SU MACERATA DI MAIO HA PERSO L’OCCASIONE PER PARLARE
DIVENTARE ISTITUZIONALI NON VUOL DIRE DIVENTARE QUALUNQUISTI, I PROBLEMI NON SI EVITANO, SI AFFRONTANO
Dopo aver spiegato tanto ai 5 Stelle che in politica non bisogna solo armarsi di apriscatole, qualcuno dica ora ai pentastellati che diventare istituzionali non vuol dire diventare qualunquisti.
Luigi Di Maio sta perdendo un’occasione per parlare.
Se io fossi un cittadino di Macerata che vota M5S, esattamente cosa dovrei fare in queste ore così agitate, nel pieno di una storia che rifiuta di essere normalizzata e cresce ogni ora nelle sue ramificazioni?
Dovrei, per esempio, premere sulla procura affinchè ci sia una condanna esemplare, o restare a fil di legge e chiedere che l’inchiesta sia ben fatta?
Dovrei non andare in piazza come vuole il sindaco Pd, o invece solidarizzare con le organizzazioni che andranno comunque a protestare?
O dovrei forse andare a visitare i feriti e rifiutare ogni implicazione politica?
O dovrei, ancora, manifestare contro la sinistra e Berlusconi, che “hanno creato l’emergenza immigrazione” (parole di Di Maio)?
Oppure dovrei andare a manifestare con la destra che protesta contro i migranti, vista la netta posizione contro l’immigrazione del programma pentastellato?
È vero, va riconosciuto a Luigi Di Maio che non è l’unico politico in questa campagna elettorale a tenersi alla larga da una vicenda che scotta. Nessuno dei politici di prima fila ha previsto di andare a Macerata. Lo stesso Matteo Salvini preferisce Sanremo alla tormentata cittadina. Tutti parlano di evitare così la tensione, e tutti si rifugiano nell’idea che questa scelta sia una scelta molto istituzionale.
Balle. Le istituzioni si onorano con il coraggio e con la verità .
I politici sono istituzionali non quando evitano ma quando affrontano I problemi a viso aperto — quelli dei cittadini e quelli delle proprie organizzazioni.
La fuga da Macerata è il segno di un forte imbarazzo della politica: è il non saper cosa dire di fronte a una situazione che mette in imbarazzo un po’ tutti, a destra come a sinistra.
Ma se nessun leader politico si è finora mostrato all’altezza di un dialogo con i cittadini di Macerata, Di Maio è quello che se ne è tirato completamente fuori. Rifugiandosi nel terzismo di questa dichiarazione delle prime ore: “A Macerata c’è stato un attacco disumano di stampo razzista che condanniamo e spero che colui che ha sparato a quelle persone possa pagare con il massimo della pena. Ritengo vergognoso che per qualche voto in più i partiti abbiano fatto campagna su questa tragedia”.
Sentito bene? Ma non è forse l’immigrazione il singolo più importante elemento che influenza la trasformazione della politica globale – in Italia,in Germania, in Francia, in Uk con Brexit, in Europa orientale, sulle coste del Mediterraneo, in Africa, e in America con Trump, etc etc?
Eppure solo pochi giorni fa Di Maio parlava alla Link Campus University di Roma tenendo una conferenza sulla politica estera dei 5 Stelle, di fronte al meglio della Farnesina.
La verità è che parlare di Macerata oggi significherebbe in ogni caso esporsi, “prendere posizione”, e uscire dunque da quella generica piattaforma sul tema che finora ha permesso ai 5 Stelle di lanciare ami a destra e a sinistra.
Gli elettori, dicono i sondaggi a meno di un mese dal voto, vanno a destra. È lì dove va anche Di Maio? Forse non è una domanda tanto tanto impertinente da fare a un giovane leader che vuole governare.
(da “Huffingtonpost”)
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