“NON SARANNO ANNI FACILI”: QUADRO ALLARMANTE DELLA CORTE DEI CONTI SU DEBITO E INFRASTRUTTURE
DEBITO PUBBLICO AUMENTATO DI 53 MILIARDI IN UN ANNO
“Il 2019 e gli anni successivi si presentano non facili per il governo dei conti pubblici”. Lo ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, spiegando che il “ripiegamento” dell’economia internazionale rende “più stringenti i margini delle azioni di riequilibrio del disavanzo e del debito”.
“In sede programmatica, – ha aggiunto – gli spazi per garantire un percorso di seppur lenta riduzione del debito appaiono molto contenuti, ponendo il Paese in un crinale particolarmente stretto”.
“Non è superfluo ricordare alle nuove generazioni, quanto sia prezioso, in un corretto bilanciamento di poteri, un assetto istituzionale che preveda la presenza di soggetti indipendenti, in grado di assicurare la collettività che le scelte principali, che incidono sulla vita quotidiana, siano sistematicamente sottoposte alle opportune verifiche di legittimità e di efficacia”, ha aggiunto Buscema in apertura del suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2019, presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Il nostro Paese non dispone di un patrimonio infrastrutturale adeguato al suo sistema economico e produttivo” e l’effetto si avverte anche sulla qualità di vita dei cittadini in termini di trasporti, viabilità , rifiuti e manutenzione del territorio.
E’ la denuncia del procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, secondo cui “la mancanza di congrui investimenti rischia di accrescere ulteriormente il gap” tra Italia e altri Paesi con un peggioramento non solo in termini di competitività ma anche di condizioni sociali della comunità .
Il pg della Corte dei Conti parla poi di Quota 100: “Le recenti disposizioni in materia previdenziale suscitano notevoli preoccupazioni circa le ricadute sull’organizzazione degli uffici per i vuoti negli organici che presumibilmente si apriranno copiosi nel breve termine”, ha detto Avoli riferendosi a ‘quota 100’ e spiegando che questi “vuoti costituiscono un’occasione unica da non perdere per promuovere il ricambio generazionale nei quadri pubblici con l’immissione in ruolo di risorse portatrici di professionalità specifiche e maggiormente aperte all’innovazione”.
Tornando al debito, oggi la Banca d’Italia ha rilevato che nel 2018 è salito ancora: al 31 dicembre del 2018 il debito delle amministrazioni pubbliche era pari a 2.316,7 miliardi a fronte dei 2.263,5 miliardi del 2017 (131,2 per cento del Pil).
L’aumento del debito nel 2018 (53,2 miliardi), spiega Bankitalia, ha riflesso il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (40,6 miliardi) e il lieve incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (5,8 miliardi, a 35,1).
L’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio ha accresciuto il debito per 6,8 miliardi.
(da agenzie)
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