“NEI COMIZI PARLI DI POLITICA, LASCI STARE ROSARI E VANGELO”: LA SBERLA DELL’ARCIVESCOVO DI MILANO ALLA BUFFONATA DI SALVINI
E MARONI PREPARA LA SCISSIONE: “NON MI RICONOSCO PIU’ IN QUESTA LEGA”
Una vera e propria buffonata, tanto più se a farla è uno xenofobo che non ha fatto altro che polemizzare contro Papa Francesco e quella parte (maggioritaria) della Chiesa che ha condannato razzismo, muri e intolleranza.
Ma ci ha pensato l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che ha subito ripreso Matteo Salvini: “Nei comizi parli solo di politica”.
L’affermazione del monsignore è arrivata dopo il “giuramento” compiuto sul Vangelo dal leader della Lega durante la manifestazione organizzata sabato a Milano.
Il numero uno del Carroccio era arrivato alla sceneggiata di impugnando un rosarioe un vangelo.
Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, a sorpresa ieri non è andato alla manifestazione del Carroccio e ai suoi più stretti collaboratori ha confidato: “Questa non è più la mia Lega”.
Maroni ha confidato che esistono settori della Lega che accetterebbero l’idea di un governo di larga coalizione, mentre non vede lo scenario opposto, ovvero che alcune decine di parlamentari di centrosinistra o dei 5 Stelle possano staccarsi dai loro schieramenti per andare a puntellare un governo di centrodestra cui manchi una manciata di voti.
Per Maroni, insomma, non sarebbe un tabù un governo con il Pd a trazione centrista. Gentiloni ormai appare un nome poco spendibile: gettandosi a fondo nella campagna elettorale del Pd e ricevendo appoggi pesanti come quelli di Prodi e Napolitano, l’attuale premier non sembra più rappresentare quel nome di equilibrio e di garanzia per una coalizione tra diversi.
Mattarella ha fatto capire che dal 5 marzo verranno rispolverate le vecchie procedure della prima repubblica, ossia lunghe consultazioni, tempo per lasciare depositare la polvere alzata in campagna elettorale, incarico a un uomo dell’area che uscirà dalle urne con una maggioranza anche relativa.
E in questo scenario anche un ex ministro dell’Interno e del Lavoro, nonchè ex governatore della prima regione italiana, dal profilo dialogante e poco incline agli estremismi, potrebbe avere delle carte da giocarsi.
(da agenzie)
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