Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
IL CONSULENTE INDAGATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA ALLA GUIDA DI UNA ASTON MARTIN
Marco Sarti, il consulente aziendale lucchese, arrestato a maggio 2017 per bancarotta fraudolenta e
evasione fiscale, al quale erano stati sequestrati vari beni di lusso, sembra essere intestatario di un’alloggio Aler.
Nal maggio 2017, Sarti era stato arrestato e la guardia di finanza gli aveva sequetrato un’Aston Martin, una Porshe, una Ferrari, una moto Yamaha, nonchè 26 immobili. Oltre a vari terreni, possedeva case nella provincia di Bergamo, Lecco, Catania, Sassari e aveva a disposizione due ville in Sardegna.
A suo carico erano stati anche congelati settecento mila euro e le quote di sette diverse società . L’uomo, cinquantanove anni, nonostante non sia più sottoposto a misura cautelare in carcere, è ancora indagato.
Ora, sembra che a Sarti sia stato assegnato un appartamento Aler, Azienda Lombarda Edilizia Residenziale, che assegna immobili ai nuclei famigliari più bisognosi, con hanno esigenze abitative.
Il consulente risulta assegnatario di un abitazione al secondo piano della palazzina B, in via Giuseppe Ungaretti 31, a Campagnola, in provincia di Bergamo.
Marco Sarti risulta, però, residente a Malta.
Nonostante sul campanello della palazzina non si faccia riferimento al suo nome, l’Aler ha confermato al Corriere della Sera che l’assegnatario è lui e “se ha avuto l’alloggio vuol dire che aveva i requisiti”.
Il direttore generale dell’Azienda di Bergamo, Lorella Sossi, specifica che sono in corso accertamenti: “Stiamo procedendo per vie legali da agosto 2017, ma non è così semplice. Sono in corso le procedure per la decadenza dell’alloggio. La residenza dell’inquilino risulta a Malta ed è stato spedito là l’avviso: così i tempi si sono allungati”.
Tuttavia, a detta di alcuni residenti, l’appartamento sarebbe abitato, ma Sarti si vede poco.
Al suo posto “ci sono persone che vanno e vengono in quella casa, soprattutto di notte. Una ragazza vive lì”, come afferma una vicina di casa.
Anche altri condomini hanno avuto modo di verificare la presenza di persone all’interno dell’abitazione, dato che “a notte fonda si sentono urla”.
L’Aler e l’Unione Inquilini stanno attuando le procedure per lo sgombero, che però sono molto lunghe e i casi di abusivismo sono molto diffusi.
Ci sarebbero ancora tra le 400 e 450 case sfitte da riassegnare.
(da agenzie)
argomento: Costume | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
“POCHI SAPEVANO DELLO SCAMBIO DI FAVORI”
«Se pure i due collaboratori domestici di cui parlano Le Iene non avessero un regolare contratto, tutto ciò non è accaduto nella residenza di Roberto Fico a Roma, ma nell’abitazione di Napoli della compagna. Fico poteva non sapere».
La reazione del MoVimento 5 Stelle alla storia della colf in nero della compagna del presidente della Camera è identica a quella di altri casi simili: mentre se si tratta di un avversario valgono le parentele fino al novantesimo grado, quando sono i nostri a finire nei guai è il momento dei distinguo.
Il servizio delle Iene andato in onda ieri sera ha confermato per filo e per segno le anticipazioni di ieri, che in altri paesi hanno portato ministri e membri di governo a precipitose dimissioni.
In Italia, invece, nessuno invece si è mai dimesso per cose come queste e il MoVimento 5 Stelle si inserisce perfettamente nella linea generale della politica nostrana dalla prima Repubblica alla presunta terza.
Il Messaggero ci racconta le reazioni del presidente della Camera e di chi gli è vicino all’anticipazione del servizio uscita qualche giorno fa sui giornali:
Il 25 aprile quando le Iene lo avevano raggiunto a Roma nel mezzo del delicato mandato esplorativo, Fico si era congedato dagli inviati delle Iene con un sorriso. Ma spente le telecamere, era poi montato su tutte le furie. «È stato un atto di sciacallaggio», è stato lo sfogo consegnato agli amici.
