Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
IL DEPUTATO ROMAGNOLO: “VEDO TANTI MILITANTI DISAMORATI”
Il nome di Gianluca Pini, deputato della Lega Nord residente a Fusignano (recentemente eletto anche nel consiglio territoriale del Mare a Ravenna) e di fatto anima del Carroccio in Romagna, è girato tra quelli che avrebbero potuto sfidare l’attuale segretario Matteo Salvini al prossimo congresso della Lega a maggio.
Pini, in realtà , non si candiderà ma ha dichiarato l’intenzione di appoggiare Gianni Fava, assessore della Regione Lombardia, di cui condivide intenti e pensiero e di cui dice «Gianni è piu bravo e più esperto di me».
Nodo cruciale la questione della svolta “nazionale” della politica di Salvini che cerca consensi anche nel sud Italia: «Tra i militanti della Lega Nord — ci spiega il parlamentare — c’è una sorta di sensazione sgradevole rispetto a questo ampliamento su scala nazionale, sembra che si sia un po’ dimenticato il core business del movimento, senza il quale non vai nessun da parte. E vedo tanti militanti scarichi. Del resto è difficile passare in poco tempo da “Napoli merda” a “Napoli è casa mia”». Ecco allora la scelta di metterci la faccia per contrastare il leader attuale: «Di fronte a questa situazione ci sono due strade: una stupida, come quella scelta dal Pd, cioè scindersi, e quella più democratica e più intelligente, più schietta e meno iprocrita, ossia approfittare del momento di confronto del congresso per far sì che non sia una scelta sulla persona, ma sulla linea politica».
Tra le critiche mosse all’attuale segretario quella di correre per sè, per una leadership del centrodestra e da qui la necessità di fare chiarezza.
«Non si può essere il segretario di un partito della coalizione e il leader della coalizione stessa, per fortuna non siamo il Pd, appunto. Le ambizioni di Salvini sono legittime, ma allora la segreteria dovrebbe essere di qualcun altro. Chiediamo chiarezza nei ruoli, anche rispetto al futuro di una formazione come “Noi con Salvini” (soggetto politico nato per raccogliere voti soprattutto nel Meridione, ndr) di cui ancora non sappiamo il destino».
Eppure Salvini dice di aver portato la Lega al 12 percento, anche se i sondaggi ultimamente hanno smesso di segnare un trend in salita.
«Si tratta solo di sondaggi, appunto e la mia sensazione è che dopo un periodo in cui la Lega faceva notizia, ormai il segretario si limiti a commentare ciò che accade. La notizia oggi è appunto che c’è una candidatura alternativa alla sua».
Una candidatura quella di Fava, che nasce dal basso, non dai “colonnelli” ma dai “soldati semplici” e che sembra assai in salita, con Salvini superfavorito.
«Anche il Barcellona — scherza Pini — doveva battere la Juventus in Champions League a Torino, e invece ha perso tre a zero. Vedremo. È ovvio che il segretario uscente sia favorito, mi auguro non ci saranno condizionamenti e che il confronto sia leale, così come sono sempre stato io nei confronti della Lega».
Di una cosa tuttavia è certo Pini: «Comunque andrà il giorno dopo sarò a friggere il pesce per la Lega Nord alla festa di Milano Marittima, senza problemi. Credo anche in passato di aver dimostrato la mia lealtà . Non avevo votato per Salvini nell’ultimo congresso eppure le campagne elettorali più divertenti e i risultati elettorali migliori li abbiamo ottenuti in Romagna nelle ultime amministrative».
Preoccupazioni per la sua carriera o per un’eventuale ricandidatura nel 2018? «Nessuna, non campo di politica, sono prontissimo a lasciare spazio ad altri. E del resto ho sempre detto e pensato che si vive una volta sola e che ogni mattina ti devi guardare allo specchio. Non sono un sabotatore, non sono maroniano nè bossiano, sono solo leghista e mi interessa solo fare ciò che ritengo giusto per la Lega».
(da “RavennaeDintorni“)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
NON SI HANNO ANCORA NOTIZIE DELLE INTENZIONI DELLE ALTRE DUE DEPUTATE RINVIATE A GIUDIZIO
Riccardo Nuti si è autosospeso dal gruppo M5s alla Camera.
Il deputato grillino, che nei giorni scorsi ha ricevuto la richiesta di rinvio a giudizio per il caso delle firme false di Palermo, ha così anticipato l’assemblea dei colleghi che avrebbe dovuto decidere sulla sua sorte su richiesta specifica di Beppe Grillo. Il portavoce era già stato sospeso, ma continuava a lavorare con i colleghi a Montecitorio.
