Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
“IL FATTO” RISPONDE PUNTO PER PUNTO AL COMITATO ELETTORALE DI RENZI CHE RIMEDIA UNA FIGURA BARBINA
Matteo Renzi e il suo comitato elettorale, rappresentato da Sara Biagiotti, hanno smentito alcuni punti dell’inchiesta in corso da parte della Corte dei Conti sulle spese sostenute dalla Provincia di Firenze quando Renzi ne era presidente e riportata dal Fatto Quotidiano due giorni fa.
Mettiamo a disposizione di Renzi e di Biagiotti la documentazione da noi sintetizzata nell’articolo, rispondendo punto per punto alle contestazioni.
“Non ho mai pasteggiato ad aragoste”, ha detto oggi Renzi al Corriere della Sera.
Il 22 aprile 2008 la carta di Credito della Provincia (che usa il presidente) paga alle ore 01:01 PM un pranzo al Riva Restaurant on Navy Pier di Chicago: 4 aragoste, 2 sushi, 2 pepsi, una birra e 2 porzioni di gamberi fritti. Oltre allo scontrino, l’estratto conto della carta conferma che quel conto è stato saldato da Renzi in persona.
Non basta?
C’è una delibera della Provincia di Firenze del 12 Maggio 2008 in cui si legge: “Il sottoscritto Matteo Renzi (…) attesta sotto la propria responsabilità , che le spese delle fatture sottoelencate e che vengono inviate alla liquidazione dei competenti Uffici della Provincia, sono staate da me sostenuto nel corso di attività istituzionali e di rappresentanza”.
Segue elenco di pranzi e cene. Con relativi scontrini.
Già , pranzi e cene.
Il sindaco di Firenze sostiene di non aver mai messo piede in molti dei ristoranti citati nell’articolo.
Lui lo dice e Biagiotti del comitato elettorale lo scrive.
Abbiamo citato: Trattoria Garibaldi, Nannini Bar, Taverna Bronzino, Ristorante da Lino, pasticceria Capetti, trattoria I due G, Buca dell’Orafo, Ristorante Cibreo.
Sia gli estratti conti della carta di credito di cui “titolare è Renzi Matteo” (si legge chiaramente nell’intestazione), sia le delibere che lo stesso Renzi ha presentato con la solita dicitura “il sottoscritto Matteo Renzi presidente della Provincia di Firenze attesta sotto la propria responsabilità ”, sia gli scontrini attestano il contrario.
Ce ne siamo dimenticati alcuni.
Come il ristorante Gilli, il ristorante Sabatini, il ristorante Buca Lapi, la Piazzetta, il Perseus, la cantinetta Antinori e altri ancora.
“Sono spese di tutta la giunta”, garantiscono Renzi e Biagiotti. Eppure in questi ristoranti le carte di credito usate sono solo quelle intestate a Renzi e quella di Andrea Barducci, ex numero due di Renzi e oggi presidente della Provincia di Firenze.
Il comitato elettorale, inoltre, scrive: “Il plafond di 10mila euro mensili delle carte di credito del presidente e del vice presidente non è mai stato raggiunto nè tantomeno superato”.
La delibera di liquidazione numero 5393 del 12 novembre 2007 scrive invece il contrario.
E cioè: “Precisato che nel corso della missione istituzionale negli Stati Uniti svoltasi dal 2 all’8 novembre u.s. (…) la carta di credito aziendale (Amministrazione provinciale di Firenze) utilizzata abitualmente dal presidente della Provincia (…) è stata, nel corso della missione, momentaneamente bloccata a garanzia di un pagamento da parte di un Hotel a Boston, rendendo necessario per lo stesso Presidente provvedere a sostenere alcune contingenti spese di rappresentanza, per una somma complessiva di $ 4.106,56 pari ad euro 2.823,64 mediante la propria carta di credito personale”.
Cifra che la Provincia rimborsa a Renzi.
Noi abbiamo cercato il sindaco, oggi candidato alle primarie del Pd, per avere delle risposte.