Tanto che chi lo conosce bene avanza dei sospetti. «Se tra la sua compagna e l’amica c’era uno scambio di favori, potevano saperlo in pochi. Temo che dietro questo brutto scherzo ci sia una manina interna».
Adirato per quella che considera un’indebita incursione nella sua vita privata, il presidente della Camera ha seguito la messa in onda del servizio delle Iene sicuro di aver detto la verità : «Non c’era nessun contratto, tra Yvonne e Imma c’era uno scambio di favori in amicizia»
Fico, com’è suo costume e seguendo una strategia tipica del M5S, “lascia andare” le domande fondamentali che dimostrano che non è un affare di Yvonne quello che ha coinvolto Imma: è vero che la “paga” della colf è scesa da 700 a 500 euro, e contestualmente 200 euro sono finiti all’altro presunto collaboratore ucraino al quale Roberto Fico ha detto di fare beneficenza?
E soprattutto: la colf avrebbe mentito sponte sua nel dire alle Iene che aveva un regolare contratto di lavoro?
I giornalisti della Stampa si sono spinti invece fino a casa del presidente della Camera per chiedere lumi, inutilmente:
I vicini di casa rispondono tutti allo stesso modo, sempre poco preciso: «Deve salire, in alto, il nome è scritto sul citofono». Nessuno, invece, sembra conoscere la fantomatica Imma, la presunta collaboratrice domestica che, secondo Le Iene, aiuterebbe in casa la compagna di Fico. Qualcuno, ironico, risponde: «Conosco un Roberto, abita qui ma è mio figlio, fa l’avvocato. Va bene lo stesso?».
Quando finalmente si arriva a casa Fico, al citofono risponde una donna dalla voce gentile, che diventa più dura quando le viene chiesto un commento sulla vicenda della presunta colf che, secondo il programma di Italia 1 sarebbe pagata in nero. «No, non devo commentare niente». Poi, incalzata, la donna tronca la conversazione. Qualcuno che entra nel parco, incuriosito, chiede: «Chi cercate?» «Roberto Fico, lei lo conosce?». «No, mai visto».
La ragazza tra l’altro nel servizio dichiara di essere in servizio (e in regola) in casa della compagna di Roberto Fico da sei anni. E a parlare, secondo la ricostruzione presentata nel servizio delle Iene, è un vicino di casa, non certo una “manina” interna al MoVimento 5 Stelle.
Certo, tutto questo può essere falso e davvero può essersi mossa una “fonte interna” al M5S.
Questo dimostrerebbe che dietro la facciata di unità cova sempre il fuoco del tradimento interno. Un po’ come nella Democrazia Cristiana dei bei tempi.
Libero invece cita l’art. 22 comma 12, del Testo Unico sull’Immigrazione come modificato dall’art.18 della Legge Bossi- Fini (L.30 luglio 2002, n. 189).Tale norma sanziona il comportamento del datore di lavoro che occupa alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno idoneo allo svolgimento di regolare attività lavorativa ovvero il cui permesso sia scaduto e del quale non sia stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato, stabilendo che egli è punito «con l’arresto da tre mesi a un anno e con l’ammenda di euro 5.000 per ogni lavoratore impiegato».
Mentre Paola Mandarini di Assindatcolf ieri sera proprio alle Iene ha spiegato che se il compenso è quello di 500 euro dichiarato dalla stessa Imma nell’intervista “rubata”, ci troviamo al di sotto dei limiti di legge per i collaboratori domestici.
Ieri si diceva che Fico avrebbe parlato dopo la messa in onda del servizio delle Iene, ma dalle parti del presidente della Camera ancora tutto tace.