Dopo l’evoluzione dell’inchiesta, in un’intervista al Corriere della Sera, lo stesso Nuti aveva definito l’indagine “una montatura orchestrata dal candidato a Palermo Forello”.
Queste parole hanno provocato l’intervento del leader M5s che, venerdì 14 aprile, ha sollecitato “nuove sanzioni”.
Sono seguite ore di malumori e discussioni interne sull’eventualità di opporsi all’espulsione dal gruppo.
Fino alla scelta di Nuti di procedere da solo.
Resta da capire se le altre due deputate (Giulia Di Vita e Claudia Mannino), che si trovano nella sua stessa posizione, lo seguiranno oppure no.
(da agenzie)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
IL SEDICENTE NEONAZISTA SABATO PROSSIMO MINACCIA DI FAR SCORRERE “SANGUE COLORATO” E PARLA DI “COMMANDO COLONIA”
“Siccome non abbiamo alcuna traccia degli attentatori, dobbiamo prendere sul serio tutto”. La disarmante confessione di una fonte dei servizi al Tagesspiegel è doverosa, dopo giorni di caos investigativo attorno alle tre bombe esplose al passaggio del pullman del Borussia, martedì scorso.
E dunque anche la terza lettera di rivendicazione arrivata stamane via mail al quotidiano berlinese, è già al vaglio degli inquirenti ma va presa con le pinze.
Si tratta di una mail anonima, che fa riferimento ad Adolf Hitler, si intesta le bombe, insulta la società multirazziale e minaccia un nuovo attentato per il 22 aprile.
La procura federale, attraverso la sua portavoce, Frauke Kà¶hler, si è limitata a dire che “stiamo esaminando la lettera”.
L’attacco al bus della squadra di Dortmund sarebbe stato, secondo la rivendicazione, “l’ultimo avvertimento”: sabato prossimo il sedicente neonazista minaccia “di far scorrere sangue colorato” e avverte che il “commando Colonia” sarebbe pronto.
Il riferimento sembra chiaro: sabato prossimo nella città renana è prevista una manifestazione dei populisti dell’Afd ma soprattutto una contro-manifestazione antifascista.
Lo slogan più famoso degli oppositori in piazza dei populisti xenofobi di Frauke Petry è “colorati e non marroni”, con riferimento al colore dei nazisti.
La pista dell’attentato dell’Isis, intanto, è sempre più appesa a un filo.
Un gruppo di esperti di estremismo islamico incaricati da alcuni autorevoli media tedeschi tra cui la Sueddeutsche Zeitung di esaminare la lettera di rivendicazione trovata sul luogo dell’attacco ha concluso che “è poco credibile che il documento sia stato scritto da estremisti islamici”.
Secondo il gruppo di esperti, è inedita la scelta di una lettera in tre copie lasciata sul posto dell’attentato; non ci sono simboli dell’Isis sulla lettera, nè il califfato ha ancora rivendicato ufficialmente le bombe; la lettera è in un tedesco strano, con errori grossolani ma anche con termini molto ricercati, come se le sgrammaticature fossero state montate artatamente nella lettera.
Infine, come ricorda una fonte dei servizi, “l’Isis non negozia mai”: nella lettera il presunto terrorista islamico chiedeva il ritiro dei Tornado tedeschi dalle missioni anti-Isis e la chiusura di Ramstein, la base militare tedesca di appoggio per gli americani.
(da agenzie)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
RICORSO DI 87 GENITORI: IL TRIBUNALE DA’ LORO RAGIONE E OBBLIGA I GRILLINI A RIPRISTINARE IL SERVIZIO
Un taglio del 30% alle ore di assistenza scolastica (AEC) da parte del Municipio XIV. Che aveva penalizzato i 600 ragazzini disabili di zona Boccea.
E alle proteste dei genitori tramite raccolta firme la giunta grillina presieduta da Alfredo Campagna non aveva dato risposta. Poi 87 genitori si sono costituiti nel comitato Genitori in Lotta e hanno preso la via del tribunale.
