Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
LO SCRITTORE ERRI DE LUCA CONSIGLIA AI GRILLINI DI STARE LONTANO DA SALVINI
Erri De Luca, scrittore, in un’intervista al Fatto oggi parla dei risultati delle elezioni politiche come uno schiaffo alla coalizione tra Partito Democratico e Forza Italia e sostiene che il M5S non dovrebbe allearsi con la Lega:
“Per me bisognerebbe tornare al voto a brevissimo, credo che gli italiani darebbero un responso più preciso”.
Forse prima di tornare a votare bisognerebbe cambiare legge elettorale. Molti vedono nel Rosatellum la causa principale dello stallo.
Ho sentito dire che l’esito non sarebbe cambiato con leggi elettorali diversa da quella attuale. Non sono un esperto, ma ho l’impressione che questo voto sia stato una tappa in un percorso degli elettori.
Ora proveranno comunque a formare un governo. E si partirà dai Cinque Stelle e dal loro 32,5 per cento. L’ha stupita il loro risultato, soprattutto nel Meridione?
Quello del Sud è un voto mobile, attuale, soggetto a sbalzi d’umore. Regioni come Sicilia e Puglia vanno dove tira il vento. Ma non so se tra un anno il M5S prenderebbe così tanto. E comunque mi ha colpito di più il mutamento dell’elettorato nelle ex regioni rosse.
Secondo De Luca sarebbe giusto tornare il prima possibile al voto
Il Pd è precipitato anche lì: colpa di Renzi, e della sua politica poco di sinistra?
No. Lo ripeto, è stato un voto per evitare un’alleanza con Forza Italia, che poteva sembrare un risultato naturale
E ora? Sarebbe una buona mossa per i dem cercare un accordo con i 5Stelle
Il Pd dovrebbe indire le primarie per trovare un nuovo segretario, senza decidere a tavolino. E dovrebbe farlo in fretta. Più passa il tempo, più si assottiglia nella considerazione degli italiani.
E allora il M5S dovrebbe provarci con la Lega. Avrebbero anche i numeri.
Sarebbe solo un’accozzaglia e un suicidio reciproco, per un governo che oltretutto durerebbe poco.E a suicidarsi sarebbero soprattutto i 5Stelle, perchè perderebbero tanto di quell’elettorato guadagnato a sinistra, con il loro porsi come un soggetto esterno alle categorie politiche, alla destra come alla sinistra.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
DOPO ALMIRANTE E BERLINGUER ORA IL M5S PROVA AD APPROPRIARSI DEL SANTINO DEL PRESIDENTE PARTIGIANO… MA PERTINI ERA ANTIFASCISTA MENTRE DI MAIO E’ “POST-IDEOLOGICO”, CHE CI AZZECCA?
Qualche tempo fa durante una puntata di Porta a Porta Luigi Di Maio ha detto che nel MoVimento coesistono i valori di destra e sinistra che al suo interno «c’è chi si rifà ai valori di Enrico Berlinguer, chi a Giorgio Almirante, e chi invece a quelli dei leader della DC».
È il MoVimento postideologico, bellezza. La cosa non stupisce poi molto.
Roberta Lombardi ha dichiarato che la famiglia votava Almirante. Il padre di Alessandro Di Battista ha dichiarato di essere fascista e quello di Di Maio ha tentato la fortuna in politica con il MSI.
Dulcis in fundo Assunta Almirante ha definito Di Maio “un ragazzo molto gradevole”. Ma allora perchè il M5S ora prova ad appropriarsi della figura di Sandro Pertini?
Sandro Pertini, il Presidente partigiano più amato dalla ggente, non ha niente in comune con il Capo Politico del MoVimento 5 Stelle.
Era Socialista, era stato sei anni in prigione per essersi dichiarato antifascista, era stato in esilio in Francia ed aveva fatto la Resistenza. I due non potrebbero essere più distanti per formazione politica ed ideologica.
Eppure qualche giorno fa il MoVimento 5 Stelle ha pubblicato sul suo sito ufficiale l’estratto dal discorso di insediamento alla Presidenza della Camera dei deputati pronunciato da Pertini nel giugno del 1968.
Il giochino è semplice: si vuole far credere agli elettori che Pertini la pensasse allo stesso modo del M5S.
