Giugno 10th, 2017 Riccardo Fucile
“APPREZZO LE BUONA PRATICHE DEI GOVERNI FRANCESI E TEDESCHI”
A due giorni dalla fine del patto a 4 che avrebbe dovuto far approvare una nuova legge elettorale, Luigi Di Maio consegna al Corriere alcune sue considerazioni.
Su ciò che è successo in Parlamento scarica la colpa sul Pd: “Giusto trattare ma loro non hanno retto”, respinge ogni possibile crisi all’interno del Movimento: “Non siamo divisi, il 95% dei nostri iscritti ci ha chiesto di sederci al tavolo con il Pd e Forza Italia”, ammette che non ci sono più le condizioni per un nuovo patto e allarga gli orizzonti al dopo le elezioni, soprattutto in tema europeo.
Mostrando un lato moderato tutt’altro che legato ai partiti antieuropei: “Noi – dice – non abbiamo fondato la nostra storia sull’ antieuropeismo, ma sul reddito di cittadinanza. Abbiamo fatto bene a non sottometterci mai alla famiglia dei partiti antieuropei, che sembra nuova ma in realtà è malata di ideologia. Non a caso è composta da forze emergenti che non hanno i nostri livelli di consenso. E poi – confessa- personalmente apprezzo le buone pratiche di governi europei come quello francese e tedesco, composti da partiti tradizionali. Sono pratiche che vorrei importare in Italia”.
E sul referendum sull’Euro aggiunge: “Prima di pensare a una consultazione cercheremo di avere sui nostri temi risposte chiare in Europa”.
(da agenzie)
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Giugno 10th, 2017 Riccardo Fucile
DI MAIO A GENOVA VIENE MENO ALL’ACCORDO TRA L’EX CANDIDATA CINQUESTELLE E GRILLO DI EVITARE ACCUSE CAMPATE IN ARIA E SI BECCA LA SECONDA QUERELA DELLA SETTIMANA (DOPO QUELLA DI MARONI)
La candidata a sindaco di Genova Marika Cassimatis ha contattato l’avvocato Borre’ al fine di avviare la denuncia per diffamazione contro On. Luigi DiMaio per le parole espresse a Genova in intervista videoregistrata in data odierna.
L’avvocato Borre’ ha accettato l’incarico.
L’on. DiMaio ha usato parole in netto contrasto con quanto affermato da Grillo nel post del 30 aprile scorso, in cui dichiarava di non avere nulla contro la Cassimatis. La strumentalizzazione di un fatto giudiziario che ha visto la Cassimatis vincitrice, distorcendone il risultato a fini elettorali, e’ un fatto grave che rispecchia l’incapacita’ del M5s di gestire con onesta’ intellettuale il calo del consenso.
La Cassimatis si trova nuovamente costretta a percorrere vie legali per tutelare il sua rispettabilita’ e il suo buon nome.
A margine della chiusura della campagna elettorale del candidato sindaco pentastellato Luca Pirondini, Luigi Di Maio ieri ai giornalisti che gli chiedevano se il M5s temesse ripercussioni elettorali per i casi Cassimatis e Putti, ha risposto così: “Non ho sentito di particolari feedback negativi. Vedremo che cosa decideranno i cittadini ma credo che apprezzino sempre quando una forza politica allontana chi se ne vuole approfittare, persone che entrano in quella forza politica, si fanno eleggere e poi passano al gruppo misto il giorno dopo. Questo lo evitiamo, siamo stati molto rigidi in questi anni e credo che siamo sempre premiati per questo”.
Il riferimento a Putti e Cassimatis è presente anche nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera sempre da Di Maio:
A Genova pesa la vicenda di Marika Cassimatis, esclusa dal Movimento dopo aver vinto le primarie?
«Non ho sentito di pesi e feedback negativi. Ed è bene che quando ci sono rischi di infiltrazioni si reagisca subito».
Ovviamente la Cassimatis non è “una infiltrata” (anzi, è una grillina della prima ora) e non è mai passata “al gruppo misto il giorno dopo” visto che non è mai stata eletta con il MoVimento 5 Stelle.
Putti, invece, ha lasciato il M5S alla fine della consiliatura a Genova e dopo aver contestato “la politica dei selfie”.
Di Maio ingenuamente continua una polemica che non giova al M5S e viene meno alla impostazione dello stesso Beppe Grillo che aveva riconosciuto la dirittura morale della Cassimatis. Pare che non abbia ancora capito che per fare il premier ci vuole anche una qualità : saper navigare alto.
