CRISI DI GOVERNO: QUELLI CHE… RIPARLIAMO CON RENZI
CONTE SI E’ IMPANTANATO CON I RESPONSABILI… NEL PD E NEL M5S LE PRIME VOCI PER UNA RIAPERTURA
Con la ricerca dei “responsabili” che non sta dando i frutti sperati, sia dal Partito democratico sia dal Movimento 5 stelle cominciano ad arrivare segnali di apertura nei confronti di Matteo Renzi e di Italia Viva.
Insomma, si riparte da chi la crisi di governo l’ha aperta. Soprattutto in vista del voto di mercoledì sul ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che si annuncia assai complicato per Giuseppe Conte e il suo esecutivo. Con i numeri che potrebbero di nuovo ballare.
Se però nel Pd più di un esponente non si sente di legare le sorti della maggioranza alla figura del premier attuale, tra i pentastellati l’“avvocato del popolo” resta il perno per potere andare avanti.
Partito democratico.
Tra i primi a dire no agli ultimatum c’è la deputata dem Marianna Madia che spiega: “Non è verosimile proseguire a lungo con l’attuale situazione parlamentare: un gruppo eterogeneo di deputati non fa una forza politica, a prescindere dai numeri e dalle alchimie ipotizzabili. Si riparta da dove ci siamo fermati, con responsabilità , per verificare se esistono le condizioni per un rilancio. Piano vaccinale che dia certezze e garanzie, gestione della pandemia, ristori per chi ne ha diritto, la definizione del Recovery”.
Ci sono poi i sindaci come Giorgio Gori, Dario Nardella ed Emilio Del Bono che parlano di maggioranza Ursula e non chiudono la porta ai renziani.
“Non penso che l’allargamento della maggioranza possa passare per una campagna acquisti – afferma il sindaco di Bergamo Gori -. Serve un nuovo governo. Un Conte-ter che possa contare su una maggioranza ampia, europeista, simile a quella che regge la commissione Ue di Ursula von der Leyen”.
Un governo, spiega, che “abbia l’appoggio delle forze che hanno dato vita al Conte bis più quelle liberali e popolari presenti in Parlamento, da +Europa ad Azione a Forza Italia. Senza escludere Italia viva”.
Chiedono di parlare con tutti anche i senatori Gianni Pittella, Dario Stefano, Tommaso Nannicini e Francesco Verducci: “Bisogna ribadire con forza anche in queste ore difficili – affermano – che il Pd è il partito del rilancio della legislatura. Siamo nel pieno di una drammatica crisi sanitaria e sociale. L’Italia ha bisogno di risposte urgenti. Nessun ammiccamento diretto o indiretto alle elezioni anticipate, come arma finale, può essere una mossa politica utile e nell’interesse del Paese in questo momento. Il Pd rilanci le ragioni di un governo che sia all’altezza delle risposte che si aspettano le italiane e gli italiani, parlando con tutti per trovare la quadra di un programma di legislatura”.
Ci sono poi il ministro per Affari regionali, Francesco Boccia e il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio che non chiudono a Renzi ma gli chiedono un passo indietro. “Noi ci siamo sempre stati, Renzi lo sa – dice Boccia a Sky Tg24 -. Possiamo confrontarci in qualsiasi momento, il problema è non farlo con un ricatto, questo non è accettabile”. Boccia prosegue: “Siamo in Parlamento, che è una casa di vetro e dove si può sempre trovare una soluzione” sottolineando che però serve da parte di Iv “un passo indietro”.
Delrio, intervistato dal quotidiano cattolico “Avvenire”, spiega: “Non è l’ora di vendette e di rancori, di personalismi. Non si può essere leader politici senza riuscire a guardare il paese che soffre”. E su Italia viva commenta: “La frattura è stata procurata da loro. La ferita ancora sanguina, da medico so che c’è ancora bisogno di tempo per rimarginarla. Io, per natura e per la mia storia culturale, non sono mai per veti definitivi”. E aggiunge: “I cristiani sanno che non si può pensare che la grazia sia a buon mercato: la grazia viene anche conquistata con la sequela.
Movimento 5 stelle.
In un’intervista al “Corriere della sera”, il deputato Emilio Carelli, premettendo che sarà “Mattarella a decidere, ma noi ci siamo stretti intorno a Conte e riteniamo fondamentale che resti premier”, si dice disponibile a riaprire il dialogo con i renziani.
“Ritengo logico e saggio sedersi intorno a un tavolo con Italia Viva – spiega -, per cercare un accordo di fine legislatura che porti anche a un rimpasto di governo, che migliori la squadra e inserisca competenze nuove. Molti parlamentari 5 Stelle la pensano come me”.
Dello stesso avviso è anche il deputato Giorgio Trizzino che afferma all’Adnkronos: “Parlare di ricucitura probabilmente è inappropriato ma si può fare qualcosa di diverso: cioè ricreare le condizioni ideali per una riflessione collettiva sui reciproci errori commessi in questi ultimi mesi. E, ove esistano le condizioni, potrebbe essere anche valutabile una riapertura di dialogo con i renziani”. Con i parlamentari di Italia viva, osserva il pentastellato, “abbiamo sempre lavorato proficuamente nel corso di questa esperienza di governo. Abbiamo constatato che non esistono sostanziali aspetti divisivi che ci impediscono di lavorare insieme”.
ll deputato palermitano auspica quindi “una presa di consapevolezza profonda da parte di tutti i parlamentari di Italia viva affinchè, al di là dei ravvedimenti, che sono evidenti, ci sia una manifesta volontà di ricostruire un rapporto che è stato fattivo negli ambiti del confronto parlamentare, nelle commissioni e che quindi potrebbe certamente continuare”. L’alternativa secondo Trizzino, dal momento che l’operazione ‘responsabili’ stenta a decollare, è il voto: “Le urne sarebbero l’inevitabile sbocco di questa crisi”.
(da “Huffingtonpost”)
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