Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
IL SIMBOLO CHE SALVINI HA SCELTO E’ RITENUTO A PESARO UN MITOMANE; I PRECEDENTI E LA LETTERA DI MINACCE CHE SI E’ MANDATO DA SOLO
Un giorno bisognerà dedicare un volume ai personaggi che Matteo Salvini sceglie come simboli delle sue battaglie, perchè ha un talento innato nello scovare mitomani e soggetti improbabili che poi si rivelano boomerang imbarazzanti da sotterrare in tutta fretta nella prima buca disponibile (vedere, per esempio, alla voce Giuseppe De Donno detto Joseph Dominus e la cura al plasma che i poteri forti osteggiano).
Ultimamente, una delle sue bandiere preferite è Umberto Carriera, il ristoratore pesarese che tiene aperti i suoi sei locali violando il Dpcm, con Vittorio Sgarbi tra i commensali. “Uno degli uomini in prima fila, non un marziano o un evasore!”, l’ha definito Matteo Salvini durante una delle sue dirette con lui.
“Per noi è sopravvivenza, ho tra gli affiliati al mio movimento 60.000 bar e ristoranti pronti ad aprire dal 15 gennaio in poi! Abbiamo ricevuto solo elemosina, dobbiamo riaprire, è un governo di incompetenti!”, ulula Carriera, parlando di sè in terza persona.
Bene. Sapete quante tasse ha pagato Umberto Carriera lo scorso anno per il suo reddito personale? 9.800 euro, quindi dichiara poco più di mille euro al mese.
Ma partiamo dall’inizio perchè il personaggio va raccontato nella sua interezza, per poi chiudere con la sua dichiarazione dei redditi.
Su Carriera c’è una lunga sfilza di aneddoti che a Pesaro e dintorni fanno ormai parte della mitologia locale. Per dirla in maniera semplice, Carriera ha una discreta reputazione da mitomane e bisogna dire che si impegna molto per alimentarla.
Intanto, nel 2019, racconta di essere stato inserito nell’elenco dei 150 imprenditori under 30 più promettenti del nuovo anno da nientepopodimeno che la più famosa rivista di economia e finanza del mondo: Forbes. Sì, avete letto bene.
Lo scrive lui e lo scrivono tanti giornali locali, per esempio il Corriere Adriatico, che lo intervista: “Carriera, come lo ha saputo?”. “Era una raccomandata. Una multa, ho pensato. Io le colleziono. E invece. È come entrare nella lista dei candidati al pallone d’oro o agli Oscar!”.
Peccato che da Forbes Italia abbiano smentito categoricamente via mail e che oggi, interrogato da me sulla questione, Carriera abbia risposto: “Ma l’hanno scritto dei giornalini come il Resto del Carlino o il Corriere Adriatico per avere titoli d’effetto, io ho partecipato a un workshop, è un’altra cosa…”.
Cioè, non si ricorda di averlo raccontato lui stesso in un’intervista che evidentemente, ora che la sua popolarità è alle stelle, rinnega perchè rilasciata a giornali non più alla sua altezza. Strano che poi pubblichi su Instagram la prima pagina del Resto del Carlino e di altri “giornalini”, più volte, quest’estate, vantandosi di essere citato
A proposito, non va dimenticato il suo esordio, anni prima, come scrittore (“Ho 6 ristoranti e scritto un romanzo”, scrive nella bio). “Uscirà nella prossima primavera, a quasi tre anni dal successo de ‘Il coraggio delle scelte’, il secondo romanzo del poliedrico scrittore Umberto Carriera, che si intitolerà ‘Scrivimi quando arrivi’. Dopo le quasi cinquemila copie vendute con il primo libro…”, scrive trionfale ilpesarese.it del Grisham locale.
Peccato che questo secondo romanzo non si sia visto e che il sospetto è che riguardo il primo, si tratti di un’autopubblicazione. Delle 5.000 copie vendute non esiste, ovviamente, alcuna prova. O magari sono nella sua cantina, dentro dei sacchi neri, chissà . Ma andiamo avanti.