La realtà delle cose è differente: è il MoVimento 5 Stelle ad aver costruito (si veda il discorso di insediamento alla Camera di Roberto Fico) negli ultimi giorni i presupposti per essere paragonato a Pertini.
Ma i due non potrebbero essere più diversi. Perchè più che quello che è scritto sul Blog è quello che non è scritto a fornire indizi interessanti.
Prova ne è che il il M5S convenientemente taglia un passaggio importante del discorso nel quale il Presidente si rivolgeva ai giovani, questo: «Ma i giovani si persuadano di questa verità : quando in un paese la libertà è perduta, tutto è perduto
Continuava Pertini: «Noi anziani abbiamo vissuto e sofferto questa esperienza. Abbiamo percorso con la nostra gente tutto il cammino che dalle tenebre della dittatura ci ha portati alla luce della libertà . È, questo, un cammino cosparso di lacrime, di sangue, di rovine».
Il MoVimento invece salta tutto quel paragrafo, e collega l’onestà al rispetto della condizione umana e alla giustizia sociale.
Ma in mezzo manca tutta la parte dove Pertini ricorda cosa è successo quando la democrazia è stata negata perchè la condizione umana dei membri della società italiana non è stata rispettata. Come non va bene ricordare altre cose che farebbero letteralmente rivoltare nella tomba Sandro Pertini
Nel 2013, in occasione della presentazione delle liste per le politiche, Grillo disse «l’antifascismo è un problema che non mi compete». Il M5S ha scelto di non votare la legge Fiano o di schierarsi — per pura convenienza politica — con i razzisti per negare diritti a tutti quei ragazzi nati e cresciuti in Italia.
In questi anni Pertini è stato tirato per la giacchetta un po’ da tutti.
Dai Forconi agli attivisti del M5S che citano spesso la famigerata frase “Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato via anche con mazze e pietre”. Una frase che Pertini non pronunciò mai.
Pertini non negava all’avversario politico la possibilità di esprimersi o di esistere dicendo “siete tutti morti” o altre amenità da capopolo.
(da “NextQuotidiano“)
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Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
IL REGGENTE DEL PD RIBADISCE LA LINEA DI OPPOSIZIONE
“Non è auspicabile” un voto anticipato, “non è auspicabile” un Governo M5S-Lega. La linea del Pd non cambia, dice Maurizio Martina a Circo Massimo, è il tempo di stare all’opposizione, ma “ascolteremo le indicazioni del Quirinale”.
Ma la logica dice che se questi esiti non vengono considerati auspicabili, serviranno i voti del Pd per formare un Governo.
Per Martina “non c’è possibilità per il Pd di dialogare con la destra e Salvini, perchè ci sono punti sostanziali di merito che fanno la differenza”, mentre un Governo con M5S “è un percorso difficile”.
“Posso fare qualche esempio – spiega il reggente del Pd – la questione dei dazi di queste settimane, che sono sempre stati sostenuti da Salvini, per noi sarebbero una prospettiva devastante. Non possiamo permetterci di fare da stampella a un governo che dà questa prospettiva. A giugno poi nel Consiglio europeo si discuterà la revisione del trattato di Dublino: noi lo vogliamo modificare, la Lega votò contro. Non vedo punti in comune nel confronto sui temi”.
Un governo dei 5 Stelle con il Pd, invece, non è impossibile, ma complesso. “Vedo difficile un percorso di questo tipo, perchè non mi pare affatto che il Movimento abbia oggi quelle intenzioni. E poi conta il merito: ad esempio non ho capito dove vuole portare l’Italia il M5S dentro la partita europea. Ci sono scelte di merito che ci differenziano” dice il reggente del Pd.
“Ho visto in questi giorni post elezioni – aggiunge – un ipertatticismo, figlio di tempi che non si vedevano da un bel po’. Noi rappresentiamo l’alternativa al centrodestra e anche a diverse proposte di merito dei Cinque stelle”.
In vista delle consultazioni al Quirinale, Martina riafferma la linea dell’opposizione: “Al presidente della Repubblica diremo quel che abbiamo detto quando con la direzione, dopo la sconfitta grave, pesante, abbiamo riconosciuto la necessità di lavorare dentro una responsabilità che è quella di minoranza parlamentare. Lavorare per confrontarci con gli altri su grandi temi che noi fanno la differenza per la prospettiva del Paese. Il tema vero è rilanciare il progetto del Pd nell’attività parlamentare e fuori dalle istituzioni, lavorando per la riorganizzazione delle idee e del Pd sui territori”.
