Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
FILIPPO ROSSI, CON “DALLA PARTE DI JEKYLL. MANIFESTO PER UNA BUONA DESTRA” (MARSILIO EDITORE) ELABORA L’ATTO DI ACCUSA AL MISTER HYDE CHE DOMINA LA SCENA POLITICA ITALIANA
Esiste una destra al di fuori di Matteo Salvini? Esiste una destra al di fuori di Giorgia Meloni?
Posto che, “in tutti i paesi occidentali esiste una destra schifosa, inimmaginabile, inqualificabile e inavvicinabile. Una destra populista e qualunquista, razzista, xenofoba, intimamente becera”; al cospetto di “una destra psicologicamente nazisteggiante”, esiste ancora una politica “che non parla alla pancia ma al cuore e al cervello e che può ancora richiamarsi a una cultura di destra”?
Doveva arrivare da un intellettuale di destra uno degli atti di accusa più duri al mister Hyde che domina lo scenario politico italiano (e non solo).
Accuse durissime allla “destra cattiva”, alla “Bestia”, al “truce”, al “plebeo”, che prevale sul “rispettabile dottor Jekyll”.
Filippo Rossi, fondatore del festival Caffeina, ai tempi del think-tank finiano FareFuturo – già , c’è stato un tempo, solo qualche anno fa, prima degli staff social più o meno bestiali, in cui la politica e la sua comunicazione si faceva nei think-tank – fu uno dei protagonisti e degli ispiratori della torsione della destra italiana post fascista in moderna e liberale.
Con altri eterodossi come Luciano Lanna, Sofia Ventura, Alessandro Campi, Benedetto Della Vedova, Fabio Granata e Flavia Perina, della genesi di Futuro e Libertà , che provava ad andare oltre l’Msi, An e il Popolo della Libertà .
Svolta faticosa, che provava a farsi egemonia culturale, osteggiata duramente dal mondo allora egemone berlusconano, non premiata nelle urne, e soprattutto demolita dall’emergere di categorie allora non predominanti come sovranismo o populismo. E oggi?
Oggi, scrive Filippo Rossi nel suo “Dalla parte di Jekyll. Manifesto per una buona destra” (Marsilio Editore), “una speranza a cui appoggiarsi è la fortissima sensazione di estraneità rispetto a una destra sempre più caricaturale, deforme. Sempre più estrema in ogni sua espressione. Maleducata. Irascibile”.
Oggi, continua Rossi, la sfida ”è nel coltivare il dissenso, nel combattere la deriva estrema di una destra semplificatrice che, per raggiungere il potere e mantenerlo, incatena gli uomini alla loro stessa paura”. Che “militarizza la società ”.
Le accuse di Filippo Rossi non sono generiche, ma hanno destinatari precisi. “Nomi e cognomi? – si legge – È sin troppo facile pensare al leader della Lega Matteo Salvini e a Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia. Hanno in effetti tutte le caratteristiche politiche del mister Hyde: plebei più che populisti, orgogliosamente estremisti”. In una parola abbastanza efficace: “Gutturali”.
Ma non basta: “A pensarci bene, oltre a essere mortifera, questa destra è anche traditrice. Lo stesso Matteo Salvini è un traditore. Traditore della civiltà italiana, capace di accogliere, aprirsi, vivere. (..) È traditore di una destra che vorrebbe essere giusta e rigorosa, che sa benissimo che salvare tutti non significa accogliere tutti”.
In definitiva, sintetizza Filippo Rossi, “Matteo Salvini è un anti-italiano. Lo è sempre stato e lo è ancora”.
Come è potuto accadere? Colpa della “condizione di impoliticità ” in cui la destra italiana “ha vissuto per troppi anni”. “Crogiolo perfetto per forgiare quel brodo culturale che l’ha condotta ad applaudire e cavalcare acriticamente ogni forma di generico populismo e bieco estremismo, che invece la riporteranno tragicamente indietro di decenni”.
Esempi? Dall’innamoramento per Di Pietro all’infatuazione per Berlusconi.
