Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
PAOLO ROMANI RISPONDE A ZANDA E RILANCIA L’IDEA DI UN FRONTE ANTI M5S
Dopo l’intervento del capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, in cui l’esponente dem ha delineato un fronte anti Movimento 5 Stelle con il supporto inevitabile di Forza Italia, è uno degli esponenti di spicco del partito di Silvio Berlusconi, il capogruppo al Senato, Paolo Romani, a tracciare, in un’intervista al Foglio, il manifesto di Fi per dialogare con il Pd.
“C’è una questione da risolvere e cioè l’apertura di una dialogo tra forze che hanno oggettivamente un problema comune: il movimento antisistema e antidemocratico dei Cinque stelle”, spiega Romani, secondo cui il primo tema concreto su cui Fi e Pd possono trovarsi è la legge elettorale.
“Oggi – dice – c’è una situazione che non si era mai verificata prima; esiste un sistema tripolare e quindi quel principio di governabilità nel quale abbiamo creduto noi, e nel quale ha creduto anche Renzi, deve coniugarsi con il concetto di rappresentanza. Avendo tendenzialmente un obiettivo comune, quello di rendere più snelle ed efficienti le istituzioni, i partiti hanno il dovere di risolvere il problema della legge elettorale”.
Romani trova “sterile questo dibattito Mattarellum sì-Mattarellum no, Italicum sì-Italicum no”, ma ci sono quattro punti su cui il partito e il Pd possono ragionare per trovare un’intesa. Primo: “Vogliamo le preferenze o riteniamo che siano un sistema che manda in Parlamento il peggio di questo Paese perchè figlio dei voti di scambio? Se si sceglie il sistema non delle preferenze la soluzione è il collegio uninominale o plurinominale; ambedue i sistemi sono ammessi dalla sentenza della corte”.
Sul secondo punto, Romani dice: “siamo nelle condizioni di aprire al sistema della coalizione? Il centrodestra una una sua storia che non può essere sintetizzata nel famoso listone e che peraltro darebbe alle segreterie di partito il compito di fare delle scelte, anzichè farle fare agli elettori”. Il terzo punto evocato è quello delle soglie. “Va bene il 40%? Coalizione al Senato o alla Camera? Se il sistema elettorale prevede un premio di maggioranza nazionale probabilmente ci dovrà essere anche al Senato che dovrebbe o potrebbe essere su base regionale”.
Quarto punto da affrontare, il meccanismo di proporzionalità . “In un sistema tripolare – dice Romani – non potendo un premio di maggioranza consegnare a un partito del 30% il 55% dei seggi , perchè sarebbe sanzionato, ci vuole un metodo proporzionale, in nome del principio della rappresentanza”. “Siamo a dieci mesi dalle elezioni – avverte Romani – e il Parlamento ha bisogno di risolvere questo problema”.
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
I LORO AMICI AVEVANO LE UOVA, LEI E’ POVERA… I POLIZIOTTI: “CI HA MOSSI IL CUORE, NON IL CODICE DI PROCEDURA PENALE”
«Qualcuno ci accusa di essere venuti meno al nostro dovere, ma i poliziotti non devono soltanto
arrestare le persone che commettono reati. Il nostro compito è anche quello di aiutare i cittadini bisognosi, tanto più se sono bambini».
L’agente scelto della squadra volante di Cagliari non si aspetta nè encomi nè applausi, non vorrebbe (e non potrebbe) comparire sul giornale con nome e cognome, e ha cuore un’altra questione, più che la sua gloria: «Spero che i servizi sociali, o non so quali altri enti, si ricordino di questa mamma, che diano una mano a lei e ai suoi sei bambini. Non li lascino più soli, non accettino che a quei piccoli sia negato un altro sorriso».
A Pasqua, almeno quest’anno, quel sorriso è assicurato, ma solo grazie al buon cuore dell’agente e dei suoi cinque colleghi.
C’erano loro di turno al pronto intervento, giovedì pomeriggio, quando i vigilanti di un supermercato cittadino hanno chiamato il 113 per segnalare un furto: «La persona che avremmo dovuto fermare – racconta il dirigente della squadra volante, Dario Mongiovì – era una mamma di 37 anni che aveva nascosto nel passeggino le uova di Pasqua per i suoi sei bambini. È una persona disperata, che non ha neppure il necessario per assicurare un pranzo quotidiano ai figli piccoli: insomma, rubava per necessità . Voleva regalare un sorriso a quei bambini. Più che di un atto di polizia giudiziaria, in quel momento c’era bisogno di un atto di generosità . E i nostri ragazzi non ci hanno messo neanche un attimo a compierlo. La legge lo consente».
Le sei uova di cioccolato, alla fine, le hanno pagate gli agenti.
I responsabili del supermercato non hanno presentato una querela e anche a casa di questa famiglia disperata domani ci sarà una sorpresa da scartare.
«Quando siamo arrivati, la donna non ha negato. Ci ha raccontato una storia che non poteva lasciarci indifferenti. I compagnetti dei suoi figli avevano già ricevuto le uova di Pasqua e loro no. Quando sono tornati da scuola, proprio giovedì, hanno iniziato a piangere e lei ha deciso di trovare un modo di consolarli. L’unico modo a sua disposizione era quello di prenderli senza pagare. Conosciamo quella giovane da tempo, sappiamo che porta avanti la famiglia con enormi difficoltà e nessuna istituzione si occupa di lei. Potevamo restare indifferenti di fronte al pianto dei due bambini che erano presenti quando siamo arrivati? Hanno capito la situazione, hanno capito che forse anche quest’anno sarebbero rimasti senza uovo di cioccolato e noi abbiamo valutato che in quella circostanza il poliziotto doveva prima di tutto tutelare il diritto al sorriso di quei piccoli. Cosa potevamo fare? Arrestare la mamma per furto? Abbiamo seguito il cuore, più che il codice di procedura penale. Io faccio il poliziotto da tanti anni e sono in grado di distinguere un vero delinquente da una mamma che ha compiuto un furto per necessità . E poi bastava vedere i suoi occhi per capire che aveva rubato quelle uova di Pasqua per far felici i figli».
Non varrà quanto la cattura di un latitante o di un terrorista, ma l’intervento al supermercato di Cagliari per i sei agenti volante merita plauso e gratitudine.
E forse anche una medaglia. «Il sorriso di quei piccoli era l’obiettivo principale da perseguire in quel momento – sottolinea il vicequestore Mongiovì – Quando i ragazzi mi hanno chiamato e mi hanno detto che avevano intenzione di pagare le uova, più che denunciare o arrestare la donna, non ho avuto un attimo di esitazione. Sono stato subito d’accordo con loro, avrei agito allo stesso modo».
Nicola Pinna
(da “La Stampa”)
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