Racconta oggi Repubblica Roma:
Il Consiglio di Stato adesso ha bocciato di fatto il nuovo piano municipale, sospendendo in via cautelativa il bando sull’Aec. «Dopo la prima sentenza del tribunale di Roma, che nel marzo scorso aveva imposto al municipio il ripristino delle ore di assistenza tagliate a un alunno con disabilità , è arrivato quest’ulteriore pronunciamento – afferma il vice capogruppo dem al municipio XIV, Alessio Cecera – un grande successo dei genitori, che con caparbietà avevano deciso di presentare il ricorso, smascherando il pressapochismo dei Cinquestelle nel nostro municipio».
Con il nuovo piano, le ore di assistenza, in alcune scuole medie e elementari, erano scese da 30 fino a un minimo di 11: in media non più di sette ore a persona, sulle 40 settimanali.
«Nessuno aveva mai osato tanto – aggiunge Cecera – la nostra giunta aveva sacrificato addirittura 200mila euro destinati ad altre voci pur di coprire interamente le spese dei servizi sociali». Adesso il Consiglio di Stato ha demandato al Tar il pronunciamento “nel merito”.
Quindi oggi i genitori possono passare all’accreditamento diretto, in attesa che il Municipio XIV annulli il bando:
Intanto, con la sospensiva, il municipio è obbligato a procedere con l’”accreditamento diretto”: la procedura consente ai genitori di poter scegliere la cooperativa e di conseguenza l’operatore, garantendo così la continuità del progetto educativo per ciascun alunno. Non è tutto. «Invieremo al municipio un’ulteriore diffida affinchè annullino definitivamente il bando – dice Simona De Carlini, mamma di una ragazza 14enne e portavoce del comitato “Genitori in lotta” – l’affidamento alle cooperative doveva scadere il 30 aprile, adesso sono obbligati ad arrivare alla fine dell’anno scolastico».
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
L’ULTIMA BEFFA: LA TALPA SI E’ INCASTRATA UN ANNO FA MA NESSUNO SA PERCHE’ NE’ RIESCE A FARLA RIPARTIRE
A Caposele c’è chi ormai la chiama “la Tav dell’acqua”. Eppure la Pavoncelli Bis, che in questo Comune di 3600 abitanti in provincia di Avellino ha il suo imbocco, non sembra affatto paragonabile, per dimensioni e costi, alla Torino-Lione.
Appena 10 chilometri di galleria, per una spesa totale di poco più di 163 milioni. “Ma è ugualmente dannosa per l’ambiente, e ugualmente inutile”, protestano alcuni attivisti dei comitati che si oppongono alla realizzazione del tunnel, che dovrà costituire il tratto iniziale dell’Acquedotto Pugliese e sostituire la Pavoncelli originale, quella realizzata a inizio ‘900 e rimasta danneggiata dal terremoto dell’Irpinia.
Era il 1980. Trentasette anni dopo, la galleria sostitutiva non è ancora stata ultimata. Tanto che c’è chi parla anche di maledizione del conte Giuseppe Pavoncelli, banchiere di Cerignola e ministro dei Lavori pubblici del Regno d’Italia, che nel 1906 diede avvio agli scavi per la galleria che avrebbe portato il suo nome.
“Ma i fantasmi del passato c’entrano poco”, sbuffano gli abitanti di Caposele. Questa, dicono, “è una classica storia di grande opera all’italiana”. Con tanto di promesse mancate, tempi che si dilatano, macchinari presentati come avveniristici che improvvisamente si bloccano in mezzo alla galleria.
L’odissea della galleria: progettata nel 1985, cantieri aperti nel 1990. Poi un lungo stallo
L’idea di costruire una galleria sostituiva, “la Bis”, nasce subito dopo il 23 novembre del 1980. La Pavoncelli ha retto al terremoto, ma le perizie evidenziano danni alla struttura.
L’ipotesi di un crollo è preoccupante, dal momento che dalla galleria dipende l’approvvigionamento idrico di 1 milione e 300mila abitanti. Per scongiurare il rischio di un’interruzione, nel 1985 l’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese realizza il progetto della Pavoncelli Bis: la galleria originale, si stabilisce, resterà in funzione fino a quando la nuova non sarà completata.
I cantieri si aprono nel 1990, ma nel giro di pochi anni due contratti d’appalto vengono rescissi a seguito di contenziosi con le imprese. Si capisce subito che le cose si complicano. Si arriva al 1998, quando parte il valzer dei commissari straordinari. Senza che però la tanto attesa svolta nei lavori arrivi
Roberto Sabatelli, lo “sblocca-cantieri” che dal 2005 sovrintende all’opera
Poi, nel 2005, arriva “lo sblocca-cantieri”. Così, almeno, si autodefinisce l’ingegnere Roberto Sabatelli. Barese, classe 1947, è lui il nuovo commissario straordinario. Carica che mantiene fino al 2010, quando il governo Berlusconi lo promuove Commissario delegato: nomina, quest’ultima, che gli conferisce il ruolo di stazione appaltante. Nonchè uno stipendio annuo di 290mila euro.
