PRIMARIE NAPOLI, IL VOTO E’ LIBERO ANCHE SE PAGATO: “REGALARE SOLDI NON VIOLA LA LIBERTA’ DELL’ELETTORE”
GLI AZZECCAGARBUGLI DEM BOCCIANO IL RICORSO DI BASSOLINO CHE ORA HA LE MANI LIBERE
“Il rispetto verso migliaia di votanti impone a questo comitato di affermare che nessun broglio è rilevabile nelle primarie di Napoli”.
Così la commissione di garanzia delle primarie Pd di Napoli chiude la partita e rigetta il secondo ricorso di Antonio Bassolino, confermando la vittoria di Valeria Valente. L’ex sindaco ha reagito al momento solo su facebook: “Non se ne possono uscire così, è una presa in giro”.
“Ora lista civica”, “Basta con questo Pd”, “#Andiamoavanti” commentano alcuni suoi sostenitori.
Secondo i garanti “i limitati episodi evidenziati, probabilmente dopo ore di registrazioni, non segnalati da nessun componente dei seggi o dai rappresentanti di lista che, numerosi, presidiavano i seggi, non sono suscettibili di inficiare il voto nei seggi segnalati dove hanno votato centinaia di persone”.
Si tratta dei cinque seggi periferici immortalati dai video di Fanpage sui quali si è concentrato il ricorso di Bassolino che puntava all’annullamento del voto.
Il ricorso è stato rigettato con 7 voti contrari all’accoglimento, tra i quali quello del presidente della commissione Giovanni Iacone, e 4 favorevoli all’accoglimento: quelli di Enzo Giordano e Salvatore Barbato, vicini all’ex sindaco, Alfredo Affatato, vicino al Giovane Democratico Marco Sarracino, e Fabio Benincasa, del Centro Democratico.
Il comitato dei garanti ha ricordato che il Tar non ha mai annullato i risultati delle elezioni “vere” anche dove si siano riscontrate delle violazioni alle leggi sul divieto di propaganda elettorale entro i 200 metri dal seggio.
Ed ha poi affrontato anche la questione dello scambio di euro avvenuto fuori ai seggi, in particolare a quello di San Giovanni. Per Bassolino questo era un elemento essenziale “per capire la volontà dell’elettore”, di qui l’equazione che “è stata violata la libertà di voto costituzionalmente garantita”.
La commissione respinge pure questa osservazione: “Il regolamento inquadra detto versamento (l’euro per votare, ndr) nella categoria dei ‘contributi’ evidentemente per coprire le spese organizzative delle primarie e non certo, anche per l’estrema modestia della cifra, per individuare l’elemento psicologico della volontà di partecipazione al voto. Se così non fosse ci troveremmo in una mercificazione della partecipazione al voto nel quale l’elemento di partecipazione popolare — secondo le motivazioni della commissione Iacone — non sarebbe costituito dal recarsi volontariamente al voto per concorrere a scegliere il candidato sindaco di Napoli ma il versamento di una monetina di un euro”.
Conclusioni: “Il comitato ritiene che, pur in presenza di comportamenti individuali da censurare in altri organismi per gli iscritti ai partiti, non vi siano elementi, in punto di fatto e di diritto, tali da consentire l’annullamento del voto nei seggi indicati”.
Vincenzo Iurillo
(da “il Fatto Quotidiano”)
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