Intanto la senatrice Paola Nugnes, napoletana e vicina al presidente della Camera, è una delle poche a parlare pubblicamente dei fatti, ma con una tesi già conosciuta: le Iene si muovono per conto di Berlusconi.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
L’EX DIRETTORE DE “LA PADANIA”: “CHIESI IL LICENZIAMENTO DI SALVINI QUANDO SCOPRII CHE FALSIFICAVA I FOGLI DI PRESENZA PER NON PRESENTARSI AL LAVORO”
Gigi Moncalvo è un giornalista di lungo corso, che conosce molto bene la Lega. Dal 2002 al 2004 ha
anche diretto La Padania.
“Quando diressi il giornale della Lega chiesi il licenziamento di Matteo Salvini”.
Perchè?
Perchè falsificava i fogli presenza. Vale a dire che non si presentava al lavoro, ma firmava ugualmente la presenza.
Oggi è un leader politico
Senza dubbio, però a sovranità limitata.
Cioè?
Cioè che non può staccarsi da Berlusconi, neanche se lo volesse. E lo avrebbe potuto fare dopo le consultazioni al Quirinale, dopo la pantomima di Berlusconi al suo fianco. Però non può liberarsene.
Perchè vuol essere il leader di tutto il centrodestra?
No, perchè sono vincolati da un vecchio contratto.
Un contratto? Spieghi.
Siamo nel 2000, alla vigilia delle elezioni. Berlusconi capisce che senza la Lega di Bossi perderebbe ancora, come nel 1996. Allora decide di perdonarlo, anche se non si fida più di lui.
E allora cosa fa?
Porta Bossi da un notaio, in via Abbondio Sangiorgio a Milano, e fa mettere nero su bianco un accordo a tempo indeterminato.
Che prevede cosa?
Che Berlusconi rinuncerà a tutte le cause civili fatte negli anni alla Lega, quando lo insultavano con cose tipo “mafioso” o “piduista”… Borghezio girava con un documento, evidentemente falso, della polizia cantonale del Ticino nel quale si diceva che Berlusconi fosse un trafficante di droga. Secondo: appianare i tanti debiti della Lega, soprattutto quello contratto per la sede faraonica di via Bellerio.
E in cambio Berlusconi cosa chiede?
La proprietà del simbolo della Lega Nord, quello con il guerriero con lo spadone, vale a dire Alberto da Giussano. Con questo atto notarile la Lega non potrà più presentarsi col suo marchio alle elezioni politiche senza allearsi con Forza Italia. E infatti da allora non sono mai andati alle elezioni separati.
Un atto firmato da Bossi, forse non vale più
No, vale ancora, perchè a firmarlo non furono i privati cittadini Berlusconi e Bossi, ma le due entità giuridiche che rappresentavano, ossia il presidente pro-tempore di Forza Italia e il segretario pro-tempore della Lega Nord.
Come facciamo a sapere se quel documento esiste davvero o no?
Ci sono tante testimonianze, la più significativa è quella dell’eurodeputato Francesco Speroni che raccontò a Radio Radicale, qualche anno fa, dell’esistenza di questo documento. Poi c’è un documento dell’ex tesoriere di Forza Italia, Giovanni Dell’Elce, che scrive, su carta intestata di Forza Italia, alla Banca di Roma, allora guidata da Geronzi, per concedere una fideiussione di 2 miliardi di vecchie lire alla Lega Nord. Di questo ne scrisse anche Mario Calabresi su Repubblica anni fa, prima di dirigerla.
Berlusconi spese tutti questi soldi solo per un marchio?
Lui è uomo di marketing, sa quanto valgono. Pensa che quando scelse “Forza Italia” esisteva già , era di una trasmissione di Odeon Tv condotta da Maurizio Mosca, Walter Zenga e Fabio Fazio. Bene, per avere il marchio assunse Maurizio Mosca a Mediaset, perchè il marchio “Forza Italia” l’aveva depositato lui.
Torniamo all’accordo.
Sì, una volta firmato arriva il risvolto comico: natale del 2000, Berlusconi con famiglia invita ad Arcore Bossi con famiglia. Perchè? Per fare un giuramento solenne tra le due famiglie. Una sorta di rito per sancire l’accordo raggiunto. Me lo raccontò Bossi.