Nel 2016 annuncia che gireranno per ben CINQUE giorni Masterchef nel suo ristorante ‘La grande bellezza’. I soliti giornali, anzi, “giornalini” locali rilanciano la notizia, intervistandolo. Però nel suo ristorante non viene girata alcuna puntata. “Ma come no!”, risponde lui quando gli chiedo chiarimenti. “È stata girata un’esterna con la crescia e i prodotti locali sono stati valorizzati”.
“Ma nel suo ristorante?”. “Certo”. Quindi insiste nel sostenere che una puntata di Masterchef sia stata girata lì, ma non risulta da nessuna parte. “Non è stata girata alcuna puntata nel ristorante ‘La grande bellezza’”, conferma un’autrice storica di Masterchef, dopo aver consultato anche il produttore. “Tra l’altro non giriamo mai per più di una giornata le esterne. È una fake news, ci sono alcuni ristoranti che si inventano queste cose per farsi pubblicità ”.
E ora arriviamo al 2020, quando Carriera, poco prima della pandemia, a gennaio, guida la rivolta delle partite Iva contro l’obbligatorietà dei Pos e invita a sospendere i pagamenti allo Stato per via delle tasse troppo alte.
Ma quante tasse pagherà mai Umberto Carriera, titolare di sei ristoranti? Nella trasmissione radio La zanzara, sollecitato da un ascoltatore che gli dà dell’evasore, qualche giorno fa Carriera risponde serafico: “L’anno scorso ho pagato 9.800 euro, vi sembrano pochi?!”.
Gli faccio notare che sono pochissimi per la sua attività e lui: “Ma io mangio al ristorante pranzo e cena!”. Dunque il reddito personale (lordo) annuo di Umberto Carriera si aggira intorno ai 20.000 euro. Sei ristoranti, 40 dipendenti, famiglia, figli, macchina, casa, bollette e lui guadagna meno che un suo dipendente. Accidenti. Tutta questa fatica per nulla. Un benefattore.
Ma non ci fermiamo qui. Perchè il nostro eroe — quello che ora è diventato il promotore della rivolta dei ristoratori contro il Dpcm perchè “siamo distrutti economicamente, qui è sopravvivenza” e che dice al suo sponsor Salvini, in diretta Facebook, “qui si finisce col cappio al collo” — nel 2020, dunque in piena pandemia, apre ben due ristoranti.
“Ma la casa è di proprietà e per la macchina ho il leasing”, dice spiegando come vive con poco più di 1.000 euro al mese. “Ognuno fa le sue scelte, non devono essere per forza sei ristoranti in attivo…”. “Sono riuscito ad aprire un ristorante anche il primo ottobre. Si vede che lei non fa l’imprenditrice e non sa che ora i ristoranti si possono pagare anche dopo, fai un accordo per scaglionare i costi in 5/6 anni”.
Accidenti, e se è in grado di accollarsi altri debiti e di pagare il personale assunto, quali sarebbero i suoi problemi?
Proprio lui che non ha problemi e che paga 800 euro di tasse al mese, è il portabandiera dell’#ioapro? Tra l’altro ha appena detto che non tutti ristoranti sono in attivo, dunque bizzarro che si impegoli in nuove iniziative nella ristorazione.
Fatto sta che c’è l’ultimo, meraviglioso colpo di scena. Giorni fa Carriera pubblica una storia su Instagram scrivendo “Questo è l’odio che seminate” e pubblicando il messaggio di un utente che gli dice “Se domani apri ti facciamo male, sappiamo dove dove va all’asilo tuo figlio”. Terribile.
Peccato che non noti che sotto i messaggi inviati su Instagram appaia la scritta col nome dell’utente che ha inviato il messaggio, in questo caso ‘La Macelleria Pesaro’. Per la cronaca, La Macelleria è uno dei ristoranti di Umberto Carriera, dunque si sarebbe mandato da solo quel messaggio dall’account del suo ristorante, senza accorgersi della gaffe.
