UN VIGILE DEL FUOCO DELL’AQUILA TESTIMONIA QUELLO CHE NON VA
SI E’ PENSATO TROPPO AL G8 E NON ALLE ABITAZIONI DISTRUTTE….DA DUE MESI FACCIAMO TURNI DI 24 ORE, MA DEGLI STRAORDINARI NON E’ ARRIVATO UN EURO: DICONO CHE I SOLDI NON CI SONO…TRASFERITI AD ASSERGI PER DARE SPAZIO AI GRANDI DEL MONDO…E NON SI PUO’ NEANCHE MANGIARE UN BOCCONE NEI CAMPI DEI TERREMOTATI: COSTRETTI A FARE DECINE DI KM PER TORNARE AL CAMPO BASE
Sono ormai più di due mesi che i dipendenti del corpo nazionale Vigili del fuoco stanno lavorando al sisma che ha colpito la città dell’Aquila il sei aprile scorso.
Io sono un vigile del fuoco dell’Aquila e non è facile lavorare tutti i giorni nella città in cui vivo e vedere le sue profonde ferite.
Ho vissuto le prime settimane in modo molto intenso con i miei colleghi, ho lavorato senza tregua, stavamo veramente aiutando chi ne aveva bisogno e questo è stato ciò che ci ha fatto andare avanti, che ci ha dato il coraggio facendoci dimenticare perfino la stanchezza.
Da più di un mese invece l’esigenza pare si sia spostata solo sulle chiese fatiscenti ed altri pochi beni culturali (edifici storici o contenenti affreschi).
Le abitazioni distrutte insieme a quelle poco danneggiate sono state transennate ed abbandonate, ad aspettare che la pioggia le rovini del tutto.
I cittadini non hanno più alcun diritto sulle proprie abitazioni, relegati nelle tendopoli, sono stati tagliati fuori dallo scenario.
Chi stanzia i soldi decide quali sono le esigenze e dirige i lavori. Il fine spesso non è aiutare chi è rimasto senza niente ma si cerca solo la visibilità (recuperare una chiesa da sicuramente più prestigio che ridare una semplice abitazione ad una famiglia).
In questo quadro, noi Vigili del fuoco siamo solo delle braccia e come tutte le braccia mal pagate e senza alcun tipo di assistenza.
Infatti, il corpo dei Vigili del fuoco è riconosciuto dall’art. 117 come facente parte delle forze dell’ordine. Tuttavia noi percepiamo stipendi da cani poichè non compresi nel comparto sicurezza (art. 16 Legge 121/81) di cui fanno parte polizia, carabinieri, forestale (non elenco tutte le altre sottodivisioni che negli ultimi anni sono spuntate come funghi).
La grande differenza tra i vigili del fuoco e quest’ultimi è che i primi non intervengono con le armi, ma soprattutto non fanno rientrare soldi nelle casse dello Stato attraverso multe, sequestri e quant’altro. Siamo solo un’inutile spesa per lo Stato
Dall’inizio del terremoto, i nostri turni sono di 24 ore (normalmente il turno è di 12) e per ora, sono passati due mesi e mezzo, questi straordinari non ci sono stati pagati.
La motivazione è che i soldi per pagarci non ci sono.
Ma a noi è più che evidente come i soldi (quei pochi che ci sono) vengano usati per altro, per cose ben più importanti della retribuzione di chi sta lavorando da oltre due mesi a ritmi sovrumani, i soldi sono stati meglio impiegati per i lavori d’ampliamento dell’aeroporto di Preturo, punto di accesso per i “Grandi” al G8.
Da qui i Vigili del fuoco si sono dichiarati in agitazione contro il Governo, ma mantengono il regolare svolgimento degli interventi nel rispetto delle popolazioni e del nostro lavoro.
I Vigili del fuoco richiedono un aumento dello stipendio: all’inizio di quest’anno a causa del condono gli stipendi si sono aggirati intorno a 700-800 euro mensili. E’ difficile viverci con una famiglia a carico.
Inoltre i Vigili del fuoco richiedono attrezzi idonei per effettuare in modo efficiente gli interventi ed una maggiore cura nella formazione della nostra preparazione (maggiori aggiornamenti e corsi di formazione di una durata maggiore di una settimana.)
A questa già difficile situazione si è aggiunto lo spostamento del G8 a L’Aquila.
Senza entrare nel merito di altre questioni, riporto solo ciò che rappresenta e sta comportando quest’evento per il nostro lavoro.
I nostri turni che dovevano ritornare alla normalità delle 12 ore, si continueranno a protrarre a 24 (non pagate ovviamente!).
Il nostro campo base centrale che si trovava nella caserma della Guardia di finanza (ora adibito ad ospitare il vertice) è stato in fretta e furia spostato nei pressi di Assergi (paesino ai piedi del Gran Sasso, tutt’altro che centrale), comportando l’allestimento ex novo di strutture e tutto ciò che occorre, togliendo tempo a ciò che dovremmo fare: aiutare le persone nei recuperi.
Come si suol dire…oltre al danno la beffa: un’ordinanza della Protezione civile ci vieta di fermarci a mangiare nei campi prossimi al nostro intervento (principalmente l’Aquila), costringendoci a tornare, per mangiare un boccone, nel suddetto campo di Assergi.
E chiaro come questa misura non faccia risparmiare nè tempo nè combustibile e come sia davvero poco utile ai fini dell’emergenza e del lavoro di cui il nostro scosso territorio in questo momento necessita.
Speriamo solo di ottenere, insieme alla popolazione, un po’ più di rispetto.
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