Ma, ha detto a noi, e ribadito anche oggi al Corriere della Sera, che per lui “questa è una storia vecchia (…) La follia è che quelle spese le ho fatte mettere proprio io on line”.
Lo sostiene anche Biagiotti: “Le spese sono tutte consultabili on line proprio per decisione del presidente Renzi”.
Scontrini, estratti conto, ricevute e giustificativi di viaggi e trasferte non sono sul sito di Matteo Renzi nè su quello della Provincia.
Certo è che magari abbiamo cercato male noi, ma ne siamo in possesso e le pubblichiamo quasi integralmente, ricordando che è in corso un’indagine della Corte dei Conti e della Guardia di Finanza su incarico del ministero del Tesoro, in merito a 20 milioni di euro spesi dalla Provincia guidata da Renzi. Lui, interpellato nel pomeriggio a Varese, ha affermato: “La vicenda non riguarda me”.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
IL COMICO GENOVESE TORNA A PARMA A DISTANZA DI QUATTRO MESI DAL COMIZIO CHE LANCIO’ PIZZAROTTI SINDACO… DA DIECIMILA PERSONE A POCHE CENTINAIA, IL BLUFF E’ GIA FINITO
L’attesa per l’incontro pubblico era molta ma a risposta del pubblico non è stata all’altezza: poche centinaia i presenti, in una piazza della Pace semivuota, all’incontro pubblico dal titolo “Dies Iren” organizzato dal M5S di Parma per ribadire il no dei grillini ai termovalorizzatori.
Poco prima del via era circolata la voce che il dibattito potesse slittare per garantire un maggiore afflusso di persone.
Ben altri numeri il leader del movimento aveva fatto registrare a maggio quando era arrivato in città per tirare la volata elettorale al candidato sindaco Federico Pizzarotti.
A margine dell’incontro Grillo ha difeso l’operato del neo sindaco: “Questo è un miracolo non mio ma della rete che è andata avanti in tre anni senza soldi: abbiamo rotto un meccanismo, perchè dentro i comuni, nei consigli regionali sono arrivati gli onesti come qui a Parma”
Non è mancato un duro attacco ai media: “Giornalisti carogne” e “schiavi dei loro editori”. “In italia non ci sono giornali liberi tranne ‘Il Fatto Quotidiano’. ll vero cancro è questo, l’informazione. Se avessimo avuto un’informazione normale non avremmo questa politica cosi”.
Grillo è arrivato a Parma su un suv con i vetri oscurati, rilasciando un’intervista a una tv danese.
Il comico è accompagnato dal primo cittadino che ha ribadito tutti i punti di scontro tra l’Amministrazione a 5 Stelle e la multiutility Iren che sta realizzando il termovalorizzatore di Parma.
“Ma cosa ve le prendete con questo Pizzarotti con questo Pizzarotti che si è ridotto lo stipendio prendetevela con chi ha Rubato un miliado di euro al Comune di Parma. Non si è quotato in borsa Iren si è quotato in borsa il Pd” ha detto Grillo una volta salito sul palco.
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
IL COMUNE SARA’ COMMISSARIATO, FINISCE IN FARSA IL NUOVO CORSO “MORALIZZATORE” MARONI-VOTINO
Il sindaco di Cipriate San Gervasio nomina come vice la fidanzata.
E i consiglieri di maggioranza non ci stanno, presentando le dimissioni.
E’ crollata così, per una “parentopoli”, la giunta comunale bergamasca composta da Lega Nord (alla quale appartiene l’ormai ex sindaco Simone Dorici) e da una lista civica, che lo scorso maggio avevano sconfitto un’inedita alleanza tra Pd e Pdl.
I malumori contro il sindaco erano cominciati tre settimane dopo il voto, quando, al primo Consiglio comunale del 24 maggio, aveva annunciato la sua scelta di nominare come vicesindaco la fidanzata Valeria Cavenaghi, che aveva preso appena 140 preferenze.