Quando gli viene fatto notare cancella tutto, poi dice che è stato fatto un fotomontaggio da una pagina pesarese vicina al sindaco Ricci. Comblotto!
Allora gli viene fatto notare che quell’account (la Macelleria) per la verità è registrato con una mail che inizia e finisce come la sua mail e con un cellulare che finisce con i numeri 4 e 7 come il suo numero di cellulare. A me dice: “Ma quell’account non è del mio ristorante, ho denunciato”. Insomma, un personaggio tra l’urticante e l’esilarante.
A proposito. Neanche i 60.000 ristoratori che secondo lui stanno aprendo in violazione del Dpcm sono numeri veri. O forse ha anche quelli in cantina, imbavagliati, accanto alle 5.000 copie del suo romanzo.
(da TPi)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
RAPPORTI TRA ‘NDRANGHETA E POLITICA: ECCO LE ACCUSE AL SEGRETARIO UDC FINO A IERI ACCOLTO CON TUTTI GLI ONORI AL TAVOLO DEL CENTRODESTRA
Associazione per delinquere semplice, aggravata dal metodo mafioso. È l’accusa della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, dimessosi oggi, appena è venuto a conoscenza dell’inchiesta. Pur dichiarandosi assolutamente estraneo ai fatti.
“Basso profilo” è il nome del fascicolo aperto dalla procura guidata da Nicola Gratteri. Al centro dell’inchiesta – che conta 160 indagati, 50 dei quali sottoposti a misure cautelari – i rapporti tra il mondo dell’imprenditoria e quello della politica con la ‘ndrangheta.
Il procedimento svelato questa mattina – nel quale sono stati coinvolti centinaia di uomini delle forze dell’ordine – coinvolge nomi di peso e che si abbatte sul Paese in un momento delicato.
Tra gli arrestati c’è il segretario dell’Udc calabrese e assessore al Bilancio regionale, Francesco Talarico, accusato di voto di scambio e associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso.
Ma che ruolo avrebbero avuto i due politici in questa vicenda?
Secondo l’accusa avrebbero accettato di favorire un imprenditore, Antonio Gallo – che aveva stretti rapporti con le cosche – nella sua corsa agli appalti. Inizialmente fatta in Calabria e poi a Roma. E sarebbe stato nella Capitale che Gallo avrebbe incontrato Cesa.
Il pranzo a Roma
Siamo nel 2017, il segretario dell’Udc è eurodeputato. A tavola erano seduti oltre a Cesa, Talarico, Gallo e Tommaso e Saverio Brutto.
Gallo, continua il magistrato, ”è un imprenditore molto eclettico, che lavorava su più piani e riusciva a muoversi con grande disinvoltura quando aveva di fronte lo ‘ndranghetista doc, o il politico o l’imprenditore. Si muoveva su più piani, perchè aveva bisogno di più piani, per creare una sorta di monopolio o almeno oligopolio su un territorio per avere la possibilità di vincere gare truccate per la fornitura di prodotti per la sicurezza sui luoghi di lavoro o attività di pulizia, anche a livelli nazionale. Ecco qui – ha aggiunto il procuratore della Dda di Catanzaro – l’aggancio con la politica”. E la decisione di arrivare a Roma.
“Questa sua voglia di ingrandirsi – sostiene ancora Gratteri – porta Gallo ad arrivare fino a Reggio Calabria e a rivolgersi a rappresentanti della famiglia di ‘ndrangheta dei De Stefano-Tegano per organizzare la campagna elettorale di Franco Talarico nelle Politiche del 2018, e lo porta a salire a Roma per cercare di ottenere degli appalti di levatura nazionale e attraverso Talarico organizza un incontro con Cesa, un pranzo, datato estate 2017″.
Come ha fatto la procura a sapere di quell’incontro? Ascoltando una conversazione di Brutto, nella quale, si legge nella richiesta dell’applicazione delle misure cautelari, “veniva menzionata la figura dell’onorevole Lorenzo Cesa con il quale avrebbe preso un appuntamento”.
