Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
FILLON: “LA LE PEN PORTEREBBE LA FRANCIA AL FALLIMENTO, VOTERO’ MACRON”
Il candidato socialista Benoit Hamon, sconfitto al primo turno delle presidenziali francesi, ha invitato i suoi sostenitori a votare al ballottaggio per Emmanuel Macron, “contro l’estrema destra di Marin Le Pen”.
“Andate a votare Macron – ha detto ai sostenitori delusi – “anche se non è di sinistra, per battere Marine Le Pen. La sinistra non è morta”.
Secondo le prime proiezioni il candidato del Ps si attesta su percentuali tra il 6 e il 7%, non avendo nessuna possibilità di arrivare al ballottaggio.
“Ho fallito nell’evitare il disastro che si annunciava da anni, me ne assumo la responsabilità senza nascondermi”, ha aggiunto Hamon dal suo quartier generale a Parigi. Un appello a cui si è accodato tutto il partito, a partire dal premier Cazeneuve.
“L’eliminazione della gauche a vantaggio dell’estrema destra è una pesante sconfitta elettorale, ma anche una sconfitta morale” ha continuato Hamon. “La gauche deve ascoltare vostro messaggio, basta con questa follia autodistruttiva, sono fiero della campagna che ho condotto. La sinistra non è morta”.
Anche i Repubblicani seguono la stessa strada.
Fillon, prendendo atto della sconfitta, ha invitato a votare per il leader di En Marche!: “L’astensione non mi appartiene, soprattutto quando un partito estremista si avvicina al potere. La vittoria di Le Pen porterebbe il nostro paese al fallimento. Voterò per Macron e vi invito a fare lo stesso”.
Francois Baroin, uno dei più fedeli sostenitori di Francois Fillon parla di “terremoto” e annuncia che “a titolo personale” si schiererà con Emmanuel Macron (En March!e) nel secondo turno contro Marine Le Pen (Front National).
“I Repubblicani – ha aggiunto – faranno sbarramento al Front National”.
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
“NOI SALVIAMO VITE IN MARE RISPETTANDO LE LEGGI, METTIAMO LA MANO SUL FUOCO SU ALTRE ORGANIZZAZIONI”… “FACCIAMO QUELLO CHE DOVREBBERO FARE GLI STATI”
“In questo momento e ormai da tempo le ong stanno salvando vite in mare; e a chi parla di accordi per il trasporto di criminali o a intese sottobanco con scafisti o con associazioni criminali chiedo di portare le prove. In quel caso noi siamo pronti a prendere le distanze, ma sono pronto anche a mettere la mano sul fuoco, anche perchè le conosco da anni, su organizzazioni come Msf, Moas, Save Children o Sos Mediterranee”, ha detto indignato il direttore generale di Amnesty International, Gianni Rufini.
L’esponente di Amnesty ha puntato il dito anche su giornali e televisioni “che gettano sospetti su organizzazioni umanitarie che salvano vite, con spirito di sacrifico e grande professionalità , facendo quello che organizzazioni di Stato dovrebbero fare”.
Frontex, ha aggiunto, “è un’organizzazione politica che risponde alla volontà europea che non vuole che arrivino migranti sul suo territorio. Quindi se qualcuno ha delle prove sul cattivo operato delle ong porti le prove, altrimenti si tratta solo di fango e calunnie”.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
AVEVA VIETATO DI DARE CIBO E ACQUA AI PROFUGHI, LA MOBILITAZIONE GLI FA CAMBIARE IDEA
Il sindaco di Ventimiglia ha revocato l’ordinanza che vieta la distribuzione del cibo in strada ai migranti. Da oggi, quindi, sarà nuovamente possibile dare da mangiare e da bere ai migranti che trovano giacigli di fortuna anche all’esterno del Campo Roja gestito dalla Croce Rossa.
L’atto ufficiale è stato pubblicato nel pomeriggio di ieri sull’Albo Pretorio del Comune, e arriva proprio all’indomani dell’annuncio, da parte di una vasta parte della società civile, di una manifestazione di fronte alla Stazione ferroviaria di confine. Nessuna nota ufficiale, per ora, dal Comune e dal sindaco Pd Enrico Ioculano, non un accenno alle critiche piovute fin dall’11 agosto 2016, quando il provvedimento sindacale ha fatto capolino, e diventate poi pressanti e ineludibibli a marzo, quando le prime multe hanno fatto deflagrare l’indignazione generale con tanto di condanne da parte di Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Antigone e addirittura del Siap, Sindacato Italiano Appartenenti Polizia.