Ma poi Salvini lo ha un po’ cambiato quel marchio
Non c’entra, se vuole usare Alberto da Giussano deve rispettare quel contratto. Altrimenti è plagio, punto. E comunque è noto che negli ultimi giorni sono accadute delle cose importanti che rinsaldano l’asse tra Berlusconi e Salvini.
Quali?
Due giorni fa la Rai annuncia che la prossima conduttrice del programma di Antonella Clerici La prova del cuoco sarà la fidanzata di Matteo Salvini, Elisa Isoardi. Per me questo non è un fatto di poco conto.
Cose più concrete
Quando giorni fa Di Maio denunciava il fatto che Salvini fosse continuamente attaccato dai programmi giornalistici di Mediaset diceva il vero. Ora non accade più.
Dunque anche se Salvini dovesse trionfare in Friuli non cambierà niente con Berlusconi?
No, perchè non può. E alle elezioni anticipate andranno ancora insieme.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
argomento: Berlusconi | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
IL REGGENTE DEL PD HA ACCETTATO DI FARLO SAPENDO CHE ERA UNO SCHERZO PER VEDERE CHE EFFETTO FACEVA
Come una capsula del tempo tutto è ritornato dove l’avevamo lasciato.
Matteo Renzi è lì che illustra in tv le sue riforme costituzionali, Di Maio pensa a come fargliela pagare, Silvio Berlusconi a come tenersi a galla, Matteo Salvini a come comandare.
Due sole ma rispettabili novità dopo il voto del 4 marzo.
Elisa Isoardi si è aggiudicata la conduzione de La prova del cuoco, e il Nord padano è in festa per il giusto riconoscimento alla fermezza con cui la Lega ha condotto la battaglia “Prima Elisa e poi tutti gli altri”.
Maurizio Martina conquista invece il premio “Cuore d’oro”: ha accettato di far finta di essere il segretario reggente del Pd sapendo che era uno scherzetto per vedere che effetto faceva.
(da “il Fatto Quotidiano”)
argomento: Costume | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
IL MAIL BOMBING DI RITORNO DOPO LO SPAM DI BRUNETTA: COME I BAMBINI
L’iniziativa è spontanea ed è nata dopo un post su Facebook del deputato M5S Stefano Buffagni in
cui augurava a RenatoBrunetta di «trovarsi un’occupazione, così potrà lavorare davvero e smettere di mandare comunicati stampa a nastro».
Questo perchè il parlamentare di Forza Italia inviava ripetutamente email ai parlamentari (tutti, quindi anche quelli M5S) con le sue dichiarazioni.
E allora, racconta oggi Federico Capurso sulla Stampa, è partita la guerra:
L’operazione, nel gergo del web, viene definita «mail-bombing» e consiste nell’invio di un enorme numero di e-mail a un preciso indirizzo di posta elettronica, con l’obiettivo di intasarlo fino a renderlo inutilizzabile.
«È l’unico modo che abbiamo per difenderci», spiega il giovane deputato M5S Giovanni Currò, «perchè al nostro indirizzo di posta istituzionale, fornito dalla Camera, ci arrivano tre o quattro e-mail di Brunetta al giorno, tutti i giorni», racconta. «Noi però quell’indirizzo lo usiamo per ricevere segnalazioni dai cittadini sui problemi del nostro territorio di provenienza. E così, anche per colpa di Brunetta, rischiamo di non vederli».
Sono molti i parlamentari, per la verità , che adoperano l’indirizzo e-mail allo stesso modo dell’ex capogruppo di Forza Italia.
A far finire Brunetta nel mirino dei Cinque Stelle, però, «è stata la sua costanza — sostengono i pentastellati — con l’aggravante, poi, di inviarci spesso comunicati in cui insulta proprio il Movimento. Gli abbiamo chiesto di smetterla, ma le email continuano a arrivare».
