Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
SI INDAGA SULLE MINACCE RICEVUTE DAL GIORNALISTA DA PARTE DELLA SCORTA DI SALVINI, ANCHE LA PROCURA APRE UN FASCICOLO
Il reporter Valerio Lo Muzio è stato convocato dalla Digos. Mentre la procura di Ravenna ha avviato gli accertamenti sulla vicenda della moto d’acqua e del figlio del ministro dell’Interno Matteo Salvini, finalmente arriva la richiesta di testimonianza al giornalista:
Dopo gli insulti e le minacce a Lo Muzio («Sappiamo dove abiti», gli ha detto, tra l’altro, un uomo della scorta di Salvini), il capo della Polizia Franco Gabrielli ha chiesto al questore di Ravenna Eugenio Rosario Russo di fare i dovuti accertamenti. Ma soprattutto ha assicurato che non ci saranno sconti nei confronti di chi ha provato a impedire a un giornalista di fare il suo lavoro.
È questo, infatti, l’aspetto più grave della vicenda. La Digos di Ravenna ha convocato il cronista. L’appuntamento è per lunedì mattina alle 10.30. I dirigenti gli hanno chiesto un incontro per comprendere bene la dinamica dei fatti, come sono andate le cose e valutare così come andare avanti nell’inchiesta. La procura aspetta una relazione completa da parte delle divise prima di decidere, a sua volta, se e come muoversi.
Intanto la questura di Ravenna sta istruendo un “procedimento amministrativo” attraverso il quale dovrà verificare il comportamento dei poliziotti tenuto sulla spiaggia di Milano Marittima.
In particolare l’inchiesta interna condotta dal questore Rosario Eugenio Russo, servirà a capire se vi siano stati dei comportamenti illegittimi da parte dell’agente che ha fatto salire il figlio del ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla moto d’acqua di servizio.
E se vi siano state irregolarità da parte dei poliziotti che hanno identificato e tentato di intimidire il giornalista di Repubblica, Valerio Lo Muzio.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
MILANO MARITTIMA, DALLA NUOVA SEDE DEL VIMINALE: OPERAZIONE SPIAGGE SICURE CON SELFIE INCORPORATO
Il Corriere della Sera racconta oggi in un articolo a firma di Antonio Crispino un divertente
aneddoto che riguarda l’operazione Spiagge Sicure messa in campo dal ministero dell’Interno e il modo in cui viene eseguita.
Non sfugga il tono assolutamente agiografico nel racconto del quotidiano, visto che nell’articolo si scrive che i titoli dei giornali “rovinano l’umore del vicepremier“, così come ai bei tempi rovinavano la nottata al Caro Silvio, e si dipinge il ministro dell’Interno come intentissimo a lavorare nonostante sia al Papeete Beach (e non negli uffici del ministero) e che la sua cortesia nei confronti dei fans non risulta finta:
“A colazione si commentano i titoli dei giornali, che in genere rovinano l’umore del vicepremier, ma si ragiona anche sulla candidatura di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna. Salvini non scolla gli occhi dal cellulare almeno fino a quando sull’uscio del suo ministero virtuale non si forma la fila di persone che gli chiedono un selfie. Lui accontenta tutti con una cortesia che non risulta finta. Verso le 10.20 continua le sue telefonate dalla prima fila del Miami Beach, spiaggia gemella del Papeete. Altra fila di sostenitori. Tra loro anche due vigili della Polizia locale che a bordo dei loro segway sospendono per un attimo l’operazione «Spiagge sicure» e si mettono in fila per la foto.”
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
VINTA LA BATTAGLIA PER IL RICALCOLO DEI VOTI NEL SUO COLLEGIO: “SALVINI DOVEVA DIRE SUBITO CHE QUEL POSTO NON SPETTAVA ALLA LEGA”
“Emozionata? Mi aspettavo di esserlo anche di più. Ma sono rimasta appollaiata di settimana in settimana nella tribuna ospiti del Senato aspettando che mi proclamassero senatrice al posto di Matto Salvini. E, quando è accaduto, è stato soprattutto un sospiro di sollievo”.
