LE ONG: “BENE LA RIFORMA LAMORGESE, MA SERVE MAGGIORE DISCONTINUITA'”
MEDITERRANEA, SEA WATCH E MSF RICONOSCONO I PASSI AVANTI
Una tiepida accoglienza. Si può sintetizzare così l’atteggiamento delle principali ong impegnate nei soccorsi in mare di fronte alle novità contenute nella riforma Lamorgese dei decreti sicurezza. Mediterranea, Sea Watch e Medici Senza Frontiere riconoscono i passi avanti, ma vorrebbero una discontinuità molto più netta con la stagione dominata dall’ex ministro Salvini.
“La strada della riforma Lamorgese è giusta, ma si può fare di più”, dice Luca Casarini, capomissione della Mare Ionio. E’ appena sbarcato al porto di Augusta dopo la più lunga missione della nave della piattaforma civica di Mediterranea.
“Siamo stati 50 giorni in mare, in due riprese abbiamo salvato 110 naufraghi, e tra questi 8 sono risultati positivi. Quindi noi dell’equipaggio siamo stati in quarantena all’ancora a un miglio dal porto”.
Casarini ha letto su Repubblica le anticipazioni contenute nella bozza predisposta dalla ministra dell’Interno, e su cui è stato trovato l’accordo politico tra i partiti della maggioranza.
“Se la riforma dei decreti sicurezza elimina quello che era il cuore dell’operazione di Salvini, ossia criminalizzare il soccorso in mare bypassando la magistratura e dando ai prefetti il potere di comminare maxi multe alle ong e di disporre il sequestro amministrativo delle navi, ne siamo contenti”.
Casarini però fa un passo oltre, chiede un generale mutamento dell’approccio culturale. “Dovrebbero incentivare chi effettua i soccorsi, e non parlo soltanto delle ong ma anche dei mercantili che attraversano il Mediterraneo. Un modo per farlo sarebbe inserire nella bozza una norma per cui entro 24 ore dal salvataggio il Centro di coordinamento a terra deve obbligatoriamente assegnare un place of safety, un porto di sbarco, così da evitare inutili e pericolose lungaggini”.
La Sea Watch, ong tedesca, commenta le novità concentrandosi in particolare sull’eliminazione delle sanzioni amministrative e sulla contestuale previsione di innalzare quelle penali, in caso di violazione del divieto di ingresso in acque territoriali, a 50mila euro.
“La riforma, se alla fine sarà approvata, è comunque una soluzione compromissoria, secondo me non si tratta di fare compromessi ma di cancellare del tutto certe disposizioni. La vera discontinuità con Salvini va oltre l’abrogazione dei decreti sicurezza: non può esserci discontinuità finchè questo Paese continuerà a mantenere i rapporti con la Libia per cercare di governare le partenze delle persone”.
Anche Marco Bertotto, responsabile affari umanitari di Msf Italia, non nasconde che le aspettative erano diverse. “Non vedo alcun cambio di direzione di questo governo rispetto al precedente nel soccorso in mare e nella collaborazione con le autorità libiche. E se dopo un anno sono ancora lì a discutere di mettere o non mettere le multe non mi sembra un gran risultato”.
La posizione di Bertotto, e di tutta Msf, sul punto è chiara: “Non dovrebbe esserci nessun decreto ad hoc e nessuna multa per chi opera il soccorso in mare. Attendiamo di vedere il testo finale della riforma Lamorgese, noi in ogni caso siamo tranquilli perchè i nostri salvataggi sono stati fatti sempre nella massima collaborazione con le autorità , informando i Centri di coordinamento e gli Stati di bandiera”.
(da agenzie)
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