COPPIA DI SCORTA: SALLUSTI E SANTANCHE’, COMPAGNI VITA E DI “TUTELA”
IL CENSORE DI FINI SI SCOPRE CHE HA DUE AGENTI FISSI A DISPOSIZIONE E STA A CRITICARE GLI ALTRI… TUTELA DEGLI AGENTI ANCHE PER LA SANTANCHE’
Scrive Alessandro Sallusti in prima pagina sul Giornale: “Gianfranco Fini ieri ha chiesto al ministro dell’Interno Cancellieri di rivedere pure la costosa elefantiasi della sua scorta”.
E questa è cronaca.
Poi aggiunge: “Nobile gesto, apparentemente, ma tardivo e ovviamente tattico”. E qui siamo nel giudizio.
Infine postilla: “Fini dice di non essersi accorto degli eccessi di spesa per proteggerlo”. Critica, palese.
Senza voler entrare nell’antica querelle tra il presidente della Camera e il direttore del Giornale (in primis la questione legata alla casa di Montecarlo acquistata da Giancarlo Tulliani), ci limitiamo a svelare un segreto allo stesso Sallusti: anche lui ha una scorta.
O meglio, ne ha due.
Una per lui, l’altra a disposizione della sua compagna, l’onorevole Daniela Santanchè.
Uniti nella vita, uniti nella fede politica, uniti nella tutela.
In questi giorni i due sono in Versilia, Forte dei Marmi, ospiti dello stabilimento Twiga, dove l’onorevole ha una quota di partecipazione.
Tende distanti l’una dall’altra, per mantenere la privacy, divanetti, cuscini griffati (come tutto, del resto) e personale di servizio solerte nel portare bevande e cibo.
Qui l’abbonamento annuale oscilla tra i dieci e i quindicimila euro “a seconda della posizione dello spazio, del tempo di presenza e dell’amicizia con i propietari” spiegano all’interno dello stabilimento.
Dentro questa oasi del lusso, il duo Sallusti-Santanchè afferma di aver rinunciato alla scorta: “Non l’abbiamo richiesta in vacanza — spiega il direttore del Giornale —. C’è però un numero di emergenza al quale ci possiamo rivolgere. Tutto qui”.
Ne è sicuro? Sono arrivate segnalazioni differenti, di lei impegnato nel suo footing mattutino protetto da agenti in affanno.
“No, le assicuro che qui siamo liberi — prosegue Sallusti — E comunque io sono sotto tutela, non sotto scorta”.
Vuol dire avere due uomini a disposizione, una forma di protezione inferiore alla sua compagna.
“I ragazzi sono con me da circa un anno, dopo la decisione presa dall’allora ministro Maroni a causa di minacce ricevute dai gruppi anarco-insurrezionalisti. O almeno credo fossero loro… ”.
Credo, senza alcuna certezza.
Certa, invece, la polemica interna al Giornale tra lo stesso Sallusti e Vittorio Feltri: il secondo (anche lui sotto scorta) non approva l’attacco a Fini e lo ha scritto sul Giornale.
Differente la storia della Santanchè.
Per lei tutto è partito il 23 ottobre del 2006.
Su Sky si tiene un dibattito in diretta tv tra la parlamentare allora di An (con Fini leader) e Ali Abu Shwaima, imam della moschea di Segrate. In breve il confronto si tramuta in scontro.
Durante la trasmissione “Controcorrente” l’esponente islamico attacca la deputata, colpevole di aver sostenuto: “Il velo non è un simbolo religioso e non è prescritto dal Corano”.
Di qui la replica piccata dell’imam: “Lei è un’ignorante, falsa, semina odio, è un’infedele”. Ecco l’allarme. Dare dell’infedele rischiava di essere percepita come una fatwa, ovvero una implicita condanna a morte. Il Viminale interviene.
Appena ventiquattr’ore di riflessione e la decisione è presa: la Santanchè è in pericolo.
Allora come oggi.
Così ecco nascere la cosiddetta “coppia di scorta”. Ora convivono.
Sotto casa una folla di agenti ad aspettarli.
E sotto la casella “punti in comune ”, va inserita anche la passione per lo sport, per la salute fisica.
La deputata è fan della corsa, mentre il direttore è un fanatico della bicicletta. Ogni giorno, o quando possibile, dedicano ore e numerosi chilometri per soddisfare l’esigenza.
Se la scorta si è realmente “salvata” in questi giorni torridi, ciò non avviene durante l’anno quando segue costantemente gli spostamenti del duo.
In macchina, a piedi, di corsa, in bici.
A seconda dell’occasione.
Per la Santanchè, inoltre, l’agente che la segue ha un incarico specifico: tenere lontano i paparazzi.
Sono la sua ossessione, soprattutto da quando è in coppia con Sallusti. L’anno scorso sono stati fotografati, e rifotografati: sul lettino, passeggiata mano nella mano. Con i racchettoni.
“Per forza, in un’estate morta erano l’unica attrazione-vip”, raccontano sempre dallo stabilimento. “E quest’anno va anche peggio”.
Sta di fatto che Briatore a marzo ha ventilato l’ipotesi chiusura dello stabilimento.
I conti sono in rosso. “Cosa fa al mare il direttore? Legge molto”.
Legge e scrive editoriali.
Contro le scorte degli altri.
Alessandro Ferrucci
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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