E dell’appuntamento si ha conferma grazie a un pedinamento. “Quel pranzo – ha rimarcato poi Gratteri – non potevamo documentarlo perchè all’epoca Cesa era parlamentare, ma sentendo poi Gallo da un’intercettazione ambientale emerge sostanzialmente che Gallo avrebbe dovuto pagare il 5% di provvigione (a Francesco Talarico, Tommaso e Saverio Brutto, ndr)”. Ma di questo pagamento, a detta degli stessi inquirenti, non ci sono riscontri.
Il “patto di scambio” per il 2018
In vista delle politiche del 2018 gli indagati avrebbero stipulato un accordo. In cosa consisteva, secondo gli inquirenti, questo patto di scambio? “Nella promessa di “entrature” per ottenere gli appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici, erogati dalla sua impresa (di Gallo, ndr) e banditi da enti pubblici economici e società in house”
Il ruolo di Cesa sarebbe stato di “mediazione” in cambio della promessa di un ‘pacchetto’ di voti”.
Secondo la procura “Talarico incontrava Natale Errigo, imparentato con esponenti della cosca De Stefano/Tegano di Archi” e riceveva la rassicurazione del sostegno alle elezioni.
Appalti, ma non solo: “150 pagine di capi d’imputazione”
Tanti i reati ipotizzati. Così tanti che i capi d’imputazione riempiono 150 pagine. L’elenco, fatto da Gratteri, è lungo: “associazione a delinquere, voto di scambio, intestazione fittizia di beni, appalti, turbative, rivelazioni del segreto istruttorio, quindi tutta la gamma dei reati tipici che negli ultimi anni stiamo vedendo emergere sempre più nel corso delle nostre indagini, indagini di mafia in cui ci sono sempre meno omicidi, ci sono sempre meno reati violenti ma – ha sostenuto il procuratore capo della Dda di Catanzaro – sempre più reati che riguardano il potere politico e sempre più reati che riguardano il potere economico”.
La difesa di Cesa: “Estraneo ai fatti”
La casa romana di Cesa è stata perquisita oggi. Lui respinge ogni accusa, incassa il sostegno di una parte della politica, e fa sapere: “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato”.
E all’Ansa che gli notare che l’indagine arriva proprio in un momento in cui il suo partito avrebbe potuto giocare un ruolo importante nell’estremamente precario equilibrio in cui dovrà reggersi il governo risponde: “Io sono sempre stato rispettoso della magistratura e lo sono anche ora: non credo a tempi sospetti”. E ancora: “Il centrodestra è unito. Detto questo sono una persona seria e lo sono anche oggi: non mi occupo più di vicende politiche. È un momento difficile”.
Nell’attesa che la vicenda abbia una qualche evoluzione ha chiaro quale sarà il prossimo passo che compirà : “L’unica cosa che devo fare – conclude – è prendere le carte e lasciare il mio ufficio nella sede dell’Udc”.
(da agenzie)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
CI VUOLE TANTO AD APRIRE LE STAZIONI DELLA METRO? CI VUOLE TANTO A DARE AI POVERI UN RIPARO DIGNITOSO? O I POLITICI DEVONO ELARGIRE QUATTRINI SOLO AI FALSI POVERI?
Un altro senza tetto è morto a Roma. Il decimo dall’inizio dell’inverno, la decima vita che forse poteva essere salvata.
A dare la notizia è stata la Comunità di Sant’Egidio. La vittima è un cittadino straniero di 46 anni, secondo quanto reso noto dai volontari sarebbe morto di ipotermia o per un malore legato alle condizioni di vita in strada.
“Si chiamava Edwin, era molto riservato. Siamo molto addolorati per l’accaduto. E’ la decima persona che da novembre muore a Roma in queste circostanze”, ha raccontato Carlo Santoro, volontario della Comunità di Sant’Egidio all’agenzia Ansa. “Siamo preoccupati e facciamo appello non solo alle istituzioni ma anche alle persone per aiutarci. Il freddo e il Covid sono una miscela letale per questa povera gente che vive in strada”.