Nel testo nessuna ammissione di colpa per una scelta che contraddice lo spirito di accoglienza e di solidarietà che sarebbero nella ragione sociale stessa del Partito Democratico.
Nel testo di una paginetta si fa riferimento piuttosto a “mutate condizioni”, tali da rendere “necessaria e contingibile la revisione della medesima”.
Al momento, infatti, la capacità del campo è di sole 150 unità e non c’è modo di accogliere tutti i residenti. Motivo per il quale molti, complice anche l’innalzamento delle temperature, sono tornati a vivere per strada.
Così nella nuova ordinanza:
“Considerato che ad oggi il “Campo Roja” non è in grado di offrire i pasti a quanti non sono già ospitati dalla struttura medesima, rilevato che sul territorio risultano presenti persone prive di tutela e di sostegno alimentare (…) fermo restando l’invito a tutti gli interessati a transitare attraverso i canali della Croce Rossa Italiana e/o della Caritas, appare necessario almeno momentaneamente e solo per ragioni di carattere umanitario legate alla situazione contingente, a prescindere dalla verifica puntuale dei requisiti igienico sanitari dei pasti preparati, richiamando ciascuno al rispetto delle elementari regole per la predisposizione degli alimenti da fornire a terzi, fermo restando l’invito a tutti gli interessati a transitare attraverso i canali istituzionali della Croce Rossa o della Caritas”.
A provocare il passo indietro, dunque, non è un ripensamento dei presupposti della misura stessa. Finora, infatti, l’indignazione (anche in alcuni settori del Pd) per quell’atto non aveva portato il sindaco a più miti consigli.
Più ancora della contingenza descritta nell’atto sembra aver sortito effetti la minaccia per l’amministrazione di dover sostenere l’impatto di una mobilitazione permanente e trasversale a molti settori, sostenuta da associazioni e personalità della società civile come Caritas, Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Mini Ovadia e tanti altri che hanno firmato un appello contro il divieto (“dar da mangiare a chi ha fame è, da sempre, il gesto fondamentale della solidarietà ”) e soprattutto lanciato una campagna di solidarietà sul territorio che sarebbe dovuta cominciare proprio a Ventimiglia la prossima domenica, con tanto di appuntamento fissato alle 12 davanti alla stazione.
Il tutto con l’esplicito intento di “Sollecitare la revoca dell’ordinanza sindacale dell’11 agosto 2016, chiedere un’inversione della linea politica sottostante ai decreti legge degli ultimi mesi in tema di immigrazione e sicurezza, e contribuire a costruire una mobilitazione diffusa e una rete di sostegno all’accoglienza in tutte le sue manifestazioni”.
“E’ un’ottima notizia. Non si può utilizzare il diritto per perseguire la solidarietà , in qualsiasi modo essa si manifesti”, commenta Patrizio Gonnella, presidente di Antigone che insieme a no borders e altre associazioni aveva sollevato il caso dei tre francesi multati e denunciati per aver dato cibo ai migranti.
Oltre a segnalare pubblicamente l’accaduto Antigone si è fatta carico della difesa legale dei tre che, nonostante la revoca dell’ordinanza, vedono le accuse contro di loro rimanere in piedi.
(da “il Fatto Quotidiano“)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
TUTTI GLI ISTITUTI DI RICERCA DANNO MACRON IN TESTA E LE PEN RELEGATA AL SECONDO POSTO, TERZO FILLON
Presidenziali Francia, urne chiuse in tutto il paese.
I primi exit poll danno Macron al 24 e Marine Le Pen a 21,8 e dunque, se le tendenze degli exit poll si confermeranno, il centrista e l’esponente di estrema destra duelleranno di nuovo per il ballottaggio il 7 maggio.
Secondo IfopOpinion il conservatore Fillon è arrivato al terzo posto con 20%, e Mèlenchon, esponente dell’estrema sinistra al quarto con 19,6%. Lontano il socialista Hamon, che avrebbe totalizzato un magro 6 %.
L’affluenza alle urne ha tenuto bene, i francesi hanno risposto al richiamo della democrazia: alle 12, la prima rilevazione ufficiale sull’affluenza alle urne certifica un 28,54%, dato anche migliore del 2012 (28,3), quando la Francia non era ancora finita nella morsa del terrorismo.
