Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
LA MEDITAZIONE URBANA DEI PENSIONATI
Pronta come sempre a cogliere in anticipo ogni nuova tendenza, la città di Torino ha installato tre
panchine davanti al grattacielo della Regione in costruzione al Lingotto per consentire ai pensionati di seguire più comodamente i lavori.
L’allungarsi della vita media sta creando una nuova stirpe di uomini diversamente giovani, ma con vista da aquile, che lasciano le mogli in tinello assieme a Barbara D’Urso e trascorrono le giornate a scrutare dal vivo montacarichi e gru.
Durante la pausa pranzo si trasferiscono al parcheggio più vicino per osservare con gli occhi del rimprovero le manovre degli automobilisti, scuotendo la testa a ogni parafango urtato e portiera strisciata.
La ragione per cui questi pensionati preferiscono i cantieri a un buon libro o alle bocce rimane un mistero insondabile.
Giuseppe Culicchia sostiene che si tratti di nostalgia per il Lego con cui da piccoli non hanno potuto giocare.
Azzardando una spiegazione più mistica, la loro potrebbe essere una forma di meditazione urbana che sostituisce il fluire ipnotico dei ruscelli con quello delle trivelle.
Purtroppo non lasciano eredi.
E non tanto perchè le future generazioni di pensionati passeranno la vecchiaia a compulsare telefonini, quanto perchè non ci saranno più le pensioni.
Massimo Gramellini
(da “La Stampa”)
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Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
LA LEGA SCENDE NEI SONDAGGI E SALVINI BOCCHEGGIA…ALTA TENSIONE TRA I DUE SUL TEMA ALLEANZE
Il Carroccio sta per saltare per aria.
Il braccio di ferro sotto traccia tra il leader supremo Matteo Salvini e il suo predecessore oggi governatore, Roberto Maroni, si fa scontro frontale. E palese.
E rischia di travolgere proprio la Regione Lombardia, oltre che la corsa a sindaco di Milano.
Dopo l’affondo lanciato dall’ex ministro dell’Interno con l’intervista a Libero di ieri, Salvini ha deciso che è giunto il momento della resa dei conti finale perchè così non può andare avanti: «Mi devi convocare un consiglio federale. Facciamo lunedì prossimo, all’ora di pranzo» ha dettato al telefono alla collaboratrice da Strasburgo, dove si trovava per la plenaria dell’Europarlamento.
In quella sorta di “comitato centrale” della Lega (ordine del giorno: “Comunicazioni del segretario”) i nodi verranno al pettine.
Obiettivo: ricordare una volta per tutte che il numero uno del Carroccio è appunto il leader e solo lui può dettare la linea politica.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, dunque, l’intervista in cui Maroni ha risollevato il caso Ncd, partito col quale governa: «Se a Milano si allea col centrosinistra e vince, si manda in crisi anche la nostra giunta» è l’ultimo avvertimento lanciato a un segretario che invece ha chiuso e non da ora con Alfano: «Con lui, il poltronaro, mai alcun accordo».
Un concetto che del resto Salvini ha ribadito a Silvio Berlusconi anche domenica sera nella cena a Villa San Martino, presenti Giancarlo Giorgetti e la “mediatrice” con la Lega Licia Ronzulli.
Di più, l’eurodeputato avrebbe chiesto proprio al Cavaliere una sponda.
«I tuoi, soprattutto quelli più vicini a Maroni, mi fanno la guerra, mi odiano» gli ha spiegato Salvini.
E Berlusconi, che finora ha tessuto la sua trama anti Salvini proprio col vecchio amico Maroni, ha provato a rassicurarlo: «Ma tu te ne devi fregare, conto solo io perchè solo io ho i voti ».
Ma sereno il capo del Carroccio non si sente per nulla, stanco dei controcanti continui del suo uomo al Pirellone.
Tra i due c’è ormai della ruggine personale, all’eurodeputato non va giù il protagonismo a tutto campo di Maroni, che adesso tratta anche col governo Renzi.
E poi il governatore in privato bolla come una follia l’eventuale candidatura a sindaco dello stesso Salvini, sponsorizzando piuttosto quella dell’Ncd Maurizio Lupi.
Già , perchè c’è anche questo in ballo: la tentazione di un impegno in prima persona del leader, soprattutto se permane il blackout del centrodestra su Milano e Berlusconi non riuscirà a convincere Paolo Del Debbio.
Carmelo Lopapa e Matteo Pucciarelli
(da “La Repubblica”)
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Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
LO STRANO CASO DELL’EX SINDACO CHE FATTURAVA A SE STESSO
“Non è un caso di corruzione ma di nuova povertà ”. 
È per povertà che l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, una volta perse le elezioni contro Ignazio Marino, ha incassato 70mila euro dalla Fondazione Nuova Italia, di cui è presidente.
