Giugno 14th, 2017 Riccardo Fucile
PENOSO TENTATIVO DI OCCULTAMENTO DI CADAVERE DI DI BATTISTA: “NON FACCIAMO ALLEANZE CON NESSUNO” (OVVERO PRIMA PRENDIAMO I VOTI DEI PIRLA E POI CI ALLEIAMO CON I RAZZISTI)
In mattinata arriva l’apertura verso una possibile alleanza con la Lega Nord da parte di Carlo Sibilia, deputato M5S ed ex membro del direttorio: “Con la Lega ci può essere una convergenza se si libera dei suoi elementi più propagandistici – spiega intervistato sulla Stampa – Se vuole fare un ragionamento serio, senza posizioni estremiste. Per intenderci: la Lega è il partito di Umberto Bossi che diceva di voler sparare sui barconi. Ecco se si ripuliscono di queste forme di propaganda si può aprire un ragionamento”.
Le affermazioni di Sibilia fanno seguito a quelle della Raggi sul tema migranti: il sindaco aveva scritto al prefetto di Roma per limitare le strutture d’accoglienza.
Rispondendo a una domanda riguardo la stretta sull’immigrazione, Sibilia aveva aggiunto: “Le entrate indiscriminate in Italia non aiutano nessuno, quindi si può pensare anche a una alleanza con il Carroccio perchè sicuramente c’è più vicinanza con loro su questi temi che con il Pd che sento vorrebbe ripopolare le zone disabitate d’italia, come i borghi, con i migranti”.
Tuttavia, il deputato grillino conclude che “noi a differenza della Lega vogliamo eliminare il business dell’immigrazione inserendo un filtro. La situazione ormai è insostenibile”.
Politichese da prima Repubblica per coprire un’intesa già fissata da tempo dai “cinquestelle in camicia verde” a cui cerca di porre una cortina fumogena Alessandro Di Battista .
Scrive il deputato grillino sul suo profilo Facebook: “Lo dico per la miliardesima volta. Il M5S non apre alla Lega, ai fuori-usciti del Pd, non apre a nessun soggetto responsabile dei disastri in Italia. Il M5S non fa alleanza con nessuno, valuta i provvedimenti punto per punto e, se ritiene che siano utili all’interesse generale, li vota. A volte abbiamo votato provvedimenti insieme alla Lega, a volte insieme alla sinistra, a volte, persino, insieme al Pd. Questo è il M5S e vi chiedo non di votarlo, ma di farne parte”.
Bene, l’elettore grillino si appunti questa frase, così quando il M5S si alleerà con la Lega per due poltrone, se vedrà passare per strada Dibba potrà sputargli in faccia.
(da agenzie)
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Giugno 14th, 2017 Riccardo Fucile
DALL’ANALISI DEL WEB EMERGE UN PROGRESSIVO ALLONTANAMENTO DAI TEMI CARI AI POPULISTI
Circa un anno fa il tormentone indie del momento, scritto e cantato da Tommaso Paradiso dei The Giornalisti chiamava in causa “la fine dell’estate e delle chiacchiere nei bar”.
A livello elettorale, parafrasando la band romana, potremmo affermare che stiamo assistendo in questi ultimi giorni alla fine del populismo e delle chiacchiere reazionarie sui social network.
Facendo un bilancio di quanto successo nell’ultimo anno sembra abbastanza evidente come si possa individuare una fase calante a livello di consenso elettorale di quello che è stato definito come il populismo ultra-nazionalista.
La Brexit e l’elezione di Donald Trump avevano aperto le porte ad uno spauracchio globale che per molti commentatori avrebbe avuto come conseguenza la disgregazione dell’Europa e della moneta unica.
Non da ultimo, anche l’esito del referendum costituzionale italiano aveva fatto parlare tantissimi analisti di crisi irreversibile dell’establishment.
Oggi a neanche poche settimane da questi discorsi il vento del consenso popolare sembra aver improvvisamente cambiato verso.
Le recenti elezioni amministrative italiane parlano di una clamorosa dèbacle del Movimento 5 stelle e si sprecano le dichiarazioni che parlano di “flop” del populismo. In realtà , la prima battuta di arresto di un leader appartenente alla cerchia dei seguaci delle dottrine conservatrici e protezionistiche è avvenuta in Olanda, con la mancata vittoria di Geert Wilders.
Di lì a pochi mesi Marine Le Pen, la leader populista per eccellenza, la paladina che avrebbe dovuto portare la Francia fuori dall’Euro si è schiantata contro l’europeista Macron.
La stessa mancata vittoria di Theresa May ed il collasso dell’Ukip suonano come una sconfitta per chi ha scelto posizioni favorevoli ad una hard Brexit.
Una sconfitta così netta dei movimenti populisti era difficile da prevedere, ma sicuramente da mesi qualcosa si stava muovendo in questa direzione.