Alle 17 l’affluenza è del 69,42%, in lievissimo calo rispetto al 70,59% del 2012.
Giunto a un passo dall’addio, l’uscente primo inquilino dell’Eliseo, il socialista Francois Hollande, aveva rivolto ai 47 milioni di elettori francesi un appello a vincere la paura e a recarsi alle urne. “Questo è il messaggio che possiamo dare: la democrazia è più forte di tutto”.
Solo dopo le 21, orientativamente, si delineerà con certezza la classifica dei quattro principali candidati in lizza per il ballottaggio del 7 maggio. I sondaggi davano per favorito un duello Macron-Le Pen.
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
ALTRI MEDIA ANTICIPANO RISULTATI PAESI OLTREMARE: MELENCHON E MACRON IN TESTA
L’affluenza al voto per il primo turno delle presidenziali francesi è in calo di un punto percentuale alle 17 rispetto al 2012: il 69,42% invece del 70,59%.
I dati forniti dal ministero degli Interni registrano quindi un lieve calo rispetto al primo turno del 2012, che aveva raggiunto uno dei livelli più alti degli ultimi 40 anni. L’affluenza complessiva al primo turno del 2012 era stato del 79,48%.
Secondo gli exit poll, Emmanuel Macron e Jean-Luc Mèlenchon sono giunti in testa nei territori d’Oltremare, che tradizionalmente votano a sinistra (Guadalupa e Martinica), mentre Franà§ois Fillon ha vinto in quelli storicamente in mano alla destra (Saint-Barth e Saint-Martin).
È andato malissimo il candidato socialista Benoit Hamon, mentre sarebbe ottimo il risultato di Macron all’estero.
Il candidato dell’estrema sinistra vince in Martinica, Guyana e nelle isole atlantiche al largo del Canada di St-Pierre e Miquelon. Macron risulta primo nell’isola di Guadalupa.
La televisione belga Rtbf, che rende noto anche un exit poll a urne ancora aperte che assegna il 24% a Macron, il 22 alla candidata dell’estrema destra Marine Le Pen, il 20,5% al repubblicano gollista Francois Fillon e il 18% a Melenchon.
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
UN ARTICOLO DI “REPUBBLICA” AVEVA IPOTIZZATO CHE LA CASSIMATIS AVREBBE LASCIATO SPAZIO A PIRONDINI… PRONTA LA SMENTITA
Secondo l’edizione genovese di Repubblica la candidata che ha vinto le comunarie del M5S starebbe pensando di giungere a un accordo con Beppe Grillo per abbandonare la corsa.
Lo scrive oggi l’edizione locale di Repubblica, segnalando che la candidata che ha vinto le comunarie ed è stata poi esclusa da Beppe Grillo con un provvedimento annullato dal tribunale civile di Genova avrebbe detto: «Il 90% di quello che volevo dimostrare l’ho dimostrato. E quello che volevo rendere evidente è la totale mancanza di democrazia nel Movimento. Se quello che è accaduto a me è stato possibile, questo rappresenta un’evidenza che mi è sufficiente aver reso chiara».
Il colpo di scena, scriveva stamattina il quotidiano, arriverebbe dopo una discussione con i suoi avvenuta dopo il faccia a faccia pubblico con Luca Pirondini, il candidato “benedetto” dal blog. «Non me lo danno il logo del Movimento, tanto vale finire qui», avrebbe ribadito più volte.
L’avvocato Lorenzo Borrè, che ha rappresentato la Cassimatis nel giudizio vinto davanti al tribunale civile, interpellato sul punto, ha replicato perentoriamente che quella del ritiro della Cassimatis dalla corsa è una circostanza che non gli “risulta affatto” e conferma che il giudizio proseguirà nei prossimi appuntamenti fissati in tribunale.
E poco dopo anche Cassimatis precisa
Sembra la tela di Penelope, qualcuno tesse di notte e poi la mattina tocca a noi disfare l’ordito. Compaiono articoli in cui si da per acquisito un nostro atteggiamento rinunciatario nei confronti della contesa con lo staff del M5s. Nulla di più sbagliato. Forse il nostro atteggiamento pacato ma determinato spiazza nell’immaginario chi aspetta slogan aggressivi e urlati ( chi urla e prevarica di più vince?
La nostra rivoluzione parte anche da qui, dal modo con cui ci poniamo nella nostra lotta pacifista, siamo forti della consapevolezza che in uno stato di diritto quale è ancora, per fortuna, l’Italia, la giustizia si afferma ed è conseguenza di azioni legali e trasparenti.