In un’intervista al Fatto Quotidiano, Alemanno spiega il perchè di quelle consulenze (a se stesso).
Il caso delle strane fatture dell’ex primo cittadino (per cui non è indagato) è emerso dalle carte dell’inchiesta romana per corruzione.
La sua attività professionale di ingegnere non c’entra nulla, quel denaro serviva per sanare i debiti della compagna elettorale.
“Queste fatture non sono state fatte come ingegnere”, spiega Alemanno al Fatto. “Quando faccio delle attività di qualsiasi genere uso la partita Iva, ma nell’oggetto c’è scritto qualcosa come ‘collaborazione’ […]. Dopo che ho finito il mio incarico da sindaco, per un certo periodo mi è stato pagato un compenso come presidente della Fondazione perchè avevo tante spese da pagare per la campagna elettorale e non avevo proprio reddito materiale”.
Il vitalizio da parlamentare non bastava per “pagare i debiti della campagna elettorale”, spiega ancora l’ex sindaco.
“Ho dovuto vendere la casa di Roma e sto vendendo anche quella al mare che mi aveva lasciato mio padre […]. La campagna si è conclusa con un disavanzo dichiarato di circa 400mila euro. Mi sono trovato in forte difficoltà economica”.
All’indomani della sconfitta elettorale — ricorda il Fatto — Alemanno aveva promesso di rimboccarsi le maniche: “Tirerò fuori la mia laurea in Ingegneria. Sono un ingegnere, farò consulenze”.
L’ex sindaco oggi è amministratore delegato di una società immobiliare, la GM building, fondata assieme all’amico Marco Matteoni.
Il capitale ammonta a 10mila euro ed è diviso a metà tra i due soci. L’impresa però — fa notare il Fatto — risulta ancora inattiva.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
LETTERA AL COLLE DELLE OPPOSIZIONI: “GRASSO NON E’ PIU’ SUPER PARTES”
“Abbiamo assistito ad un progressivo irrigidimento da parte del Governo, che ha costantemente rifiutato ogni confronto e ha già portato, alla Camera, all’approvazione di un testo votato solo dalla maggioranza. L’attuale lettura al Senato, che ha preso il via con il solo Relatore di maggioranza, non confermando il relatore di minoranza, sin dai lavori in commissione non ha visto svolgersi una reale discussione sulle proposte emendative”.
Inizia così la lunga lettera di cui si sta discutendo in queste ore nei corridoi del Senato. La bozza di una missiva su cui le opposizioni non hanno ancora trovato la quadra, ma che stanno limando proprio in questi minuti.
Alle 14 i vari gruppi si riuniranno per mettere a punto le strategie. Il destinatario è di quelli importanti, e il suo indirizzo corrisponde al colle più alto di Roma: il Quirinale.
“Il sistematico parere contrario del governo, quasi pregiudiziale, su tutte le proposte emendative con l’eccezione di quelle frutto di un accordo politico interno al Partito Democratico, ha evidenziato che questa Riforma nasce e si conclude tutta all’interno di un solo partito”, si legge nel testo indirizzato a Sergio Mattarella.
Gli estensori sottolineano l’unilateralità nel procedere a modificare la costituzione: “In assenza di un indispensabile contributo delle opposizioni, il combinato disposto di questa revisione costituzionale unilaterale e di una legge elettorale che consegna ad una singola lista una ampia maggioranza in Parlamento, delinea un possibile deficit democratico”.
Poi sottolineano le violazioni del regolamento: “Per agevolare un percorso senza intrusioni delle opposizioni – sono state perpetrate diverse violazioni in sede regolamentare, pur nella consapevolezza che la conferenza dei capigruppo del 24 settembre aveva fissato al 13 ottobre il voto finale sul testo, annullando così ogni possibilità di ostruzionismo”.
Ma il passaggio più duro è senza dubbio quello che coinvolge Pietro Grasso: “Dobbiamo rilevare il venir meno del ruolo di arbitro super partes del presidente del Senato che, esprimendosi costantemente a favore delle istanze della maggioranza, ha portato a gravi violazioni del regolamento in merito alla presentazione e votazione degli emendamenti in particolar modo di quelli sottoposti a voto segreto sulla delicata materia delle minoranze linguistiche, pregiudicando così la corretta gestione dell’aula”.
Intanto a Palazzo Madama è ripreso l’esame del provvedimento: al vaglio dell’assemblea l’articolo 12 del ddl.
Respinti i due emendamenti all’articolo 12 di M5s a voto segreto con il margine più stretto raggiunto fra i favorevoli e i contrari nelle votazioni sul ddl con le riforme istituzionali.