A lei erano andate le deleghe a Servizi alla persona, Famiglia, Comunità , Istruzione, Promozione della cultura, Tutela e valorizzazione del Villaggio Crespi.
Il sindaco aveva assunto per sè le deleghe a Sviluppo sostenibile, Qualità urbana, Bilancio e Sport, lasciando solo le briciole agli altri due assessori.
Tutte scelte che avevano creato molto malumore sia tra le file della minoranza che della maggioranza.
Il sindaco aveva difeso la sua scelta e aveva protestato per la sua “privacy messa in piazza”.
Le critiche non si sono placate, nonostante le trattative delle scorse settimane.
E questa mattina i consiglieri di maggioranza Cristiano Esposito (ex sindaco leghista), Patrizio Massola e Donatella Pirola hanno presentato le proprie dimissioni all’Ufficio Protocollo del Comune insieme a quelle dei consiglieri di minoranza Mino Maggioni, Enzo Galbiati e Tullio Gambirasio.
Il Comune sarà così commissariato.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
CONTI DI UN’ENOTECA DI 14.000 EURO, 11.000 EURO PER UN ARREDAMENTO, BONIFICI A SAMANTHA, 2.896 EURO AL MESE PER IL SUV, BOLLETTE TELEFONICHE DA 17.000 EURO
Quattordicimila euro in enoteca, tremila e ottocento all’Apple store, ottocento per una cena, undicimila per comprare arredamento per chissà quale immobile.
Poi, ancora, oltre 14mila euro per la Smart, oltre sedicimila per saldare una bolletta telefonica (morosa) e altre bollette telefoniche che sfiorano quell’importo.
Ci sono i versamenti di somme per “collaborazioni” a Samantha Weruska Reali, l’ex fidanzata di Fiorito, e cifre da capogiro versate ad associazioni sportive o culturali, pagamenti da centinaia di euro a gioiellerie, negozi di lusso e di tecnologia.
E ristoranti, ristoranti e ancora ristoranti.
Le centodue pagine che raccontano le movimentazioni del conto Unicredit 72093 del Pdl sono un pozzo di San Patrizio in cui un ruolo centrale lo hanno i bonifici a Franco Fiorito.
TUTTO REGOLARE
«Tutto regolare, tutto secondo la legge», dice Fiorito. Eppure a vederli nero su bianco in un estratto conto bancario, i suoi 109 bonifici sono impressionanti. Quelli che lui chiama «i soldi che spettano a un capogruppo» sono davvero tanti.
Il 3 aprile scorso, l’allora capogruppo gira sul suo conto tre versamenti da 4.190,5 euro, due da 4.191,0, due da 4.194,2 e due da 8.384,2.
Appena otto giorni dopo, l’11 aprile, altri due bonifici “a favore di Franco Fiorito” da 8.381 e altri due da 4.191. Per un totale da 71.254,3 in una settimana.
Solo un esempio perchè la frequenza dei versamenti, a cui vanno aggiunte anche le operazioni sull’estero, è più o meno quella.
I BONIFICI A SAMANTHA
Ci sono alcune voci, nascoste tra i tanti versamenti a favore dei collaboratori del gruppo consiliare che non possono non destare qualche sospetto.
Sono quelli a favore di Samantha Weruska Reali per “compenso collaborazione gruppo consiliare popolo della libertà ”.
L’ex fidanzata dell’allora presidente riceve dal gruppo 2.059 euro l’8 novembre del 2011 e altri 2.053, con la stessa causale, appena un mese dopo.
Tra i bonifici a chi lavorava per il Pdl, uno dei pochi nomi che figura (ai consiglieri da questo conto sembra non andare un euro) ci sono i rimborsi per le spese di viaggio di Isabella Rauti, moglie del sindaco di Roma Alemanno.
LA SMART E LA BMW
Francesco Battistoni, il grande accusatore di Fiorito, aveva contestato al suo predecessore l’acquisto di una Smart e di una Bmw X5, vetture comprate con i soldi del partito che, però, erano nelle disponibilità di Batman.