La nostra storia italica ci insegna che non si può perdere di vista il senso democratico della vita sociale e politica, basta una distrazione, un lasciar correre alcune violazioni delle regole, che la deriva antidemocratica prende il sopravvento
Lo abbiamo già vissuto e l’epilogo è stato traumatico
A giorni si vota per il testamento biologico, nel 2016 c’è stato un voto largamente maggioritario a favore sul blog del M5s, oggi leggiamo un post ambiguo su tema della morte.
La nostra azione ha aperto un dibattito nazionale sulla democrazia diretta e sulla sua credibilità . Per questo andiamo avanti senza paura, nella piena coscienza del peso politico della nostra azione.
PS. Uso il noi perchè parlo a nome della Lista Cassimatis e dei suoi sostenitori. Che sono tanti e che colgo l’occasione per ringraziare ancora.
(da agenzie)
argomento: Grillo | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
PEGGIO DI SALVINI, COSA NON SI FA PER PRENDERE QUATTRO VOTI RAZZISTI: “CHI DIFENDE LE ONG E’ UN IPOCRITA”… SAVIANO REPLICA: “CERCA I VOTI DI CHI LI VUOLE MORTI”
“Le organizzazioni non governative sono accusate di un fatto gravissimo, sia dai rapporti Frontex che dalla magistratura, di essere in combutta con i trafficanti di uomini, con gli scafisti, e addirittura, in un caso e in un rapporto, di aver trasportato criminali”: così Luigi Di Maio torna sulla polemica innescata da un suo post su Facebook con il quale definiva “taxi del Mediterraneo” le navi di alcune ong impegnate nel salvataggio dei migranti, annunciando la presentazione di un’interrogazione al ministro Minniti.
In un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo si parla inoltre di un’inchiesta della Procura di Catania sull’escalation di arrivi dei migranti negli ultimi giorni – 8mila arrivi in Sicilia in 72 ore.
“Vogliamo vederci chiaro, sapere chi le finanzia – afferma il vicepresidente della Camera, a un’iniziativa del M5s in provincia di Caserta – e a chi dice che in questo momento è inopportuno attaccarle, a Saviano e agli altri, dico che fanno parte di quella schiera di ipocriti che ha sempre finto di non vedere il business dell’immigrazione”.
Ieri Roberto Saviano aveva commentato su Twitter “definire ‘taxi del mare’ barche che salvano vite è grave, soprattutto se a farlo è il vicepresidente della Camera e non un Salvini qualunque”.
Di Maio è ridotto proprio male se arriva a manipolare persino le dichiarazioni della procura di Catania che NON HA MAI AFFERMATO che le Ong siano in combutta con i trafficanti e i criminali, basta leggere le agenzie di stampa in cui la procura parla di accertamenti che non hanno risvolti precessuali e lo stesso comandante della Gdf, in una audizione alla Camera, ha negato collusioni tra Ong e scafisti.
Ma per strizzare l’occhio alla Lega non ci si ferma neanche di fronte ai cadaveri galleggianti di esseri umani.
LA REPLICA DI SAVIANO
“Di Maio mi accosta a Mafia Capitale per i voti di chi i migranti li vorrebbe in fondo al mare. Come nel Cile di Pinochet… o era Venezuela?”, scrive oSaviano su Twitter alludendo alla ormai celebre gaffe dell’esponente M5S che su Fb collocò il regime del generale in Venezuela anzichè in Cile.
“Luigi Di Maio mi accusa senza mezzi termini di essere corresponsabile, con il mio ‘buonismo’, dei crimini commessi sulla pelle dei migranti. Mi associa di fatto al Pd e al suo coinvolgimento in Mafia Capitale, perchè di questo tratta Mafia Capitale: del business sui rifugiati, di cui mi sono occupato tra i primi attirando, inutile dirlo, l’ira del Pd. Se fossi uno di loro, un grillino o un piddino, lo querelerei. Ma non mi interessa la politica politicante, dunque non lo farò. Quello che è certo è che Di Maio, con il suo intransigente ‘cattivismo’, parla e compiace, in breve cerca i voti, di tutti quelli che i migranti li vorrebbero morti in fondo al mare”.