Per evitare “l’eterno ritorno dell’eguale biografia di una (certa) destra”, Filippo Rossi prova a ipotizzare “un’altra politica: moderna, laica, civile, e realista. Una politica patriottica senza essere nazionalista, aperta al nuovo. Anti-ideologica”.
Parole lontane anni luce dal lessico oggi trionfante. Insomma, c’è molto da lavorare per il rispettabile dottor Jekyll.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
TRASFERITI NEL PRIMO PAESE 500 RIFUGIATI, NEL SECONDO 710, IN EUROPA 600… ONU: “QUESTI DUE STATI DIMOSTRANO COSA VUOL DIRE CONDIVIDERE RESPONSABILITA'”
Le evacuazioni umanitarie di rifugiati dalla Libia continuano, ma a differenza di quello che molti potrebbero pensare in Italia, a farsi carico dei richiedenti asilo saranno maggiormente i Paesi africani rispetto all’Europa.
In totale sono 1.474 i migranti vulnerabili assistiti dall’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, ed evacuati dal Paese lacerato dalla guerra civile nel 2019: 710 sono stati trasferiti in Niger, 393 in Italia, e 371 reinsediati in Europa e Canada.
Oltre a questi altri 500 andranno invece in Ruanda, e questo significa che i due Paesi africani da soli accoglieranno il doppio di quanti arriveranno nell’Ue.
“Con il conflitto che continua a infuriare in Libia, le operazioni di evacuazione rappresentano un’ancora di salvezza per i rifugiati più vulnerabili che si trovano nei centri di detenzione e in contesti urbani e che hanno un disperato bisogno di sicurezza e protezione”, ha commentato l’Unhcr dopo che un gruppo di 98 rifugiati originari di Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan, tra cui 52 minori non accompagnati, è stato trasferito in Italia.
L’accordo col Ruanda
Questa settimana con l’Unione Africana e il Ruanda è stato trovato un accordo per la creazione di un meccanismo di transito per l’evacuazione dei rifugiati vulnerabili dalla Libia che consentirà la partenza del primo gruppo di 500 persone che dovrebbe includere bambini e giovani particolarmente a rischio.
“In questo momento così critico, in cui le persone si trovano intrappolate nel sempre più aspro conflitto in Libia e molti vivono in condizioni spaventose nei centri di detenzione, i rifugiati e i richiedenti asilo hanno bisogno di speranza e soluzioni concrete. Abbiamo urgente bisogno che altri Paesi intervengano per portare in salvo queste persone e offrire loro soluzioni”, ha dichiarato l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi sottolineando come molti dei 3.600 rifugiati e richiedenti asilo attualmente trattenuti nei centri di detenzione in Libia corrano gravi rischi legati ad abusi e ai combattimenti indiscriminati.
All’inizio di luglio, oltre 50 rifugiati e migranti hanno perso la vita in una bombardamento che ha colpito il centro di detenzione di Tajoura, a est di Tripoli. In tutto il Paese, le persone nei centri di detenzione vivono in condizioni terribili.
Condivisione di responsabilit�
“Ruanda e Niger (dove un centro per rifugiati evacuati dalla Libia operativo da circa due anni ci ha aiutato a trovare soluzioni, tra cui il reinsediamento, per diverse migliaia di persone vulnerabili) dimostrano, con discrezione, cosa significhi realmente la condivisione di responsabilità attraverso gli interventi che hanno messo in atto per proteggere le persone più bisognose. Questi paesi offrono una speranza ai rifugiati, e dovrebbero essere un’ispirazione per tutti noi”, ha affermato Grandi.
(da agenzie)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
LA PRESIDENTE DI MSF COMMENTA L’ACCESSO AL PORTO DI LAMPEDUSA DELLA OCEAN VIKING DA PARTE DEL GOVERNO: “SMETTETELA DI FINANZIARE LA GUARDIA COSTIERA LIBICA, E’ COLLUSA CON I TRAFFICANTI”
Oggi, sabato 14 settembre, l’Italia ha assegnato un porto di sbarco alla Ocean Viking, l’imbarcazione umanitaria delle Ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere (Msf) che domenica 8 settembre ha soccorso 82 migranti nelle acque internazionali di fronte alla Libia.
