Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
ARIA DI REGIME: ATTESI ALLA MANIFESTAZIONE DI REGGIO CALABRIA, BLOCCATI DIVERSI PULLMANN, SCHEDATI E FOTOGRAFATI I PARTECIPANTI E VERIFICATO “CHE NON CI FOSSERO STRISCIONI CONTRO SALVINI” (LUI E’ LIBERO DI INSULTARE, GLI ALTRI NEANCHE DI CRITICARE)
Nel corteo di Reggio Calabria in memoria di Soumaila Sacko c’è una nota stonata, passata in sordina: come riporta il Corriere della Calabria e anche molti utenti su twitter, i braccianti di San Ferdinando, nonostante avessero regolarmente pagato i pullman che dovevano portarli a Reggio, non hanno visto arrivare i mezzi e sono arrivati con parecchio ritardo.
Anche la delegazione cosentina ha avuto un ben più grave contrattempo: la polizia, senza apparente motivo, ha fermato i pullman e ha fotografato e schedato tutti i partecipanti, in quello che Usb definisce un ‘tentativo di sabotaggio’: “tutti i manifestanti sono stati fermati, fotografati e schedati, gli striscioni aperti e controllati, per verificare che non ci fossero slogan contro il governo e contro Salvini” racconta Paolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale Usb
Appare fin troppo evidente che alcune azioni altro non siano che una sorta di melina istituzionale per impedire o quando meno rendere difficile l’esercizio di un diritto
costituzionale.
Avevano paura che fossero terroristi o che il ministro Salvini, ormai noto per insultare il mondo intero, potesse offendersi? Il segnale è molto brutto.
Alla manifestazione presenti anche i sindaci di Reggio e Riace, Falcomatà e Lucano. Quest’ultimo ha dichiarato: “questo governo è vigliacco, fino ad oggi che cosa abbiamo visto? Che sono forti con i deboli, basta. La voce del governo si è fatta sentire solo per creare odio nella popolazione verso i Rom e verso i rifugiati. Non ci sono altri temi, il resto è secondario. Questo vedo, e questo è un atteggiamento di una politica vigliacca perchè forte con i deboli”.
(da Globalist)
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Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
ATTUAGUILE E’ INDAGATO DAL 2017 ED E’ STATO MEMBRO DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA … COMMISSARIATO SOLO POCHI MESI FA DA SALVINI
Angelo Attaguile è un ex deputato della Lega ed ex leader in Sicilia di ‘Noi con Salvini’.
Ora la procura di Catania hs chiesto un decreto penale di condanna per simulazione di reato nei suoi confronti, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Ursino, e che prevede una multa di 22.500 euro.
L’accusa riguarda una serie di denunce fatte da Attaguile con cui, come hanno detto i pm, “affermava falsamente di aver ricevuto minacce ed intimidazioni, in modo che si potesse iniziare un procedimento penale a carico di ignoti”.
Attaguile, che è stato membro in Antimafia nella passata legislatura, è indagato dal 2017. Gli episodi contestati come false denunce, raccolti in una informativa della Digos etnea, partono dal dicembre del 2016.
(da agenzie)
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Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
LEI PROVA A DISSOCIARSI: “E’ INTESTATO A MIO NONNO”
Sono destinati ad aumentare nei prossimi giorni i profughi nella frazione Corvione di Gambara, nel Bresciano, dove oggi gli stranieri sono una novantina contro i 110 residenti nella zona.
La struttura che ospita i richiedenti asilo, un vecchio ristorante trasformato in ostello, è di proprietà della famiglia di Eva Lorenzoni, bresciana dal 4 marzo scorso deputata della Lega.
L’immobile è intestato al nonno della parlamentare del Carroccio. Lo riferisce il Giornale di Brescia.
“Non condivido in alcun modo le scelte fatte da un componente della mia famiglia d’origine” ha commentato Lorenzoni che cerca di uscire dalle polemiche prendendo le distanze da una iniziativa peraltro perfettamente legittima ma politicamente per lei imbarazzante.
Prendiamo atto che lei si dissocia (ma la famiglia incassa) e che almeno uno in famiglia, il nonno, si salva.
(da agenzie)
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Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
IL SENATORE DEL M5S: “L’ITALIA NON PUO’ SEQUESTRARE LA NAVE”
Gregorio De Falco, senatore del MoVimento 5 Stelle ed indiscusso esperto della tematica, rilascia oggi un’intervista al Fatto Quotidiano nella quale spiega che l’Italia non può sequestrare una nave in acque maltesi.
Il riferimento è a Lifeline e alla polemica con Malta che hanno fatto scoppiare ieri i ministri Toninelli e Salvini:
Capitano, nessun dubbio?
Certamente no. Tanto più se la nave attraccherà in un porto di Malta, in quel caso la giurisdizione sarebbe maltese. Altro è se si trovasse in acque internazionali, la ong sarebbe soggetta all’inchiesta di bandiera di ogni nave da guerra.
Cioè?
Una nave da guerra riceve il saluto dalla mercantile che mostra la propria bandiera. Se ci sono fondati motivi per ritenere che non sia genuino il collegamento fra nave e bandiera esposta, la nave da guerra può avviare una inchiesta. Stessa cosa se l’incontro avvenisse in acque internazionali ma in zona sottoposta all’autorità maltese per il soccorso e ricerche.
Nulla a che vedere con il diritto a sequestrare la ong come afferma Salvini?