La protesta delle associazioni per i senzatetto: “Non lasciamoli morire di freddo”: 25.000 firme per aprire le stazioni ai senzatetto
Intanto la petizione lanciata dall’associazione Nonna Roma e rivolta alla sindaca Virginia Raggi per aprire le stazioni come ricovero notturno dei senzatetto ha raggiunto le 25.000 firme. Un appello diventato anche una mozione urgente in consiglio comunale approvata anche con i voti di molti consiglieri del Movimento 5 Stelle (gli altri si sono astenuti) che impegna la giunta Raggi ad aprire le metropolitane come misura di emergenza. La mozione però è rimasto finora lettera morta.
“Nonostante la pandemia abbia reso più difficile la tutela e l’accoglienza di chi non ha una casa nella nostra città , nonostante gli appelli delle associazioni e dei volontari tutti i giorni in prima fila, constatiamo che l’amministrazione comunale non è stata in grado di mettere in campo misure straordinarie, a cominciare dal ricovero notturno nelle stazioni nei giorni dove le temperature sono più rigide. — si legge nell’appello dei volontari — Azioni di natura umanitaria che non risolvono il problema del diritto all’abitare, della presa in carico dei più fragili e l’accoglienza delle e dei migranti in transito o delle e dei richiedenti asilo, ma che almeno possono salvare delle vite umane”.
(da Fanpage)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
L’IMPRENDITORE E’ INDAGATO PER AVER EVASO IL FISCO, AVEVA NASCOSTO IL DENARO NEI LUOGHI PIU’ DISPARATI A CASA DEL PADRE
Un milione di euro nascosti sotto al materasso e nelle scatole di biscotti: un imprenditore del Salernitano, finito al centro delle indagini per evasione fiscale, è stato scoperto dalla Guardia di Finanza di Salerno ma a fare notizia è il luogo dove aveva pensato di nascondere il denaro, rigorosamente in contanti e nascosto all’interno di scatole di biscotti e materasso nell’appartamento del padre, ora indagato a sua volta. Non proprio alla Edgar Allan Poe che diceva che “se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella vista”, ma quasi: con buona pace di conti correnti all’estero o nascosti dai “soliti” prestanome.
Tutto è accaduto nella giornata di ieri, quando su mandato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore la Guardia di Finanza ha eseguito una perquisizione in casa del padre dell’imprenditore coinvolto.
Ed è là che sono stati ritrovate diverse “mazzette” di denaro nascoste perfino sotto al materasso, occultate in una scatola.
Le Fiamme Gialle erano al lavoro per ricostruire un complesso sistema di evasione fiscale ipotizzato nei confronti dell’imprenditore, titolare di una società che si occupa della distribuzione dei carburanti.
L’ipotesi di reato vedrebbe l’uomo al centro di un sistema di “cartiere”, ovvero di società che esistono solo sulla carta ed intestate a prestanome, il cui unico scopo è quello di produrre documenti commerciali falsi che potessero permettere alla fine dei vari giri di acquistare i carburanti in regime di esenzione d’imposta, evadendo così il fisco.
Ma a fare notizia è stato appunto il ritrovamento dei soldi in contanti, nascosti dentro casa del padre, per il quale è stato formulato il reato di ricettazione.
(da Fanpage)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
ATTENDIAMO CHE SALVINI E MELONI INVOCHINO LA LIBERTA’ DI MANIFESTARE PER IL POPOLO RUSSO IN DIFESA DEL PATRIOTA ALEXEI
La polizia russa ha fermato una delle più strette collaboratrici del leader dell’opposizione Alexei Navalny, la legale del Fondo Anticorruzione Liubov Sobol. Nota per essere stata una delle figure di spicco delle proteste anti Putin del 2019, Sobol è stata portata in commissariato a causa dell’invito a partecipare alle manifestazioni in programma sabato 23 gennaio contro l’arresto di Navalny.
Prima del fermo, gli agenti si sono presentati anche nelle abitazioni del direttore della testata online Media Zona, Serghiei Smirnov, e del conduttore di Radio Eco di Mosca, Aleksandr Pliushchev, nonchè dalla portavoce di Navalny, Kira Yarmish, e della stessa Sobol.