Dopo 14 mesi di continui duelli tra autorità costiere e comandanti delle navi umanitarie, l’Italia torna torna a offrire il proprio porto a una nave Ong, per far approdare i naufraghi salvati in mare.
Un momento di svolta per chi in questi mesi ha continuato a pattugliare le acque del Mediterraneo pur sapendo che ad attenderli erano dei porti quasi “chiusi”.
Secondo l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) da quando l’ex vicepremier Salvini è stato nominato ministro dell’Interno a giugno 2018, sono stati 25 gli episodi di stallo di una nave di ricerca e soccorso davanti a un porto italiano.
25 volte in cui ogni imbarcazione ha dovuto aspettare fino a 20 giorni prima di ricevere l’autorizzazione a entrare in un porto sicuro, salvo poi decidere di forzare il blocco e portare comunque a terra le persone soccorse nel Mediterraneo: è successo a Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3 che il 26 giugno 2019 è attraccata a Lampedusa nonostante il divieto del Viminale, a cui è stata poi sequestrata la nave, e alla Eleonore, di Lifeline, che il 2 settembre scorso ha forzato il blocco e si è diretta verso Pozzallo.
“È successo quello che chiediamo dal 2015, ovvero di seguire la legge internazionale e di implementare un sistema di ricerca e soccorso che sia sostenibile, predeterminato, che l’Unione Europea si faccia carico dell’accoglienza in modo solidale, che i migranti vengano distribuiti, come è successo con Malta qualche settimana fa”, dice Lodesani, riferendosi al vertice che si è tenuto lo scorso 12 settembre a Palazzo Chigi tra Conte, il neo ministro degli Esteri Di Maio, la neo ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro dei Beni Culturali e rappresentante dem Dario Franceschini, che hanno annunciato l’ok dell’Unione Europea alla redistribuzione dei migranti soccorsi dalla Ocean Viking.
Ieri, venerdì 13 settembre, la Germania e la Francia si sono dette pronte ad accogliere ognuna il 25 per cento dei migranti che sbarcano in Italia, e la speranza è che questo “meccanismo temporaneo” di redistribuzione a cui sta lavorando la Commissione Europea e sul quale conta il governo Conte bis per gestire gli sbarchi delle navi delle Ong, diventi stabile.
“Speriamo che questo metodo di redistribuzione non sia discusso caso per caso, ma che diventi permanente e duraturo nel tempo”, dice ancora Lodesani, per cui la cosa più grave della situazione in mare di questi 14 mesi è stata l’attesa: “I tempi trascorsi in stallo su una nave sono stati e sono ancora troppo lunghi per persone salvate che già hanno sofferto”, spiega Lodesani, la quale chiarisce come la priorità di Msf e delle Ong umanitarie che si occupano di soccorrere i migranti che scappano dalla Libia è che il governo smetti di finanziare la guardia costiera libica, che ha l’abitudine di riportare le persone soccorse negli stessi centri di detenzione da cui fuggono.”
Per Salvini, che durante l’esperienza di governo ha supportato le autorità locali nelle attività di ricerca e soccorso davanti alle acque nazionali della Libia, aprire i porti renderà l’Italia “Il campo profughi d’Europa”.
“Salvini continua con slogan di propaganda, si sta parlando di vite e di persone che vanno salvate indipendentemente da tutto, ed è quello che sosteniamo da sempre”, replica Lodesani.
“Le discussioni politiche vanno fatte dopo, per la redistribuzione”, dice la presidentessa di Msf, e annuncia la volontà della Ong di tornare subito in mare, a prestare soccorso alle centinaia di persone che partono dalla Libia e hanno bisogno di essere soccorse.
“Torneremo in mare: abbiamo fatto l’ultimo salvataggio domenica dopo solo nove ore di arrivo in zona Sar. Ad agosto trovavamo naufraghi dopo nemmeno dieci ore, vuol dire che non sappiamo cosa stia succedendo perchè ci sono molte meno navi, sia umanitarie che private, a pattugliare. Ma che sicuramente c’è bisogno di noi, perchè tutte le volte che torniamo in zona Sar ci sono avvistamenti in poche ore”.