Pochi giorni prima delle elezioni in Inghilterra abbiamo monitorato come sulla rete gli elettori inglesi cercassero molte informazioni sulla Brexit e quasi nessuna sulla sicurezza, tema centrale per i movimenti populisti.
E a marzo, in occasione dei 60 anni dai trattati di Roma a Londra è esploso un forte movimento online contrario all’uscita dall’Europa.
Anche per lo stesso Macron la rete è stato un formidabile alleato: nonostante partisse con uno svantaggio di popolarità online nei confronti della Le Pen, negli ultimi mesi è riuscito ad attrarre più elettori digitali dell’avversaria.
Nel contesto italiano invece registriamo come il disastroso risultato del Movimento 5 stelle alle amministrative sia figlio anche della perdita di attrattività che sta attraversando il Blog di Grillo.
Oggi il principale strumento di propaganda dei 5 stelle non riesce più a monopolizzare, come nel passato, l’attenzione dell’opinione pubblica digitale.
Le campagne online, da ultimo quella sul reddito di cittadinanza, hanno ancora numeri alti per livello di engagement, ma sicuramente molto più bassi rispetto a quelli di solo un anno fa.
Questa velocità di cambiamento avvenuta nell’opinione pubblica nel giro di pochi mesi si spiega quindi con la maggiore invadenza che hanno le dinamiche della rete nel dibattito pubblico.
Anche perchè i repentini cambi di scenario si sposano in maniera perfetta con i cardini della rete: liquida, virale ed istantanea.
Il sempre crescente numero di ore passate online dalla popolazione globale stanno dunque elevando l’opinione pubblica digitale a soggetto determinante nelle scelte dell’offerta politica.
Se a questo aggiungiamo l’alto numero di astensionismo possiamo tranquillamente affermate che il web sta assumendo i contorni di un formidabile termometro per conoscere gli umori del cittadino che vota.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 14th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO UN CONFRONTO ACCESO IN TV TRA LA SENATRICE E MAURIZIO COSTANZO, A BASE GRILLINA GLI DA’ EDUCATAMENTE DEL RINCOGLIONITO E LO COPRE DI INSULTI
Ieri a DiMartedì è andato in scena un gustoso faccia a faccia tra Maurizio Costanzo e Paola Taverna sulle elezioni amministrative: il giornalista è partito all’attacco della senatrice M5S usando l’arma del sarcasmo.
Ovvero dicendo “Forse sbaglierò io, ma…” e poi sciorinando dati e numeri che raccontano il flop grillino alle urne.
Costanzo ha chiesto alla Taverna se gira in carro armato per evitare le buche di Roma e la Taverna ha risposto a tono, ovvero raccontando di Mafia Capitale e delle gare riprese sotto l’amministrazione del M5S, il giornalista ha chiesto se venissero asfaltate solo le strade sotto casa sua e la senatrice ha replicato ricordando che con la Raggi non corre buon sangue ma che adesso la gestione di Roma non è in mano a Buzzi e Carminati e così via.
La parte divertente della vicenda è che sulla pagina del M5S in molti sono arrivati a insultare Costanzo, chiamandolo “vecchio rincoglionito”, leccaculo di Silvio e ipotizzando che il conduttore si droghi mentre il pubblico che applaude viene definito “schiavo”.
«Ma questo rincoglionito a che titolo fa le domande? La Taverna gli risponde con competenza e il tricheco gli da ragione…!? Ma che cazzo di televisione è mai questa ??? Bohhh…!?!?! L’Italia è un Paese che è sull’orlo del baratro non solo economico ma soprattutto etico e culturale!!!», scrive ad esempio Giuseppe mentre per l’intenditore Rodolfo, Costanzo è un «Povero Vecchio Babbione che tristezza di persona…da una vita sopravalutato in realtà è sempre stato un Minus….e questa sera ‘ha dimostrato pubblicamente che preferiva mafia capitale !!!»
Anche Umberto ritiene di doversela prendere con quel “vecchio decrepito rincoglionito bavoso che trascina la lingua quando parla , e sarebbe ora che si ritirasse per lasciare spazio ai giovani”, mentre per Michele, Costanzo «manca di obbiettività¡… per nn dire corrotto… le buche e i topi c erano pure prima, il problema è che, alla stregua di questi politici, sono difficili da debellare e sanare…».
Strano, ma non doveva sorgere il Sol dell’Avvenire con il M5S al governo?
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 14th, 2017 Riccardo Fucile
SPOGLIO NEL CAOS, M5S SCAVALCA IL PD, ANZI NO… SI RICOMINCIA LA CONTA
I colpi di scena non finiscono ad Asti e a due giorni dal voto ancora non si sa chi andrà al ballottaggio.
