ARABIA VIVA, RENZI A RYAD HA MAGNIFICATO IL PAESE MANDANTE DELL’ASSASSINIO DI KHASHOGGI
“SONO INVIDIOSO DEL VOSTRO COSTO DEL LAVORO, QUI LE CONDIZIONI DI UN NEO-RINASCIMENTO”… COME NO, CON LO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO DEGLI STRANIERI PAGATI 250 DOLLARI AL MESE, CON LE DONNE CHE VENGONO PAGATE IL 56% IN MENO DEGLI UOMINI… E’ IL MODELLO CHE PIACE A RENZI E AI POTENTATI ECONOMICI CHE RAPPRESENTA
In Arabia Saudita ci sono tutte le condizioni perchè sia la culla di un “neo-rinascimento“. Chi lo dice? Il controverso principe Mohammed bin Salman, sospettato dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi? Quasi.
L’ottimistica e discutibile definizione, infatti, è stata formulata durante una conversazione con l’erede al trono saudita da Matteo Renzi, che si dice pure “invidioso” del costo del lavoro a Riad.
Proprio mentre il leader d’Italia viva entrava al Quirinale per le consultazioni col presidente della Repubblica — necessarie dopo la crisi politica aperta dallo stesso senatore di Rignano — in Arabia è stata trasmesso l’intervento registrato dell’ex segretario del Pd al Future Investment Initiative (Fii).
È per partecipare a questo appuntamento che Renzi era volato in Arabia Saudita proprio durante il caos politico, rientrando in fretta e furia dopo le dimissione di Giuseppe Conte. A pagare il volo di ritorno è stato lo stesso Future Investment Initiative Institute, una Fondazione saudita creata all’inizio del 2020 per decreto dal Re Salman bin Abd al-Aziz Al Saud, e nel quale Renzi siede nell’advisory board.
Una nomina che secondo il quotidiano Domani gli garantirebbe “fino a 80mila dollari l’anno”.
Sarà per questo che dialogando col principe bin Salman Renzi usa toni esageratamente entusiastici. Rievocando come il Rinascimento sia nato a Firenze proprio dopo “la peste, una pandemia” (paragone poi usato anche dopo le consultazioni con Sergio Matttarella) l’ex primo cittadino di Firenze ha sostenuto che quando nel mondo si parla dell’Arabia Saudit se ne riconosce l’importante ruolo di “playmaker nella regione, ma molte persone ignorano i grandi sforzi nello sviluppo delle città , a partire da Riad” .
L’entusiasmo del leader del piccolo partito di Italia viva per il Paese arabo è senza confini: commentando le cifre degli investimenti in programma in Arabia Saudita, superiori al trilione di dollari, Renzi ha parlato di “numeri incredibili paragonati al debito pubblico italiano”.
Poi ha rivolto al principe ereditario attestati di stima: “Penso che con la tua leadership e quella di re Salman il regno possa svolgere un ruolo cruciale e per me come ex sindaco è molto bello comprendere il ruolo delle città in questo progetto”.
Ma non solo. Siccome il principe saudita ha citato il presunto basso costo del lavoro a Riad, Renzi ridendo ha risposto che “come italiano sono molto invidioso” e ha indicato “le grandi possibilità per i giovani sauditi nel campo dell’istruzione” nei prossimi 10 anni.
Ora non è esatto che il costo del lavoro in Arabia Saudita sia poi così basso. Secondo i dati del locale minsitero del Lavoro del 2014 lo stipendio medio mensile di un saudita 1.300 dollari.
Diverse le cifre quando si parla di lavoratori stranieri, presenti soprattutto nel settore privato, dove sono il 76%: un dipendente non arabo guadagna circa 250 dollari, un quinto di uno autoctono.
Particolarmente discussa, sempre per i lavoratori stranieri il sistema della “kafala“: i lavoratori stranieri, infatti, non possono cambiare azienda senza il permesso dello stesso datore di lavoro. Ancora sul costo del lavoro magnificato da Renzi: a Riad le donne guadagnano 56% in meno dei maschi.
(da “Huffingtonpost”)
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