Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
“FERMIAMO I RAZZISTI”: FRONTE COMUNE CONTRO LA LEGA A VERONA… E COME DICE SALVINI PER GLI ALTRI: SE PERDI A VERONA TI DEVI DIMETTERE, SE POI PERDI ANCHE A PADOVA VAI A LAVORARE PER UNA VOLTA IN VITA TUA
La differenza a Verona la farà chi saprà convincere gli elettori a tornare al voto il 25 giugno e chi saprà invogliare quel 40% di votanti che ha già snobbato il primo turno. Federico Sboarina, candidato del centrodestra unito, in testa dopo il primo turno col 29,26% dei consensi non le manda a dire: «Votare in piena estate è una scelta scellerata. Spero che i veronesi abbiano voglia di cambiare marcia dopo 10 anni di Flavio Tosi».
Chi ovviamente punta alla continuità è Patrizia Bisinella, senatrice di Fare! che dopo il primo turno segue a ruota con il 23,54% dei voti, ex leghista come Flavio Tosi e compagna del sindaco uscente: «Verona è una città efficiente. Vogliamo che continui ad esserlo».
Apparentamenti dopo il primo turno non ce ne sono stati. Ma c’è più di un endorsement che rischia di contare pesantemente domenica.
Federico Sboarina incassa la dichiarazione di voto della lista civica Verona pulita che al primo turno valeva un importante 5%.
Patrizia Bisinella si prende significative dichiarazioni di voto da parte del Pd veronese che non vuole lasciare la città alla destra ma non solo.
Mercoledì in città c’era il sindaco di Vicenza del Pd Achille Variati, uno che conta molto in Veneto. Con Flavio Tosi firma un importante accordo di collaborazione con le municipalizzate veronesi.
E si sbilancia assai sul prossimo ballottaggio: «Conosco Patrizia Bisinella. Ha una sua personalità . Se fossi veronese potrei anche sostenerla».
Si gioca ovviamente di sfumature. Un apparentamento dopo che per appena 1200 voti la candidata del centrosinistra ha mancato il ballottaggio sarebbe stato improponibile. Ma i segnali di un avvicinamento tra il centrosinistra e l’ex leghista in corsa per Palazzo Barbieri ci sono.
Nell’assemblea del Pd dell’altro giorno al centro Tommasoli è stato stilato un documento unitario in cui si invita i propri elettori ad andare alle urne ma non a votare Federico Sboarina: «I valori della coalizione che lo sostiene, a partire dalla Lega, non sono compatibili con quelli del Partito Democratico».
Altri sostenitori della candidata al centrosinistra al primo turno hanno invece firmato una petizione assai eretica in cui si chiede di andare a votare proprio per l’ex nemica Patrizia Bisinella: «Si può fare… Come in Francia e Germania abbattiamo i muri della contrapposizione destra-sinistra per il bene comune. Non possiamo invece votare per i razzisti e populisti, oggi sconfitti in buona parte d’Europa».
Patrizia Bisinella, nel caso, giura che non aprirà la sua giunta al Pd ma qualche concessione si può fare: «Nella mia giunta, ci saranno figure tecniche che si dovranno occupare di cultura e turismo…».
In ballo c’è poi una commissione Trasparenza del Comune che dovrebbe avere un potere di controllo non vincolante, sul modello di un analogo istituto a Milano, sugli atti di Palazzo Barbieri. Patrizia Bisinella pensa di farla guidare dalla minoranza che non chiama neanche opposizione. E poi ci sono le oltre 140 cariche tra municipalizzate e controllate dal Comune da sistemare dopo il voto.
Si capisce che la partita di domenica è proprio su questo. In una città ricca con il tasso di disoccupazione al 5% e dove la questione sicurezza non è un problema reale si guarda altrove.
L’Arena è commissariata e unico ente lirico in Italia nel 2016 perde 40 mila spettatori rispetto al 2015. In ballo c’è l’ex scalo ferroviario di Porta Nuova che con i suoi 500 mila metri quadrati fa gola a tanti.
Flavio Tosi, che siederà ancora in consiglio comunale ma non in giunta, scommette sulla perdita del candidato del centrodestra: «Se la mia fidanzata Patrizia Bisinella diventerà sindaco di Verona nuoterò per 10 chilometri nell’Adige».
(da “la Stampa”)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
AI LICEALI DI AGRIGENTO: “TENETELI LONTANI DAL VOSTRO AVVENIRE”
“Non credete ai Renzi e ai Cinque Stelle” perchè “sono già cadaveri”.