Ed ancora: “So che siamo in un momento difficile, ma io non credo che il Pd sia destinato all’estinzione. Credo in un lavoro che possa rilanciarci, perchè credo nel fatto che il Pd abbia ancora una funzione fondamentale per il Paese. Spetterà a noi giocarci bene questa responsabilità . Io credo nella ripartenza. Subito dopo questa fase, credo che noi dovremo concentrarci su un lavoro di almeno un anno che ci consenta di rimettere a fuoco i fondamentali del nostro progetto e ripartire”.
Dinanzi ai diversi esponenti che nel Pd chiedono di giocare un ruolo attivo nella formazione del Governo, Maurizio Martina conferma quindi la linea della Direzione, incrinata però da una serie di esiti non auspicabili per il Pd. “Non auspico il ritorno alle urne e non tifo per un voto anticipato” afferma Martina, secondo cui uno scenario del genere “sancirebbe anche la sconfitta di chi ha prevalso il 4 marzo”. E poi “non auspico un governo formato dal M5S e dalla Lega: per i contenuti e per il merito delle scelte, mi preoccupa. Non faccio i salti di gioia”.
Se non si vuole il voto anticipato e se non si vuole il Governo Lega-M5S, però, servono i voti del Pd. “L’esito elettorale ci consegna una funzione che dobbiamo esercitare bene. Non penso che dobbiamo isolarci o metterci nel freezer, dobbiamo lavorare per ricostruire il nostro rapporto con il Paese e certamente dare battaglia in Parlamento. Se ci sarà la possibilità di costruire su alcuni punti fondamentali di proposta nostra intese o avanzamenti certo non dobbiamo sottrarci”.
(da agenzie)
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Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
LO STORICO TESORIERE DEI DS UGO SPOSETTI: “LE CANDIDATURE DECISE DA RENZI E DA QUALCHE SUA AMICHETTA”
“Ad oggi nel Pd siamo fermi; non c’è nè strategia nè tattica”.
Ugo Sposetti, tesoriere storico dei Ds, ex senatore Pd, ai microfoni di ‘6 su Radio 1’ parla dei risultati conseguiti dal Partito Democratico alle recenti elezioni, aggiungendo di contestare “come sono state decise le candidature: non c’è stato un metodo; ha deciso Renzi e qualche suo amichetto o amichetta”.
“La questione delle donne – osserva poi – è scandalosa: non c’è stata alcuna ribellione delle nostre donne. Se candido in 6 posti diversi 5/6 donne, significa che candido 30 donne in meno. Non se ne è discusso nemmeno dopo il voto”, denuncia Sposetti lamentando che “l’unica cosa che la direzione ha deciso è di stare all’opposizione ed è diventato il Vangelo”.
“In tanti anni di politica – osserva – non avevo mai visto nulla di simile. Il Partito Comunista era democratico, c’era una discussione. Renzi sa ripetere continuamente come un mantra ‘stare all’opposizionè ma non è un ragionamento politico. Io farei iniziative politiche perchè è un suicidio che il secondo partito politico non abbia rappresentanza adeguata nei ruoli istituzionali. Ho fiducia nella saggezza e nella volontà di dare un governo al Paese da parte di forze sociali, economiche… Nessuno ha parlato di Europa ed è molto grave”.