“Equivale allo 0,3% dell’importo a base d’appalto”, precisa Sabatelli. Che da allora ha rischiato più volte di essere sollevato dall’incarico, salvo ottenere, puntuali, le conferme necessarie per poter andare avanti. L’ultima nel Milleproroghe del dicembre scorso, che prevede un rinnovo di altri 12 mesi.
La talpa incastrata: “È bloccata in un restringimento dall’agosto 2016”
Basteranno, perchè la Pavoncelli bis venga conclusa? Sicuramente no. Perchè nel frattempo la talpa scavatrice fatta arrivare appositamente dalla Germania nella primavera del 2014 si è bloccata.
“Un imprevisto aumento di tensione”, è la frase che Sabatelli utilizza per spiegare lo stop. In sostanza, questa fresa meccanica lunga 220 metri è rimasta incastrata in un restringimento della galleria.
Era il 28 agosto del 2016, e non si è ancora riusciti a rimediare. Inutile, a distanza di oltre 7 mesi, anche solo pretendere di capire la causa dell’incidente. “Non la conosciamo”, ammette il commissario. “Stiamo facendo degli studi per capire le possibili cause”.
Nell’attesa che il rebus venga sciolto, si continua anche a provare a rimettere in funzione la fresa. I vari tentativi, fin qui effettuati, si sono rivelati tutti fallimentari. “Siamo passati ora a soluzione più impegnative. Dopo Pasqua — annuncia Sabatelli — proveremo a muovere la talpa”.
Dopo 32 anni, completati 6 chilometri su 10. “Le sacche di gas? A volte siamo costretti a sospendere gli scavi”
Risultato: dei 10,3 chilometri di galleria previsti, a 32 anni dal varo del progetto ne sono stati completati appena 6,2. “Siamo a buon punto”, dice comunque Sabatelli. Che argomenta: “Dal momento in cui la talpa si sblocca, se non risulterà danneggiata in 5 o 6 mesi gli scavi termineranno. Poi ci vorrà circa un altro anno per ultimare i lavori”.
Sempre che, nel frattempo, non sorgano altri problemi. Come quelli legati alla presenza di gas, più volte denunciati dai comitati ambientalisti locali. “Delle sacche effettivamente ci sono, ma fin dall’inizio sapevamo a cosa saremmo andati incontro. Nel corso dei lavori sono state rilevate quantità superiori alle attese, e per questo abbiamo incrementato le misure di sicurezza per i lavoratori”. Sabatelli ci tiene comunque a ridimensionare gli allarmi.
“Quando si parla di rischio esplosione, non si deve pensare all’eventualità che la galleria salti in aria, a meno che qualcuno non vada lì con un accendino in mano. Semplicemente, quando il livello di gas rilevato supera i valori minimi di sicurezza, interrompiamo gli scavi e aspettiamo che tutto torni nella norma”.
La vecchia galleria? “Potrebbe cedere con un’altra scossa” — Intanto la vecchia Pavoncelli continua a funzionare regolarmente. Tanto che c’è chi pensa che costruire un doppione sia inutile. “Lo pensa chi non conosce l’opera”, protesta Sabatelli.
“La galleria originale sta, come diciamo a Bari, tienimi che ti tengo. Presenta insomma vari problemi, in particolare legati al rialzamento della calotta di fondo. Potrebbe chiudersi del tutto se arrivasse una nuova scossa”. E a quel punto, 37 anni dopo il terremoto del 1980, un’alternativa ancora non ci sarebbe.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
“M5S MATURI, COMINCI A FARE POLITICA”
“Le larghe intese mi fanno schifo”. Massimo Cacciari è convinto che però dovrà assistere a una riedizione dell’accordo fra Pd e Forza Italia, “sono la prospettiva naturale verso cui si sta andando” pur di evitare che lo scettro del comando passi a Grillo e soci.
In un’intervista al Fatto Quotidiano il filosofo ex sindaco di Venezia chiama i 5 Stelle a una prova di maturità , perchè la grande coalizione è inevitabile “a meno che M5S non sparigli, cominciando a fare politica. Quindi lavorando ad alleanze”.
