Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
MARINE INCHIODATA SOTTO IL 40% NEI SONDAGGI: “DIFENDO LA FRANCIA CHE SI ALZA PRESTO”… MA E’ NOTA LA SUA GIOVENTU’ DORATA TRA CASTELLI, DISCOTECHE E NOTTI BRAVE (E DI FATTO NON HA MAI LAVORATO)
Ne’ per Emmanuel Macron, nè per Marine Le Pen: la Chiesa francese decide di non scegliere e non fornisce indicazioni su quale dei due candidati votare alle presidenziali. Contrariamente a quanto avvenuto nel 2002, la Conferenza episcopale di Francia ha deciso di non schierarsi a favore di nessuno dei due protagonisti al ballottaggio per l’Eliseo.
Non hanno scelto la stessa posizione le organizzazioni religiose tanto ebree che musulmane, che hanno invitato gli elettori a sostenere il candidato centrista e non quella del Front National.
“La Chiesa cattolica – ha detto il portavoce citato da Bfmtv – non invita a votare nè per l’uno nè per l’altro candidato, ma ricordando l’importanza della posta in gioco a questa elezione, auspica dare a ciascuno alcuni elementi per poter scegliere” e segue un elenco di questioni che vanno dalla famiglia, al rispetto dei legami di filiazione, alle preoccupazioni per i più poveri, anziani, handicappati o disoccupati, per citare infine anche l’accoglienza dei rifugiati. Nessuno dei due aspiranti alla presidenza della Repubblica condivide in toto le posizioni della Chiesa su questi argomenti: ad esempio sui migranti Le Pen ha posizioni diametralmente opposte, così come Macron le ha sulla procreazione assistita.
Secondo un sondaggio Ifop realizzato all’indomani del primo turno, gli elettori cattolici hanno votato nelle stesse proporzioni per Emmanuel Macron e Marine Le Pen (22% per ciascuno), molto più favorevoli a Franà§ois Fillon (28%). I musulmani e i protestanti hanno fatto scelte più nette: i primi hanno plebiscitato Jean-Luc Mèlenchon ed Emmanuel Macron, che hanno ottenuto rispettivamente il 37% e 24% dei loro voti (17% per Benoà®t Hamon, 10% per Franà§ois Fillon). I secondi hanno scelto Macron con il 30%, davanti a Fillon e Le Pen, pari al 20%.
I sondaggi.
Pronostici e previsioni proseguono senza sosta, per individuare il futuro capo della repubblica francese: secondo un sondaggio Ifop le probabilità del candidato indipendente di battere la sua rivale sono rimaste invariate:infatti, dovrebbe ricevere il 60,5% dei voti contro il 39,5% di Le Pen.
Secondo i risultati del sondaggio, il 90 per cento di coloro che hanno dichiarato di sostenere il candidato di En marche! è convinto della scelta, contro l’84 per cento dei sostenitori di Le Pen.
Secondo la rilevazione, andrà alle urne il 71 per cento degli intervistati, mentre il 29 per cento degli elettori francesi prevede di astenersi.
La campagna continua.
In vista dell’appuntamento del 7 maggio, sia Le Pen che Macron riempiono l’agenda di impegni per sfruttare il tempo utile per la campagna elettorale.
Stamani, la candida dell’estrema Destra è salita su un peschereccio a Grau-du-Roi, nel Mediterraneo francese, dicendo di volere difendere la ‘Francia che si alza presto’.
Teoria un po’ imbarazzante, visto che Marine è nota per la sua gioventù dorata trascorsa in discoteche e notti brave con risvegli non certo mattinieri nel suo castello di famiglia.
Dal canto suo Macron ha deciso di andare a Sarcelles, alla periferia di Parigi, dove si è presentato con proposte di sicurezza e reinserimento e ha compensato la fredda accoglienza che gli era stata riservata ieri dai lavoratori dello stabilimento Whirlpool ad Amiens, nel nord della Francia.