Fulvia Michela Caligiuri, 46 anni, imprenditrice calabrese di Castrovillari con un’azienda agroalimentare, l’ha spuntata trascinando i seggi di Forza Italia al Senato a 62.
La maggioranza gialloverde a Palazzo Madama però non viene messa a rischio vista l’assegnazione ai 5Stelle di una senatrice umbra per il surplus di voti pentastellati in Sicilia e al leghista Stefano Corti del seggio del dem Patriarca in Emilia-Romagna.
Caligiuri, soddisfatta? È stata una battaglia contro Salvini
“Non ce l’avevo con un partito e il suo leader. Per quanto mi riguarda, avrei potuto avere contro Mario Rossi. Non mi sono accanita contro Salvini per spuntarla sul suo seggio, mi sono intestardita per via dell’errore chiaro ed evidente. Perchè un seggio veniva attribuito con tanta superficialità al ministro dell’Interno. Mi è parso un eccesso di negatività “.
Perchè un eccesso?
“Mi sarei aspettata da Salvini, proprio perchè responsabile del Viminale, un comportamento più trasparente. Mi attendevo rispetto e garanzia sulle regole, dal momento che ricopriva un seggio che non apparteneva alla Lega. Che dicesse subito: non mi spetta”.
Il seggio conteso è stato quello plurinominale di Calabria I, in che senso non apparteneva alla Lega?
“In Corte d’Appello a Catanzaro è stato compiuto un errore con un’inversione di colonna tra Fratelli d’Italia e Forza Italia che alla fine ha portato al risultato vantaggioso per Salvini”.
Ma lei aveva avuto più voti
“Per me hanno votato 67 mila persone ma in tutto in Calabria, Forza Italia ha ottenutto 183 mila consensi, mentre la Lega circa 49 mila.”
Ora Salvini risulterà eletto nel Lazio e siederà al Senato al posto della leghista Kristalia Rachele Papaevangeliu.
“Sì. La giunta per le elezioni è stata correttissima, ha fatto un lavoro egregio. Sa, io avevo quasi perso le speranze e non avevo neppure più voglia di salire da Cosenza a Roma perchè tutto si trascinava senza una conclusione. È arrivava la proclamazione e sono subito entrata nella mia funzione votando in aula”.
Quale è stato il suo primo voto
“Per la reintroduzione dell’educazione civica”.
Ma non è che alla fine anche lei tradisce Forza Italia e se ne va con la Lega?
“No, ho firmato ieri l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia perchè sono convinta che siano i giusti ideali e io e il partito viaggiamo sugli stessi binari”.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
I RANGER TROVARONO IL COVO MA NON INTERVENNERO PERCHE’ DISAMATI… C’E’ STATA ANCHE UNA RICHIESTA DI RISCATTO ALL’AMBASCIATA ITALIANA CHE EMERGE SOLO ORA… IL GOVERNO ITALIANO LATITANTE
Dalle udienze a carico di due presunti responsabili del rapimento di Silvia Romano
emergono particolari inquietanti
Silvia Romano poteva essere liberata il giorno successivo al suo rapimento, il 21 novembre 2018, ma i ranger del Kenya Wildlife Service, che avevano individuato il luogo dove la ragazza era tenuta prigioniera, non intervennero perchè disarmati: temevano di non essere in grado di contrastare i banditi con le poche armi che avevano a disposizione e quindi, su ordine, decisero di aspettare l’intervento della polizia.
Ma nell’attesa gang e ostaggio si sono allontanati facendo perdere le loro tracce.
È quanto emerge dalle carte processuali delle due udienze a carico degli imputati, Moses Luari Chende e Abdulla Gababa Wari.
Dall’incartamento emergono altri due particolari inquietanti: il rapporto della polizia mette in guardia dalle conseguenze provocate dal rilascio su cauzione dei due indiziati che potrebbero sottrarsi alla giustizia.