Poco dopo il fermo di Sobol, un altro collaboratore di Navalny, Vladlen Los, ha denunciato che le autorità di Mosca gli hanno ordinato di lasciare la Russia entro il 25 gennaio e gli hanno proibito di tornare nel Paese per quasi tre anni, fino al 27 novembre 2023.
La manifestazione di sabato preoccupa le autorità russe, tanto che il vice ministro dell’Interno Aleksandr Gorovoi, intervenendo al dicastero, ha chiarito: «Oggi non abbiamo scuse per permettere manifestazioni non autorizzate nelle strade e nelle piazze delle città in nessuna parte del Paese», ha detto Gorovoi, ripreso dall’agenzia Interfax, aggiungendo che le autorità hanno fornito «gli strumenti legali» necessari per impedire tali manifestazioni.
Non solo. Secondo Ria Novosti, l’ufficio del procuratore generale della Russia ha chiesto di limitare l’accesso ai siti che invitano a partecipare «ad azioni illegali il 23 gennaio».
«Sono state fatte richieste al Roskomnadzor — l’autorità russa per le telecomunicazioni — per limitare l’accesso alle informazioni illegali. Le persone che invocano azioni illegali sono state avvertite di non infrangere la legge», recita la nota. La procura generale ha aggiunto che le forze dell’ordine sono «concentrate sull’adozione di misure preventive» e, se ci sono i presupposti, pronte ad adottare provvedimenti.
(da agenzie)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
A THULASENDRAPURAM PERSONE FESTANTI, TRA FIORI, DOLCI E PREGHIERE
Festeggiamenti nel villaggio indiano di Thulasendrapuram nel giorno del giuramento della vicepresidente Usa, Kamala Harris, discendente del villaggio, che entrerà nella storia come la prima donna, di colore e di discendenza dell’Asia meridionale, a ricoprire il ruolo.
Nella cittadina natale di suo nonno materno, Thulasendrapuram, a circa 350 chilometri da Chennai, persone festanti si sono preparate alle celebrazioni. “Ci sentiamo molto orgogliosi che un indiano sia stato eletto vice presidente d’America”, ha detto Anukampa Madhavasimhan, che fa l’ insegnante.
Il nonno di Harris si è trasferito a Chennai, la capitale dello stato del Tamil Nadu, decenni fa. Anche la madre della vice di Biden, scomparsa nel 2009, è nata in India, prima di trasferirsi negli Stati Uniti per studiare all’Università della California, ha sposato un uomo di origine giamaicana e hanno chiamato la loro figlia Kamala, parola in sanscrito che significa fiore di loto.
Prima dell’inaugurazione, si sono tenute preghiere speciali per il suo successo nel tempio della città durante le quali la divinità indù Ayyanar, una forma di Shiva, è stato lavato con latte e adornato di fiori dal sacerdote.
In vista delle elezioni statunitensi di novembre, anche gli abitanti dei villaggi di Thulasendrapuram avevano organizzato una cerimonia al tempio per augurare buona fortuna a Harris. Dopo la sua vittoria, hanno acceso fuochi e distribuito dolci e fiori come offerta religiosa
I poster di Harris delle celebrazioni di novembre adornano ancora i muri del villaggio e molti sperano che arrivi alla presidenza nel 2024. Il presidente eletto, Joe Biden, ha eluso le domande sul fatto che cercherà la rielezione o si ritirerà . “Per i prossimi quattro anni, se sostiene l’India, diventerà presidente”, ha detto G Manikandan, che ha seguito il percorso politico di Harris e nel suo negozio espone con orgoglio un calendario da parete con le foto dei componenti del tandem democratico.
Martedì, un’organizzazione che promuove il vegetarismo ha inviato pacchetti di cibo per i bambini del villaggio come regali per celebrare il successo di Harris.
(da Open)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
L’HASHTAG #BERNIEMITTENS E’ SALITO IN CIMA AI TREND
Tra le immagini iconiche di questo Inauguration Day resterà quella del senatore del Vermont Bernie Sanders, ultimo democratico ad arrendersi nella corsa alle primarie con Joe Biden.