Macron ha giocato un po’ a calcio con alcuni bambini. “Non vado soltanto in posti facili. Vado in tutti i posti, con proposte. Dico la verità . Non dico: ‘Con me sarà formidabile'”, ha dichiarato ai giornalisti.
Negazionista il nuovo presidente del Front National.
Jean-Francois Jalkh è il nuovo presidente del Front National dopo l’autosospensione dalla carica di Marine Le Pen, diventata soltanto ‘candidata alle presidenziali’.
Jalkh ha un passato da negazionista che i media francesi hanno sottolineato, ripubblicando dichiarazioni rilasciate nel 2000 a una ricercatrice universitaria che mettono in dubbio la realtà delle camere a gas naziste.
Jalkh sostiene di non ricordarsi di queste dichiarazioni, ma la ricercatrice afferma di avere la registrazione del colloquio.
(da agenzie)
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
IL TAR ANNULLA L’ORDINANZA SUL DIVIETO DI ATTIVITA’: “NON SI PUO’ TRATTARE COME UN’EMERGENZA, E’ UN’ATTIVITA’ LECITA CHE IL COMUNE DOVREBBE REGOLARE”
E’ sospesa l’ordinanza con la quale il sindaco di Roma, Virginia Raggi, il primo dicembre scorso ha disposto, nel centro storico della Capitale, il divieto dell’attività dei centurioni. Il tribunale amministrativo ha accolto le richieste di un gruppo di centurioni romani e dell’associazione centurioni e artisti di strada.
Il Tar, considerato che “le ordinanze contingibili ed urgenti rappresentano il rimedio approntato dall’ordinamento per far fronte a situazioni di emergenza impreviste” e ricordato che “deroghe alla normativa primaria, da parte delle autorità amministrative munite di potere di ordinanza, sono consentite solo se ‘temporalmente delimitate’ e, comunque, nei limiti della ‘concreta situazione di fatto che si tratta di fronteggiare’”, ha rilevato che nel caso specifico contestato “gli episodi richiamati nelle relazioni depositate in atti, non appaiono di entità tale da configurare una vera e propria ‘emergenza’, non altrimenti fronteggiabile e non giustificano, pertanto, il divieto indiscriminato e più volte reiterato, di svolgere un’attività lecita e comunque avente caratteristiche analoghe a quella dei cosiddetti ‘artisti di strada’, oggetto di specifica regolamentazione da parte di Roma Capitale”.
In più, considerando “che permane tuttora il dovere dell’amministrazione di adottare la disciplina organica anche dell’attività svolta dai cosiddetti centurioni, la quale richiede, quantomeno, il rilascio di un previo titolo autorizzativo”, il Tar ha rilevato che “dall’istruttoria disposta dal Collegio, è emerso come l’iter di approvazione di siffatta regolamentazione, non sia stato nemmeno avviato”.
L’udienza per la discussione nel merito è fissata al 6 dicembre.
(da agenzie)
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
IL TRIBUNALE DI IMPERIA E UNA SENTENZA CHE FARA’ SCUOLA: “UN GESTO UMANITARIO, LA SOLIDARIETA’ UMANA NON E’ UN REATO”
Il “passeur citoyen” è stato assolto. Il suo gesto “non costituisce reato”, ma è un gesto umanitario, come quello dei pescatori che salvano i migranti naufragati.
Per questo il tribunale di Imperia oggi ha discolpato Fèlix Croft, 28enne di Vence (vicino a Nizza), dall’accusa di aver favorito la migrazione clandestina di una famiglia di cinque sudanesi che da Ventimiglia, dove erano accampati insieme a centinaia di altri profughi, volevano raggiungere la Francia per poi proseguire verso il Nord Europa.
Il 28enne rischiava una condanna a tre anni e quattro mesi di carcere, la pena chiesta per lui dal procuratore aggiunto Grazia Pradello, ma il collegio presieduto da Donatella Aschero ha respinto questa richiesta permettendo a Croft di uscire dal tribunale da innocente.