Danno e beffa a cui i parlamentari M5S hanno reagito mettendo nella loro controffensiva un pizzico di goliardia.
Perchè, secondo le istruzioni che circolano, ogni e-mail ricevuta da Brunetta deve essere rispedita al mittente, con tutto il suo contenuto.
Così il deputato di Fi, o più ragionevolmente il suo malcapitato collaboratore, viene tempestato dalla sua stessa e-mail, moltiplicata per quanti tra i Cinque Stelle aderiscono al bombardamento.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Brunetta | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
ATTIVISTI CONTESTANO LA CANDIDATURA DI FABIO DE NICOLA
Il 10 giugno prossimo i cittadini di Anzio andranno al voto per il rinnovo del consiglio comunale ed eleggere il sindaco. Il MoVimento 5 Stelle ha candidato Rita Pollastrini che l’ha spuntata sul consigliere comunale uscente Cristoforo Tontini e sull’ex assessore di Nettuno Stefano Pompozzi.
Ad incoronare la Pollastrini è stata la certificazione della lista da parte dello Staff del Blog delle Stelle. Niente da fare per le altre due, una delle quali (quella di Tontini) espressione di un MeetUp rivale rispetto a quello della candidata sindaca del M5S.
Ad Anzio da anni si fronteggiano due MeetUp, uno è quello “originale” dei Grilli di Anzio/Cittadini fondato nel 2012 ed ora saldamente in mano al gruppo che sostiene la Pollastrini.
L’altro è quello denominato “Il nostro lavoro per Anzio” composto da coloro che hanno continuato a seguire la linea del consigliere Tontini, attivisti che spiegano di essere stati estromessi dal MeetUp dei Grilli.
Il regolamento del MoVimento 5 Stelle non vieta la presenza, in una stessa città , di più MeetUp. L’unica condizione è che al momento può essere certificata una sola lista.
A spuntarla è stata quella della Pollastrini, storica attivista pentastellata di Anzio. Ma la certificazione non ha placato i malumori, anzi, in un post pubblicato sulla pagina del meetup di Tontini si parla apertamente di “truffatori” (termine poi cancellato in un edit successivo) e si chiede al M5S di ritirare il simbolo alla lista dei Grilli. Vengono a galla vecchi rancori (la Pollastrini ha sempre duramente criticato l’operato del portavoce Tontini) e si fa riferimento alla presenza di una “cordata” che avrebbe sponsorizzato la candidatura di Pollastrini.
Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ad alcuni big del MoVimento che hanno come punto di riferimento il meetup dei Grilli di Anzio.
I loro nomi? A quanto è dato di sapere si tratta della consigliera regionale Valentina Corrado. La Corrado è originaria di Pomezia ma non è mistero che consideri da sempre il territorio dei comuni di Pomezia, Anzio e Nettuno come un “quadrante” di sua competenza.
Il meetup dei “dissidenti” (anche se loro non si considerano tali) ha denunciato in passato come durante la campagna per il referendum sulla riforma costituzionale — in spregio al regolamento che prevedeva che ogni evento cui prendevano parte i portavoce dovesse essere organizzato in accordo con i meetup locali — la Corrado abbia preso parte ad un’iniziativa organizzata unicamente dai Grilli di Anzio.à
Anche la senatrice Elena Fattori (residente a Genzano) è accreditata dai quotidiano locali come una delle sostenitrici del meeutp della Pollastrini.
Il sospetto dello zampino della Corrado (che ad inizio aprile ha incontrato assieme alla Fattori e al deputato Marco Bella una delegazione delle liste del litorale romano) sembra essere confermata anche da una risposta rilasciata dai “Grilli” dove si afferma che nelle scelte della certificazione vengono coinvolti i portavoce di riferimento. Un’anomalia rispetto al regolamento che prevede che ad certificare la lista sia “lo Staff”.
Ma i guai della candidata sindaca del M5S non finiscono qui.
Mentre Tontini, deluso, ha annunciato di voler abbandonare il M5S, vengono alla luce i nomi dei candidati consiglieri messi in lista dal MoVimento per le amministrative di giugno.