Questo l’invito rivolto da Andrea Camilleri a un gruppo di studenti del Liceo classico Empedocle di Agrigento, lo stesso frequentato da ragazzo dallo scrittore.
Intervistato nella sua casa di Roma dai ragazzi, Camilleri ha parlato dei suoi romanzi, della lingua inventata per il Commissario Montalbano, di letteratura e di politica.
Ne è venuto fuori un video proposto ieri ad Agrigento nel corso di una affollata “Serata Camilleri” organizzata nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori.
Un video destinato a suscitare polemiche nel mondo politico.
Camilleri dispensa infatti consigli affilati come lame, invitando i ragazzi “a non credere ai Renzi o ai CinqueStelle” perchè “sono già cadaveri, già fuori dalla vostra storia e dal vostro avvenire. Teneteli lontani dal vostro avvenire. Fatevelo voi…”.
Alla prima domanda dei ragazzi Camilleri racconta il suo rapporto con i vecchi partiti: “Mai votata la Democrazia cristiana. Io ho sempre votato Partito comunista che, bene o male, aveva il rispetto delle istituzioni”.
E oggi? “Oggi la politica è rappresentata da gente che ha degradato il lavoro.Nel lavoro consiste buona parte della dignità dell’uomo… E ci si domanda che valore abbia l’articolo 1 della Costituzione. La verità è che i primi a non considerarla sono i partiti della sinistra, del cosiddetto centrosinistra”.
Prevale un certo pessimismo nelle parole consegnate agli studenti dell’Empedocle da Andrea Camilleri che, per la prima volta, parla della sua vista, sempre più spenta.
Ma a turbarlo è la condizione della politica: “Sono scoraggiato. Alle ultime elezioni romane non sono andato a votare. Sono invece andato al referendum. Anche se per andarci mi sono dovuto sottoporre a tre visite mediche per accertare la mia cecità e potere andare in cabina elettorale accompagnato”.
Ed ancora: “Voglio darvi un consiglio: rifate la politica che è diventata quasi sinonimo di disonestà . Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo”.
Infine una riflessione sui vecchi e i giovani, sulle responsabilità degli adulti: “Anch’io mi sento responsabile… Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia.
E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo è un fallimento che mi porto nella tomba”.
Ma non è un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica, come conclude Camilleri: “È facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un mattino. Appunto, non crediate ai Renzi o ai CinqueStelle…”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
PER TOTI IL TAPPETO ROSSO HA FATTO AUMENTARE A MAGGIO LE PRESENZE TURISTICHE A RAPALLO DEL 6%, PECCATO CHE A GENOVA L’AUMENTO SIA STATO DELL’8,25%, NELL’IMPERIESE DELL’ 8,94% NEL SAVONESE DEL 9,82% E NELLO SPEZZINO DEL 13,27%
Strana assonanza tra venditori di fumo e venditori di tappeti (in questo caso sarebbe più corretto dire “acquirente di tappeti” a spese del contribuente).
Non avendo le fisique du rol per farsi immortalare sul red carpet di Cannes, a fianco magari di qualche attrice internazionale, c’è chi ripiega su “un tappeto rosso denoiatri” per provare l’ebrezza della sfilata tra due ali di gabbiani, in mancanza di folla.
Non contento di aver dato così sfogo alle sue fantasie da star, vorrebbe pure convincerci che aver steso un red carpet in quella nota località meta di giovani che è Rapallo, ha determinato in loco un “aumento dei turisti del 6%”.
Dall’Italia e dall’estero avrebbero scelto Rapallo e Santa Margherita non per la bellezza delle località , ma per mettere piede su un tappeto rosso che lui ha pensato di stendere sul marciapiede (costato pare, se non escono fuori altre fatture, la modica cifra di 55.000 euro, fatturate da Liguria Digitale di Bucci alla Regione Liguria di Toti).
Altri che quei pezzenti di Iseo con il ponte galleggiante di Christo, qua abbiamo la grande opera del Gabibbo bianco che non teme confronti.
Toti proclama quindi un aumento del 6% di presenze turistiche nel Tigullio come un avvenimento storico.
Bene, andiamo a consultare le statistiche ufficiali della Regione Liguria, quindi pubblicate da Toti sul sito ufficiale dell’Ente che governa (e che dovrebbe conoscere).
Nei primi quattro mesi del 2017 i dati sono seguenti:
provincia di Genova: presenze aumentate dell’8,25%
provincia di Savona: presenze aumentate del 9,82%
provincia di Imperia: presenze aumentate dell’8,94%
provincia di Spezia: presenza aumnetate del 13,27%
Ovvero, laddove il red carpet non è stato steso, i turisti sono aumentati dal 2% al 7% in più rispetto a Rapallo.