Per Cacciari sta a M5S fare la prima mossa, ora.
“Io sono sempre stato contro tutti i trasformismi, e questa soluzione mi ripugna. Ma non so neanche se sia giusto augurarsi che non si arrivi a questo. Perchè? Perchè l’alternativa non è affatto chiara. C’è il rischio concreto che dopo le Politiche nessuno abbia i numeri per governare, e che si debba tornare subito al voto”.
“Il 40 per cento non possono prenderlo – dice Cacciari parlando dei Cinque Stelle – La loro linea è già chiara: arrivare primi, quindi ottenere il mandato da Mattarella e provare a governare con chi appoggi le loro proposte, di volta in volta. Non può funzionare, non ci sono precedenti. E allora? Mattarella darà il mandato a chi gli porterà una maggioranza. E si andrà alle larghe intese, con Matteo Renzi presidente del Consiglio”.
Cacciari chiede ai 5 Stelle di crescere.
“Cominciando a fare politica. Devono decidere dove e con chi stare. Non possono essere sempre tutto e niente, nè di destra nè di sinistra. È la loro natura, e finora ha pagato. Ma non puoi sempre fare così. Per governare devi scegliere, e fare alleanze. Chi non si allea non fa politica”.
“Devono insistere sui temi sociali, a partire dal reddito di cittadinanza, chiarendo come la pensano e che programmi hanno. E quindi chiamare al tavolo il Pd. Snidarlo. Di certo così metterebbero in difficoltà Renzi. Ma per farlo devono maturare, sbocciare politicamente.
(da “Huffintonpost”)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
APPROVATO IN PARLAMENTO IL DDL ALLA’UNANIMITA’, NESSUNO VUOLE PERDERE IL VOTO DEGLI ABUSIVI
Guai a chiamarlo condono edilizio, perchè formalmente non lo è, ma come definire un provvedimento di legge che torna a distinguere tra «abusivismo di necessità » e «abusivismo di speculazione», stabilendo che il primo deve finire in coda nella scala di priorità quando c’è da decidere sugli abbattimenti, rinviandoli così all’anno del mai?
Il Parlamento sta per varare una leggina, definita «Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi» che stabilisce appunto che cosa, in fase di esecuzione dopo lo sfiancante iter giudiziario, va abbattuto prima e che cosa dopo.
Il percorso è tortuoso: originariamente un ddl del campano Ciro Falanga (ex Forza Italia, ora Ala) votato al Senato il 22 gennaio 2014, poi trasformato alla Camera e lì votato il 18 maggio 2016, licenziato all’unanimità dalla commissione Giustizia del Senato il 12 aprile scorso. Il testo andrà presto al voto finale del Senato.
Ma cosa dice la nuova legge? Che per primi vanno demoliti gli immobili abusivi costruiti in aree demaniali, o in zone soggette ad vincolo ambientale, paesaggistico, sismico, idrogeologico, archeologico o storico-artistico. Per secondi vengono quelli che costituiscono un pericolo per l’incolumità . Per terzi quelli in uso ai mafiosi (ma non ai loro familiari).
Primissimi, però, da mettere in cima alla lista degli abbattimenti, gli edifici abusivi «in costruzione» e quelli «non stabilmente abitati».
Di converso, quelli abitati passeranno in coda. Ed è questo il messaggio che tanto interessa il cosiddetto «abusivismo di necessità ».
Laddove le persone ci abitano, se ne parlerà solo e se avanza tempo. Ben sapendo che in Italia si abbatte appena il 10% degli edifici abusivi di cui è stata ordinata la demolizione.
E questi ultimi,a loro volta, sono una piccola frazione delle tantissime case abusive. «Il nuovo Regolamento – spiega la senatrice Rosaria Capacchione, Pd – fissa dei criteri precisi, ai quali le Procure si devono attenere per l’abbattimento. Se fino ad oggi i sindaci della Campania si sono trovati a gestire situazioni differenti a seconda delle procure, con questa legge ci saranno regole uguali per tutti. L’obiettivo è quello di evitare di penalizzare l’abusivismo di necessità a discapito di quello speculativo che, per diverse ragioni, è rimasto spesso non punito».
Si dirà : un provvedimento di buon senso. La questione delle demolizioni è una grossa grana. In Campania, per dire, secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, a fronte di 70 mila case abusive sono state 4600 le ordinanze di demolizione e pochissime quelle eseguite davvero.