Una lista che — sottolineano i Grilli — non è ancora quella definitiva visto che c’è tempo fino al 10 maggio per presentarla e fare eventuali correzioni.
Nel frattempo il meetup dei dissidenti fa notare come il capolista Alessio Guain non si possa candidare perchè già candidato alle parlamentarie.
Il regolamento delle parlamentarie specifica al punto p dell’articolo 6 che il candidato alle parlamentarie “non dovrà risultare candidato per altre consultazioni elettorali a qualsiasi livello che si terranno nel 2018”. Non è chiaro se è da intendersi nel senso che la candidatura alle parlamentarie preclude qualsiasi altra candidatura oppure se l’essere già candidati ad altre consultazioni prima delle parlamentarie escluda la possibilità di partecipare alle parlamentarie. Se fosse il secondo caso allora Guain potrebbe probabilmente partecipare alle elezioni comunali.
Diverso è il caso di Fabio De Nicola, già presente tra i relatori di un convegno sui vaccini cui presero parte la Fattori, la Corrado e Guido Silvestri.
De Nicola viene definito “attivista della prima ora” ma nel 2013 era candidato alla Camera dei Deputato per la Lega Nord. Su questo punto il regolamento parla chiaro. Il M5S non vieta a chi ha avuto precedenti esperienze politiche di partecipare attivamente o di candidarsi.
Ad eccezione di coloro che sono stati candidati “in liste che si sono candidate contro liste che si sono presentate sotto il simbolo “MoVimento 5 Stelle” nelle elezioni a vario livello che sono state svolte dal 2009 ad oggi”.
Per De Nicola non sembra quindi esserci molta speranza, a meno che “qualcuno” non decida che nel suo caso si può derogare alle regole del MoVimento 5 Stelle. E non sarebbe certo la prima regola ad essere derogata. Ma come diceva Gianroberto Casaleggio — e come ricordano già alcuni attivisti — “ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”. Difficile però che lo Staff decida di revocare la certificazione per la lista della Pollastrini, in quel caso il M5S rischierebbe di non avere nessun candidato ad Anzio, e dopo il pasticcio di Pomezia e la fuoriuscita di Fucci è un lusso che non si può permettere.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
ITALIA SEMPRE MAGLIA NERA IN EUROPA
Dopo quattro anni il programma Garanzia Giovani porta al lavoro un iscritto su cinque. 
Il programma europeo rivolto all’universo dei Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano, tra i 15 e i 29 anni, arriverà a breve al quarto giro di boa rispetto all’apertura del portale nazionale — nel 2014 — che consente di iscriversi al Piano e provare così a uscire dai margini del mercato del lavoro.
Ma il bilancio dell’Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive, tracciato nel rapporto che Il Sole 24 Ore racconta oggi, parla di oltre un milione e mezzo di iscrizioni (al 31 dicembre 2017) che scendono però a 1,3 milioni se si considerano le cancellazioni.
I “presi in carico” — i giovani che sono stati ricontattati dai servizi per l’impiego — sono ancora di meno, poco più di un milione.
Di questi 547mila sono stati avviati a un intervento di politica attiva e 226mila sui 472mila che hanno concluso il percorso hanno poi trovato un posto di lavoro.
Un lavoro che in quasi un caso su tre (30,5%) è a tempo indeterminato, nel 41% coincide con l’apprendistato, mentre il resto si divide tra tempo determinato (25%) e altre forme residuali (come job on call e contratti di collaborazione).