E sono stati pure risparmiati 55.000 euro a località .
Un altro fumogeno è finito per scoppiare in mano al maldestro Gabibbo.
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
GLI SCAMBI SU WHATSAPP SMENTISCONO LA SINDACA: LA NOMINA DEL FRATELLO DI MARRA FU CONCORDATA
L’influenza di Davide Casaleggio sulle iniziative della sindaca Virginia Raggi.
E ancora: l’intesa tra la Raggi e il suo ex braccio destro Raffaele Marra sulla promozione del fratello Renato alla direzione del Turismo del Campidoglio.
Sono questi i due aspetti più rilevanti della chat tra Raggi e Marra di cui dispone la Procura di Roma. Ne dà conto La Stampa oggi in edicola, che scrive:
Traspare, in particolare, la dipendenza della sindaca da Davide Casaleggio. Virginia Raggi si confronta con Raffaele Marra su tutto e gli riferisce che ha ricevuto istruzioni da Casaleggio anche in materia di emergenza abitativa.
Ecco un Whatsapp che la sindaca ha ricevuto da Davide e che inoltra a Marra: “Sì, anche capire se questi sono veramente nelle case che dovevano essere per emergenza abitativa o meno credo debba fare la parte della replica”. La sindaca della prima città d’Italia teleguidata? Sicuramente intimorita.
C’è poi la questione della nomina del fratello di Marra. In questo caso, la chat smentisce la sindaca, che sentita dall’Anticorruzione del Comune aveva parlato di una decisione presa “in totale autonomia”. Le cose, a leggere la conversazione, non sono andate esattamente così:
A proposito dell’aumento dello stipendio del fratello Renato, Raffaele Marra (difeso dagli avvocati Francesco Scacchi e Fabrizio Merluzzi) scrive alla sindaca il 14 novembre scorso: «Se lo avessi fatto vicecomandante, la fascia (retributiva, ndr) era la stessa».
La Raggi (assistita dall’avvocato Alessandro Mancori) replica subito dopo: «Infatti abbiamo detto vice no. Abbiamo detto che restava dov’era con Adriano». E lui controbatte: «E infatti con Adriano il posto era quello di cui abbiamo sempre parlato». Si tratta di Adriano Meloni, assessore comunale al Turismo, con il quale appunto Renato Marra sarebbe dovuto andare a lavorare grazie alla nuova nomina (poi revocata).
E ancora:
La chat emerge dalle intercettazioni del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Roma che avevano messo sotto controllo il telefono di Raffaele Marra per un caso di corruzione che lo aveva portato in carcere lo scorso 16 dicembre, intercettazioni poi confluite nell’indagine della squadra mobile di Roma sulle nomine di Marra e di Romeo. Dallo scambio di battute è evidente l’intesa Raggi-Marra e il fatto che avessero più volte discusso della nomina del fratello dell’ex vicecapo di gabinetto. Quando lei si lamenta di non aver capito che Renato Marra avrebbe guadagnato di più, il fratello di questi esclama: “Mi stai dando del disonesto. Non ti ho mai nascosto nulla. Te l’ho detto, evidentemente non troppe volte. È solo a tua tutela che ha fatto un passo indietro (da vicecomandante dei vigili, ndr). Purtroppo l’onestà non paga”. E la Raggi replica appunto che avevano deciso che la scelta migliore era quella del settore turismo.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
“LA LOMBARDI E’ LA PIU’ BASTARDA DI TUTTE”
“Han fatto il pensatoio. Per fare il pensatoio devi porta’ gente pensante, se porti cerebrolesi…”. Il commento sul Movimento Cinque Stelle romano è di Raffaele Marra, l’uomo che negli uffici del Comune governato da Virginia Raggi tutti definivano senza tante ironie “il vero sindaco di Roma”.
Come riporta Il Messaggero le chat sono contenute nel fascicolo di chiusura delle indagini sulla sindaca del M5s.
Il rapporto tra Virginia Raggi e Raffaele Marra, che la sindaca ha sempre definito come “uno dei 23mila dipendenti del comune di Roma”, viene messo in tutt’altra luce leggendo le chat acquisite dalla procura.
Le intercettazioni depositate agli atti del processo a carico dell’ex capo del personale del Campidoglio, imputato per corruzione fanno emergere contrasti e rabbia nei confronti del Movimento, come riporta Il Messaggero
A ottobre scorso Marra si sfoga con un’amica: “Tu le fai pure le pensate, le disegni e trovi le soluzioni, però poi se non ci sta uno che gli dà seguito, rimangono tutti i foglietti di carta”.
