BREXIT, IL CROLLO DI CAMBRIDGE: MENO 17% DI STUDENTI EUROPEI
CONFERMATO IL TIMORE DEI RETTORI SULL’ATTRATTIVA DEL SISTEMA INGLESE DOPO L’USCITA DALLA UE
I timori delle Università britanniche per l’emorragia di studenti post-Brexit si rilevano fondati ora che arrivano i primi dati sulle iscrizioni per l’anno prossimo.
I dati definitivi che riguardano anche la specializzazione e i master arriveranno solo all’inizio dell’anno nuovo ma i numeri di quanti scelgono di cominciare il percorso universitario nel Regno Unito sono in diminuzione per la prima volta dal 2011.
Lo dicono i dati dell’Ucas, il servizio che si occupa di immatricolazioni.
Secondo le cifre pubblicate in questi giorni nel report 2016 gli studenti non europei sono scesi del 2.3 per cento cioè sono 38.300 in meno.
Gli studenti europei non mostrano ancora una discesa perchè a trainare i dati ci sono gli studenti di Bulgaria e Polonia che hanno dovuto iscriversi in tempi anticipati cioè prima della Brexit.
L’incertezza frena le scelte degli studenti
Ma a destare allarme è il dato dell’Università di Cambridge che ha termini di iscrizione anticipati rispetto al resto del Paese: il luogo simbolo dell’educazione di livello all’anglosassone ha perso il 17 per cento degli studenti europei che temono di cominciare un percorso di cui non vedono garanzie riguardo al trattamento personale e soprattutto di eventuali borse di studio: finchè la Gran Bretagna resta nella Ue le condizioni economiche per gli studenti inglesi si applicano a tutti i ragazzi e le ragazze che sono cittadini dell’Unione europea (avviene, reciprocamente, in tutti gli stati dell’Unione) ma all’indomani della formalizzazione dell’uscita i costi e le condizioni potrebbero cambiare radicalmente.
(da “il Corriere della Sera”)
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