Il primo voto ha avuto 130 sì, 143 no e 4 astenuti, mentre il secondo 131 sì, 144 no e 4 voti: 17 voti di scarto considerando che in senato l’astensione viene considerata come voto negativo.
(da “Huffingtonpost“)
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Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
LA RICEVUTA E’ STATA INCLUSA TRA LE SPESE DI RAPPRESENTANZA DEL SINDACO
“Il 27 luglio 2013? Con la moglie. Era con la moglie, come no… Marino è venuto qui una sola volta”.
Maurizio è uno dei titolari della Taverna degli amici, ristorante in piazza Margana e a poco più di cento metri dalla scalinata del Campidoglio.
Nel salotto tutto sampietrini tra piazza Venezia e il ghetto ebraico, dopo aver finito la sua cena, l’oste risponde secco alle domande.
Prima ancora di vedere la ricevuta pubblicata online dallo staff dell’inquilino di palazzo Senatorio (quindi pagata con la carta di credito per le spese di rappresentanza del sindaco, in questo caso 120 euro), il proprietario del locale recita a memoria l’etichetta del bianco che ha servito al primo cittadino in quel sabato sera di luglio, a sei settimane dall’elezione a primo cittadino: “Mi ricordo pure quello che ha preso. Il vino mi ricordo. Una bottiglia da 55 euro. Era uno Jermann vintage tunina”.
Ma è sicuro che il sindaco fosse qui con la moglie? La nota allegata alla ricevuta spiega che il sindaco ha cenato alla Taverna degli amici con un rappresentante della World health organization.
“Se c’è una spesa intestata al Comune, ci dovrebbe essere anche una fattura. Dovrei vedere la ricevuta. Fammela vedere. Ecco il vino: 55 euro. Coperto per due, è scritto sulla prima riga della fattura. E l’unica volta che ho visto Marino in questo ristorante era con la moglie, era seduto a quel tavolo là (il proprietario del ristorante indica un tavolino all’aperto, protetto da un dehors e una siepe verde, ndr)”.
Ma come fa a esserne sicuro? Guardi le foto, è questa la moglie del sindaco?
“No, non è questa”, risponde Maurizio vedendo una foto che ritrae il sindaco di Roma accanto a Marisela Federici, la regina dei salotti romani. Poi gli viene sottoposto un altro scatto di una foto pubblica.
E’ quest’altra la moglie di Marino?
“Eccola, è lei”. A confermare l’identità dell’ospite del sindaco viene chiamato anche il cuoco, Nazario. “Sì, sì. È lei”.
Per caso ricordate anche cos’ha mangiato il sindaco?
“No, non mi ricordo perchè quella sera ero in cucina. Non ho servito io Marino”, spiega Nazario prima di ritirarsi di nuovo tra i fornelli. Poi riprende Maurizio: “Se mi fossi ricordato pure quello, sarei sulla Luna. Io di solito non sono al ristorante, ma quel giorno, due anni fa, ero qui. Mi ricordo anche che a prenotare nel pomeriggio è venuta proprio la moglie del sindaco. Non ha chiamato al telefono, è venuta di persona. Quando ha detto “Marino per due”, ho pensato subito “sarà la moglie del sindaco”. Infatti era lei, passava di qua e si è fermata per prenotare. È la signora della fotografia. Comunque quella è l’unica volta che è venuto. Non l’ho più visto”.
Come ha fatto a ricordarsi dell’etichetta del vino prima ancora di vedere la fattura pubblicata in rete da Marino?
“Perchè quella non è una bottiglia da tutti. Non si bevono tutti un vino da più di 50 euro. Infatti l’ho detto prima della ricevuta”.
Perchè? Di che tipo di vino si tratta?
“È un bianco, un vino importante. Non è tra i più costosi in assoluto, certo, ma vintage tunina è un vino buono. La Jermann poi fa tutte ottime bottiglie. È il penultimo in ordine di costo. C’è una bottiglia da 25, poi da 55 euro. E poi i prezzi salgono. Quando mi hanno detto che qualcuno lo aveva ordinato, ho chiesto subito “per chi è ‘sto vino?”. Poi ho pensato “hai capito come si tratta il sindaco?”. Me lo ricordo come se fosse oggi”.
Lorenzo D’Albergo
(da “la Repubblica”)
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Ottobre 7th, 2015 Riccardo Fucile
ANCHE LA MAGGIORANZA DEI CATTOLICI DICE SI’… DIVISI A META’ TRA MATRIMONIO E UNIONI CIVILI, CONTRARI A UN RICONOSCIMENTO SOLO IL 22%
Nell’anno intercorso tra il Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014 e il Sinodo Generale del 2015 si è molto discusso della famiglia, a tutti i livelli: tra presbiteri e laici, tra credenti e non credenti, tra teologi e prelati. I media hanno puntualmente riportato le posizioni a favore e contro le aperture emerse nel confronto suscitato dal cammino sinodale
Eppure, a distanza di un anno e nonostante la forte risonanza mediatica del tema, le opinioni degli italiani non sono affatto cambiate, come si può notare analizzando i risultati del sondaggio odierno.