E Marra replica: “Ste stronzate che… il pensatoio e ho detto: “ma per fare il pensatoio devi portà gente pensante, se tu porti cerebrolesi ma che vuoi pensà . Tu puoi pensare se…crei un pensatoio dove ci porti le migliori intelligenze, no, per le persone dotate in un certo…eh, ma se tu vai con quattro scemi, può sta’ pure sei anni là dentro. L’amica ride e commenta: “non esce niente”
Sempre nel mese di ottobre Marra spiega come sia nata, all’interno del Movimento, la fronda contro di lui e quei contrasti con l’area di Roberta Lombardi, che lui definisce “la più bastarda di tutti”.
Nonostante sia stato chiamato a collaborare proprio dalla deputata che voleva nominarlo presidente del municipio, sarebbe stata la scelta di Virginia Raggi di chiamarlo nel suo Gabinetto ad accendere i contrasti.
Nell’ottobre scorso Marra parla con un amico
Marra: A giugno, dopo che lei aveva vinto le elezioni, Marcello De Vito che è uno delle persone più legate alla Lombardi mi chiese se volevo collaborare con lui… ti volevo nominare direttore al terzo Municipio… dico “se il Sindaco dà l’ok, io sono disponibile”. Dice “sai, ci tiene pure la Lombardi… vanno a parla’ col Sindaco per dire “allora abbiamo deciso, Marra viene a fare il direttore del Municipio”, lei disse “che cosa avete deciso? Marra rimane co’ me! Anzi, io lo sto per nominare vice-capo di Gabinetto”. Di tutto ciò io non sapevo un c…
E l’amico replica: Eh perchè poi la Lombardi, da quanto ho letto, non è che poi arrivato ad un certo punto pure su di te mi pare che non che è stata molo…
Marra: Poi la Lombardi è stata la più bastarda di tutte… mi ha massacrato, che ha parlato coi giornali, che mi ha remato contro…
(da agenzie)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
NOMINATA AMMINISTRATORE UNICO DI AMA PER TRE ANNI, SOSTITUITA DALLA RAGGI DOPO APPENA SEI MESI
Antonella Giglio chiede 480mila euro a Roma Capitale per il mancato rispetto del contratto di tre anni con il quale era stata nominata amministratore unico dell’Ama il 16 novembre.
Lo racconta oggi Il Messaggero. La giunta M5S, che in un anno ha già avuto quattro differenti presidenti (o amministratori unici) dell’azienda, ha sostituito la Giglio dopo appena sei mesi, visto che è stato insediato un nuovo consiglio d’amministrazione e nominato presidente Lorenzo Bagnacani
«Ma i contratti vanno rispettati — è la tesi della Giglio riportata dai quotidiani romani — io ero pronta a transare, a trovare un accordo senza grandi pretese,da avvocato quando è possibile tendo a evitare i contenziosi. Ma non mi hanno neppure ascoltata. Devo ammetterlo, avevo creduto in questa giunta M5S, sono amareggiata e delusa».
Antonella Giglio è stata protagonista di un lungo addio all’AMA: l’avvocata, dipinta persino in alcuni comunicati stampa di esponenti M5S come vicina a Paola Muraro, contava di restare all’AMA e sosteneva di avere un grande rapporto con Virginia Raggi.
Non era ieri ma l’altroieri: in un’intervista al Messaggero la Giglio diceva: «La mia stima verso di lei (la Raggi, ndr) che mi ha nominata è intatta e non ho motivo di ritenere che vi siano attriti o incomprensioni».
Però l’assemblea dei soci di Ama si è riunita e l’azionista unico Roma Capitale, rappresentato dall’assessore Pinuccia Montanari, ha approvato il bilancio di esercizio 2016 e ha formalizzato il passaggio dalla governance con amministratore unico a quella con Cda a 3 membri.
“L’assemblea — si legge in una nota — ha sentitamente ringraziato l’amministratore unico uscente Antonella Giglio per il lavoro svolto in questi mesi e ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione nelle persone di Lorenzo Bagnacani, Emmanuela Pettinao e Andrea Masullo. Lorenzo Bagnacani è stato nominato presidente e ad di Ama”.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
NESSUNA POLIZZA STIPULATA… E IN PROCURA ARRIVANO DENUNCE PENALI, NON SOLO RICHIESTE DANNI
Non ci sono solo i feriti pronti a far causa al Comune. Sono decine e decine le persone presenti il 3 giugno in piazza San Carlo che adesso fanno i conti con gravi disagi psicologici.
