Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
REO CONFESSO DI AVER PROGETTATO DI ASSASSINARE A COLTELLATE LA DEPUTATA ROSIE COOPER … NEI PAESI CIVILI IL POSTO DEI RAZZISTI E’ LA GALERA
Tutti gli esperti di intelligence lo sanno anche se è una verità che non fa comodo a molti: i rischi per l’Europa e non solo vengono molto più dall’estrema destra che dallo stesso Isis, che pure continua ad essere una seria minaccia.
Condanna all’ergastolo per un giovane simpatizzante neonazista britannico, Jack Renshaw, 23 anni, reo confesso di aver progettato di uccidere a coltellate nel 2017 la deputata laburista Rosie Cooper.
Renshav dovrà trascorrere almeno 20 anni di reclusione effettiva prima di poter chiedere la libertà vigilata, secondo la sentenza pronunciata dalla giudice Maura McGowan della corte londinese di Old Bailey.
Originario di Skelmersdale, nella regione inglese del Lancashire, collegio elettorale della Cooper, il 23enne – avvicinatosi a idee e gruppuscoli di ultradestra dall’adolescenza – è stato riconosciuto colpevole di aver acquistato un coltello lungo 48 centimetri con l’intenzione di uccidere la deputata e di aver poi annunciato i suoi piani in un pub agli amici, salvo essere denunciato da uno di loro.
Nonchè di aver minacciato di morte una detective della polizia locale, Victoria Henderson, che indagava su di lui.
La giudice McGowan lo ha additato come una minaccia «al sistema della nostra democrazia», mentre ha elogiato «la dignità e il coraggio» delle sue potenziali vittime.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
SOLO UN PRIMO ESAME PER I DECRETI BRANDITI DA LEGA E M5S PER LA LORO PROPAGANDA ELETTORALE
“Non sia un Consiglio dei ministri vuoto, si approvi il dl famiglia”, dicono fonti 5 stelle. “Oggi spero di portare a casa il decreto sicurezza”, risponde Matteo Salvini. Giuseppe Conte butta la palla in calcio d’angolo, e nell’elegante carta intestata di Palazzo Chigi accanto ai due provvedimenti compaiono le paroline che li disinnescano: “Inizio dell’esame”.
Gli uomini vicino al presidente sono convinti: non si approverà nessuno dei due provvedimenti. E sottolineano come la dicitura che li accompagna nell’ordine del giorno non sia messa lì a caso.
La giornata è del tutto caotica, come il meteo romano che alterna acquazzoni e squarci di fulgido sole. L’onda lunga delle tensioni del caso Siri e il braccio di ferro sulla Sea Watch3 si scaricano con violenza sul Cdm.
Sin dalla mattina la situazione è fluida al limite della liquefazione. Alla fine matura una decisione bizzarra: una riunione in due step.
Una prima convocazione alle 16, perchè c’è il bilancio di previsione del Piemonte in scadenza e si sta sul filo dei minuti.
Poi una sospensione e una seconda riunione serale, dove i gialli e i verdi si scontreranno a suon di bozze di decreti. Il tutto stabilito da un ordine del giorno comunicato nemmeno un’ora prima anche agli stessi interessati, i ministri, con il premier comunque assente alla prima tranche perchè a Norcia nelle zone terremotate.
Due armi di propaganda gettate nel fiume dell’ultima settimana di campagna elettorale. Salvini vorrebbe incassare il sì a un pieno controllo della catena di comando dell’immigrazione, e proverà a forzare la mano nonostante la contrarietà del M5s (e la preoccupazione del Colle).
Di Maio risponde con il decreto natalità , tirato fuori in fretta e furia più come arma di interdizione nei confronti dell’alleato che come reale volontà di approvarlo rapidamente (“Occorreva lavorarci di più, così è incompleto”, spiega una fonte che ha seguito il dossier).
Come se non bastasse la riunione serale diventa anche una sorta di camera di compensazione sul ruolo di Conte, duramente attaccato in mattinata da Giancarlo Giorgetti (“I 5 stelle ci fanno opposizione, e lui non è imparziale”), al quale il premier ha risposto altrettanto a muso duro (“Gravissimo mettere in discussione la mia imparzialità ”).