Inoltre, tra i capi d’accusa, l’organizzazione del rapimento per costringere l’ambasciata italiana a pagare un riscatto “come esplicita condizione per il rilascio della ragazza”. Un fatto inedito, dal momento che mai prima d’ora si sapeva di una richiesta di riscatto.
La prima udienza si è svolta nel villaggio di Chakama, quello del rapimento, per poter interrogare alcuni testimoni abitanti del posto, quello che ha venduto agli imputati le due motociclette utilizzate per il rapimento.
Uno dei due imputati, Moses Luari Chende, ha versato 25 mila euro di cauzione ed è libero: si tratta di una cifra decisamente alta per quelle zone, e la domanda che tutti si fanno è chi abbia fornito il denaro visto che, a quanto sembra, l’uomo vive con la sua famiglia in capanne di fango, in estrema povertà .
Secondo il capo villaggio «ora rischia di essere ucciso da chi ha ordinato il sequestro. Lui sa troppe cose e conosce i mandanti. Se lo ammazzano si porterà il suo segreto nella tomba».
Silvia Romano è una volontaria italiana, oggi 24enne, rapita il 20 novembre 2018 nel villaggio di Chakama, in Kenya. La ragazza si trovava lì come volontaria dell’Onlus Africa Milele, che ha sede a Fano, nelle Marche, e da tempo curava progetti nella zona di Chakama.
La polizia ha spiegato che a rapire Romano sarebbero stati tre uomini armati. Secondo i testimoni i rapitori avevano come obiettivo proprio la ragazza, dal momento che al momento del sequestro si trovava nella sua abitazione.
Lo scorso 26 dicembre, due uomini ritenuti parte del commando avevano affermato che Silvia era viva almeno fino al giorno di Natale, quando fu venduta a un’altra banda. Ad agosto si aprirà il processo a carico di una terza persona.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
SE E’ VERO CHE RIVEDERE LE STIME DEL PIL E’ PREVISTO OGNI 5 ANNI, DIPENDE DA COME SI EFFETTUA: BASTA QUALCHE RITOCCO IN PUNTI CHIAVE E IL GIOCO E’ FATTO
L’Italia è a crescita zero, l’incremento dell’occupazione è un’illusione ottica e il reddito e la produttività degli italiani calano: è il momento ideale, insomma, per annunciare che in autunno l’ISTAT cambierà le stime del PIL, come ha annunciato ieri l’istituto di statistica.
Un annuncio che non poteva non scatenare perplessità o ironie, come quelle che fa Carlo Cottarelli su Twitter ricordando che “Rivedere le stime del Pil è stato l’unico modo con cui si è riusciti a ridurre il rapporto debito pubblico/Pil negli ultimi anni. Mi sa che finisce così anche stavolta…”. Una battuta a cui persino l’account ufficiale di ISTAT su Twitter ha ritenuto di dover rispondere segnalando che si tratta di un atto dovuto:
“In Europa si è convenuto che tale operazione dovrebbe essere effettuata ogni 5 anni e, in particolare, negli anni con cifra finale 4 e 9. In effetti, l’ultima revisione straordinaria ad hoc è avvenuta in tutti i paesi europei — e ovviamente anche in Italia — nel corso del 2014 in corrispondenza dell’introduzione della nuova versione del Sistema Europeo dei Conti (SEC) — definita SEC 2010 — che ha sostituito il precedente SEC 1995.”
Eppure la nota non è bastata a placare i cattivi pensieri.
E il motivo lo spiega oggi Rossella Bocciarelli sul Sole 24 Ore, segnalando che se è vero che ex ante non si può essere certi che l’«operazione di manutenzione non ordinaria» della contabilità nazionale si traduca in una rivalutazione del livello del Pil e in una ridefinizione migliorativa del recente profilo congiunturale e quindi, come scriveva l’ISTAT su Twitter, le modifiche introdotte con il ricalcolo potrebbero in teoria anche essere di segno opposto. Ma c’è un però:
Però alcuni indizi fanno pensare a una revisione in melius della ricchezza prodotta in Italia. La revisione di alcuni aspetti della struttura dell’economia italiana appare destinata ad essere assai importante, perchè accanto ai cambiamenti concordati con l’Eurostat, l’Istat intende introdurre molte modifiche sulla base delle nuove fonti e metodologie introdotte in questi anni per migliorare le stime. E vi sono dei capitoli che fanno pensare alla possibilità di ottenere, alla fine dei conti, un rialzo del valore aggiunto e anche un incremento del valore aggiunto per unità di prodotto, cioè della produttività .