Ma racconta che dopo l’anno più difficile per le attività di soccorso in mare e dopo un autunno in cui Msf si è vista costretta a ritirare la propria nave umanitaria, Aquarius, a cui era stata ritirata la bandiera, dopo la gioia di tornare in mare con la nuova Ocean Viking ora c’è la speranza che il salvataggio in mare venga di nuovo vista come una questione umanitaria, e non politica.
“Torniamo in mare con una speranza diversa, prima sapevamo che ogni salvataggio sarebbe costato una discussione infinita, ora speriamo si cominci a rivedere il salvataggio in mare come un dovere e non come un tema per fare politica”, dice Lodesani. E conclude “Torniamo alla solidarietà ”.
(da Tpi)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IN CAMBIO IL CAVALIERE OTTIENE SUOI CANDIDATI IN CALABRIA, CAMPANIA E TOSCANA… ALLA LEGA EMILIA E UMBRIA… POLTRONISTI SENZA VALORI
Silvio Berlusconi torna a fare l’amicone di Matteo Salvini.
Mentre il Capitano continua a riferirsi a lui in pubblico come “il passato” e porta Giovanni Toti a manifestare in nome del nuovo centrodestra, il Cavaliere pranza con il leader della Lega e si accorda sulle candidature alle prossime regionali.
Prefigurando anche qualche regalino in termini di visibilità . Racconta oggi il Fatto che nell’incontro tra i due si è fatto il punto sulle candidature:
A partire dall’Umbria, dove il leader forzista ha dato il via libera alla candidatura della leghista Donatella Tesei (ex FI), con accordo di massima pure sulle altre: a FI spetteranno i candidati in Campania, Calabria e Toscana; alla Lega in Emilia-Romagna (con Lucia Borgonzoni) e appunto in Umbria; mentre FdI ha già incassato l’Abruzzo. Giorgia Meloni forse non sarà contenta e punterà i piedi, si vedrà . Berlusconi ottiene pure, per il momento, la sparizione dai radar di Giovanni Toti.
Ieri, infatti, per tutto l’incontro si è parlato di centrodestra a tre punte (Salvini-Meloni-Berlusconi). Ma il governatore ligure c’è, ha appena consumato la scissione in Parlamento (5 deputati e 4 senatori) e sarà anche lui in piazza il19 ottobre.
L’ex Cavaliere, poi, avrebbe ottenuto pure uno stop alla campagna acquisti di Lega e FdI trai forzisti. E sul tavolo dell’intesa il leader azzurro ha squadernato anche le tv, mettendo a disposizione del Capitano i programmi d’informazione Mediaset. “Se in Rai, data la nuova aria, t’inviteranno di meno, verrai da noi …”, ha assicurato Silvio a Matteo.
E infatti dopo il flop da Vespa Salvini si è accomodato da Del Debbio che gli ha apparecchiato la trasmissione l’altroieri.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
SE FORZA ITALIA VUOLE RILANCIARE LA SUA IDENTITA’ LIBERALE E RIFORMISTA, L’ULTIMA COSA DA FARE E’ PROPRIO LEGARSI AL CARRO SOVRANISTA DOVE PERDEREBBE LA PROPRIA AUTONOMIA
Ritengo che non c’è niente di peggio che valutare i meccanismi elettorali secondo schemi precostituiti.
La legge proporzionale durante la Prima Repubblica ha funzionato assicurando la governabilità del paese prima con il centrismo e poi con il centro-sinistra rispettando l’opposizione del Pci, fino a quando le forze politiche sono state vitali, quando esse sono entrate in crisi è entrato in crisi anche il meccanismo proporzionale.
Una volta che è stato adottato il maggioritario sin dal decollo della Seconda Repubblica più volte piccoli gruppi, inseriti nelle coalizioni, hanno provocato numerose crisi di governo sia per la coalizione di centrodestra che per quella di centrosinistra.