Nel flusso ininterrotto di polemiche, accuse e veleni reciproci, la fotografia della situazione è dello stesso Giorgetti. Che nell’intervista concessa alla Stampa era facile profeta in patria: “Non riusciamo nemmeno più a fare un ordine del giorno”.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
UN PROFUGO SU CINQUE IMBARCATI MUORE AFFOGATO… I MORTI SONO 402 PER UNHCR, 307 PER L’OIM.. MA POTREBBERO IN REALTA’ ESSERE MOLTI DI PIU’ PERCHE’ SONO STATI FATTI SPARIRE I TESTIMONI CHE PRIMA MONITORAVANO LE COSTE DELLA LIBIA
Due per Salvini, 402 per l’Unhcr, 307 per l’Oim.
Basterebbe questa discrasia tra cifre a capire che i morti in mare nel Mediterraneo sono un numero imprecisato. Semplicemente perche’ non si possono contare con i corpi recuperati.
Nel mare senza soccorsi e senza occhi ormai da mesi, i gommoni e i barconi vanno giu’ molto spesso senza testimoni e nessuno sa quanti scompaiono.
L’unica indicazione e’ quella che arriva dagli eventuali superstiti dei naufragi, gli unici in grado di dire quanti erano a bordo delle imbarcazioni affondate.
Messo all’angolo dallo sbarco dei migranti della Sea Watch a Lampedusa nonostante il suo divieto, il ministro dell’Interno prova a rilanciare gli unici numeri che “danno ragione al Salvini buon cristiano” dice, e che gli servono per giustificare la sua politica e ripete il solito ritornello:” Meno sbarchi, meno morti, meno dispersi nel Mediterraneo.
I dati aggiornati a maggio registrano due cadaveri recuperati in mare nello specchio acqueo del Mediterraneo centrale.
Le stime dell’Unhcr contano nello stesso periodo, 402 persone tra dispersi e morti”. E poi fa il confronto con gli anni precedenti:” Nel 2015 i cadaveri recuperati furono 296 a fronte di una stima di 3771; nel 2016 furono 390 contro 5096 stimati; nel 2017, 210 contro 3139 e nel 2028 sono stati recuperati 23 corpi a fronte di una stima di 2277 scomparsi”.
Una lettura quella del ministro dell’Interno che contrasta con quella delle agenzie dell’Onu, Oim e Unhcr, che da mesi sottolineano come la rotta dalla Libia sia diventata sempre piu’ pericolosa proprio per la mancanza di soccorsi e che il rapporto tra le vittime e le persone partite e’ in netto aumento (muore uno su cinque di quelli che tentano la traversata).
“Meno partenze dalla Libia ma le morti nel Mediterraneo centrale nel 2019 ( 307) sono quasi uguali al 2018 (333) – ha twittato solo pochi giorni fa il portavoce di Oim Italia Flavio Di Giacomo – E’ chiaro che attraversare il Mediterraneo e’ ora piu’ pericoloso che mai e salvare vite in mare ( e portare i migranti in un porto sicuro, non in Libia) dovre
bbe essere la priorita’ numero uno”.
(da “La Repubblica“)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
TUTTE LE NORME INCOSTITUZIONALI: LE MULTE ALLE NAVI, LE COMPETENZE SOTTRATTE AD ALTRI MINISTERI, LA CHIUSURA DEI PORTI… VIOLA LA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DEL MARE… PENE ASSURDE PER CHI PARTECIPA A CORTEI O SI PROTEGGE DALLE MANGANELLATE DELLA POLIZIA
Il decreto sicurezza bis che Matteo Salvini ha mandato alla stampa in piena campagna elettorale prima che venisse presentato in consiglio dei ministri è un compendio delle ossessioni del ministro, dice oggi Marco Palombi sul Fatto: prevede multe da 3.500 a 5.500 euro per ogni migrante irregolare salvato in acque internazionali e portato in Italia se non si è esplicitamente autorizzati, trasferisce al Viminale il potere di vietare porti e acque interne, oggi di competenza dei Trasporti e quello di intervenire sull’esecuzione delle sentenze, che spetta alla Giustizia, esclude la “lieve entità ” per i reati di resistenza, minaccia, violenza e addirittura oltraggio a pubblico ufficiale e dà fino a un anno di carcere per i cortei non autorizzati, fino a 3 anni per chi indossa caschi e scudi di protezione in un corteo.
