RENZI TRATTA IN SEGRETO CON I CINQUESTELLE
SUL MATTARELLUM PRONTO AL DIALOGO ANCHE CON BERLUSCONI
I contatti sono già stati avviati nella discrezione più assoluta. Ambasciatori renziani hanno sondato, nei giorni scorsi, alcuni fedelissimi di Grillo in parlamento sulla legge elettorale. L’oggetto del reciproco “annusamento” – non ancora una trattativa – è proprio quel Mattarellum che Angelino Alfano e il nuovo centrodestra vedono come una sciagura assoluta. Perchè una cosa è certa: al di là dei guanti di sfida che si lanciano in faccia in pubblico, Renzi coltiva un piano segreto per usare «Beppe» a suo favore nella battaglia contro i guardiani del governo a tutti i costi.
Pronto anche ad andare a elezioni in un election day che tenga insieme Politiche ed Europee.
La strategia del segretario democratico è un doppio binario.
E non è un caso se ieri, all’assemblea nazionale del suo partito, non sia sceso nei dettagli di quale modello elettorale preferisca.
Renzi ha infatti posto la deadline di fine gennaio per trovare un accordo con il nuovo centrodestra «all’interno dei confini della maggioranza».
Respingendo dunque la tesi di chi, come i ministri Quagliariello e Franceschini, vorrebbe invece collegare la riforma elettorale con la riforma costituzionale che riguarda la fine del bicameralismo.
«Sono scuse per perdere tempo – ha spiegato ai suoi il sindaco di Firenze – , mentre noi dobbiamo approvare subito una riforma prima che la Corte costituzionale arrivi con le motivazioni della sentenza che ha abolito il Porcellum ».
Dunque questo mese di tempo è la finestra che Renzi concede ad Alfano per provare a scrivere insieme una legge a doppio turno con premio di coalizione e preferenze.
Ma già prepara il secondo binario, ovvero la sua exit strategyse la prima ipotesi – l’accordo all’interno della maggioranza – dovesse rivelarsi una palude.
E qui entrano in scena Grillo e Berlusconi, interlocutori indispensabili. E cambia anche il modello elettorale, virando rapidamente verso la legge Mattarella.
Tuttavia con una modifica sostanziale, in chiave ipermaggioritaria: il 25% di recupero proporzionale del vecchio Mattarellum dovrebbe infatti essere trasformato in premio di maggioranza per garantire la governabilità .
Era quello che proponeva un ordine del giorno firmato due settimane fa da Roberto Calderoli e poi abbandonato.
Il problema è che la prima “chiacchierata” tra renziani e M5S su questo SuperMattarellum al momento è stata una fumata nera. I suoi sarebbero favorevoli, ma Grillo teme una legge elettorale che lo confinerebbe nell’irrilevanza, mentre con il vecchio Mattarellum senza il premio (data la presenza di tre poli) il centrosinistra renziano non avrebbe alcuna garanzia di vittoria. Ma il calcolo di Renzi prescinde da queste prudenze grilline.
Il sindaco infatti, se Alfano facesse melina sul doppio turno, andrebbe comunque avanti da solo – tanto più che Berlusconi e Forza Italia si sono già pubblicamente espressi a favore del legge in vigore dal ’94 al 2005 – e il redde rationem ci sarebbe in Aula.
A quel punto, con il Super-Mattarellum in campo, per i cinquestelle sarebbe difficile dire di no. E il rischio di un’implosione parlamentare del M5S sarebbe molto alto.
«Il dissenso sta crescendo. Quando presenteremo la proposta – ha confidato ai suoi il segretario dem – in aula li massacriamo. Dentro di loro stanno esplodendo conflitti».
La legge elettorale, nell’ottica di Renzi, costituisce anche un’ottima leva per costringere il governo e i partiti alleati a marciare sulla sua agenda.
Alfano è infatti consapevole che, se non si raggiungesse un accordo di maggioranza sulla legge elettorale, l’alternativa (il SuperMattarellum) lo costringerebbe a tornare a Canossa dal Cavaliere e a dire addio al sogno di una ristrutturazione post-berlusconiana del centrodestra.
Quali saranno i contenuti che il segretario democratico metterà nel “patto alla tedesca” da siglare a gennaio sono stati esposti ieri davanti ai delegati dell’assemblea nazionale. Renzi con i suoi la chiama la «triplice intesa» perchè tocca tre settori: le proposte sul lavoro «de-ideologizzato» (ovvero senza accettare la piattaforma della Cgil), i diritti civili con le unioni gay e il superamento della Bossi-Fini – e il capitolo cultura&scuola.
Che sia il patto alla tedesca con Alfano e Letta o il piano d’emergenza con Grillo e Berlusconi per arrivare al Mattarellum, al momento Renzi è l’unico giocatore che ha in mano una carta di riserva.
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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