E i pagamenti per i due mezzi sono, anche quelli, nell’estratto conto.
Il 23 maggio 2011 la Mercedes Benz Spa di Roma riceve il saldo da 14.839 euro per la due posti.
Mentre sono un’uscita costante e mensile, i 2.896,50 euro per il Suv.
LE ASSOCIAZIONI
Tra le spese più onerose del gruppo, ci sono i finanziamenti ad associazioni sportive e culturali.
Tra queste, oltre all’Unione Rugby Pontina (25mila euro) e all’associazione “Gente dell’Agro Pontino”, figura anche l’associazione giovani del Ppe, quella di cui è sponsor il consigliere regionale Carlo De Romanis, che Fiorito, oggi, qualifica come «un’associazione di amici suoi».
Sta di fatto che, finchè Batman ha guidato il Pdl, «la patacca» ha ricevuto decine e decine di migliaia di euro. Il 5 ottobre 2011, ad esempio, sono stati versati al Ppe 13mila euro.
Stesso stanziamento anche venti giorni dopo e, di nuovo, il 3 novembre.
GIOIELLI E HI TECH
Spese pazze, poi, per quanto riguarda gli acquisti con bancomat e carte di credito.
Ecco così che il 23 dicembre 2010 vengono spesi 2.841 euro per “regali vari” alla gioielleria Biondo, mentre il 24 aprile del 2011 qualcuno spende 500 euro al negozio Montblanc di Roma.
Ancora, stando all’estratto conto, i consiglieri Pdl bevevano parecchio.
È del 18 gennaio 2011 un bonifico da 6.601 euro all’Angolo di Vino.
L’acquirente evidentemente rimane soddisfatto: lo stesso esercizio il 2 febbraio riceve un altro versamento, ma stavolta da 14.4001 euro.
Sono invece una consuetudine dei politici laziali del Pdl gli acquisti negli Apple Store, nelle grandi catene di tecnologia e, soprattutto le cene nei ristoranti.
Tante le strisciate in locali di Anagni, Frosinone e San Felice Circeo (che farebbero pensare a Fiorito gourmant).
Cene che, dati gli importi da poche decine di euro, non potevano certo essere a fini elettorali. Molti anche i locali a Roma, alcuni dei quali storici, come Tullio, nei pressi di piazza Barberini, citato molte volte nell’estratto conto, il Caminetto ai Parioli o lo Shangri-la dell’Eur.
BOLLETTE TELEFONICHE
Chiamavano, chiamavano, chiamavano.
I conti delle Telecom fanno registrare cifre da capogiro. Il 3 agosto 2011 dal conto Unicredit vengono versati 16.794,30 euro alla Tim con la causale: “morosità business”.
Accanto, un codice fiscale: è quello di Fiorito.
Tra ricariche via sportello e via internet, la telefonia è una voce che grava sul bilancio del Pdl. Ma a pesare sono soprattutto le bollette di chi ha un contratto che, ovviamente, viene caricato sul conto del partito: il 16 settembre viene pagata una bolletta da 13.114 euro.
E questa volta non c’è nessuna mora da pagare.
(da “La Repubblica”)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
TIRATA IN BALLO LA NUOVA GIOVANE CAPOGRUPPO DEL PDL: “NCHE LEI HA PRESO SOLDI PRELEVATI DAI FONDI REGIONALI DEL GRUPPO”… SE E’ QUESTO IL VOLTO DEL CAMBIAMENTO…
Renata Polverini ieri l’ha presentata come il volto del cambiamento al Gruppo Pdl della Regione Lazio: “Ora posso andare avanti” ha detto abbracciandola. Lei, la consigliera 26enne dalla faccia pulita, Chiara Colosimo, è stata nominata nuovo capogruppo del Pdl. Sul sito Internet si legge il suo motto: “Io ho quel che ho donato” ma — stando a quello che ha dichiarato Franco Fiorito ai pm romani — la consigliera avrebbe anche preso.