Inoltre, a esser franchi, la tendenza alla sopraffazione da parte dello schieramento vincente durante la Seconda Repubblica è stata frenata da due elementi del tutto anomali: anche quand’era in minoranza il centrosinistra ha sempre potuto usufruire del sostegno di una parte della magistratura, così come Berlusconi ha sempre potuto usufruire del sostegno di due quotidiani, di tre telegiornali e reti televisive anche quand’era all’opposizione.
Nessuno può negare peraltro che in epoca di bipolarismo e di maggioritario la capacità di gestione dei governi è stata molto ridotta dalla eterogeneità delle coalizioni.
Adesso però non si può prescindere dal fatto che il maggioritario può divenire una sorta di roulette russa in presenza della trasformazione della Lega Nord di Bossi nella Lega di Salvini che ha dato vita ad un soggetto politico sovranista, antieuropeista e razzista per di più legato alla Russia di Putin.
Di conseguenza l’adozione della proporzionale è una sorta di assicurazione sulla vita per tutti, per le forze di centrosinistra, per il Movimento 5 stelle, per lo stesso centrodestra.
Nel centrodestra chi dovrebbe essere per il proporzionale a tutti i costi dovrebbe essere Forza Italia perchè solo così può tutelare la sua autonomia, rilanciare la sua identità di forza di centro legata al Ppe, liberale e riformista.
Di conseguenza l’adesione che nell’incontro con Salvini Berlusconi ha dato all’adozione del maggioritario e al rifiuto del proporzionale ci sembra una sorta di suicidio non assistito.
Molto tardivamente e fra mille contraddizioni, di fronte agli errori rovinosi commessi da Salvini, Berlusconi aveva mostrato di voler prendere le distanze, adesso, al di là delle ovvie intese per le elezioni regionali, l’accettazione del maggioritario e il rifiuto della proporzionale vorrebbe dire che Forza Italia diventa una sorta di ruota di scorta, priva di un’autonomia politica reale rispetto alle due forze sovraniste oggi largamente prevalenti nel centrodestra quali sono la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
DOPO GLI INSULTI A UN GIOVANE VOLONTARIO DI COLORE DELLA CROCE ROSSA DI LOANO, UNA CITTADINA DEL COMUNE LIGURE DECIDE DI DEVOLVERE PARTE DEI SUOI RISPARMI A FAVORE DELLA SOLIDARIETA’ UMANA
«Scusate, quanto costa un’ambulanza?». Una volta ricevuta la risposta, la generosa signora ha fatto un salto in banca e si è ripresentata alla sede della Croce Rossa di Loano (Savona) con un assegno da 50mila euro.
La benefattrice ha legato la donazione alle recenti notizie sui volontari del soccorso, come quelle sugli atti di vandalismo alla pubblica assistenza e gli insulti a un volontario di colore accusato a una sagra di «sporcare la divisa» che indossava.
I volontari di Loano avevano appunto spiegato alla donna che un’ambulanza costa tra gli 80 e i 90mila euro e lei ha verificato in banca quanto le fosse possibile donare.
«Siamo ancora increduli – è il commento della vice presidente Sara Canepa – la donna ha voluto aiutare la nostra associazione che gli è stata vicina in passato, e spera che il suo gesto, alla luce del sole, possa invogliare altre persone a donare».
(da “il Secolo XIX”)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
ORA CI AUGURIAMO CHE LE DECINE DI LEGHISTI E LA LEGA PUGLIA CHE SUI SOCIAL AVEVANO SOSTENUTO CHE LA GIOVANE CHE AVEVA DENUNCIATO IL FATTO “SI E’ INVENTATA TUTTO” SIANO QUERELATI PER DIFFAMAZIONE AGGRAVATA
Alla fine, dopo quasi 48 ore di polemiche, sono arrivate le scuse pubbliche.
È servita La Zanzara — famosa trasmissione pre-serale in onda su Radio24 condotta dal duo Cruciani-Parenzo — per porre la parola fine sulla vicenda del mancato affitto a una giovane perchè meridionale.