E così batte il record di due querele in una settimana: non gli resta che rinunciare all’immunità parlamentare e risponderne in tribunale.
Vediamo se lo farà …
(da agenzie)
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Giugno 10th, 2017 Riccardo Fucile
ERA STATA SCELTA CON UN BANDO PUBBLICO PRIMA DELLE ELEZIONI, MA ORA LA MERITOCRAZIA NON SERVE PIU’… E PAOLO GIORDANO FINISCE SULLA GRATICOLA PER WESTINGHOUSE
Stefania Giannuzzi è stata vista uscire in lacrime ieri dall’ufficio di Chiara Appendino al Comune di Torino. Perchè, scrive oggi La Stampa, a quanto pare la sindaca ha comunicato all’assessora scelta alla vigilia delle elezioni con “bando” di volerla sostituire con un “politico”, ovvero con un consigliere comunale.
L’assessora gestisce ambiente e rifiuti e, a differenza di quanto riporta il quotidiano, sembra proprio difficile immaginare un legame di responsabilità tra le deleghe della Giannuzzi e quanto accaduto a Piazza San Carlo.
Anche se le bottiglie di vetro in piazza San Carlo sono in effetti rifiuti, il punto non è che siano finite in strada ma come siano arrivate in piazza.
La Stampa in ogni caso spiega che la mossa serve a tutelare Paolo Giordana, capo di gabinetto della Appendino piuttosto chiacchierato:
«Per tutto il giorno i funzionari hanno chiesto all’Amiat di ripulire le aree perimetrali dalle bottiglie, ma i mezzi non si sono visti», aveva spiegato Eugenio Bravo, segretario provinciale del Siulp, uno dei sindacati di polizia.
In questi mesi i consiglieri grillini hanno sempre supportato il lavoro degli assessori tecnici scelti da Appendino prima di essere eletta ma adesso hanno deciso di contare di più.
Non tanto e non solo per rivendicare il ruolo di chi ci ha messo la faccia in campagna elettorale ma anche per bilanciare con la capacità politica — si parla del capogruppo Alberto Unia o del presidente della Commissione Ambiente, Federico Mensio — quello che molti ritengono un inevitabile ridimensionamento del ruolo del capo di gabinetto.
Paolo Giordana, comunque, resterebbe al fianco della Appendino. Si vedrà .
Quel che è certo è che i consiglieri grillini non si sono messi di traverso nell’approvare la costituzione di una commissione d’indagine così come richiesto da una mozione di tutte le minoranze che ha come obbiettivo dichiarato vedi la presa di posizione del capogruppo Pd, Stefano Lo Russo — proprio Giordana.
Intanto proprio Giordana finisce sulla graticola per il caso Westinghouse.
Il pm Marco Gianoglio ha aperto un fascicolo senza indagati dopo l’esposto del collegio dei revisori di Palazzo Civico (Herri Fenoglio e Maria Maddalena De Finis) che hanno ricevuto dalle mani dell’opposizione la corrispondenza rimasta nascosta nei giorni della compilazione del bilancio sul debito da 5 milioni scomparso dal bilancio della Città , a quanto pare su richiesta del capo di gabinetto:
Serrati scambi di messaggi che hanno definito, all’insaputa dei revisori, la partita dei debiti verso la società Ream. «Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse — scriveva il capo di gabinetto, Paolo Giordana, alla dirigente del settore Finanza, Paola Tornoni, il 22 novembre 2016 — Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto». Il messaggio dalla posta di Giordana è inviato per conoscenza all’assessore Sergio Rolando e all’indirizzo email personale di Chiara Appendino.
Il giorno dopo, alle 11.03, il direttore risponde: «Non essendo a conoscenza del fatto che l’amministrazione ha aperto tavoli di confronto con Ream, avevo ritenuto opportuno ricordare a tutti quali fossero gli impegni assunti dall’amministrazione precedente, al fine di non generare elementi di criticità per questa giunta».
Il botta e risposta resta per diversi giorni tra Giordana e Tornoni, la quale, nonostante le sollecitazioni del capo di gabinetto, non rinuncia a ribadire quel che secondo lei è giusto fare: indicare nel bilancio di previsione i 5 milioni di debito verso Ream.
Sarà un’estate calda per la Giunta.
(da “NextQuotidiano”)
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