Per questo, spiega il Fatto, è palesemente incostituzionale, cominciando dalle famose multe:
Qui ci sono vari problemi: il testo è generico (“migranti” in senso tecnico-giuridico non vuol dire nulla) e non è chiaro nemmeno se la previsione riguardi solo le navi italiane o anche le altre e, in questo caso, come si possa far multe a barche straniere per fatti commessi fuori dall’Italia.
In generale, peraltro, se l’operazione è di “soccorso” (il termine usato nel decreto) integra lo “stato di necessità ”, il che (per legge) esclude la sanzione.
Senza contare che il testo confligge in maniera irragionevole col Testo unico sull’immigrazione che già punisce “il trasporto di stranieri in posizione irregolare”.
I profili di incostituzionalità sono plurimi: il più evidente è che la multa è elevata per non aver obbedito all’ordine di un’autorità amministrativa, anche se quello confligge con fonti sovraordinate com’è, ad esempio, la Convenzione Onu sul diritto del mare (che prevede l’obbligo di salvare chiunque sia in difficoltà e di sbarcarlo in un porto sicuro).
Poi c’è la questione dei porti, sollevata per sottrarre potere alle Infrastrutture (Toninelli) e “chiudere i porti” definitivamente: “come dimostra il caso della nave Diciotti, però, anche chiudere — o far finta di chiudere — un porto non può avvenire ignorando le leggi e il diritto internazionale”.
E fa fare a Salvini figuracce come quella di ieri in tv da Giletti.
Infine c’è la stretta sul dissenso: il testo trasforma una serie di comportamenti finora puniti come contravvenzione in delitti: nel testo salviniano volano fino a 12 mesi di galera pure per i promotori di cortei in cui qualcuno compia i reati di devastazione e danneggiamento o per chi partecipa a un corteo non autorizzato.
Di più: si arriva al paradosso che diventa“delitto”usare caschi o altri mezzi per non farsi riconoscere, ma solo durante una manifestazione: se succede altrove resta contravvenzione.
Un altro articolo esclude a priori — Dio solo sa perchè — il fatto che i reati di violenza, minaccia o oltraggio a pubblico ufficiale possano essere “non punibili per la lieve entità del fatto”: come dicono i tecnici, viola “il principio di eguaglianza-ragionevolezza” e, soprattutto, si rischiano 36 mesi per aver detto “sciocchino” a un poliziotto.
Il paradosso finale riguarda due “nuovi” reati: non solo il lancio di “cose, razzi, bengala (…)”e tutto quel che si può lanciare costerà fino a 3 anni di carcere, ma persino chi “utilizza scudi o altri oggetti protezione passiva”per fermare o ostacolare un pubblico ufficiale.
In sostanza, non sarà più possibile fare un sit-in o bloccare uno sgombero tentando di proteggersi dalle manganellate: sempre che qualcuno riesca a spiegare in tribunale il “principio di offensività ” di un tentativo di difesa.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
CRESCE LA TENSIONE NEL GOVERNO PER IL CDM DI STASERA
Dopo una lunga e snervante attesa, la convocazione ufficiale del consiglio dei ministri è arrivata. La riunione si terrà alle 20.30 e si preannuncia molto tesa, dopo le parole di rabbia di Matteo Salvini per lo sbarco in diretta tv dei migranti dalla Sea Watch a Lampedusa.
E dopo l’accusa di parteggiare per il M5s rivolta, in un’intervista alla Stampa, dal sottosegretario e numero due della Lega Giancarlo Giorgetti al premier Giuseppe Conte. Che risponde: “Grave mettere in dubbio la mia imparzialità “.
Il ministro dell’Interno tiene dunque il punto su migranti e decreto Sicurezza bis, da portare in consiglio dei ministri, sebbene solo per un “esame preliminare”.