L’ex capogruppo Pdl Franco Fiorito, ora indagato per peculato, ai pm Alberto Caperna e Alberto Pioletti ha raccontato di aver consegnato alla giovane Colosimo circa 200mila euro prelevati dai fondi del gruppo regionale.
Una parte di questi, circa 22mila euro, sarebbero stati utilizzati per pagare una società che aveva fornito il catering durante l’evento denominato “Notte di mezza estate” che il ministro Giorgia Meloni e il deputato Pdl Fabio Rampelli avevano organizzato all’Auditorium negli anni passati.
Anche i soldi per rifocillare i partecipanti a quella serata in cui si discuteva di politica, sarebbero stati prelevati dalle casse del Pdl.
Fiorito ha consegnato ai pm gli strumenti per allargare a dismisura l’indagine: dai fondi del gruppo Pdl nell’ultimo biennio a quelli del partito laziale dal 1998 al 2011. l’ex capogruppo ha consegnato sei faldoni contenenti i bilanci di 14 anni di gestione del Popolo della libertà e, prima ancora, di Forza Italia.
La Procura per ora li ha messi da parte, preferendo concentrare la sua attenzione sui soldi trasferiti all’estero dal capogruppo uscente.
Fiorito però sembra intenzionato a raccontare tutto quello che sa sul periodo in cui era capogruppo Alfredo Pallone, della corrente di Antonio Tajani come Francesco Battistoni, suo rivale.
Ai suoi amici in questi giorni ha confidato di avere molti dubbi sul rimborso di buoni benzina per decine di migliaia di euro e per alcuni soggiorni in hotel di parenti dei politici del Pdl.
Tra i documenti consegnati spuntano anche nuove spese rimborsate ai consiglieri.
Finisce così nel calderone anche il consigliere Antonio Cicchetti, ex forzista, poi passato al Pdl, che aveva la passione per i libri.
A spese del gruppo infatti avrebbe acquistato mille copie del libro ‘manoscritti della Biblioteca apostolica vaticana’, dello scrittore reatino Andrea Di Nicola. E altre 1500 copie di un altro testo, sempre a firma dello stesso autore, ‘La città sanitaria’.
Ma Cicchetti al gruppo avrebbe presentato anche le spese per l’acquisto di spazi in reti televisive reatine.
Per una sola ospitata, infatti, aveva chiesto al gruppo che fossero pagati 220 euro.
Ma ci sono anche i soldi per le fondazioni, che Francone dice di aver rimborsato.
Dopo la nota associazione “Mario Ruggero Lazzaroni” che Fiorito dice di aver finanziato per circa 50mila euro, ne spunta una seconda.
Si tratta della fondazione Roma Laboratorio di Comunità , che avrebbe chiesto un rimborso di 12mila.
E poi ci sarebbero 100mila euro pagati all’associazione dei giovani del Ppe, di Carlo De Romanis, l’organizzatore della celeberrima festa romana. Per lunedì prossimo Fiorito è stato convocato a Viterbo per l’indagine sulle fatture false che sarebbero contenute nel suo dossier.
Intanto l’ex consigliere annuncia la volontà di restituire i soldi.
Lo annuncia il suo legale, Carlo Taormina, che aggiunge: “Lo scandalo vero è che all’interno del gruppo consiliare non c’è controllo alcuno sui fondi. Il problema è a monte, al momento della delibera del comitato di presidenza che assegna i fondi. Noi faremo i conti e restituiremo i soldi che non ci spettavano per legge”.
Marco Lillo e Valeria Pacelli
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
NEI SONDAGGI RISULTATO “INECCEPIBILE” PER FLI , DATO AL 2% DOPO LA GRANDE OPERAZIONE DA PARACULI DI APPOGGIARE MICCICHE’ … CROCETTA AL 29% INCALZA ORMAI IL 29,5% DI MUSUMECI, MICCICHE’ SCENDE AL 18%, FAVA ALL’ 11,5%, CINQUESTELLE AL 7%
Il sondaggio settimanale di Datamonitor sulle elezioni siciliane del 28 ottobre vede ormai un testa a testa tra il candidato del Pdl Nello Musumeci e quello di Pd.-Udc Rosario Crocetta che ogni giorno sta recuperando terreno.