Vediamoli in dettaglio, iniziando dalla concezione della famiglia: il campione si divide tra coloro che ritengono che «per famiglia si intende una qualunque coppia legata da affetto che intenda vivere insieme» (50%, in calo di 3% rispetto al 2014) e coloro che considerano famiglia una coppia composta da un uomo e una donna sposati (27%) o non sposati (22%, +4%).
L’accezione più tradizionale (uomo e donna uniti dal matrimonio) prevale solo tra le persone di età superiore a 60 anni, tra i fedeli assidui (partecipano alla messa con frequenza elevata) e tra gli elettori centristi.
Riguardo alle coppie di fatto, eterosessuali o omosessuali, come già riscontrammo lo scorso anno la maggioranza assoluta è del parere che la legislazione italiana sia arretrata (52%, in flessione del 4%), mentre uno su quattro ritiene che l’Italia abbia un giusto approccio al problema, nè troppo avanzato nè troppo arretrato e il 14% considera troppo permissiva la situazione nel nostro Paese.
La percezione di arretratezza prevale tra tutti gli elettorati, con valori più elevati tra quelli del Movimento 5 stelle e del Pd.
Nel merito delle coppie omosessuali, il sondaggio registra una lieve spostamento delle opinioni a favore al matrimonio (dal 35% al 37%) rispetto alle unioni civili (scese dal 39% al 37%), mentre si mantiene stabile la quota dei contrari sia all’uno che alle altre (22%), confermando il consenso largo (74%) e trasversale ad una regolazione del tema.
La discussione all’interno del mondo ecclesiale ha riguardato soprattutto la possibilità di ammettere al sacramento dell’eucarestia le coppie divorziate.
È una questione estremamente delicata perchè investe il dogma dell’indissolubilità del matrimonio.
Ebbene, anche in questo caso la maggioranza assoluta degli italiani (55%) si dichiara molto a favore di questa proposta e a costoro si aggiunge un 28% abbastanza favorevole. Solo il 13% risulta poco o per nulla d’accordo.
Il consenso prevale largamente anche tra i fedeli assidui e tra quelli saltuari.
A fronte di posizioni molto nette espresse dagli italiani a favore di alcune aperture, l’opinione pubblica si mostra molto divisa rispetto al possibile esito del Sinodo: secondo il 48% prevarranno le posizioni più tradizionali e conservatrici mentre il 41% si aspetta l’affermazione di quelle più aperte e innovatrici.
Alla luce di quanto emerso dal sondaggio si possono avanzare alcune considerazioni:
1.Come detto, le opinioni degli italiani non sembrano cambiare nonostante il vivace dibattito di questi mesi: è probabile che alcuni fenomeni (le coppie di fatto, le coppie divorziate, l’omosessualità ) siano considerati molto meno distanti dai cittadini rispetto al passato. E, come sempre, quando si passa da un livello generale e teorico ad uno legato alle persone che si conoscono e si frequentano nella vita di tutti i giorni, le opinioni cambiano.
La relazione con coloro che vivono queste situazioni induce atteggiamenti di comprensione e talora di condivisione della difficoltà e del disagio che molti di loro vivono: questo aspetto prevale sulle autorevoli dissertazioni dei teologi anche tra molti credenti.
2. La previsione che nel Sinodo possano prevalere le posizioni più tradizionali potrebbe avere riflessi sulla fiducia nella Chiesa che, come è noto, risulta significativamente aumentata dopo l’elezione di papa Francesco.
C’è il rischio di uno scollamento tra i credenti, sempre più vicini al papa e in sintonia con le sue posizioni, e la Chiesa identificata con la gerarchia ecclesiastica. E nel mezzo c’è la chiesa «prossima», fatta di sacerdoti che operano nel territorio, molti dei quali, da tempo e indipendentemente dalle posizioni ufficiali, esprimono comprensione e misericordia, mentre altri risultano chiusi e intransigenti.
3.Nell’agenda del governo Renzi c’è la legge sulle coppie di fatto e le unioni civili. Si tratta di un banco di prova importante che, tenuto conto della elevata aspettativa di intervento su questa materia e della trasversalità delle opinioni tra i diversi elettorati (sia pure con accentuazioni e sensibilità diverse), potrebbe consolidare la ripresa di fiducia nell’esecutivo.
Nando Pagnoncelli
(da “il Corriere della Sera“)
argomento: Diritti civili | Commenta »