Non dovrà pagare neanche un’ammenda, come è successo a Cèdric Herrou, il contadino francese condannato dal tribunale di Nizza a pagare tremila euro per aver portato quasi duecento profughi dall’Italia in Francia.
Croft di migranti ne avrebbe portati soltanto cinque, senza neanche riuscire a valicare il confine.
La scorsa estate il giovane francese faceva il volontario a Ventimiglia insieme ad altri “No Border”: “Andavo regolarmente a Ventimiglia per aiutare i volontari che distribuiscono cibo”, aveva raccontato in aula durante il suo esame.
Un impegno umanitario, il suo, cominciato durante le manifestazioni dei giovani delle “Nuits debout” a Nizza e proseguito con una piccola esperienza di volontariato nel campo profughi di Dunkerque, nel Nord della Francia.
A Ventimiglia, distribuendo pasti negli accampamenti, viene a conoscenza della situazione di questa famiglia africana.
Lui e la sua ragazza, laureata in psicologia vanno a trovarli per dare un po’ di sostegno morale. Gli africani aspettano da giorni di varcare il confine, ma non hanno soldi per pagare un biglietto del treno o un passeur, vogliono passare la frontiera, andare in Francia e da lì risalire verso la Germania, dove affermano di avere dei parenti. Chiedono a Croft un passaggio, lui all’inizio si rifiuta, ma dopo aver sentito il racconto della loro fuga da un villaggio in fiamme in Darfur e dopo aver visto le ustioni sul corpo di uno dei bambini decide di darsi da fare: “Ho visto coi miei occhi le ustioni del bambino — ha spiegato nel corso della sua deposizione in aula -. A partire da quel momento mi è apparso che non ci fosse altro da fare”.
Il 22 luglio, intorno alle dieci di sera, li carica sulla sua auto e si dirige verso la frontiera, ma un’auto dei carabinieri li nota e i militari decidono di controllarli.
Li fermano e li portano in caserma perchè i migranti non avevano documenti.
Lì rifiutano i rilievi dattiloscopici, compilano la scheda di autocertificazione dei loro dati personali e poi vengono affidati alla Caritas, mentre Croft passa qualche notte in cella.
“Ma lei sapeva di commettere un reato?”, gli aveva chiesto il procuratore aggiunto nell’udienza del 16 febbraio. “Sì”, ha risposto con una certa fierezza.
Il 16 marzo scorso la pm ne ha chiesto la condanna, ma la sua ricostruzione è stata bocciata dai giudici del tribunale.
“È una sentenza importante perchè riconosce la cosiddetta ‘clausola umanitaria’ per l’aiuto dei migranti più bisognosi — spiega l’avvocata Laura Martinelli che difende il francese insieme all’avvocata Ersilia Ferrante -. Questa scriminante è stata utilizzata per i pescatori che soccorrono i migranti in mare, non mi risulta sia stata utilizzata altre volte per casi simili”.
Secondo Martinelli è una sentenza che, in questi giorni, assume un particolare significato: “Riconosce che gli atti di solidarietà come quello di Felix non sono un reato ed è importante adesso che certe organizzazioni solidali sono messe sotto accusa”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
DA PROLETARI A CAPITALISTI IN 24 ORE, DOPO LA RIVOLTA DEI PORTUALI… IL CAP CONTINUA NELL’UMORISMO: “IL PROBLEMA NON E’ LA LEGA, MA SALVINI, IN EFFETTI E’ RAZZISTA”
Il convegno della Lega Nord (ovvero il pretesto per Matteo Salvini di farsi un selfie “proletario” in porto) che ha scatenato le polemiche di molte forze politiche e sindacali, si farà sempre domenica mattina ma in una sede diversa dal Cap.
La location scelta cambia per la terza volta, non più la sala Sivori della Provincia, ma il lussuoso Star Hotel President, location abituale delle adunate leghiste.