Arrivato tra i primi a Capitol Hill, in una Washington sferzata dal gelo, il senatore si è messo a sedere, mascherina sul volto, Parka, e un paio di guanti di lana vecchio stile che non sono passati inosservati. Sui social l’ingrandimento dell’accessorio ha spopolato.
Molti volevano sapere dove Sanders avesse comprato quei guanti alla Charlie Brown con rombi neri, marroni e bianchi. A fine serata, attraverso il tam tam dei social, si è risaliti all’origine.
I guanti sono stati realizzati a mano da un’insegnante del Vermont, Jen Ellis, che li ha regalati al senatore due anni fa. Il materiale usato per quelli che sono diventati un hashtag, #BerniesMittens, è un inno all’ambientalismo: lana e plastica riciclata.
Ellis li fa su ordinazione e li regala agli amici. Su Instagram i follower hanno recuperato una foto scattata un anno fa che mostra i vari disegni disponibili.
Intervistato dalla Cbs, Sanders ha spiegato la sua scelta: “Noi nel Vermont siamo abituati al freddo e non siamo preoccupati molto della moda, a noi interessa stare al caldo, ed è ciò che è successo oggi”.
In un tweet invitava ad occuparsi di altro, come “rispondere in modo aggressivo alle enormi crisi che devono affrontare le famiglie di lavoratori”.
(da agenzie)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
13 ARRESTI E 45 DOMICILIARI, IN CARCERE ANCHE IMPRENDITORI E POLITICI, MOVIMENTI ILLEGALI DI DENARO PER 300 MILIONI… AI DOMICILIARI L’ASSESSORE REGIONALE UDC AL BILANCIO (OTTIMA SCELTA DEL CENTRODESTRA, COME SEMPRE)
Politici, imprenditori, boss di primo livello. E fra gli indagati anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, la cui casa romana è stata perquisita e passata al setaccio questa mattina dagli uomini della Dia di Maurizio Vallone.
L’accusa, secondo indiscrezioni, sarebbe di concorso esterno in associazione mafiosa. Ai domiciliari è finito anche un suo braccio destro in Calabria, Francesco Talarico dell’Udc, assessore al bilancio.
“Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017” conferma il politico con una nota. “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato” annuncia.
È una maxi-operazione da decine di arresti quella eseguita oggi su tutto il territorio nazionale su richiesta della procura antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri e per ordine del giudice.
In manette sono finiti maggiori esponenti delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonchè di imprenditori di spessore ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Tredici persone sono finite in carcere e 35 ai domiciliari, tutte accusate a vario titolo di riciclaggio, turbativa d’asta, intestazione fittizia di beni ed associazione mafiosa. Fra loro, nomi noti della politica, dell’imprenditoria e delle professioni di Catanzaro, ma anche funzionari, dipendenti pubblici e politici. Quarantanove gli indagati.
L’indagine “basso profilo” ha accertato movimenti illegali di denaro per oltre trecento milioni di euro. Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali per un valore che è stato definito “ingente”.
Il patrimonio sequestrato “torna nelle casse dello Stato ed è un reale recovery fund che deve essere sempre attivo” dice il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra. “Un plauso sincero a questo immane sforzo investigativo che, la Commissione Antimafia ha potuto seguire grazie al lavoro del suo ufficiale di collegamento DIA colonello Luigi Grasso” spiega in una nota. “Questi arresti dimostrano che lo Stato non solo è presente ma è anche più forte e tenace”.
