“DI MAIO SOSTENUTO DAL FIGLIO DI UN SUPERBOSS DELLA CAMORRA”: LA FOTO IMBARAZZANTE SU FB E IL PD ALL’ATTACCO
LE OMBRE DELLA CAMORRA SULLE AMMINISTRATIVE A MONDRAGONE
La lezione di Quarto, con il suo retaggio di regolamenti interni e ferite politiche al di là dell’inchiesta anticamorra, non sembra essere servita a molto.
E un durissimo botta e risposta – ieri – tra l’eurodeputata Pd Pina Picierno e il vicepresidente della Camera del M5S Luigi Di Maio mostra come sia ancora alto e irrisolto il rischio di attrazione tra alcuni giovani di famiglie a rischio per il Movimento, in particolare.
Benchè – bene ribadirlo – i sospetti di collusioni non abbiano mai risparmiato in questi anni, nè i democrat, nè la destra, più o meno cosentiniana.
Al centro dello scontro, stavolta , tra Pd e pentastellati ci sono le presunte ombre di camorra che potrebbero allungarsi sul voto amministrativo di Mondragone, nel casertano, terreno esposto da sempre ai tentacoli di Gomorra.
E ancora una volta c’è una foto, postata via Fb, che rischia di mettere in imbarazzo il vicepresidente della Camera: sostenuto (almeno via Facebook) dal figlio di uno spietato padrino di camorra, Augusto La Torre.
Non è la prima volta.
Nel novembre scorso, Di Maio si era dovuto giustificare per una foto casualmente scattata con Salvatore Vassallo, il fratello dello stake holder dei rifiuti della camorra, Gaetano, praticamente il “ministro” del business immondizia del cartello dei casalesi, l’uomo che portava a casa 2 miliardi di vecchie lire l’anno per sotterrare tonnellate di liquidi e scarti pericolosi di natura industriale.
Nel marzo 2014, altra zona dell’hinterland, Giugliano, Di Maio aveva invece spiegato la vicinanza con il figlio del boss cutoliano Corrado Iacolare: ma quel giovane, Franco, incensurato, era già attivista dei M5S a Giugliano da anni e aveva scelto un’altra strada rispetto a quell’ingombrante genitore.
Già¡, perchè l’anziano Iacolare – di cui il figlio dice “Non lo posso rinnegare, ma ho scelto un’altra vita, mi occupo di tre gelaterie”- vive da anni in Uruguay ed è sfuggito alla giustizia italiana perchè considerato “inestradabile”: nonostante le accuse per vari omicidi e la condanna, passata in giudicato, per associazione mafiosa.
Il nipote e il figlio di La Torre
Ad accendere stavolta lo scontro, ecco un’immagine di gruppo e messaggi di sostegno comparsi su Fb a sostegno di Di Maio, firmati, tra gli altri, dal figlio di uno spietato padrino di camorra, Augusto La Torre: prima “collaboratore di giustizia”, poi espulso dal programma di protezione, oggi detenuto.
La Picierno apre il fuoco, riportando quella foto di gruppo in cui compare Di Maio in compagnia di alcuni giovani, attivisti del M5S di Mondragone, tra i quali c’è un nipote (incensurato) del boss.
Tra i commenti, poco più in basso, ecco arrivare anche il sostegno firmato da Francesco Tiberio La Torre, figlio del superboss: “Aria nuova – scrive lui – la speranza per i giovani si intravede, forza ragazzi”.
La Picierno attacca: “A Mondragone ci saranno tra poco le elezioni amministrative, e Di Maio oggi è venuto a supportare la lista M5S. Il figlio del boss La Torre commenta entusiasta. Ma Di Maio che messaggio invia a chi a Mondragone si batte ogni giorno contro la camorra? Di Maio sa che il figlio di La Torre non ha mai preso le distanze dalla terribile storia criminale del padre? Spero voglia chiarire immediatamente da che parte sta. Sulla camorra non si scherza”.
Di Maio replica. “Il M5s è contro la camorra con tutte le sue forze e quindi contro quella famiglia. Non rispondo di commenti o foto rubate”.
E di nuovo la Picierno: “Mi fa piacere, comunicalo anche ai parenti dei boss che ti acclamano”.
Il vicesindaco : “Fatto di inaudita gravità ”
Sulla vicenda fa rumore “l’indignazione” del vicesindaco di Mondragone, Benedetto Zoccola, che in passato ha denunciato la camorra e vive sotto scorta.
“Che un vicepresidente della Camera, appartenente a un Movimento che ha fatto della lotta alla corruzione il proprio mantra, si faccia sostenere sui social dal figlio del boss Augusto La Torre, pluriomicida, appoggiandolo perfino in campagna elettorale, è inaccettabile. Un fatto di inaudita gravità “, sottolinea Zoccola, il numero due del comune di Mondragone.
Intanto due anni fa, proprio da Quarto, zona flegrea – dove intorno alla presunta estorsione esercitata sulla sindaca Rosa Capuozzo dall’allora consigliere Giovanni De Robbio esplose il bubbone dell’attrazione pericolosa – arrivà³ quell’intercettazione che avrebbe dovuto far riflettere.
“Facciamo un passo indietro tutti i vecchi… mettiamo i ragazzi avanti… i nuovi… e noi ci stiamo dietro”, teorizzava uno degli ex politici locali parlando con un amico ex Pd, Mario Ferro, poi indagato. Ed è quest’ultimo ad annuire: “L’abbiamo fatto proprio a Quarto… con questi dei Cinque Stelle”. Una spia che, ben oltre le eventuali conseguenze giudiziarie, avrebbe dovuto – politicamente – parlare a tutti. Soprattutto ai “nuovi”.
(da “La Repubblica”)
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