Dopo il ribaltone di ieri mattina, col candidato del M5s Massimo Cerruti che superava Angela Motta del Pd per cinquanta voti, accedendo quindi al secondo turno contro Maurizio Rasero del centrodestra, nel pomeriggio sono stati scoperti molti altri errori nei verbali dei seggi.
Una situazione che, a detta di molti, non si è mai vista prima.
Alla fine, intorno alle 18, la commissione elettorale ha deciso di rinviare gli ultimi controlli a domattina. Forse domani, a tre giorni dal voto, si saprà ufficialmente il nome del candidato sindaco che se la vedrà contro Rasero.
E’ emerso che nel seggio numero 28 chi ha redatto il verbale coi voti ha confuso l’ordine dei candidati sindaci. Così ad Angela Motta erano andati soltanto tre voti, quelli di Biagio Riccio, esponente di una lista civica, al quale invece erano andate 83 preferenze. Nello stesso seggio ad altri candidati era stato attribuito un numero di voti ottenuti da altri. Errori giganteschi che in pratica hanno riportato l’esponente del Pd al secondo posto, in vantaggio su Cerruti di undici voti.
Tutto risolto? Ma neanche per idea.
Dopo altre verifiche effettuate dalla commissione e dopo quelle richieste dai rappresentanti del Movimento 5 stelle, infatti, sono stati scoperti altre imprecisioni nei verbali di altri tre seggi.
All’aspirante sindaco grillino erano stati assegnati meno voti di quelli reali e così il margine dalla Motta è passato da undici a due voti di scarto.
Vista l’incertezza, nessuno dei due candidati ha ritenuto che fosse il caso di rilasciare dichiarazioni sulla situazione.
Tutti questi errori, spiegano alcuni, sarebbero da imputare a una serie di circostanze. In primis, il ridotto scarto tra Motta e Cerruti — all’inizio era di sole 13 preferenze a favore della dem — rende ogni voto fondamentale.
Inoltre molti dei presidenti dei 78 seggi cittadini erano alla loro prima esperienza e tanti hanno commesso degli sbagli nella compilazione dei registri. Infine lo spoglio è cominciato nella notte di domenica ed è proseguito tutta la notte fino alla tarda mattinata di lunedì, quando la stanchezza si è fatta sentire.
Così le verifiche sono andate avanti per tutta la giornata di oggi fino a quando, in serata, la presidente della commissione ha deciso di riconvocare i commissari domattina per gli ultimi controlli.
Lì gli esponenti del Movimento 5 Stelle intendono farsi valere e chiedere di verificare anche i risultati degli altri seggi sperando di ottenere i voti necessari ad accedere al secondo turno e sfidare Rasero, che al primo turno ha ottenuto il 47,7 per cento, con circa undicimila voti di scarto sia su Cerruti che sulla dem Motta.
Nel suo caso neanche il più marchiano degli errori può impedirne l’approdo sicuro al ballottaggio.
In mattinata è ripartito il conteggio dei voti in Tribunale per determinare chi il 25 giugno, tra la candidata del Pd Angela Motta e il portabandiera del Movimento 5 Stelle Massimo Cerruti, sfiderà l’esponente del centrodestra Maurizio Rasero.
La presidente del commissione elettorale centrale, la giudice Teresa Maria Francioso, ha convocato il presidente del seggio numero 40, uno di quelli contestati dove, a detta della stessa Francioso, la situazione sarebbe “terrificante”.
Dall’aula 1 del tribunale di Asti trapela che la differenza tra i due candidati, dapprima calcolata in un voto solo a vantaggio di Motta, varia di volta in volta a favore dell’uno o dell’altro dei candidati con una manciata di voti di distanza.
Poco prima delle 15 la commissione ha stabilito una piccola pausa in attesa di continuare i lavori, che potrebbero ripartire con la decisione di estendere il riconteggio ad una o più sezioni elettorali.
Ed è probabile che si andrà avanti ore prima di definire il nome del secondo classificato. Anche perchè i Cinque Stelle presenteranno un’istanza per chiedere di ricontrollare la situazione su tutte le 78 sezioni. In particolare le corrispondenze tra il registro delle spunte, i fogli dove per ogni candidato viene segnato il voto con una “X”, e il verbale finale del seggio.
“Se si sono verificate anomalie in tre sezioni – dice l’avvocato Alberto Pasta – è plausibile che il problema si possa presentare anche per altre”. In ultima battuta i Cinque Stelle utilizzeranno anche la carta delle schede contestate e non attribuite, dove, secondo quello che narrano i rappresentanti di lista pentastellati, almeno in due casi è chiara l’espressione di voto nei confronti di Cerruti. Le schede contestate e non assegnate sono 34.
Si profila un’altra giornata di conta e riconta ad Asti.
(da agenzie)
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