente. Chi mi critica si faccia prima 40 anni di emigrazione all’estero come ho fatto io in Svizzera. Ci andai a 17 anni, non sapevo una parola di tedesco, in fabbrica si parlavano 37 lingue diverse, partii per starci un’estate, comprarmi la vespa, perchè volevo conquistare delle ragazze al mio paese, invece scoprii che lassù la vespa non serviva: di ragazze ce ne avevo a bizzeffe».
Un povero emigrante.
«Vuole la verità ? Quando arrivai alla Camera manco sapevo cos’era sta pensione, sentivo i colleghi che ne parlavano, allora un giorno ho preso coraggio: “Spiegate anche a me…”».
Ha salvato Berlusconi e pure il vitalizio…
«Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo: lui vuole un’Italia moderna. Tempo fa ho parlato al Parlamento di Londra…».
Ha parlato alla Camera dei Comuni?
«Io giro il mondo… Ecco a Londra ho detto che l’Italia è conosciuta per tre cose: la Ferrari, la Maserati e Berlusconi».
E come l’hanno presa?
«Si sono messi a ridere».
Come sta il suo amico Scilipoti?
«Sta seduto accanto a me, spesso butta lì che farà una sua lista, ma è riservato, non mi dice granchè».
In Parlamento succede proprio di tutto.
«Esperienza fantastica! La consiglio a tutti i giovani».
I giovani in Italia se la passano male.
«Voglio dire è fantastico poter lavorare per il Paese, per il prossimo…»
E per se stessi…
«Ancora? Mo’ la devo lasciare, che mannaggia sto nu poco raffreddato. Quand’è che esce quest’intervista?».
Concetto Vecchio
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Settembre 23rd, 2012 Riccardo Fucile
IL SINDACO COLPEVOLE DI NON AVER RINNOVATO LA CONVENZIONE CON BARILLA PER GIOCAMPUS, UN PROGETTO DI EDUCAZIONE ALIMENTARE E MOTORIA RITENUTO UN’ECCELLENZA A LIVELLO EUROPEO E CHE COINVOLGEVA 7.000 BAMBINI DELLE ELEMENTARI
La prima vera rivolta contro la giunta Cinque stelle di Parma arriva dai bambini, o meglio, dai loro genitori.
Le famiglie non hanno mandato giù la decisione del Comune di non rinnovare la convenzione con Barilla per il progetto Giocampus Scuola, un’iniziativa di educazione alimentare e motoria organizzata per i bambini delle primarie, che coinvolge i membri dell’Alleanza educativa (oltre a Barilla, Cus Parma, Coni, Università ), insieme a Comune e Ufficio scolastico regionale.
A renderlo noto, a pochi giorni dall’inizio delle scuole, è stata l’azienda di Pedrignano, che unica tra i poteri forti della città aveva accolto con entusiasmo il cambiamento degli equilibri politici dopo la vittoria del Movimento 5 stelle alle elezioni comunali: “Durante i recenti incontri tra i membri dell’Alleanza Educativa di Giocampus, il Comune di Parma ha espresso la necessità di studiare i contenuti del progetto al fine di apportare allo stesso miglioramenti, con particolare riferimento al percorso di educazione alimentare”.
Di qui la decisione di Barilla, main sponsor del progetto (si parla di circa 200mila euro all’anno), di sospenderlo per l’anno scolastico 2012-2013, confermando invece la versione estiva di Giocampus Estate nel 2013.
“I membri dell’Alleanza Educativa sono rispettosi del ruolo dell’amministrazione comunale — si legge nel comunicato diffuso – Nell’attesa di conoscere quali miglioramenti la stessa vorrà apportare, stante l’eccellenza del progetto, prendono atto dell’esigenza espressa”.
Un atto di chiusura drastico a cui Pizzarotti aveva risposto chiarendo le proprie posizioni, spiegando che per il Comune era necessario un tavolo di confronto per razionalizzare i progetti alimentari scolastici (oltre a Giocampus a Parma ne è attivo anche un altro), “in un momento di evidente difficoltà economica”.
Ma le dichiarazioni non erano bastate a placare gli animi.
In consiglio comunale, incalzato dalla minoranza, il sindaco era poi tornato sui propri passi, lasciando aperta la possibilità di trovare nuovi punti di incontro con l’Alleanza Educativa.
“La discussione è ancora in corso, nei prossimi giorni daremo nuove comunicazioni in merito — ha spiegato nella seduta di giovedì Pizzarotti -In passato c’erano due progetti e l’intento era quello di razionalizzare. Ma la questione Giocampus è ancora aperta”.
Non tutto è perduto dunque per l’iniziativa riconosciuta come eccellenza a livello nazionale ed europeo che coinvolgeva circa 7 mila bambini, compresi una cinquantina di disabili con un apposito percorso di sostegno, e dava lavoro a una settantina di operatori qualificati che erano impiegati come istruttori.
Anzi, pare addirittura che nelle ultime ore la questione in qualche modo sia rientrata.
Almeno è quello che dice Pizzarotti.
Per Barilla, al momento, non se ne parla.