E cioè quali?
Per esempio, vi sarà una stima dei servizi di locazione e indicatori di quantità delle case di proprietà abitate dal proprietario, che generano un flusso di reddito da imputare ai consumi privati e al valore aggiunto.
E vi saranno anche nuove stime del sommerso, ottenute con una base dati che copre l’intero universo delle imprese italiane. C’è quindi la possibilità che sia la statistica a migliorare l’immagine di un anno completamente immobile.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
QUANDO I GRILLINI GRIDAVANO ALLO SCANDALO PER LA SOSPENSIONE ESTIVA E CHIEDEVANO DI LAVORARE ANCHE A FERRAGOSTO
Dopo l’ultima seduta prima delle ferie estive i deputati potranno godere di 38 giorni di ferie,
avvicinandosi al record di vacanze più lunghe detenuto dalla scorsa legislatura, in particolare nell’estate 2017 quando le ferie di deputati e senatori toccarono quota 40 giorni.
L’Aula di Montecitorio tornerà a riunirsi lunedì 9 settembre, e l’ordine del giorno sarà la riforma costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari.
Le Commissioni, invece, riprenderanno i lavori una settimana prima, il 2 settembre.
Il record opposto, ovvero di vacanze sobrie, si è verificato nel 2013 quando i giorni di sospensione furono solo 27.
L’Aula del Senato, invece, sarà ancora impegnata con tre sedute per l’approvazione definitiva del decreto Sicurezza bis e le mozioni sulla Tav. Palazzo Madama chiuderà i battenti da giovedì 8 agosto.
Il lungo periodo di sospensione ha suscitato la reazione delle opposizioni. “Si doveva consentire a Salvini di continuare a scappare dal Parlamento. Così hanno deciso di interrompere i lavori prima del consueto. E sono gli stessi che gridavano nel passato contro le ‘ferie’ dei deputati”.
“È una precisa esigenza di questa maggioranza – dichiara il deputato questore Gregorio Fontana – di non parlare di qualche cosa che mandi a pezzi l’attuale assetto politico che tiene in piedi il governo. Penso che Lega e M5S siano ben contenti di questo periodo di ferie”. “Una volta – ricorda Fontana – i grillini quando erano all’opposizione gridavano allo scandalo quando c’era la sospensione estiva e chiedevano di lavorare anche a Ferragosto. Invece adesso che sono al governo hanno cambiato idea”.
Se l’anno in corso può essere considerato l’anno delle ferie record della XVII legislatura, il 2013 va ricordato invece come l’anno della “sobrietà “, con soli 27 giorni di ferie per deputati e senatori, che diventano ancor meno se si calcola il rientro nei Palazzi per le sedute delle commissioni, che di norma riprendono l’attività almeno una settimana prima delle due Assemblee. Del resto, il 2013 è stato un anno di passaggio, con l’avvio della nuova legislatura e sotto la guida a palazzo Chigi di Enrico Letta, dopo il rigore e l’austerità impresse dal governo Monti.
Sempre ripercorrendo i calendari di Camera e Senato, si può notare come la durata delle ferie estive dei parlamentari abbia subito un andamento per così dire in crescendo. Nell’estate del 2014 deputati e senatori si sono goduti il meritato riposo per 30 giorni: i lavori del Parlamento si conclusero l’8 agosto, con il primo via libera del Senato alle riforme costituzionali del governo Renzi, riprendendo l’8 settembre sempre con l’avvio dell’iter parlamentare delle riforme alla Camera.