E a Palazzo Civico c’è già chi dice, tra il sarcastico e l’amareggiato: «Se continua così, qua finiamo in bancarotta».
Il problema vero, la grana, se così si può chiamare, è di tipo assicurativo. Il Comune non ha fatto una copertura ad hoc per l’evento del 3 giugno, anche se ha una serie di assicurazioni ordinarie sulla responsabilità civile.
Polizze con cui risarcisce chi inciampa in una buca e si fa male, ma ci sono dubbi sul fatto che le compagnie possano intervenire rispetto a un evento che raccoglie 30 mila persone in una piazza per assistere alla finale di Champions League sul maxi schermo.
In passato coperture ad hoc, ad esempio sulle tappe del Giro d’Italia, si sono fatte.
In Comune si sottolinea che in caso di eventi particolari tocca all’organizzatore l’onere della copertura assicurativa.
Se si chiedono lumi rispetto alle possibili cause e richieste di risarcimento civile, senza nota polemica e nemmeno senza la volontà di scaricare, dall’ufficio stampa di Palazzo Civico si rimanda a Turismo Torino.
«L’organizzazione è loro», si dice. In effetti l’ente di promozione turistica partecipato dalla Città è stato scelto dal Comune, così come nel 2015, perchè più flessibile nella gestione della serata e con la possibilità di installare il maxischermo senza lungaggini burocratiche.
Turismo Torino ha una sua assicurazione di responsabilità civile, ma il massimale, considerando che non si tratta di una società che organizza grandi eventi, è di 6 milioni di euro.
Poca cosa di fronte alle richieste che potrebbero arrivare dopo i fatti tragici del 3 giugno. A meno che l’ente di promozione non riesca a sua volta a dimostrare la responsabilità organizzativa del Comune.
Gli enti potrebbero poi chiamare in causa le assicurazioni. Insomma, si profila comunque una bagarre legal-giudiziaria.
Oltre a chi è ricorso alle cure mediche dei diversi ospedali nella notte della finale di Champions League, c’è chi deve fare i conti con lo shock.
«La sera non riesco più a dormire – ha raccontato in evidente stato di agitazione una ragazza di 25 anni – Mi sveglio all’improvviso con quelle immagini davanti agli occhi. È terribile». Anche lei ha rischiato grosso: «Continuavo a cadere. Appena mi rialzavo, ecco di nuovo le persone che mi veniva addosso. Finivo di nuovo a terra». Ha riportato ferite visibili, escoriazioni, tagli, ematomi, ma i danni più gravi sono quelli psicologici. Nella sua situazione ci sono diversi cittadini. Una ragazzina di 11 anni non trovava più i genitori: è rimasta da sola, smarrita, in mezza alla calca. Un’altra giovane tifosa ha perso il fidanzato per ore. Insomma, danni morali, per cui potrebbero aver diritto a un risarcimento e per i quali si stanno rivolgendo a diversi studi legali torinesi.
Le prime denunce da parte di persone coinvolte negli incidenti del 3 giugno sono state presentate in procura dove è apeto un fascicolo per omicidio colposo, in relazione alla morte di Erika Pioletti, e lesioni.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 23rd, 2017 Riccardo Fucile
TRE EURO ALL’ORA PER RACCOGLIERE POMODORI, NIENTE GIORNI DI RIPOSO, CONDIZIONI DI LAVORO DISUMANE
Quando gli uomini della squadra mobile di Ragusa si sono presentati nell’azienda agricola di Vittoria li hanno trovati chini a raccogliere pomodori nelle serre.
La forza lavoro era composta da 19 richiedenti asilo, 5 rumeni e 2 tunisini. Venticinque euro al giorno per otto ore di lavoro, tre euro all’ora, niente ferie, niente giorno di riposo. Spesso costretti a lavorare anche la domenica in condizioni degradanti.
Grazie al nuovo articolo 603 bis sul caporalato e lo sfruttamento di manodopera, i due titolari dell’azienda agricola, 40.000 metri quadri di coltivazione in contrada Alcerito a Vittoria, Angelo e Valentino Busacca, sono stati arrestati.
Dei 26 operai, 7 alloggiavano in tuguri fatiscenti all’interno dell’azienda agricola in condizioni igieniche pessime mentre i richiedenti asilo la notte tornavano nei centri di accoglienza che li ospitano. Riscontrate gravissime violazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Drammatici i racconti che i poliziotti della Mobile di Ragusa guidati da Nino Ciavola hanno raccolto. E’ la prima volta in Sicilia che viene applicato il nuovo articolo di legge che ha inasprito le pene prevedendo l’arresto per lo sfruttamento di manodopera.
(da agenzie)
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