(da agenzie)
argomento: Grillo | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
DIRE CHE “PROCESSUALMENTE NON CI SONO ELEMENTI E CHE DEVE INTERVENIRE LA POLITICA” VUOL SOLO DIRE METTERE IN CATTIVA LUCE CHI SALVA DELLE VITE… CHISSA’ COME MAI CERTA MAGISTRATURA NON SI DEDICA CON LO STESSO ZELO A CHI ISTIGA ALL’ODIO RAZZIALE, POLITICI COMPRESI
Tra chi salva i disperati che attraversano il Canale di Sicilia, non tutte le ong che recuperano migranti sarebbero uguali: «Ci sono quelle buone e quelle cattive», dice il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro.
La sua è la procura più esposta nell’affaire migranti, per necessità prima ancora che per scelta, avendo competenza su quella parte di Sicilia, la zona orientale, dove affacciano i porti di Pozzallo, Augusta, Catania e Messina che da soli assorbono il maggior numero di arrivi di migranti.
Secondo Zuccaro questa massa di persone «sta creando problemi di ordine pubblico che potrebbero influire sul tessuto sociale delle popolazioni, poi ci sono i problemi del caporalato, quelli della gestione del denaro per l’accoglienza e l’ospitalità , che lasciano intravvedere fatti gravi».
Frasi al tempo stesso pesanti e vaghe, visto che compito della magistratura dovrebbe essere quella di perseguire reati specifici, non lanciarsi in valutazioni sociologiche.
Al centro delle polemiche sarebbero le Ong – le organizzazioni non governative – che stanno con le loro navi, qualcuna anche con droni e aerei, a pattugliare il tratto di Mediterraneo davanti alla Libia.
Perchè sono lì, come si finanziano, hanno contatti diretti con i trafficanti? Questo si chiedono i magistrati di Catania.
«Su Ong come Medici senza frontiere e Save the Children davvero c’è poco da dire – dice Zuccaro – discorso diverso per altre, come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte» (cinque delle nove Ong schierate in mare, c’è poi la spagnola Proactiva Open Arms).
Le buone e le cattive, dunque: «Abbiamo evidenze che tra alcune Ong e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti – dice Zuccaro – non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati».
E quale sarebbe il reato?
Se una Ong non entra nelle acque territoriali libiche e attende eventuali Sos dai barconi per porli in salvo di che reato si macchierebbero?
O forse sarebbe meglio lasciarli affogare?
In realtà tutto parte dalla decisione della Ue di impedire che i profughi arrivino in Europa e dall’aver arretrato in mare aperto le sue linee di intervento, così i barconi affondano prima e non disturbano chi avrebbe il dovere di porli in salvo.
Per questo le Ong si sono avvicinate di più al limite delle acque territoriali, per sostituirsi a chi per cinismo politico ha abdicato ai propri impegni.
Per questo l’agenzia dell’Ue Frontex nel suo rapporto «Risk analysis 2017» ha definito «taxi» alcune Ong. Ed è probabilmente per questo che Zuccaro parla di prove che non è possibile utilizzare in un processo (ma allora che parla a fare?).
Tutte le nove Ong sono, comunque, sotto la lente della procura etnea: «Per quelle sospette dobbiamo capire cosa fanno, per quelle buone occorre invece chiedersi se è giusto e normale che i governi europei lascino loro il compito di decidere come e dove intervenire nel Mediterraneo».
Quindi in concreto, politichese a parte, reati penali non se ne vedono allo stato attuale salvo lanciarsi in valutazioni politiche che non crediamo siano di competenza della magistratura.
«L’inchiesta richiede tempi che l’Europa non si può permettere – dice Zuccaro – il problema resta essenzialmente politico e i governi europei, non solo quello italiano, devono intervenire subito, per me, quei 250 mila in arrivo quest’anno sono una stima per difetto».
Ma se anche arrivassero 250.000 profughi è forse un problema della magistratura o un tema su cui la Procura debba schierarsi?
Se la magistratura ritiene che dietro qualche Ong ci siano dei criminali spicchi dei mandati di arresto, dopo aver fornito possibilmente le prove.
Altrimenti dedichi il suo tempo a perseguire i reati di istigazione all’odio razziale che quotidianamente vengono commessi in Italia sui social e non solo.
E se proprio deve sollecitare la politica, si chieda che fine ha fatto l’impegno degli altri Stati Europei ad accogliere l’anno scorso 36.000 profughi sbarcati in Italia e che avrebbero dovuto essere redistribuiti negli altri Paesi.