Musumeci dal 30% è sceso al 29,5%, Crocetta è salito dal 28% al 29%.
In discesa dal 20% al 18% l’esperto in aeroporti da non dedicare a Falcone e Borsellino Gianfranco Miccichè, appoggiato coerentemente per i suoi principi, i suoi valori e i suoi precedenti dai vertici di Futuro e Libertà .
In salita Claudio Fava di Sel dal 10% all’11,5%, scende il grillino Giancarlo Cancellieri dall’8% al 7%.
Passiamo alle indicazioni di voto ai maggiori partiti: in testa il Pd con il 20%, poi il Pdl al 18%, Mpa — Partito dei siciliani al 12%, l’Udc all’11%, M5S al 7%, Grande Sud al 5,5%, La Destra al 5%, Sel al 4%, Pid al 4%, Idv al 4%, Rivoluzione siciliana al 2%, Fli al 2%, Forconi 1,5%.
Quanto alla lista Nuovo Polo per la Sicilia che appoggerà Miccichè come governatore e che vedeva insieme Mps , Fli e liberali con l’aiuto di candidati dell’Mpa per raggiungere il quorum, non ha fatto in tempo a presentare il simbolo che già si è persa i liberali per strada.
Ieri infatti il Partito liberale è uscito dall’alleanza del “Nuovo Polo per la Sicilia” e ha abbandonato Gianfranco Miccichè.
“La rottura – ha detto il segretario regionale, Grazio Trufolo – è stata determinata dalla violazione degli accordi e dal venir meno del rapporto di fiducia con gli alleati, rivelatisi inaffidabili”.
Dopo avere ottenuto all’unanimità l’approvazione della scelta da parte dei componenti la direzione regionale liberale, ha convocato per domenica a Palermo, la segreteria regionale, per ufficializzare la rottura del patto elettorale.
Trufolo accusa gli ex compagni di viaggio di avere “stilato un programma troppo sicilianista e comunque di facciata, mortificando il partito liberale anche nella sua collocazione grafica, troppo marginale, all’interno del simbolo elettorale del Nuovo Polo”.
I liberali si dicono poi “irritati” dalle ultime dichiarazioni rilasciate dal candidato alla presidenza della Regione, Gianfranco Miccichè, da cui prendono nettamente le distanze.
“Non possiamo condividere – aggiunge il segretario liberale, Trufolo – l’uscita polemica ed infelice di Miccichè sulla intitolazione dell’aeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino, che lui mette in discussione”.
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
INCENDIO DISTRUGGE FABBRICA DI GIOCATTOLI IN CUI LAVORAVANO CINESI: IL SEGRETARIO DELLA SEZIONE DEL CARROCCIO DI BOVISIO MASCIAGO SI RAMMARICA CHE NESSUN OPERAIO SIA MORTO NEL ROGO
Un enorme deposito di giocattoli cinesi è andato in fiamme ieri sera, tra Brugherio e Monza, nel cuore produttivo della Brianza.
Un incendio che ha tenuto impegnati decine di vigili del fuoco per diverse ore di lavoro e che ha prodotto alte colonne di fumo visibili anche da Milano.
La vicenda non è sfuggita ai leghisti brianzoli, tanto che il segretario della sezione di Bovisio Masciago, Patrizio Ferrabue, ha colto l’occasione per lasciarsi andare ad commento decisamente sopra le righe.
Nel corso dello scambio di battute con i suoi interlocutori ha chiesto: “Quanti cinesi morti?”. Gli hanno detto: “Nessuno…” E lui per tutta risposta: “Vabbè sarà per la prossima, però che peccato!!!!”.
Con tanto di faccina sorridente.
Oggi i messaggi sono scomparsi da Facebook.
Probabilmente all’orecchio del segretario di sezione è arrivato il consiglio di qualche amico avveduto, ma non sono scoparsi dalla Rete.