Quest’ultimo provvedimento conterrà “aggravanti per chi aggredisce i poliziotti”, dice il leader leghista rifacendosi agli scontri di ieri sera a Firenze durante una protesta contro di lui.
Ma anche norme contro la violenza negli stadi e “contro gli scafisti”, anticipa ancora il vicepremier leghista.
Provocazioni alle quali Luigi Di Maio risponde: “Sta emergendo una verità : la Lega va nel pallone, perchè non ha più argomenti. Ormai sono un disco rotto, monotematici, parlano solo di migranti e quando non sanno che dire la sparano. Mi auguro che dopo il 26 maggio tornino normali”.
“Nel governo volano stracci – attacca la vicesegretaria del Pd Paola De Micheli – sono uniti solo dalle poltrone. A questo punto il presidente Conte non perda altro tempo: se non dovessero esserci più le condizioni per proseguire, essendo ormai giunti al capolinea, ne tragga le conseguenze e salga al Quirinale”.
Cdm confermato dunque, mentre in questa ultima settimana di campagna elettorale, per consentire a tutti i parlamentari di partecipare alle varie iniziative sul territorio, resteranno chiusi sia la Camera che il Senato
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
SOVRANISTI IN PREDA A DELIRIO DI ONNIPOTENZA: NON SI E’ MAI VISTO UN PARTITO DI OPPOSIZIONE CHE ANNUNCIA ACCORDI CHE NON PUO’ SOTTOSCRIVERE PERCHE’ NON DECIDE UNA MAZZA
Forse durante la notte tra domenica e lunedì deve esser successo qualcosa: il governo è caduto, Lega e Movimento 5 Stelle hanno optato per il divorzio e Sergio Mattarella ha affidato il nuovo incarico a una maggioranza formata dal Carroccio e da Fratelli d’Italia, con tanto di nuovi ministri.
Troppi eventi da circoscrivere in una sola lunga notte, ma dalle parole di Giorgia Meloni sembra proprio che FdI sia passata a essere una forza di governo e non un più un partito di opposizione.
Intervenuta a UnoMattina (su Rai1) ha parlato di accordi sul blocco navale vecchio sogno elettorale anche di Matteo Salvini() trovati con altri Paesi, come se fosse lei fosse un ministro.
«Il tema chiudere i porti non risolve la questione. Il problema non si risolve se non si attiva il blocco navale con la Libia, il punto è impedire che i barconi partano dall’Africa — ha detto Giorgia Meloni a UnoMattina parlando del tema dei migranti e dell’ultimo caso Sea Watch -. Ho già la disponibilità di Ungheria e Polonia per attivare il blocco navale, ho parlato con Orban e KaczyÅ„ski».
Viktor Orban e JarosÅ‚aw Aleksander KaczyÅ„ski sono rispettivamente il presidente dell’Ungheria e della Polonia. Due personalità tipicamente sovraniste che — tra le altre cose — non hanno mai appoggiato (o difeso) l’Italia quando l’Europa ha minacciato procedure di infrazione o redarguito le politiche del governo Lega-M5S.
Anzi, in più occasioni hanno tenuto a sottolineare come non ci sia alcuna intenzione di pagare i debiti del Bel Paese. Ma questo è un discorso secondario e già affrontato in passato, al netto dei proclami elettorali.
Giorgia Meloni, infatti, parla di questi accordi con Orban e KaczyÅ„ski. Come se lei fosse un ministro o avesse il potere e le possibilità di siglare intese su temi come il blocco navale.
In realtà , Fratelli d’Italia resta (ancora) un partito di opposizione, in attesa di capire quale sarà il futuro della maggioranza Lega-M5S.
Non si è mai visto un Paese in cui ad annunciare accordi sia un partito di opposizione, ma in clima elettorale tutto è consentito e tutto è lecito. Anche far credere di avere un potere che non si ha e non si può avere.
(da “NextQuotidiano”)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
MONS. MOGAVERO: “NON POSSIAMO PIU’ PERMETTERE CHE SI APPROPRI DEI SEGNI SACRI DELLA NOSTRA FEDE PER SMERCIARE LE PROPRIE VEDUTE DISUMANE E OPPOSTE AL MESSAGGIO EVANGELICO”
“Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un ministro sempre più arrogante”.