Ieri il Cap, che in principio aveva concesso la sala, ha confermato la disponibilità ma chiesto alla Lega di cercare un altro posto per evitare problemi di ordine pubblico.
«Abbiamo scelto questa città per parlare di lavoro perchè Genova è un posto dove si lavora” (e già questo risulterebbe incompatibile con la presenza di Salvini, in effetti).
Poi la solita promessa padana: “chiuderemo i centri sociali illegali” (quelli che frequentava Salvini o la candidata sindaca leghista di Bologna, per capirci).
Non poteva mancare anche oggi l’umorismo dell’ex compagno Danilo Oliva, presidente del Cap di via Albertazzi: «Non abbiamo problemi con la Lega con la quale vogliamo continuare a avere rapporti ma è il segretario Salvini a creare problemi alla Lega visto che assume atteggiamenti e utilizza espressioni razziste».
Se ne deduce che Salvini non è la Lega o che la Lega non è Salvini o che Salvini danneggia la Lega.
Fermo restando che Oliva ora si è accorto che Salvini è razzista, la Lega ancora non lo sa, ci deve pensare.
Non poteva mancare la chiosa finale del Gabibbo bianco Toti che ritiene «avvilente l’illiberalità verso la Lega». Un altro che, per interesse di poltrona, vede solo le pagliuzze in casa altrui e non le travi in casa propria. Arrivando persino a accettare due leghisti sotto processo per peculato nella sua Giunta.
Caro Toti, di avvilente a Genova, c’è il solo il tuo opportunismo.
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
CHISSA’ COME MAI QUANDO MEDICI SENZA FRONTIERE APRE UN CENTRO IN ITALIA PER SOPPERIRE ALLE CARENZE DELLA SANITA’ PUBBLICA, NESSUNO (MAGISTRATI COMPRESI) SI PONE IL PROBLEMA DA DOVE ARRIVINO I FONDI
In questi giorni sta crescendo una polemica assurda. Da più parti, anche di rilevo istituzionale, arrivano continui attacchi alle Ong che svolgono operazioni di soccorso in mare. Al largo della Libia e dove salvano migliaia di vita umane.
Le Ong lavorano a stretto contatto con la Marina Italiana e le Capitanerie di Porto, nonchè con la missione della Guardi di Finanza.
Il 60% dei salvataggi sono fatti da organismi militari, il resto è di sostegno alla missione istituzionale, da Ong.
I salvataggi sono coordinati dalla centrale operativa della guardia costiera a Roma, non dal miliardario Soros o dagli UFO.
I nostri politici dovrebbero subito dunque fare un’interrogazione contro la Marina e le Capitanerie di Porto imponendogli di non rispondere mai agli SOS proveniente dal mare, violando una delle regole di base del mare.
Stabilito questo punto di partenza possiamo analizzare il perchè le Ong si debbano occupare di compiti che spetterebbero alle istituzioni.
Ci si chiede, pretestuosamente, da dove vengano i soldi per condurre queste operazioni quando basta andare sui siti delle Ong stesse per vederne dei bilanci certificati e basterebbe chiamarle per chiedere chi siano il tipo di donatori che sostengono queste operazioni.
Ovviamente MSF, ad esempio, va bene se apre una clinica in Italia per sopperire al sacco della sanità pubblica operato dalla nostra classe politica. Ed in questo caso non si chiede da dove vengano i soldi per i servizi a cui accedono anche moltissimi italiani.
Mentre ci si insospettisce se allestisce una nave per salvare vite umane.
A questi politici va ricordato che la distruzione dello stato sociale, che a nessuno piace, tantomeno alle Ong, ha comportato enormi vuoti nella fornitura di servizi in Italia.
Se non ci fossero le Ong ci sarebbe un’emergenza incalcolabile. E già si fanno i salti mortali e si opera spesso senza sostegno pubblico.