Intanto però, in attesa di conferme ufficiali, la polemica non si è fermata.
Giovedì è approdata su Facebook con un gruppo dal titolo “Salviamo Giocampus”, che nel giro di 24 ore ha già raggiunto oltre 2300 iscritti.
Alla protesta online ha aderito perfino l’illustratore Gianluca Fogliazza, che aveva prestato le sue vignette a sostegno della campagna elettorale di Pizzarotti, ma che ora non esita a denunciare l’accaduto con la sua matita, lanciando un appello affinchè il progetto prosegua. perchè se iniziano a non rinnovare progetti di questo tipo che portano solo del benessere alla città e alle famiglie che ci abitano, questi qua andando in avanti cosa saranno capaci di fare… Sulla bacheca del gruppo internet piovono commenti: “è un progetto che funziona da anni, non si può fermare così improvvisamente senza scrupoli e perplessità …” scrive Silvia.
E ancora, aggiunge Laura, “Giocampus è un’eccellenza parmigiana studiata e invidiata in tutta Italia, ma a quanto pare i nostri politici sono bravissimi a rovinare tutto”.
Insegnanti, genitori, ma anche semplici cittadini che del progetto avevano solo sentito parlare scendono in campo, arrivando perfino a ipotizzare di presentarsi sotto il Comune per far pervenire al sindaco il proprio dissenso.
Poche ore dopo questo primo tam tam online, nasce anche un gruppo a difesa dei Cinque stelle.
Si intitola “Giocampus: stiamo con il Comune” e in poche ore conta oltre 800 membri.
I componenti del primo gruppo puntano il dito sui presunti “contatti fittizi” del secondo, ma intanto continua l’elenco di lamentele per la soppressione dell’iniziativa: “Con tutte le cose che ci sono da fare a Parma, il Comune va a togliere Giocampus ai bambini, che si vergogni!”.
In attesa di conoscere le sorti del Giocampus, la protesta, per ora non si ferma.
Silvia Bia
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 23rd, 2012 Riccardo Fucile
NESSUNA ALLEANZA POSSIBILE COI GRILLINI, SI RICUCE CON VENDOLA E BERSANI… MA IL SEGRETARIO PD SMORZA L’INTESA
Dal palco di Palazzo d’Avalos, nell’ormai famosa Vasto, in apertura del 7° Incontro Nazionale dell’Idv, Antonio Di Pietro riprende dall’album quella foto che lo ritraeva con Bersani e Vendola che sembrava oramai stracciata.
La trasforma in una foto di gruppo aprendo con forza ai movimenti, “a quei mondi della società civile”, dice, citando Leoluca Orlando, per introdurre “punti di vista nuovi, diversi, delle giovani generazioni, delle donne”.
La colora di valori e principi imprescindibili: “Lavoro, diritti, equità e legalità ”.
E dove è finito quel Movimento 5 Stelle che Di Pietro non solo non ha mai demonizzato, ma che considerava un naturale alleato?
”Noi abbiamo molto rispetto del Movimento che raccoglie la voce di migliaia di cittadini che non ne possono più di questa politica, ma la protesta è utile fino alle elezioni, poi ha bisogno di tramutarsi in alternativa di governo senza dimenticare quelle legittime aspettative”.
E rivela: “Sono andato a parlare con Casaleggio, è stato categorico: il movimento non stringe alleanze”.
Come dire: non sono io ad averlo escluso.
Da qui il ritorno alla foto di Vasto allargata anche a quelle stesse voci di protesta. “Spero che il Movimento giunga in Parlamento per lavorare assieme”, aggiunge e continua: “L’obiettivo non è una coalizione per vincere e poi giungere alla spartizione dei posti, quanto, invece, quello di costruire un programma alternativo al governo Monti che opera scelte sulle spalle degli onesti e dei più deboli. Il Pd questa volta non ha scelta perchè o cambiamo noi o ci fanno cambiare i cittadini. La credibilità è un punto essenziale. Di Scilipoti ce ne sono molti, ovunque, ma questo non ci dispensa dal guardare in casa nostra. Dobbiamo liberarci dalle zavorre. Come? Con le primarie. Così saranno i cittadini a scegliere i candidati e la pulizia sarà automatica”.
Sarebbe impensabile costruire un’alleanza per sopravvivere di fronte ai bacilli di una rivolta sociale, “siamo di fronte alla drammaticità della disoccupazione, della precarietà , dell’attacco sistematico ai magistrati seri, dei tentativi di occultare la verità sulla trattativa Stato-mafia”. Definisce Bersani “una persona perbene, seria” e dice: “Deve capire che deve fare una scelta, noi lo vogliamo aiutare a compierla”.
A rendere più nitida la “nuova” foto di Vasto arriva Nichi Vendola per partecipare nel pomeriggio, assieme a Quagliariello, Parisi, Pardi, Portas e il politologo D’Alimonte al dibattito su “quale legge elettorale ” serva.
Quella sintonia tra Vendola e Di Pietro che, nelle ultime settimane, appariva incrinata, riprende i suoi toni più armoniosi: “Abbiamo il dovere di costruire la coalizione del cambiamento”.