O che risultato ha prodotto la firma con le autorità libiche da parte del ministro Minniti che avrebbe dovuto “bloccare” gli arrivi.
O forse andare controcorrente è chiedere troppo?
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 23rd, 2017 Riccardo Fucile
CENTROSINISTRA PER MACRON O HAMON, SINISTRA PER MELENCHON, FORZA ITALIA PER FILLON, LEGA E FDI PER LE PEN, GRILLO CON CHI VINCERA’… SALVINI E MELONI RISCHIANO LA SBERLA FINALE DOPO AUSTRIA E OLANDA
Un tempo – un tempo, in fondo, non così lontano – non ci sarebbero voluti grandi giri di parole per definire il tifo sfegatato di politici nostrani per candidati in elezioni di altri Paesi: sarebbero stati etichettati come «provinciali», e la questione sarebbe finita lì. Ma in un mondo ormai anche politicamente globalizzato, la faccenda si è fatta diversa: e se il presidente Trump non ha dubbi, l’agguato agli Champs à‰lysèes favorirà Marine Le Pen, non desta più scandalo il fatto che i politici italiani esprimano preferenza – facciano il tifo, appunto – per questo o quella candidata alle presidenziali francesi.
Gli schieramenti, diciamo la verità , non riservano grosse sorprese.
E così, per esempio, se Matteo Renzi non nasconde le sue simpatie per Emmanuel Macron, il più ortodosso Orlando sceglierebbe al primo turno Benoà®t Hamon (ala sinistra del Partito socialista francese) per convergere solo al secondo turno, eventualmente, sul candidato più gradito a Renzi.
Uguale ortodossia sembra orientare le scelte dei movimenti e dei gruppi alla sinistra del Partito democratico, che – fermo restando l’ostracismo nei confronti della Le Pen – considererebbero un segnale importante per tutta la sinistra europea un’affermazione di Jean-Luc Mèlenchon, che lasciò il Ps nel 2008 per fondare il nuovo Partito della Sinistra (un po’ alla stregua di quanto poi accaduto in Italia con la nascita di Articolo Uno).
Scelte e simpatie in fondo prevedibili: come del resto lo sono gli schieramenti formatisi nel centrodestra, dove la sfida francese – però – potrebbe avere impatti e conseguenze assai più dirette sugli equilibri in campo.
I cosiddetti «sovranisti» – e cioè il tandem Salvini-Meloni – sperano che un successo di Marine Le Pen dia credibilità alla loro linea anti europea e nazionalista da spendere, nel braccio di ferro ingaggiato con Silvio Berlusconi intorno alla leadership del centrodestra italiano, ma se andasse male per loro sarebbe un grosso problema.
L’ex Cavaliere, al contrario, ha manifestato solo tiepide simpatie verso Franà§ois Fillon, candidato repubblicano, da molti – in Francia – avvicinato proprio a Berlusconi, ma con troppe grane giudiziarie pendenti per esser apertamente sostenuto.
Altri ambienti di Forza Italia e di centro non vedono male invece il liberal-populista Macron.
Resterebbero da inquadrare i Cinque Stelle: ma anche in questo caso l’operazione risulta impossibile. A chi vanno le simpatie del Movimento di Beppe Grillo? A tutti e a nessuno.
Attentissimi a non scoprirsi e a non caratterizzarsi – per cercare consenso tanto a destra quanto a sinistra – con le elezioni francesi mandano in scena il copione già visto nelle elezioni presidenziali americane: qualcuno con Trump, qualcuno con la Clinton e qualcun altro addirittura col candidato verde.
Alla fine staranno con chi vince.
Il «tifo» italiano – sia chiaro – non è dettato solo dalla classica dicotomia sinistra-destra quanto, piuttosto, dalle nuove faglie politiche di questo terzo millennio: populismo-antipopulismo, europeismo-antieuropeismo, globalizzazione-nazionalismo…
Questo è evidente soprattutto nelle scelte di campo dei partiti del centrodestra.
La cosa, naturalmente, riguarda soprattutto il tandem «sovranista». Dopo la Brexit, è come se il vento – almeno in Europa – avesse lentamente cominciato a girare. In Austria e Olanda i candidati antieuropei e xenofobi sono stati sconfitti. E se lo stesso accadesse al Front National, molti – anche qui in Italia – dovrebbero cominciare a rifare i propri conti.
Federico Geremicca
(da “La Stampa”)
argomento: elezioni | Commenta »