La maggior parte dei registrati al programma si è persa per strada, visto che su un totale di 1,3 milioni, coloro che hanno con cluso il percorso sono stati, come detto in precedenza, meno di 500mila e chi ha trovato un’occupazione rappresenta il 17,5% dei registrati, quasi uno su cinque.Il rapporto dell’Anpal evidenzia comunque che nel periodo di osservazione il 69,2% dei giovani che ha portato a termine una misura ha avuto una o più esperienze di lavoro che poi si sono, in alcuni casi, interrotte.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Lavoro | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
C’E’ UNA CONCENTRAZIONE DI MICROPLASTICHE TRA LE PIU’ ALTE D’ITALIA: “PROSSIMO PASSO SARA’ VIETARE LE BOTTIGLIE E I CONTENITORI DI POLISTIROLO”
Il Cnr di Genova denuncia che nelle acque delle Isole Tremiti c’è una concentrazione di microplastiche fra le più alte d’Italia. E il sindaco dell’area protetta, Antonio Fentini, decide di metterle al bando.
Dal 1 maggio residenti, turisti e commercianti delle Diomedee non potranno più utilizzare le stoviglie di plastica. Al loro posto potranno essere usati solo contenitori biodegradabili. Ai trasgressori, sanzioni che vanno dai 50 ai 500 euro.
L’ordinanza di Fentini è arrivata dopo che una settimana fa l’Istituto di scienze marine del Cnr di Genova, l’Università Politecnica delle Marche e Greenpeace Italia avevano pubblicato una ricerca sulla presenza di microplastiche nelle acque superficiali dei mari italiani. Dai risultati era emerso che le aree più inquinate sono quelle di Portici e delle Tremiti, con livelli comparabili a quelli “presenti nei vortici oceanici del nord Pacifico”, le cosiddette “zuppe di plastica“.
In particolare, nelle isole a largo di Foggia sono stati ritrovati 2,2 frammenti per metro cubo. “Come nuotare in mezzo a 5.500 pezzi di plastica”, avevano spiegato i ricercatori.
“Stiamo vedendo il nostro mare ucciso giorno dopo giorno dall’uomo e dovevamo fare qualcosa subito”, ha dichiarato a Repubblica il primo cittadino delle Isole Tremiti, una riserva naturale marina dove vivono poco più di 500 abitanti.
“Il prossimo passo sarà vietare le bottiglie di plastica e i contenitori di polistirolo, quelli che usano i pescatori per trasportare il pesce e che si ritrovano spesso in mare. Rivolgo un appello a tutti i sindaci delle isole e dei Comuni italiani che si affacciano sul mare a fare lo stesso”, continua Fentini. “Cerchiamo tutti insieme di fare del bene al nostro Pianeta“.
(da “La Stampa”)
argomento: Ambiente | Commenta »
Aprile 30th, 2018 Riccardo Fucile
AFFLUENZA CROLLA DAL 75,1% DI MARZO AL 49,7%… FEDRIGA VINCE CON IL 56%, SI RAFFORZA LA LEGA, SALGONO DI POCO FORZA ITALIA, FDI E PD, CROLLA IL M5S CHE DAL 24,6% SCENDE AL 12,6% DEL CANDIDATO E AL 7,7% COME LISTA
È iniziato alle 8 lo spoglio delle schede elettorali per le regionali in Friuli Venezia Giulia. 
Dai risultati di oltre il 60 per cento delle sezioni, il candidato del centrodestra, il leghista Massimiliano Fedriga, vola verso la vittoria.
Crollo del M5s che paga il fatto di non essere riuscito a formare un governo dopo 56 giorni dalle politiche del 4 marzo.
L’affluenza alle urne definitiva delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia è stata del 49,65%. Hanno votato 549.806 elettori su 1.107.415 aventi diritto. Alle politiche aveva votato il 75,1% .
Le percentuali dei cadidati danno Fedriga al 56%, Bolzonello (centrosinistra) al 28,2%, Morgera (M5S) al 12,6%, Cecotti (autonomista) al 3,2%.
Ma vediamo che succede tra i partiti.
La Lega passa dal 25,8% delle politiche di marzo al 34%, Forza Italia dal 10,7% al 12%, Fdi dal 5,3% al 5,8%.
Il Pd passa dal 18,7% al 19,4% più un 4,2% della lista civica a sostegno.
Il M5S scende invece dal 24,6% delle politiche al 7,7%
(da agenzie)
argomento: elezioni | Commenta »