Ci sarebbe un patto consistente in una promessa di appoggio elettorale fra gli uomini dell’Udc ed esponenti della ‘ndrangheta all’origine del coinvolgimento di Lorenzo Cesa nell’indagine della Dda di Catanzaro in cui il segretario dello Scudo crociato dimissionario è indagato per associazione a delinquere. In particolare, la consorteria ‘ndranghetista, nelle persone di Antonio Gallo, del consigliere comunale di Catanzaro Tommaso Brutto e del figlio Saverio, Antonino Pirrello e Natale Errigo, sarebbe entrata in scena in occasione delle elezioni politiche del marzo 2018, per il rinnovo della Camera dei deputati e del Senato. In quella circostanza, secondo gli inquirenti, sarebbe stato stipulato un “patto di scambio” con il Francesco Talarico, assessore regionale al Bilancio finito agli arresti domiciliari, consistente nella promessa di “entrature” per l’ottenimento di appalti per la fornitura di prodotti antinfortunistici erogati dalla sua impresa e banditi da enti pubblici economici e società in house, “attraverso – scrivono gli inquirenti -la mediazione dell’europarlamentare Lorenzo Cesa in cambio della promessa di un “pacchetto” di voti”.
(da agenzie)
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Gennaio 21st, 2021 Riccardo Fucile
UNA VOLTA CHE UNA INIZIATIVA FUNZIONA E PIACE AGLI ITALIANI ONESTI ARRIVANO GLI SFASCISTI CHE VOGLIONO DESTINARE I FONDI AI LORO AMICI RISTORATORI
Proprio adesso che app IO aveva trovato la quadra per i pagamenti del Cashback di Stato. Dopo la prima fase sperimentale che si è interrotta il 31 dicembre, è partito il sistema a regime, quello che può garantire fino a un massimo di 300 euro di rimborsi sulle spese effettuate con strumenti di pagamento elettronico fino al prossimo 30 giugno 2021.
C’era stato un piccolo intoppo dopo l’8 gennaio — perchè alcuni pagamenti non venivano tracciati -, ma dal 21 gennaio tutte le spese effettuate con carta sono state recuperate (anche quelle, ovviamente, effettuate tra l’8 e il 21 gennaio). Dunque, adesso, l’app IO dovrebbe funzionare a pieno regime.
Non solo: c’è anche un’altra funzionalità che adesso è disponibile sull’app IO. È quella che consente ai cittadini di capire in che posizione si trovano rispetto al quantitativo di spese effettuate, una vera e propria classifica del Cashback: per i primi 100mila utilizzatori, infatti, a giugno è previsto un super bonus da 1500 euro.
Al momento — lo fissiamo su questa pagina alla data del 21 gennaio 2021 — c’è bisogno di 27 transazioni per rientrare tra i primi 100mila utenti registrati.
Considerando che in questo conteggio sono valide proprio tutte le spese (compresa quella per un caffè al bar), la corsa al superbonus non sembra propriamente un traguardo irraggiungibile.
Eppure, qualcosa sembra muoversi e non è una bella notizia per i fan del cashback. Dopo l’uscita di Italia Viva dal governo, il gruppo di deputati e senatori che fa riferimento a Matteo Renzi sembra stia studiando tutte le mosse possibili per mettere in difficoltà l’esecutivo.
Tra queste, potrebbe esserci anche un emendamento che — per mettere a disposizione maggiori fondi per i ristori delle attività commerciali provate dalla crisi del Coronavirus — punta a sforbiciare in maniera sostanziosa le risorse destinate al cashback.
La proposta, sottolinea il Corriere della Sera, è stata avanzata dall’ex viceministro dell’Economia del governo Renzi Enrico Zanetti: l’obiettivo è portare quasi tutti i 4,7 miliardi di euro destinati alla misura del cashback di stato nell’ambito del nuovo decreto ristori, attraverso un emendamento.
Del resto, anche nel discorso fatto da Renzi al senato e nelle interviste che hanno preceduto la conta a Palazzo Madama, il senatore di Rignano aveva fatto capire che la misura del cashback non era proprio l’ideale per rilanciare l’economia.
Dopo, ovviamente, aver permesso alla compagine di Italia Viva di votare a favore del provvedimento al momento del suo lancio e della sua promozione voluta dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Insomma, il cashback non fa in tempo a funzionare correttamente, che c’è già qualcuno che vuole farne a meno. Tanta fatica per niente o troppo rumore per nulla?
(da Giornalettismo)
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