Infine, in merito alle polemiche dopo che Sergio Battelli, tesoriere del M5S, ha dichiarato di avere il diploma di terza media, Sposetti ha concluso: “non vedo tutta questa polemica perchè i soldi li gestisce la Casaleggio Associati, quindi solidarietà a questo ragazzo”
(da “Huffingtonpost”)
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Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
A PASSARE DI MANO DA UNO SCHIERAMENTO ALL’ALTRO SAREBBERO UNA TRENTINA DI DEPUTATI, NON SUFFICIENTI A FORMARE UNA MAGGIORANZA DI GOVERNO
Marco Franchi sul Fatto Quotidiano oggi parla dello stallo alla messicana che apre questa legislatura e interroga l’esperto di sistemi elettorali Federico Fornaro, deputato di Liberi e Uguali, , la scorsa settimana eletto presidente del gruppo Misto alla Camera (in questa veste parteciperà alle Consultazioni al Quirinale):
“Con il Rosatellum anche la soluzione di tornare alle urne sarebbe sterile perchè, stando ai rapporti di forza usciti dalle urne il 4 marzo scorso, in ballo ci sarebbero al massimo 25-30 seggi, insufficienti a determinare una maggioranza stabile alla Camera”
In sostanza, le dinamiche nei sondaggi post-voto mostrano un ulteriore indebolimento dell’area del centrosinistra e una crescita di 5 Stelle e Lega (ma quest’ultima soprattutto ai danni di Forza Italia, cioè all’interno della coalizione di centrodestra).
In sostanza a “passare di mano” da uno schieramento all’altro sarebbero una trentina di deputati, effettivamente non sufficienti — e di parecchio — a formare una maggioranza di governo alla Camera (lo stesso discorso potrebbe essere fatto per il Senato dimezzando i numeri): alla coalizione di centrodestra mancano oltre cinquanta deputati per avere la metà più uno dell’Aula, al Movimento 5 Stelle addirittura quasi cento; a Palazzo Madama Salvini e soci sono sotto di 23, i grillini di 50.
Insomma, anche un voto a ottobre non darebbe un vincitore netto.
È anche vero, però, che al prossimo giro sarebbe chiaro a tutti che è il momento del compromesso, che il nuovo sistema tripolare non può essere ingabbiato dentro logiche maggioritarie imposte per legge al corpo elettorale.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 3rd, 2018 Riccardo Fucile
SONO 154 LE PERSONE CHE HANNO PERSO LA VITA DALL’INIZIO DELL’ANNO
Le ultime due, Giuseppe Legnani e Gianbattista Gatti, hanno perso la vita a Treviglio nel bergamasco proprio ieri nel giorno di Pasqua, dopo essere accorsi nello stabilimento di lavorazione di farine per mangimi della Ecb, chiamati dai cittadini preoccupati per il diffondersi del cattivo odore che usciva dalle cisterne di essiccazione.
La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, e sulle salme dei due operai — che lasciano le famiglie e due figli ciascuno — sarà eseguita l’autopsia presso l’Istituto di medicina legale di Bergamo.
Ma le morti bianche non si fermano. A Livorno, dove mercoledì scorso l’esplosione di un serbatoio nel porto industriale ha ucciso i due operai che lo stavano pulendo, Nunzio Viola di 52 anni e Lorenzo Mazzoni di 25, la Procura prosegue le indagini sulle cause del grave incidente e ha inviato i primi avvisi di garanzia.
Destinatari sarebbero i vertici della Labromare, l’azienda datrice di lavoro, e quelli della Costieri Neri, la società titolare del deposito deflagrato. Gli avvisi ipotizzano l’omicidio colposo plurimo.
Le due pm, Sabrina Carmazzi e Fiorenza Marrara incaricate dal procuratore capo Ettore Squillace Greco, li hanno inviati per consentire a tutti di nominare i consulenti di parte e assistere domani all’autopsia presso l’ospedale di Pisa.
Agli accertamenti sulla genesi dello scoppio che ha portato via Nunzio e Lorenzo, uniti come padre e figlio, sono condotti da Vigili del fuoco, Polizia, Polmare e Capitaneria di porto. In base ai dati raccolti dall’Osservatorio indipendente sulle morti sul lavoro di Bologna, organismo di monitoraggio nato nel 2007 dopo le tragiche morti degli operai arsi vivi nell’ altoforno della Thyssen di Torino, sono 154 le persone che hanno perso la vita dall’inizio del 2018.
Un dato in aumento rispetto ai 113 morti registrati nello stesso periodo dello scorso anno e che peraltro non tiene conto di tutti gli incidenti che avvengono nelle zone ‘grigie’ della manovalanza clandestina e che sfuggono ad ogni triste classifica e a ogni controllo.
La Stampa invece riepiloga i dati INAIL dai quali si evince che dopo i numeri in calo nel 2016, l’anno scorso i morti sul lavoro sono tornati ad aumentare.
(da agenzie)
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