PER IL LEGHISTA SIRI E ALTRI SETTE IMPUTATI SI AVVICINA IL PROCESSO
MUTUI SOSPETTI A SAN MARINO, A GIUDIZIO ANCHE IL CAPO DELLA SUA SEGRETERIA
Chiusa l’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano sul presunto finanziamento illecito ottenuto dal senatore Armando Siri. Per l’esponente della Lega si profila così un’altra richiesta di rinvio a giudizio. Insieme a lui sono altri sette gli indagati, tra cui il capo della sua segreteria, Luca Perini.
Per gli inquirenti, l’ex sottosegretario alle infrastrutture e trasporti sarebbe coinvolto in due vicende di finanziamento illecito. La prima sarebbe relativa a due mutui considerati sospetti, uno da 750mila euro e l’altro da 600mila euro, concessi dalla Banca Commerciale Agricola di San Marino, tra ottobre 2018 e aprile del 2019. La seconda vicenda riguarda invece un prestito da 220mila euro risalente a giugno 2018.
Insieme a Siri, oltre a Perini, sono indagati Marco Perotti, ex direttore generale della Banca Commerciale Agricola di San Marino, Marco Cardia, avvocato milanese, Domenica Ferragù, mediatrice e amica comune di Perotti e Siri, Massimo Mina, managing director della società Npl Opportunities Luxemburg, Ramona Graziano, consulente immobiliare, e Paolo Zanni, legale rappresentante di Bper International, quest’ultimo accusato di usura, reato per cui Siri è ritenuto totalmente estraneo.
I pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, nell’avviso di conclusione indagini preliminari, notificato dai militari della Guardia di finanza, hanno contestato a vario titolo il finanziamento illecito a partiti e presentazione di dichiarazione infedele.
Il primo prestito da 750mila euro, secondo gli inquirenti, sarebbe servito all’ex sottosegretario leghista per acquistare, senza ipoteca, una palazzina per la figlia a Bresso, comune alle porte di Milano.
L’altro, da 600 mila euro, sarebbe stato concesso a beneficio di Tf holding, società riferibile a due persone vicine a Siri, che oltre ad occuparsi della compravendita di immobili gestiva due bar. Il prestito da 220mila, sempre per l’accusa, sarebbe servito all’esponente del Carroccio a saldare un debito con il Fisco.
Sul fronte fiscale invece, secondo gli investigatori, l’evasione avrebbe riguardato l’associazione spazio Pin, una società senza scopo di lucro di cui Siri e Perini erano soci e gestori, la quale offre spazi per corsi di formazione.
Il leghista è indagato anche a Roma per corruzione
Siri, che nel 2014 ha patteggiato la pena a un anno e otto mesi di reclusione per bancarotta fraudolenta, è anche accusato di corruzione in un’altra inchiesta, che ha portato alla fine dello scorso anno la Procura di Roma a chiedere per lui il rinvio a giudizio. Il caso riguarda una presunta tangente da 30mila euro, “data o promessa” a Siri, tramite Paolo Arata, in cambio di un “aggiustamento” al Def 2018 sugli incentivi al mini-eolico. Vicenda che, durante il Governo giallo verde, è costata a Siri il posto da sottosegretario al Mit.
Slitta intanto a domani la sentenza per i due revisori contabili della Lega in Parlamento, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, imputati nel processo per la compravendita del capannone di Cormano, acquistato dalla Lombardia Film Commission e attraverso cui, secondo gli inquirenti milanesi, sarebbero stati distratti 800mila euro di fondi pubblici. Per Di Rubba e Manzoni, accusati di turbativa, peculato e reati fiscali, il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi hanno chiesto rispettivamente 4 anni e 8 mesi e 4 anni di reclusione. Sentite le parti domani è attesa la sentenza.
(da agenzie)
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