Ad immortalarli e renderli pubblici ci ha pensato ‘l’anticomunitarista’ Daniele Sensi nel suo blog, sempre attento a smascherare la xenofobia strisciante con cui conviviamo spesso in maniera distratta.
Così, nonostante la repentina pulizia digitale, a Patrizio Ferrabue potrebbero toccare le stesse sorti dell’ex capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Udine, Luca Dordolo, espulso dal movimento nel mese di giugno dopo aver scritto un post razzista sul proprio profilo Facebook.
Dordolo aveva commentato un episodio di cronaca nera: una donna indiana uccisa dal marito era stata gettata nel Po, lui se l’era presa con l’assassino, colpevole di aver “inquinato il sacro fiume” (ad agosto è stato rinviato a giudizio per istigazione all’odio razziale).
Non contento, nelle scorse settimane Dordolo era tornato a colpire, postando l’immagine di un orango accanto a quella di Mario Balotelli, commentando “Ma sono uguali!!!”.
Alessandro Madron
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
I QUESTORI: “NON CE LO POSSIAMO PIU’ PERMETTERE”… MA SI CAMBIERA’ SOLO NEL 2014
Il pranzo è servito. E pagato. Almeno per metà prezzo lo offriranno, ancora per un bel po’, le casse della Camera.
Venti euro per un pasto completo a carico del deputato, altri 18 euro li integra l’amministrazione di Montecitorio attingendo al capitolo “ristorazione”.
Un andazzo non sostenibile, alla luce del giro di vite imposto al bilancio che sarà approvato il primo ottobre.
Ne prendono atto i questori del Palazzo che in questi giorni hanno approvato la deliberazione con cui si cambia registro.
O meglio, si impegnano a cambiarlo. Ma dal 2014.
Il provvedimento avvia le procedure per l’affidamento in concessione del servizio di self service che dovrà prendere il posto dell’attuale, costoso (non per gli onorevoli e i giornalisti che lo frequentano) ristorante.
Ma la procedura è lunga.
Perchè la burocrazia, anche quella parlamentare, necessita dei suoi tempi.
Il nuovo regime entrerà in vigore nel 2014, quando si stima «un risparmio annuo di 2,5 milioni di euro», si legge nella deliberazione del collegio dei questori del 12 settembre.
«Il sistema di compartecipazione al prezzo del pasto sarà rivisto – continua il provvedimento – prevedendo in ogni caso, per i deputati, che il pagamento delle consumazioni presso il self service sia a totale carico degli stessi».
Ma è un avviso a futura memoria, gli attuali parlamentari potranno dormire (e mangiare) tranquilli.
Il fatto è che la «compartecipazione» al pasto costa davvero tanto, troppo, per tempi di magra.
A scorrere il bilancio interno che la settimana prossima sarà approvato dall’Ufficio di presidenza e di cui Repubblica è venuta in possesso, si scopre infatti che in questo 2012 la Camera prevede di incassare dalla ristorazione più o meno quanto l’anno scorso, ovvero 1 milione 130 mila euro.
Ma spenderà 4 milioni 545 mila (uno in meno rispetto al 2011): vuol dire che occorreranno tre milioni e mezzo per integrare i pasti e garantire comunque l’alto standard della ristorazione a prezzi “pop”.
Risotto alla pescatora e salmone con patate lesse e bevanda a 20 euro, stesso prezzo per un filetto, un contorno e una frutta, 5 euro una pasta con vongole e bottarga, per fare qualche esempio.
Ristorazione a parte, il bilancio di previsione 2012 della Camera – messo solo adesso nero su bianco per adeguarlo alla spending review montiana – è all’insegna del lacrime e sangue.
Cinquanta milioni di euro l’anno di risparmi per il 2013-14-15.
Tutto connotato dal segno meno? Quasi.
Dimezzati dal 2013 i contributi in favore del Circolo Montecitorio, frequentato sul Lungotevere da deputati (pochi) e dipendenti e funzionari (molti), e quelli per la Fondazione della Camera, guidata per cinque anni dall’ex presidente.