La vicenda, accaduta a Milano, era stata denunciata via social da Deborah Prencipe, la ragazza vittima di questa discriminazione per via della sua provenienza pugliese. Ora, però, la donna chiede scusa e rinnega tutte quelle cose che le sono uscite dalla bocca in quel momento di rabbia, come da lei stesso ammesso.
«Non sono razzista e non sono di Salvini — ha detto la donna rispondendo alle domande incalzanti di Giuseppe Cruciani e David Parenzo -. Non sono di nessuno, mi ha fatto talmente sbroccare che non so neanche io perchè mi è partito di dirle così. Ho anche parenti meridionali, non so come mi è uscito, il cervello mi è partito».
Insomma, al di là di tutti i complotti nati attorno a questa vicenda — con la Lega pugliese e i social che hanno messo in dubbio la veridicità del racconto fatto da Deborah Prencipe -, quelle parole sono state pronunciate veramente. Ma bastava ascoltare i messaggi vocali su Whatsapp condivisi dalla giovane.
Quel «sono razzista e sono salviniana», dunque, è stato pronunciato veramente. Solo che, adesso, la donna fa dietrofront spiegando di non essere così in realtà .
Quelle parole, ha spiegato a La Zanzara, sono state dettate da un momento di rabbia per via della discussione che si era accesa con la ragazza. Poi lo sprofondo con quelle grida condivise anche sui social.
La donna ha poi detto di aver chiesto anche scusa a Deborah Prencipe, senza però ricevere risposta. Si è offerta, però, di incontrarla di persona per cospargersi il capo di cenere davanti ai suoi occhi e porre fine a questa triste vicenda che, al di là delle ipotesi di complotto, è avvenuta veramente. Sempre nel 2019.
(da agenzie)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
I SOVRANISTI NON SI SMENTISCONO MAI : SETTE MILIONI DI EURO LA CIFRA DELLA TRUFFA
Secondo l’accusa, avrebbe destinato illegalmente i fondi messi a disposizione dal Parlamento europeo e destinati alla retribuzione degli assistenti parlamentari per pagare gli impiegati di partito in Francia.
LePen, che è stato eurodeputato europeo dagli anni ’80 fino a quest’anno, è stato indagato sulla spesa impropria dei fondi dell’Ue dopo che l’assise di Strasburgo lo scorso marzo ha revocato la sua immunità .
A quanto affermato dagli avvocati dell’ex leader del partito di estrema destra, i giudici hanno interrogato LePen per più di quattro ore in merito al lavoro dei suoi tre aiutanti.
Lo scorso anno, il fondatore del Front National aveva fatto ricorso alla proprio immunità nel tentativo di sottrarsi a un interrogatorio da parte degli inquirenti anti-corruzione.
Si stima che complessivamente quasi 7 milioni di euro siano stati deviati dal Parlamento europeo tra il 2009 e il 2017.
(da Open)
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Settembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IL CAZZARO VERDE PENSA DI COGLIONARE ANCORA PER MOLTO GLI ITALIANI?… DE FALCO: “FINALMENTE UNA PROCEDURA QUASI NORMALE SENZA LE INUTILI, CRUDELI ISTERIE DELL’EX MINISTRO DEGLI INTERNI. SALVINI E’ SOLO FUFFA”
Stamattina il governo italiano ha assegnato il Place of Safety (Lampedusa) alla Ocean Viking, dopo che Germania e Francia si sono impegnate a prendere il 25% ciascuna degli 82 naufraghi che si trovavano sulla nave della ONG. Secondo le trattative con Bruxelles l’Italia dovrebbe alla fine trattenere qui il 10% delle persone che sono in arrivo a Lampedusa.
Si tratta di un fatto nuovo? Eppure c’è chi, nel tentativo di coglionare l’elettorato italiano, cerca di farlo passare per tale.
Ovviamente quel qualcuno è Matteo Salvini, che stamattina ha deciso di twittare “porti aperti senza limiti…” a proposito della vicenda della Ocean Viking.