Così il vescovo di Mazara del Vallo, Domenico Mogavero, dopo che Salvini ha esibito il rosario a un comizio.
“Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con lui non può dirsi cristiano perchè ha rinnegato il comandamento dell’amore” ha concluso Mogavero che stamane partecipa all’assemblea dei vescovi italiani a Roma.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
CARDINAL BAGNASCO: “SIAMO TUTTI CON PAPA FRANCESCO, L’ACCOGLIENZA E’ UN VALORE IRRINUNCIABILE DEL VANGELO”
Lo fanno notare, in Vaticano, a chi chiede di misurare il polso della situazione all’indomani delle parole di Matteo Salvini dal palco di Milano, quando — dopo aver baciato il rosario e dopo aver affidato se stesso al Cuore Immacolato di Maria — sono arrivati i fischi di contestazione per Papa Francesco.
Nessuno, tra i politici italiani, si era spinto così in là . Nessuno, durante la campagna elettorale, aveva attaccato così frontalmente il pontefice regnante.
«Nemmeno il Partito Comunista nel 1948 attaccava il Papa» — fanno notare al quotidiano Il Messaggero, che riporta alcuni umori sondati dall’altra parte del Tevere. Le parole di Matteo Salvini, il rosario, il bacio, chiamare la Madonna a testimone della sua campagna elettorale sono tutte cose che non sono affatto piaciute in Vaticano. Tanto da far scaturire una risposta indiretta nel corso del Regina Coeli di ieri da parte di Papa Francesco.
«Tutti abbiamo delle persone che non vanno d’accordo con noi — ha detto Bergoglio nell’appuntamento di mezzogiorno con i fedeli in piazza San Pietro -, che stanno dall’altra parte. Oppure, qualcuno ha addirittura gente che gli ha fatto del male. Sono capace di perdonarlo?».
Il cardinale Bagnasco rimprovera: «L’accoglienza e l’integrazione sono valori irrinunciabili del vangelo. Non hanno nessun colore. Ringraziamo il Santo Padre per le sue indicazioni umane e pastorali. Noi stiamo tutti con lui».
Anche la stampa cattolica si scaglia contro i gesti di Matteo Salvini.
Il leader della Lega sembra davvero aver superato il segno con questo nuovo ‘voto’ alla Madonna e con questo attacco più o meno frontale al pontefice.
(da agenzie)
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Maggio 20th, 2019 Riccardo Fucile
L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DEL COMANDANTE E’ UN ATTO A TUTELA DELL’INDAGATO, NON UNA CONDANNA… PERMETTE, COME IL SEQUESTRO “PROBATORIO” DELLA NAVE, DI FARE CHIAREZZA SUI FATTI, GARANTENDO I DIRITTI DELLA DIFESA
La Procura di Agrigento ha iscritto sul registro degli indagati, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il comandante della nave Sea Watch 3: Arturo Centore.
Il provvedimento è stato notificato dalla Guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave della Ong.
Il provvedimento è stato notificato a Centore che è stato convocato per domani, alle 12, in Procura ad Agrigento per essere interrogato dal procuratore aggiunto Salvatore Vella che, insieme al capo dell’ ufficio Luigi Patronaggio e al pm Alessandra Russo, sta coordinando l’indagine.
Centore, che ha nominato come difensori gli avvocati Leonardo Marino e Alessandro Gamberini, è il primo e finora unico indagato dell’inchiesta che era stata aperta, in un primo momento, contro ignoti ed è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Con buona pace di Salvini si tratta di un atto dovuto, come il sequestro “probatorio” della Sea Watch, per permettere alla magistratura di effettuare i dovuti accertamenti sul salvataggio dei migranti ed accertare eventuali rresponsabilità .
Anche per il caso Mare Ionio stessa prassi e poi la procura di Catania ha archiviato il fascicolo riconoscendo il perfetto comportamento del comandante.
Quindi Salvini si dedichi ai rimpatri, cercando di pareggiare almeno quelli che faceva Minniti, visto che finora ne effettua solo 15 al giorno contro i 18 del suo predecessore.
(da agenzie)
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