Basterebbe che chi attacca le Ong si facesse un giro in quella tragedia che è diventata la Stazione Termini a Roma. Con accampamenti spontanei di persone, italiane e straniere, povertà diffusa, sporcizia, topi ovunque. Una fogna a cielo aperto dove gli unici che portano un pasto caldo la sera sono le Ong e le parrocchie. La spina dorsale di quello che rimane della solidarietà italiana.
A più riprese si sentono illazioni ignoranti di politici che mai si sono sentiti esprimere sulla dittatura in Etiopia, sul traffico di migranti in Libia. Sulle speculazioni petrolifere nel Delta del Niger.
Ovvero sui fattori reali che spingono migliaia di persone a lasciare le loro case. Rischiare la vita, camminare nei deserti e farsi schiavizzare in Libia pur di intravedere forse un giorno l’Europa.
Chi scrive conosce sia le missioni di salvataggio in mare, sia la Libia, sia l’abominio delle dittature e delle ingiustizie nei molti sud del mondo che producono profughi ogni giorno.
Quest’ondata di sospetti sulle Ong è foriera solo di rendere il Mediterraneo ancor di più un cimitero di naufraghi.
Sono migliaia le persone che ad oggi hanno perso la vita in mare. Anche e molto prima che le Ong si mobilitassero.
E quando morivamo sui barconi, invece che sui gommoni, questo non ha fermato nessun migrante nella sua strada verso l’Europa, di cui l’Italia è la porta.
L’OIM ha stimato in più di 20.000 le persone morte nel Mediterraneo dal 2000. Le missioni umanitarie delle Ong sono partite nel 2015, dopo che era stata fermata la missione Mare Nostrum.
È vero che ci sono state molte speculazioni sulla pelle dei migranti, tra cui le inchieste sul CARA di Mineo o Mafia Capitale.
Speculazioni che hanno coinvolto pezzi del sociale italiano. Ma è anche vero che il mondo delle Ong è fatto in gran parte di persone coraggiose e che non si arricchiscono.
Che sono come i nostri operatori alle porte di Raqqa e di Mosul ad aiutare le vittime di Daesh, o passano mesi in mare a salvare persone che stanno affogando.
Chi parla a vanvera delle operazioni nel Mediterraneo dovrebbe farsi una settimana con il mare grosso rincorrendo chi naufraga o dovrebbe vedere con i propri occhi un gommone pieno di persone affondare.
È vero che è tempo di elezioni e dare addosso ai più deboli, ed a chi li aiuta, crea facile consenso.
Però vorremmo umilmente dire che se tutte le Ong si fermassero per una settimana dal loro lavoro come gesto di protesta verso questi attacchi irresponsabili, forse sarebbe meglio.
Sarebbe il momento in cui ognuno si prende le proprie responsabilità . I politici che attaccano si potrebbero assumere quella dei migranti che comunque verrebbero verso l’Italia.
È vero però che nessuno di noi delle Ong si fermerà . Perchè non abbiamo il coraggio di lasciare nessuno indietro.
Di pensare con indifferenza a chi affoga in viaggio verso l’Italia o fugge dalla guerra. Noi ci indigniamo ancora di fronte alle ingiustizie. Ed agiamo.
Domenico Chirico
Direttore dei programmi di “Un ponte per”
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
“SOLO IPOTESI DI LAVORO, HO DENUNCIATO UN FENOMENO NON SINGOLE PERSONE”… E ALLORA SI DIMETTA E SI FACCIA ELEGGERE DA UN PARTITO A LUI AFFINE E POI PARLI DA POLITICO, NON DA MAGISTRATO … I BAMBINI CHE MUOIONO AFFOGATI NON HANNO BISOGNO DI CHIACCHIERE DA BAR
Prima le dichiarazioni in televisione, poi il passo indietro.