Il fermo o il dirottamento della nave in un porto possono essere misure strumentali per approfondire l’indagine. Da quanto mi risulta il numero Imo e l’Mmsi della Lifeline, quello che ogni nave possiede, riporta ai registri olandesi.
Gli olandesi smentiscono…
Può trattarsi di un errore, o che questa tipo di imbarcazione non sia da iscriversi nei registri, per dimensioni o destinazione d’uso. Da quello che mi risulta non si tratta di una nave “pirata”ma di una nave che batte bandiera olandese noleggiata da una Ong.
(da agenzie)
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Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
L’INVITO DI “RIVOLGERSI ALLA GUARDIA COSTIERA LIBICA PER I SOCCORSI” E’ IPOCRITA: NON ESISTE NE’ UN CENTRO MRCC LIBICO DA CHIAMARE, NE’ UNA ZONA SAR LIBICA AVENDO TRIPOLI RINUNCIATO… QUINDI SONO ACQUE INTERNAZIONALI… SE POI IL COMANDO DELLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA VUOLE FINIRE IN GALERA INSIEME TONINELLI BASTA CHE LO DICA
La Guardia Costiera italiana ieri, nelle stesse ore in cui Unhcr e Iom rilanciavano l’allarme per l’abnorme numero di naufragi e morti in mare negli ultimi giorni, ha fatto partire un avviso ai comandanti delle imbarcazioni che incrociano in zona Sar libica: “Da questo momento, ai sensi della convenzione Solas (Safety of life at sea) i comandanti di nave che si trovano in mare nella zona antistante la Libia, dovranno rivolgersi al Centro di Tripoli e alla Guardia costiera libica per richiedere soccorso”. La convenzione a cui fa riferimento la nota è quella per la salvaguardia della vita umana firmata nel lontano 1914 da 162 Paesi dopo il disastro del Titanic “a salvaguardia della vita umana in mare”.
SAR, perchè rivolgersi a Tripoli è impossibile
A parlare per prima del messaggio della Guardia Costiera italiana è stata oggi Repubblica in un articolo a firma di Alessandra Ziniti e va segnalato che, così com’è, l’annuncio presenta molti profili di dubbio.
La Libia infatti ha rinunciato ad avere una SAR nel dicembre scorso dopo che a luglio aveva mandato all’International Maretime Organisation (Imo), l’organizzazione legata ad una convenzione Onu che promuove tecniche e principi di navigazione a livello internazionale, una notifica con cui comunicava l’estensione della sua Sar.
Come si evince da questo documento che prende in esame la situazione dei soccorsi in mare nel Mediterraneo Centrale nel caso di stati che non hanno dichiarato la propria area SAR (come appunto la Libia) i poteri di coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare (ovvero quelli svolti dagli MRCC) sono limitati alle acque costiere e a quelle immediatamente adiacenti.
Nei casi di soccorso in acque internazionali invece le navi che sono in transito possono invocare il principio della libertà dell’alto mare (UNCLOS,Articoli 58(1), 87(1)(a) e90) che stabilisce la libertà di navigazione.
La guardia costiera libica non ha quindi alcun potere di dare istruzioni o coordinare i soccorsi nè può impedire alle imbarcazioni di iniziare operazioni di soccorso.
Ad oggi gli interventi della guardia costiera libica sono stati infatti coordinati dall’IRMCC della Guardia Costiera italiana (che opera alle dipendenze del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).
Come abbiamo spiegato qui un evento SAR deve obbligatoriamente concludersi in un porto designato sul territorio dello Stato che sta coordinando i soccorsi. Per la Libia ci sarebbe un ulteriore problema visto che è indubitabile che i porti libici non corrispondono alla definizione di place of safety.
Come è possibile verificare sul sito Sarcontacts non esistono nemmeno i contatti per chiamare la SAR libica mentre ci sono quelli per contattare la SAR italiana.
Questo perchè non esiste una MRCC libica; ed essendo le SAR unilateralmente dichiarate, dovrebbero essere i libici ad annunciarla e non l’Italia.
Per istituire un’area SAR servono particolari infrastrutture di sorveglianza e di comunicazione che la Libia oggi non ha (l’Italia e l’UE stanno finanziandone la costruzione). I libici prevedono di dichiarare la propria area SAR nel 2020.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 23rd, 2018 Riccardo Fucile
“MANCANO MEDICINE E COPERTE”
La nave Lifeline, dell’omonima Ong tedesca, con a bordo 224 migranti recuperati da un gommone a nord della Libia, si trova ancora in acque internazionali a sud di Malta, che le ha negato lo sbarco, e ha bisogno di rifornirsi di alcuni generi di prima necessità .
Lo riferisce la stessa Ong su twitter. “Mv_Lifeline si trova con più di 200 persone a sud di Malta in acque internazionali. Poichè alcune scorte sono finite, oggi dobbiamo fare rifornimento alla nave. Abbiamo bisogno di medicine, coperte, ecc.”, si legge nel tweet.
Il tutto accade mentre il ridicolo ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli accusa Malta di disumanità perchè La Valletta non vuole accogliere la nave con i naufraghi a bordo, esattamente come non vuole l’Italia.
Lifeline non è per nulla “fuorilegge”: l’organizzazione ha mostrato, su Twitter i documenti che provano che l’imbarcazione e’ effettivamente registrata in Olanda, con data 19 settembre 2017 e con validità fino al 2019.
(da agenzie)
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