Nel 2015 i giorni di ferie salgono a 35 (sempre considerando solo la ripresa delle sedute delle due Aule, e non anche l’avvio dei lavori delle commissioni), con il ritorno al lavoro l’8 settembre.
Due anni fa, nel 2016, i giorni di ferie crescono ancora arrivando a toccare quota 38 giorni, con ripresa dell’attività il 12 settembre per la Camera e il 13 settembre per il Senato. Si arriva così al record del 2017, con la cifra tonda di 40 giorni di ferie.
(da agenzie).
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
FIUMI D’ACQUA SCORRONO SUL PERMAFROST, LIQUEFAZIONE AL RITMO DI 10 MILIARDI DI TONNELLATE AL GIORNO…E LA BECERO-DESTRA PENSA A IRONIZZARE SU GRETA
Fiumi che sgorgano dal nulla e da un momento all’altro si estendono a perdita d’occhio. Scorrono, in questo scorcio di mezza estate, sopra la Groenlandia, o meglio su quel che resta del suo ghiaccio eterno, sempre più scuro e rattrappito, in una parola agonizzante.
Le immagini aeree arrivate in queste ore dalla piu grande isola del pianeta fanno impressione.
Milioni – miliardi – di tonnellate d’acqua che scivolano velocemente verso il basso, in una terra che, a tutt’oggi, rimane ricoperta per l’82 per cento dal manto bianco perenne. Vallate pop-up che nascono e svaniscono da un momento all’altro per riformarsi altrove in un paesaggio dove la mutazione è diventata una costante
Nei giorni scorsi – come ha spiegato Ruth Mottram, climatologa dell’Istituto Meteorologico della Danimarca (del cui regno l’isola fa parte, come repubblica semi-autonoma) – la quota dello strato di ghiaccio soggetto a fenomeni di scioglimento è andata via via aumentando, fino a un picco del 56,5 per cento della sua estensione totale: è il record annuale, che potrebbe essere ritoccato in queste ore, prima che un temporaneo abbassamento termico rallenti il processo.
A raccontarla in cifre, fa persino più impressione.
Nella sola giornata di mercoledì, oltre 10 miliardi di tonnellate d’acqua sono stati riversati nell’Atlantico e nell’Artico, valore che fa salire a 197 miliardi di tonnellate la perdita totale di ghiaccio sull’isola in questa estate.
Per dare un’idea, un miliardo di tonnellate d’acqua corrisponde al volume di liquido contenuto in 400 mila piscine olimpiche; 100 milioni di tonnellate riversate negli Oceani – appena più della metà del ghiaccio svanito a luglio, provocano l’innalzamento del livello marino globale di poco più di un quarto (0,28) di millimetro.
Qualche altro dato: lo “sversamento” totale di questo 2019, pari a 240 miliardi di tonnellate, avvicina il primato assoluto, i 290 miliardi di tonnellate di ghiaccio che si sciolsero nel 2012.
E di regola lo scioglimento prosegue per tutto il mese di agosto. In quella stagione record – almeno dal 1981, da quando cioè il fenomeno viene misurato presso lo Snow and Ice Data Center di Boulder, Colorado – il fenomeno interessò addirittura il 92 per cento del permafrost.
Per concludere, uno studio scientifico completato a giugno – opera di climatologi e fisici danesi e statunitensi – stima che lo scioglimento dei soli ghiacci della Groenlandia indurrà un innalzamento delle acque oceaniche compreso tra i 5 e i 33 centimetri entro il 2100. L’ipotetica liquefazione totale dello strato bianco dell’isola sarebbe da sola in grado di elevare il livello marino medio di circa 7,2 metri.
Gli studiosi sono sicuri che quel record crollerà . Lo suggerisce la concatenazione degli eventi climatici che quest’anno si sono susseguiti nella terra artica. Ora il caldo, non solo intenso ma anche persistente, e in apparenza destinato a perseverare.