Dopo una giornata di polemiche per le sue frasi ad Agorà su Rai3 sul fatto che “potrebbero esserci Ong finanziate dai trafficanti di migranti” e per la sua inchiesta sul tema a Catania, il procuratore Carmelo Zuccaro, intervistato dall’Ansa, questa sera ha precisato che le sue sono solo ipotesi e che al momento non ci sono prove.
“La Procura di Catania“, sono le parole esatte del pm, “ha sul ruolo di alcune organizzazioni sulle operazioni di salvataggio di migranti delle ipotesi di lavoro, che non sono al momento prove, neppure quella sui loro finanziamenti”.
E ha aggiunto: “Io ho denunciato un fenomeno, e non singole persone, perchè se si aspetta troppo tempo rischia di produrre elementi deleteri non più controllabili e che questa è una deroga al riserbo, ma anche un dovere per chi deve fare rispettare la legalità ”.
Le frasi finite sotto accusa risalgono a questa mattina: “A mio avviso”, aveva detto Zuccaro su Rai3, “alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga“.
Ma poco dopo era stato lo stesso ministro dell’Interno Marco Minniti a chiedere prudenza rispondendo al question time in Parlamento: “Le questioni sollevate in queste interrogazioni non possono essere sottovalutate”, ha detto partendo dalle richieste di chiarimenti a firma del Movimento 5 stelle, “ma bisogna evitare generalizzazioni. Bisogna anche evitare giudizi affrettati e attenersi a una rigorosa valutazione degli atti”.
In proposito è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Spero che la procura di Catania parli attraverso le indagini, gli atti, perchè credo sia il modo migliore. Se il pm ha elementi in questo senso faremo una valutazione. In generale, non è giusto ricostruire la storia delle Ong come la storia di collusi con i trafficanti, è una menzogna”.
Il passo indietro di questa sera pone una domanda: e’ compito di un magistrato esprimere valutazioni politiche su un un tema cosi’ delicato o un magistrato dovrebbe evitare di fare in Tv affermazioni che poi smentisce in serata?
Il procuratore Zuccaro è libero di fare sponda con populisti e sovranisti vari, ma lo faccia da privato cittadino: si dimetta, si presenti alle elezioni nel partito più affine alle sue idee e si faccia eleggere.
Se ci deve propinare le sue analisi lo faccia nella veste adeguata, non in quella di chi deve accertare solo fatti e responsabilità , ammesso che vi siano.
Lui sarà preoccupato dei profughi che arrivano, noi ci preoccupiamo di un disegno evidente di screditare le Ong che salvano vite umane, per impedire loro di svolgere un’attività che Stati indegni non fanno.
Si deve discutere sul “come” aiutare quelle popolazioni, non “se” aiutarli.
Questo a un uomo di legge dovrebbe essere chiaro: le scelte politiche sul “come”, in assenza di reati, non lo riguardano.
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
SI SVEGLIA ANCHE MINNITI CHE INVITA ALLA PRUDENZA… DI MAIO PATETICO: “IO VADO AVANTI”: BRAVO, MA ATTENTO A NON OLTREPASSARE LE ACQUE TERRITORIALI LIBICHE O TI SCAMBIANO PER UNO SCAFISTA
“A mio avviso alcune Ong potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti”: accuse che però, in mancanza di prove, restano tali, come ammette il magistrato ai microfoni di Tgr Rai Sicilia: “C’è un’indagine conoscitiva sulle Ong che è ancora in corso. Di prove si può parlare soltanto a fronte di conoscenze che possano essere utilizzate processualmente e queste al momento mancano”.
Una loquacità , quella del procuratore di Catania, che sembra innervosire anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ospite a Repubblica Tv. “Spero che la procura di Catania parli attraverso le indagini, gli atti, perchè credo sia il modo migliore. Se il pm ha elementi in questo senso faremo una valutazione. In generale, non è giusto ricostruire la storia delle Ong come la storia di collusi con i trafficanti, è una menzogna”, ha detto il ministro, che è candidato alle primarie per la segreteria del Pd.
