LA “SITUAZIONE RIDICOLA” DELLA RAGGI DI CUI SI E’ ACCORTO ANCHE CALENDA
LA VICENDA DEL TAVOLO DEL RILANCIO DI ROMA DIMOSTRA L’INADEGUATEZZA DELLA RAGGI
Alla fine anche Carlo Calenda dev’essersi accorto che la situazione a Roma è disperata, ma non seria.
Il ministro dello Sviluppo Economico, arrivato buon ultimo a rendersi conto del dramma che si vive nella Capitale, ieri ha raccontato come sta andando la divertente vicenda del tavolo sul rilancio di Roma e di come si stia comportando la sindaca Virginia Raggi: «La situazione sta superando la soglia del ridicolo. Dal 21 settembre cerco di parlare con la sindaca in merito al lavoro preliminare da svolgere».
Se non fosse che i contatti si limitano a un «sms di circostanza», nel quale Raggi comunica la prima data utile nella sua agenda per convocare il tavolo: 2 settimane dopo.
Il ministro non può fare a meno di notarlo, così come rileva un’altra anomalia: «Mentre tutte le altre istituzioni, a partire dalla Regione e dalle associazioni, si sono immediatamente attivate mettendo a disposizione idee,progetti, staff e tecnici, l’unico riferimento individuato dalla sindaca è il suo portavoce».
Altra stoccata: nonostante la mancanza di risposte, Calenda rivela di continuare a ricevere «lettere sconclusionate sui più vari argomenti».
Conclusione: «Ritengo urgente incontrare la sindaca nelle prossime 48 ore per verificare la reale disponibilità a proseguire nel percorso».
Ora, sicuramente da una parte è necessario sottolineare che molto spesso la politica ha l’abitudine di convocare e sconvocare tavole rotonde, meeting, task force, brain storming che puntualmente si risolvono in un buon buffet da assaggiare per i protagonisti e tante chiacchiere che non portano a nulla.
Ma qui si sta superando ampiamente il ridicolo per ragioni tutte politiche che riguardano il piantare bandierine da campagna elettorale: scrive il Corriere che l’amministrazione grillina vorrebbe intestarsi un ruolo di primo piano spingendo «Fabbrica Roma», il protocollo siglato a giugno con i sindacati per «rivitalizzare il tessuto economico della Capitale» e frenare l’esodo dei grandi gruppi al Nord.
Sarà , ma allora perchè segnalare via lettera a Calenda che la prima priorità è avere maggiori poteri per Roma quando la sindaca sa benissimo che per questo serve un voto del Parlamento e questo oggi non è la priorità ?
Il tavolo dovrebbe servire per costruire soluzioni che servano nell’immediato per un’economia, quella della Capitale, oggi più in difficoltà e per la quale bisogna intervenire subito.
Non c’è tempo per giocare al rinvio dell’incontro con un interlocutore sgradito, nè per immaginare soluzioni che oggi non arriverebbero in tempo e per le quali non c’è nemmeno il necessario consenso politico in questa legislatura (magari nella prossima sì).
Virginia Raggi invece continua a cincischiare, rimandare, procrastinare. Perchè?
(da “NextQuotidiano”)
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