Ma prima, c’è stato un inverno particolarmente secco e avaro di precipitazioni: la neve fresca, oltre ad aumentare naturlamente la massa dei ghiacciai, ha un ruolo “protettivo” quando arrivano le prime avvisaglie della primavera: “Il ghiaccio eterno è ‘uscito allo scoperto’ prima, quest’anno – spiega Twila Moon dello Snow and Ice Data Center – a causa del basso accumulo di neve e ghiaccio (“nuovo” n. d. r.)”.
Colpita già da una prima ondata di caldo record – stagionale – nella prima metà di giugno, l’isola subisce ora l’estremo slittamento verso nord della stessa vampata africana che a fine luglio ha portato temperature record tra Parigi, il Benelux e la Germania.
Il termometro si è spinto fino ai 22 gradi – che non è record assoluto, ma qualcosa di molto diverso dai 9-10 che fino a poco tempo fa rappresentavano la media dei mesi più “caldi”. L’ennesima riprova di un trend in apparenza irreversibile, come dimostrato dalla deriva degli iceberg che dal mare che costeggia l’isola raggiungono in massa le coste di Terranova. Come se non bastasse, all’estremo (quasi) opposto del Profonfo Nord, la Siberia è in fiamme.
Ondate come questa non sono una novità , ma, spiega Mike Sparrow dell’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite “oggi accadono con frequenza 10 volte superiore rispetto a 100 anni fa”.
E il profondo Nord (in generale i poli) sono le aree più vulnerabili. “Quando la temperatura media globale sale di un grado – prosegue Sparrow – puoi persino non accorgertene, se stai seduto a Londra o ad Amburgo – Ma questo è il valore medio, mentre la differenza è molto più accentuata verso l’Artide o l’Antartide”.
Se è vero che il picco sopra Nuuk e dintorni l’ondata africana sta per scorrere via, “tutto lascia pensare – dice Mottram – che avremo ancora temperature miti e cieli limpidi – e questi ultimi sono una concausa quasi altrettanto importante – rispetto allo sciolglimento del ghiaccio eterno. In altre parole, il fenomeno è destinato a persistere, anche se la il termometro smettesse di registrare valori eclatanti”.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2019 Riccardo Fucile
I CANDIDATI CHE NON PIACCIONO A PUTIN ESCLUSI DALLE ELEZIONI: E’ IL MODELLO SOVRANISTA CHE PIACE A SALVINI E ALLA MELONI
Migliaia di persone sono attese in piazza a Mosca per una nuova protesta contro la decisione
della commissione elettorale di escludere dalle prossime elezioni comunali i candidati indipendenti.
Si tratta della seconda protesta di questo genere in meno di dieci giorni: nei giorni scorsi gli organizzatori e quasi tutti i candidati indipendenti più noti erano stati incarcerati.
Alcuni stati accusati di “disordini di massa”, imputazione per cui rischiano da 8 a 15 di carere. Finora l’unica rimasta in libertà era stata l’avvocatessa e attivista dell’opposizione Ljubov Sobol, portavoce del leader dell’opposizione Aleksej Navalnjy, cui era stata negata la registrazione come candidato alla Duma della città di Mosca nella 43a circoscrizione elettorale.
Ma stamane è stata arrestata mentre usciva dalla sede del suo partito per andare alla manifestazione.
“Perchè avete i caschi, avete paura di una ragazza al 20esimo giorni di sciopero della fame?”, ha chiesto Sobol ai poliziotti.
Gli agenti l’hanno quindi caricata a forza, facendola scendere dal taxi, su una camionetta della polizia. In segno di protesta contro la negazione della registrazione nelle liste elettorali, Sobol ha fatto uno sciopero della fame per oltre 20 giorni.
La settimana scorsa a Mosca sono state arrestate oltre 1.400 persone. Come una settimana fa, la manifestazione di oggi non è autorizzata e si svolgerà lungo i viali della circonvallazione moscovita. Le proteste nascono dalla mancata ammissione, per presunti vizi di forma nelle firme di presentario delle candidature, dei candidati dell’opposizione alle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale.
Oggi oltre 6.000 persone hanno già annunciato su Facebook la loro partecipazione.
(da agenzie)
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