Pro tempore da Bertinotti, dal prossimo anno da Fini.
I bilanci della Fondazione saranno inviati in virtù del nuovo statuto alla Corte dei conti.
Detto questo, resta invariato il capitolo «rimborso spese di viaggi ai deputati»: 8,5 milioni di euro nel 2012.
E quello destinato ai viaggi degli ex deputati (anche loro con benefit): 800 mila euro. Uguale allo scorso anno l’esborso per la manutenzione ordinaria degli edifici della Camera (13,8 milioni di euro) e per la telefonia mobile ad appannaggio di onorevoli e funzionari (550 mila euro l’anno).
Stesso discorso per la buvette: anche nel 2012 costerà 540 mila euro.
In calo minimo dopo anni i «servizi di pulizia» 6 milioni 930 mila euro (anzichè i 7 milioni), la lavanderia di palazzo con 60 mila euro (anzichè i 70 mila).
Si dimezza la spesa per l’acquisto di giornali e periodici, che passa da 590 mila a 300 mila euro.
Quasi centomila euro in meno per carta e cancelleria dopo le polemiche dei mesi scorsi (920 mila euro).
È stato invece raggiunto a Montecitorio ieri mattina, dopo settimane di braccio di ferro, un accordo con i sindacati dei dipendenti con cui passano i tagli da 13,2 milioni l’anno a carico del personale.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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Settembre 22nd, 2012 Riccardo Fucile
LA PROCURA HA ORDINATO IL DISSEQUESTRO DEGLI 11 BRILLANTI TROVATI ALL’EX TESORIORE E 350.000 EURO IN CONTANTI NELL’AMBITO DELL’INCHIESTA CHE VEDE INDAGATI IL SENATUR E I FIGLI RENZO E RICCARDO
Date alla Lega quello che è della Lega.
E così la Procura di Milano ha dissequestrato gli undici diamanti trovati all’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e i 350 mila euro depositati presso un notaio di Rovigo dal consulente Paolo Scala, sequestrati nei mesi scorsi ai due indagati nell’ambito dell’inchiesta sui fondi del Carroccio.
Soldi pubblici, perchè provenienti dai rimborsi elettorali, e usati per le spese personali della famiglia Bossi.
Il dissequestro è stato disposto in seguito alla richiesta depositata venerdì scorso dall’avvocato Domenico Aiello, avvocato della Lega.
Come si legge nel provvedimento firmato dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e i pm Roberto Pellicano e Paolo Filippini, titolari dell’inchiesta che vede indagati, tra gli altri, Umberto Bossi e i due figli Renzo e Riccardo, “non vi è dubbio” che la proprietà dei beni dissequestrati è del “Partito Politico Lega Nord”.
I diamanti, il cui valore si aggira attorno ai 400 mila euro, vennero sequestrati dalla Guardia di Finanza lo scorso dopo che l’ex Belsito (poi espulso dal Carroccio come del resto accaduto a Rosi Mauro), una settimana prima, li aveva restituiti assieme ai lingotti d’oro (il loro valore è di 200 mila euro) e a un’Audi A6 in via Bellerio. Secondo gli accertamenti i preziosi e i lingotti farebbero parte degli investimenti “creativi” fatti dall’ex tesoriere con i fondi del Carroccio.
Tra questi anche l’investimento di milioni di euro tra Cipro e Tanzania dello scorso inverno.
I 350 mila euro, sequestrati sempre cinque mesi fa all’ imprenditore Paolo Bonnet, anche lui indagato, sarebbero una tranche dell’operazione effettuata a Cipro di 1,2 milioni.
Per gli inquirenti, in Italia, erano rientrati solo 850 mila euro del totale.
I 350 mila euro erano poi stati depositati da Scala presso lo studio del notaio Alessandro Wurzer di Badia Polesine in provincia di Rovigo.
Diamanti e denaro sono quindi ritornati nella disponibilità della Lega.
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