Sulla questione interviene anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti: “Le accuse – dice – secondo cui alcune Ong possano essere a contatto con scafisti e organizzazioni criminali non possono evidentemente essere sottovalutate, ma vanno evitate generalizzazioni e conclusioni affrettate”.
L’intervento più ridicolo è quello di Di Maio: “Non so se è chiaro: Ong forse finanziate dagli scafisti! Gli ipocriti continuino pure ad attaccarmi, io vado fino in fondo.”
Da esperto linguista Di Maio dovrebbe sapere che “forse” indica una valutazione ipotetica e soggettiva di chi lo dice, ma se vuole andare avanti vada pure, ammesso che sappia dove andare.
Stia solo attento a non superare il limite delle acque territoriali libiche o sono problemi: potrebbe essere scambiato per uno scafista.
(da agenzie)
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
INVECE CHE PRODURRE PROVE CONTINUA A FARE IL POLITICO TRA CONDIZIONALI, IPOTESI E VAGHEZZA… ORA SI LANCIA PURE IN ANALISI COMPLOTTISTE… MENTRE FRONTEX E GDF LO SMENTISCONO: “MAI ACCUSATO LE ONG”
Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, titolare di uno dei fascicoli aperti dalla magistratura italiana sulle attività in mare delle ong impegnate nel salvataggio di migranti provenienti dalla Libia e che indaga su presunte collusioni tra operatori umanitari e trafficanti libici, non riesce a stare zitto e stamane adombra nuovi e ancor più inquietanti sospetti ai microfoni di Agorà su Raitre: “A mio avviso – dichiara il magistrato – alcune ong POTREBBERO essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa POTREBBE essere ancora più inquietante – ha aggiunto Zuccaro -. Si perseguono da parte di alcune ong finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi”. QUALI NON DICE.
Alla domanda sui possibili allarmismi, Zuccaro risponde: “Se l’informazione è corretta questo corto circuito non si può creare salvo per effetto di persone che vogliono creare confusione”.
E SU QUESTO NON VI SON DUBBI.
All’inchiesta catanese ha fatto più volte riferimento Luigi Di Maio del Movimento 5 stelle, accusando di ipocrisia e buonismo chi difende il lavoro svolto dalle ong.
Nel suo attacco, Di Maio ha anche impugnato l’ultimo Rapporto Frontex affermando che nel documento si paragonerebbero le navi delle ong a “taxi del mare” al servizio delle organizzazioni criminali libiche.
Conclusioni decisamente respinte dalla portavoce dell’agenzia per il controllo delle frontiere Ue, Izabella Cooper: “Mai accusato le ong. Salvare vite è un obbligo internazionale per chi opera in mare. E’ chiaro che i trafficanti in Libia se ne approfittano” sapendo della presenza navi delle organizzazioni umanitarie al largo delle coste libiche.
Questa la “conseguenza involontaria” delle attività delle ong citata nell’ultimo Rapporto Frontex.
Anche la Guardia di Finanza, in una audizione alla Camera, aveva smentito qualsiasi collusione tra Ong e trafficanti.
Ma il procuratore Zuccaro continua a parlare senza dire nulla: “C’è un’indagine conoscitiva sulle ong che è ancora in corso. Di prove si può parlare soltanto a fronte di conoscenze che possano essere utilizzate processualmente e queste al momento mancano. Tra gli elementi raccolti, i contatti diretti con soggetti che si trovano in Libia che annunciano la partenza di barconi. Non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma ci sono ong che non rispettano le regole”.
Davanti ai microfoni della Tgr Rai Sicilia, il magistrato sottolinea anche che a fronte della proliferazione e del super-attivismo delle ong, emerge “l’inattività di taluni Stati, cui spetta dare delle risposte al problema”. A esempio, “da parte del governo maltese non c’è alcuna risposta a eventi Sar. Occorre che ognuno faccia la propria parte perchè il numero dei migranti che approda in Italia è sempre meno gestibile”.