Le parole di Vendola conquistano l’approvazione della platea dell’Idv, oltre mille persone che si accalcano anche sulla piazza adiacente al Palazzo dove campeggia un mega-schermo.
“Il centrosinistra esiste se rompe con il liberismo, se capovolge l’agenda Monti, se guarda più a Hollande che alla troika di Bruxelles, se dice che bisogna costruire un grande progetto di welfare, se rifiuta il pareggio di bilancio…”.
Cambiano gli aggettivi, la sostanza è la stessa.
Gli applausi ripetuti l’approvano. Di Pietro ascolta. Sorride.
È evidente la sua soddisfazione.
Ed ecco svelato l’arcano: il tessitore della nuova foto di Vasto è Vendola, come rivela Di Pietro “quello che dialoga con Bersani”.
E che a Bersani ha detto: “Il Pd non è una grande casa dove andarci a cercare uno sgabuzzino. Se le primarie saranno la resa dei conti nel partito, io non ho la tessera del Pd, non posso che salutare augurando buon lavoro”.
E di nuovo gratifica Di Pietro e il suo popolo affermando che non può esistere il centro-sinistra senza l’Idv.
La discussione sulla riforma della legge elettorale, che ha registrato posizioni interessanti, resta sullo sfondo, prevale la coalizione che “s’ha da fare”.
Di Pietro si rivolge a Vendola: “Parlo a nuora affinchè suocera ascolti” in cui la suocera è, ovviamente, Bersani: “Magari potessimo non farlo quel referendum ,vorrebbe dire che siamo al governo e possiamo cambiarla noi la legge. Ma tu, Bersani, ci devi dire adesso da che parte stai, tra la legge Fornero e noi, sui diritti civili, ci devi dire se sei ancora tentato da Casini perchè con Casini questa diventerebbe una fotografia di atti impuri”.
Questa volta sono le risate a condire gli applausi.
Il sole che sta scomparendo sul mare lascia una domanda: se Bersani non accetterà tutti questi “preziosi” consigli cosa accadrà ?
La risposta di Di Pietro è attesa per stamane quando tirerà le conclusioni della tre giorni destinata a segnare nel centrosinistra una strada di non ritorno.
Ma anticipa: “Andremo da soli”.
Sandra Amurri
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 23rd, 2012 Riccardo Fucile
DOPO LA DENUNCIA DELL’EX COORDINATORE DEL PARTITO, LA PROCURA APRE UN FASCICOLO SULL’USO ANOMALO DEI FONDI PUBBLICI REGIONALI DEL PARTITO DI DI PIETRO
Paolo Nanni, consigliere provinciale Idv, è indagato dalla procura di Bologna per peculato. L’inchiesta, condotta dal pm Antonella Scandellari, è nata dopo la denuncia dell’avvocato Domenico Morace, ex coordinatore bolognese dell’Italia dei Valori, che accusava il partito di Di Pietro di aver gestito in modo anomalo i fondi ricevuti dalla Regione Emilia Romagna dal 2005 al 2010.
Le indagini dei pm di piazza Trento Trieste hanno già portato all’acquisizione di documentazione negli uffici regionali, oltre ad aver preso atto dei documenti presentati da Morace.
Gli inquirenti, con l’aiuto della guardia di finanza, vogliono ora capire se i partiti hanno obbedito allo scopo dei finanziamenti, se dunque sono stati sottratti alla loro destinazione d’uso.
Nella denuncia dell’ex coordinatore, presentata lo scorso maggio, si parla di una grossa somma di denaro: 450 mila euro, che Paolo Nanni, allora capogruppo e unico consigliere regionale Idv, avrebbe speso in modo non troppo trasparente.
Questa è l’accusa di Morace, che parla di due flussi di soldi.
Uno sarebbe relativo alle spese del personale, che — dice Morace — sarebbe stato usato da Nanni per assumere la figlia in Regione.
Il secondo, ben più consistente, relativo invece alle spese di natura politica.
Morace dichiara di non aver mai visto quei soldi, e di aver segnalato la particolare vicenda a Silvana Mura.
Dichiarazione quest’ultima che ha portato la Mura a querelare Morace, a cui è seguita una contro querela.
Paolo Nanni, che adesso siede in Provincia, si è più volte difeso dichiarando di non aver fatto nulla di illecito, ma di aver usato i soldi per farsi pubblicità nelle tv locali dove si va a pagamento e per alcune consulenze.
Nel frattempo Nanni si è autosospeso dal suo ruolo di consigliere provinciale Idv, entrando nel gruppo misto.
Decisione presa dopo la comparsa del suo nome fra quelli finiti nelle carte dell’inchiesta sui pass per invalidi della procura di Bologna; non era comunque indagato, perchè il caso era un presunto utilizzo indebito di permesso H, e si tratterebbe quindi di una violazione amministrativa. Le targhe del politico e di alcuni suoi stretti familiari sarebbero cioè state agganciate a un tagliando di un disabile, che però era morto da circa due anni.
Nicola Lillo
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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