Ma con i nuovi criteri di legge, si può essere certi che le case abusive «di necessità » non saranno demolite mai.
E c’è di più: Vincenzo De Luca, governatore della Campania, si appresta a legiferare «Misure di razionalizzazione e semplificazione», rivolte ai Comuni campani, invitandoli a acquisire anzichè abbattere i manufatti abusivi, specie le abitazioni, salvo riaffittarle a chi ci vive dentro. «Sanatoria sociale: è di questo che parla la giunta De Luca», scriveva nei giorni scorsi Il Corriere del Mezzogiorno.
La legge prevede anche che a occuparsi delle demolizioni future non saranno più i sindaci (stretti tra le furiose proteste dei cittadini e l’imputazione di abuso d’ufficio quando non procedono), bensì i prefetti, stanziando 10 milioni di euro ad hoc l’anno dal 2017 al 2020.
Si calcola che ogni demolizione costa 80 mila euro; in sostanza si potrebbero demolire appena 130 edifici l’anno. In tutta Italia. Attualmente sono 46.760 le ordinanze di demolizione che attendono esecuzione, dati fermi al 2011.
(da “La Stampa”)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
5.000 EURO AL MESE, SPESE E AFFITTO PAGATO, PER L’AMICO DI CASALINO CHE DISEGNA COSTUMI DA BAGNO
Elena G. Polidori sul Resto del Carlino oggi torna sugli addetti stampa del Senato del MoVimento 5 Stelle, già protagonisti nei giorni scorsi dell’inseguimento del direttore del TG1 Mario Orfeo, e delle assunzioni di Rocco Casalino.
Tra loro c’è sicuramente Nicola Virzì detto Nik il Nero, che prima faceva il camionista; ma anche altri:
Tra questi, spicca la figura di un giovane brillante, Luca Bozzi, designer di costumi da bagno e creatore di una linea di alta sartoria ed eleganza chiamata «Jesus Paul beachwear» (l’omonimo sito è visibile sul web), dove appaiono foto di modelli muscolosi con costumi adamitici.
Ora, che ci fa un giovane (e talentuoso) disegnatore di costumi da bagno (per soli uomini) come Bozzi nel delicato staff della comunicazione stellata?
È amico di Rocco Casalino. Tutto qui. E viene pagato oltre 5mila euro al mese, escluse le spese che vengono rimborsate a parte. A carico del gruppo, anche l’affitto della casa a Roma.
Il quotidiano poi parla di due altri assunti, sempre amici di Casalino, approdati al gruppo per far parte, in un primo tempo, del cuore legislativo del Senato stellato di cui una di origine spagnola:
Ebbene, quando Casalino li presentò per lo staff, «ricordo che Marco Scibona — è la voce dell’ex stellata Serenella Fucksia, ora nel gruppo misto di Palazzo Madama — s’arrabbiò moltissimo, perchè avevamo assunto in blocco tutti i componenti dell’ex staff legislativo dell’Idv, persone preparatissime, dunque non ne servivano altre.
Soprattutto, non serviva una persona che non parlava l’italiano. A quel punto, Casalino disse che li avrebbe messi alla Comunicazione».
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 15th, 2017 Riccardo Fucile
SONDAGGIO SCENARI POLITICI: A INQUIETARE SONO LE QUESTIONI ECONOMICHE, NON LA SICUREZZA E GLI IMMIGRATI
Fra le paure degli italiani il terrorismo internazionale è ben lontano dalla vetta.
Se però si considera che l’Italia è interessata particolarmente dallo sbarco di migranti, sorprende che anche l’immigrazione sia nulla in confronto alla madre di tutte le preoccupazioni: la crisi economica e la disoccupazione.
A fotografare le preoccupazioni degli italiani è un sondaggio condotto da ScenariPolitici per Huffington Post.
Disoccupazione e crisi economica preoccupano il 46% degli italiani, segue la corruzione della politica al 22%.
Solo agli ultimi posti la criminalità al 12% e i migranti in arrivo all’8%.
In casa propria gli italiani non temono solo la crisi. Una larga fetta della popolazione è molto preoccupata, infatti, della corruzione e del degrado della politica.
Se si guarda oltre confine, a preoccupare gli italiani sono i grandi dittatori, come Bashar al-Assad e Kim Jong-un, ma si fermano ai gradini inferiori del podio. In testa c’è Donald Trump con la sua imprevedibilità .
(da “Huffingtonpost”)
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