Chissà se si tratta dello stesso Matteo Salvini che il 2 settembre scorso, ovvero appena 12 giorni fa, dava l’ok mentre era ancora in carica come ministro dell’Interno allo sbarco di 31 naufraghi dalla Mare Jonio
Si tratta dello stesso Salvini che quello stesso giorno annunciava il sequestro di una nave di una ONG tedesca, ovvero la Eleonore.
Quello che Salvini non diceva ai tontoloni che credono alla propaganda del Capitano era che quella nave aveva in carico 104 persone che sono tutte sbarcate in Italia.
Senza contare che delle navi delle ONG sequestrate grazie al Decreto Sicurezza ben poche rimangono in porto.
Ad esempio la Open Arms fatta sequestrare il 20 agosto scorso è già stata restituita alla ONG spagnola di Oscar Camps.
Tutte le volte che il ministro dell’Interno ha scatenato una crisi sui migranti a bordo di una nave delle ONG tenendoli in ostaggio in mezzo al mare il governo (dal Presidente Conte fino ai ministri Toninelli e Trenta) si è schierato compatto sulla linea che quei migranti (poche centinaia in tutto nel 2019) non dovessero assolutamente sbarcare in Italia ma andassero redistribuiti. Il che è esattamente quanto succederà con la Ocean Viking.
E infatti il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello oggi all’Adnkronos per protestare nei confronti della decisione di far sbarcare i naufraghi a Lampedusa (secondo lui la nave era più vicina alle coste della Sicilia, vabbeh…) ha cominciato così la frase: “Se il nuovo ministro dell’Interno Lamorgese vuole continuare sulla stessa scia dell’ex ministro Salvini…“.
A questo punto voi seguaci segugi del Capitano direte: “Eh, ma Germania e Francia si prendono insieme solo la metà dei naufraghi…“. La risposta a questa obiezione è: esattamente come succedeva quando al Viminale c’era Salvini.
Come ha spiegato Matteo Villa di ISPI, i ricollocamenti generalmente arrivano dopo una crisi e una negoziazione con gli altri paesi europei, come è successo con la Gregoretti.
E anche quando Italia e Malta hanno creato crisi bloccando temporaneamente lo sbarco e gli altri paesi europei hanno deciso di negoziare, nessuno si è preso in carico l’intero computo degli sbarcati: uno su due è rimasto comunque in Italia o a Malta. Uno su due vuol dire il 50%. Ovvero la metà .
E a parte gli impegni, la percentuale di ricollocati rispetto al totale degli sbarcati tra Italia e Malta è del 5,0578%. Tutti gli altri alla fine sono rimasti in Italia o a Malta. Ancora: il 7 giugno 2019 62 persone soccorse in acque SAR maltesi dal rimorchiatore Asso 25 sono state fatte sbarcare a Pozzallo. Da chi? Da Salvini.
Ne sono sbarcati 192 il 2 giugno (ma forse Salvini era impegnato a litigare con Fico) e 117 il 3 giugno.
Sono ormai mesi che Salvini parte con l’ammuina sui social network quando si avvicinano le navi e poi in segreto fa sbarcare tutti. È successo con i naufraghi della Diciotti, dei quali Salvini annunciò la presa in carico da parte della Chiesa come una grande vittoria. I sovranisti ci misero qualche ora a capire che Rocca di Papa, la destinazione, era in Italia. Poi esplosero.
E chissà quanti oggi andranno dietro alle sciocchezze che posta Salvini su Twitter perchè hanno la memoria di una farfalla che vive 24 ore. La differenza tra quanto accaduto oggi e “i bei tempi di una volta” quando c’era LVI al Viminale è stata spiegata benissimo dal senatore De Falco, non a caso uno che del tema, a differenza di chi al massimo monta sulle moto d’acqua, capisce qualcosa: “Finalmente una procedura quasi normale, senza le inutili, crudeli ed inefficaci isterie dell’ex ministro dell’Interno. Salvini è solo fuffa!”
La storia è tutta qui. Le buffonate che seguiranno sono solo propaganda elettorale.
(da “NextQuotidiano”)
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