Ma forse il procuratore pensa di essere a capo di un governo sovranista o solo di una Procura della Repubblica? A che titolo si permette di “suggerire” soluzioni? A che titolo continua a dire “forse”, “potrebbe”, “non si esclude”?
Il ministro della Giustizia Orlando esiste e non ha nulla da dire a un magistrato che sta facendo politica?
Intanto, dopo la Cei, contro le accuse alle ong interviene anche il cardinale Francesco Montenegro, presidente della Caritas Italiana, autore di un commento in evidente sintonia con le parole di Saviano: “L’immigrazione è fastidiosa per chi regge la sua vita sul numero degli elettori”.
“Non si può sparare nel mucchio”, ammonisce il cardinale e arcivescovo di Agrigento in una videointervista al settimanale diocesano agrigentino La Voce del Popolo, “se io dovessi dire che tutti i politici sono disonesti – osserva Montenegro -, qualcuno alzerebbe il dito per dire: come fai a dire che anch’io lo sono”. “Non bisogna dire che tutte le Ong approfittano della situazione per arricchirsi – conclude il presidente della Caritas -. Se ce n’è qualcuna, si fanno le debite indagine e ricerche, e chi sfrutta questa situazione sarà penalizzato”.
E se non ci fossero, aggiungiamo noi, certi magistrati vengano censurati per aver diffuso allarmismi.
(da agenzie)
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Aprile 27th, 2017 Riccardo Fucile
GENOVA, DOPO AVER CONCESSO UNA SALA DEL CAP E LA RIVOLTA DEI PORTUALI, LA RETROMARCIA PER MOTIVI DI ORDINE PUBBLICO… IL FLOP DI IMMAGINE DI SALVINI, NIENTE FELPETTA DA SCARICATORE
Il convegno della Lega Nord dove tra gli ospiti è atteso Matteo Salvini e che ha scatenato le polemiche di molte forze politiche e dei sindacati, si farà sempre domenica mattina ma in una sede diversa dal Cap.
La location scelta è il cinema Sivori di salita Santa Caterina. Lo ha annunciato Alessio Piana, consigliere regionale della Lega: «Ecco qui, un’altra pagina della Genova democratica che tappa la bocca a chi vuole parlare di lavoro. La Lega Nord viene tenuta lontana dalla sala Cap di via Albertazzi, nonostante l’iniziale disponibilità del direttivo del circolo ad ospitare l’evento.
Dimentica Piana che per parlare di lavoro occorrerebbe aver almeno lavorato una volta e se invece che Salvini avessero invitato un anonimo tecnico nessuno avrebbe avanzato obiezioni.
Ieri il Cap, che in principio aveva concesso la sala, ha confermato la disponibilità ma chiesto alla Lega di cercare un altro posto per evitare problemi di ordine pubblico.
Lo ha deciso il direttivo del circolo che riunisce i pensionati e i lavoratori dell’Autorità Portuale e delle Società del Porto di Genova dopo due ore di riunione. Lo fa con una nota in cui cui prende atto delle tante critiche ricevute e sottolinea che «esiste la possibilità che domenica la città debba fare i conti con qualche problema di ordine pubblico».
«Ci sono scelte delicate delle quali nella nostra storia ci siamo sempre assunti la responsabilità e intendiamo continuare così – scrivono i membri del direttivo -. Non è assolutamente pensabile e accettabile che una iniziativa nella nostra sede si possa tenere al centro di un recinto di forze dell’ordine, con il pericolo che qualcuno con l’obiettivo di impedirne lo svolgimento causi tensione ed eventualmente scontri con le stesse».
Detto fatto, il tentativo di accreditarsi come “forza operaia” è fallita, si torna ai salotti borghesi dei rancorosi, dove le poltrone sono ovattate e piu adatte ai nobili glutei padani.
(da agenzie)
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