CON CHI CE L’HA LA DUCETTA QUANDO SIBILA CONTRO CHI PENSA “O FAI QUELLO CHE DICIAMO NOI O VEDRAI”? MATTARELLA E DRAGHI, DUE CHE HANNO RELAZIONI INTERNAZIONALI E SE NE FREGANO DI “IO SO’ GIORGIA E VOI NON SIETE UN CAZZO”
DIETRO IL RIGETTO DEI NAZI-TEDESCHI DI AFD C’È LA VOLONTÀ DI MELONI DI SPACCARE L’ALLEANZA EUROPEA DI SALVINI, IDENTITÀ E DEMOCRAZIA, CERCANDO DI CONVINCERE LA NEO-CENTRISTA MARINE LE PEN DI TRASLOCARE NEL SUO GRUPPO, QUELLO DEI CONSERVATORI
La conferenza stampa di ieri ha confermato che Giorgia Meloni sta sviluppando un Super-Io patologico, tipico delle personalità narcisistiche.
Per tre ore è stato un ‘’Io, io io, qui comando io!’’. Il “Noi” non viene mai preso in considerazione, il suo Super-Ego non lo concepisce, pur essendo a capo di un esecutivo formato anche da Lega e Forza Italia.
Prigioniera dalla sindrome del “Marchese del Grillo” (io so’ Giorgia e voi non siete un cazzo”), parla del governo come se fosse casa sua. Non riesce proprio a concepire la politica come mediazione e dialogo, e quando si trova con il culo per terra si diverte a inanellare una bugia sull’altra, dato che non è previsto che il giornalista presente alla conferenza stampa possa replicare alle fregnacce.
E quando non si allunga il naso di Pinocchio, allora rifila certe rispostine elusive che sembrano un quiz o una definizione di cruciverba: 7 verticale, otto caselle.
Quando rispolvera l’ormai celebre frase con cui rispose, a ottobre 2022, agli appunti piccati di Silvio Berlusconi, “Non sono ricattabile”; sapete con chi ce l’ha la Ducetta?
Spalancando gli occhioni vittimistici da “underdog” (più under che dog), la premier fa presente che “diversi attacchi alla sottoscritta” sono dovuti al fatto che “affaristi, lobbisti, e compagnia cantante non stiano passando un bel momento”. Nomi? Zero.
Con l’espressione arcigna della caposala che viene a infilarti la supposta, si affaccia al balcone immaginario di Piazza Venezia e sibila: “Sono una persona che non si spaventa facilmente e lo stanno capendo in parecchi”, soprattutto “chi in passato ha pensato a dare le carte”. Anche qui, non scuce un nome.
Sottolinea Ilario Lombardo su “La Stampa”: “Qualche minuto prima aveva parlato di “quelli che pensano “o fai quello che diciamo noi o vedrai”, individui “che possono indirizzare le scelte” e da cui – assicura – non si farà “spaventare”. Un clima di complotto evocato anche a dicembre, sul palco della festa di Atreju, senza specificare chi e come”.
Ora non ci vuole la palla del mago Otelma per capire chi sta scassando i nervi alla signorina Meloni. In prima fila brillano coloro i quali hanno relazioni internazionali e possono permettersi di volare sulla sua testolina. “Io so’ Giorgia” ha rischiato un coccolone quando Ursula von der Leyen ha incoronato Mario Draghi come “una delle grandi menti economiche europee”, per chiedergli gentilmente di ‘’preparare un rapporto sul futuro della competitività europea”.
Su quanto possa sopportare la personalità di Giuliano Amato, e le sue interviste contro la deriva autoritaria del suo governo, lasciamo perdere. Non ce l’ha fatta proprio a trattenersi e si è fatta apparecchiare una domanda dal giornalista “Libero” per sfancularlo: “Sul tema della commissione algoritmi, credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo ma al di là di questo, non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale“.
Atteggiamento che non può minimamente permettersi con il Capo dello Stato. Ma è noto che le dà fastidio (eufemismo) lo stretto rapporto che ha Mattarella con i suoi omologhi di Francia (Macron) e di Germania (Frank-Walter Steinmeier). L’ex balilla di Colle Oppio è convinta che il Quirinale la ostacoli, anziché cercare di tappare i buchi della sua politica.
Lo si evince chiramente dalla sgarbata risposta che ha dato sul rischio isolamento dell’Italia. Ha citato Jacques Chirac, il presidente francese che sottopose a referendum la Costituzione europea che nelle urne venne bocciata. Per concludere, petto in fuori, tuonando: “Nessuno disse alla Francia che gliel’avrebbero fatta pagare. L’Italia non ha meno diritti di altre nazioni”.
A molti osservatori poi è sfuggito il sottotesto della dichiarazione: “Con i tedeschi dell’Afd ci sono distanze insormontabili a partire dal tema dei rapporti con la Russia, a differenza di Marine Le Pen che fa un ragionamento più interessante”.
Una puntura velenosa dietro la quale c’è la volontà di Meloni di spaccare l’alleanza europea di Matteo Salvini, Identità e Nazione, gettando all’inferno i nazi-tedeschi di Afd e nello stesso tempo cercando di convincere Marine Le Pen, a capo del primo partito in Francia, di traslocare nel suo gruppo, quello dei Conservatori.
Marine Le Pen in vista del voto delle europee di giugno ha cambiato musica, dice cose molte diverse da quelle di Salvini (infatti ha evitato di partecipare di persona al recente convegno fiorentino del leader della Lega) e ha cominciato a dislocare il suo Rassemblement National verso il centro (vedi il voto a favore sui migranti che ha spiazzato Macron).
Contemporaneamente la Ducetta sta lavorando ai fianchi dell’amato Xavie Abascal, presidente del partito basco Vox, per depurarlo e rieducarlo della zavorra della destra estrema. Il sogno Meloni sarebbe di esportare a Bruxelles un centrodestra compatibile con il Partito Popolare Europeo.
(da Dagoreport)
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