Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
STOP ALLA GUERRA CON CHI SALVA LE VITE IN MARE, NUOVI ACCORDI PER AUMENTARE I RIMPATRI, SBLOCCO DEI FONDI ALLE FORZE DELL’ORDINE, PERCORSO REALE DI INTEGRAZIONE
La strategia di Palazzo Chigi sulla questione migranti è chiara: superare Dublino e tornare al sistema di quote per una gestione meno impattante e più condivisa a livello di Unione europea.
Le decisioni sulla sorte delle persone che attraversano il Mediterraneo non verranno più prese in mezzo al mare, con centinaia di naufraghi ogni volta destinati a rimanere in un limbo a bordo delle navi delle ong mentre i governi europei si spartiscono compiti e doveri, ma a Bruxelles, dove dovrà essere messo in campo un piano strutturato di accoglienza.
Basta con i porti chiusi e la guerra alle organizzazioni che salvano le vite in mare.
Sì invece a un confronto costruttivo e, se necessario, deciso con i partner europei, così da evitare le numerose situazioni emergenziali alle quali si è dovuto far fronte nei mesi del governo gialloverde.
Anche se l’esecutivo, e la stessa ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in passato, ha già dichiarato che con le ong ci sarà collaborazione, nel rispetto di regole e norme che andranno puntualizzate.
Nell’ottica di una condivisione europea nella gestione della questione migratoria, non si può quindi escludere anche un ritorno a un progetto comune sul modello del vecchio Triton che prevedeva una gestione condivisa del controllo delle frontiere marittime. Tutto passerà , nonostante le iniziali resistenze pentastellate, da una revisione, più o meno massiccia, dei decreti Sicurezza che, almeno, dovranno recepire le indicazioni arrivate dal Quirinale e garantire una maggiore aderenza agli obblighi previsti dalle leggi del mare.
E la lettera “per avere relazioni più costruttive” inviata dal titolare degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, a Luigi Di Maio fa ben sperare su una futura, possibile collaborazione tra Italia e Francia sulla questione migratoria, dopo la stagione dei duri respingimenti attuati alla frontiera tra i due Paesi e le accuse di “colonialismo” mosse dal capo politico dei Cinque Stelle.
Giuseppe Conte sta mettendo in piedi il nuovo piano sull’immigrazione, in piena collaborazione con i nuovi capi del Viminale e della Farnesina.
Proprio la succeditrice di Matteo Salvini dovrà poi occuparsi della gestione delle persone che saranno accolte in Italia in attesa di ricevere una risposta riguardo alla loro domanda di protezione internazionale.
L’idea è quella di replicare ciò che Lamorgese mise in piedi come capo di Gabinetto del ministro Minniti, prima, e da prefetto di Milano, poi.
No ai grandi centri di accoglienza, sovraffollati, piazze di reclutamento per la criminalità organizzata e luoghi dove spesso si consumano abusi.
Sì, invece, a un’accoglienza diffusa, ramificata nel territorio grazie all’aiuto degli amministratori locali, ma caratterizzata da piccoli nuclei di persone che, così, non risultano impattanti per la comunità in cui si vanno a inserire.
Oltre alla firma di nuovi accordi bilaterali, tralasciati durante il precedente mandato di governo ma fondamentali per mettere in piedi anche un’efficace politica dei rimpatri, si punta anche a delegare alla Commissione Ue un accordo più ampio che coinvolga strutture come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
Una strategia che punta a rovesciare la narrativa del precedente governo gialloverde che etichettava l’Italia come “il campo profughi d’Europa”.
La questione più spinosa, soprattutto relativa alla gestione dell’accoglienza interna, sarà quella dei fondi da mettere a disposizione delle forze dell’ordine.
Al sindacato dei lavoratori di polizia (Silp) sono già arrivate comunicazioni relative alla necessità del pagamento degli straordinari dei dipendenti relativi agli anni 2018 e 2019. Per poter gestire un sistema di accoglienza che garantisca gli standard di sicurezza e di adeguati servizi per gli immigrati, sarà necessario, almeno, sbloccare i pagamenti.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
DOMANI L’UFFICIALIZZAZIONE…PER L’ITALIA PIU’ FACILE RIDISCUTERE IL PATTO DI STABILITA’
Portafoglio agli Affari economici ma senza la vicepresidenza della Commissione europea
A quanto apprende Huffpost, sarebbe questo il ‘bottino’ che l’Italia si prepara a conquistare a Bruxelles con la candidatura di Paolo Gentiloni a commissario europeo.
La nuova presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua nuova squadra domattina a mezzogiorno a Palazzo Berlaymont.
Intorno ai portafogli che saranno assegnati c’è il massimo riserbo. Ma da quello che trapela, Roma otterrebbe l’assegnazione di una delega davvero di peso come gli Affari economici.
Mentre scriviamo comunque il lavoro di von der Leyen per comporre la squadra non è ancora terminato. I rumors che trapelano non sono scolpiti sulla pietra alla luce del fatto che la nuova presidente sta cercando un difficile equilibrio geografico e politico oltre che di genere (quest’ultimo è stato raggiunto) nella nuova Commissione.
Ma la direzione nella quale von der Leyen sta lavorando è proprio questa: per l’Italia gli Affari economici, senza vicepresidenza.
Se così andasse, è chiara fin da ora l’impostazione del governo italiano, sostenuto in questo dalla Francia e anche dalla Germania che è in recessione.
L’obiettivo è rivedere il patto di stabilità e crescita a favore di politiche più flessibili e incentrate sugli investimenti. Ne ha parlato Conte nel suo discorso oggi alla Camera prima del voto di fiducia sul nuovo governo Pd-M5S. Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri.
Nella nuova commissione, il ‘falco’ rigorista Valdis Dombrovskis manterrebbe sia la vicepresidenza che la delega all’euro, a controbilanciare il nuovo corso.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
“LA NOSTRA LINGUA SARA’ MITE”… “PRIORITA’ ASILI NIDO, STOP AUMENTO IVA E RIDUZIONE CUNEO FISCALE”… “TAGLIO PARLAMENTARI E NUOVA LEGGE ELETORALE”
Giuseppe Conte riparte da dove aveva finito: dall’attacco al modo di fare politica di Matteo Salvini.
La novità del Governo giallorosso non sarà solo nei programmi, che elenca davanti all’aula di Montecitorio per ottenere la fiducia (che verrà votata in serata), ma anche nel lessico della politica: “Sobri nelle parole, operosi nelle azioni”.
È un intervento lungo circa un’ora e mezzo il suo, più volte interrotto da cori e grida dei deputati dell’opposizione.
Il presidente del Consiglio prende un impegno a nome della sua nuova squadra: porre fine al “frastuono dei proclami inutili”, usare un “lessico più consono, più rispettoso”, ma anche “sobrietà e rigore affinchè i nostri cittadini possano vedere con rinnovata fiducia nelle istituzioni” essere “pazienti nel linguaggio”.
In sintesi, afferma Conte, “la lingua del Governo sarà mite”.
Nel suo discorso riferimenti all’occupazione, alla parità di genere e all’istruzione. Passaggi dedicati alle concessioni autostradali e alle infrastrutture e al taglio dei parlamentari. Un iter, dice il premier, da ultimare subito, ma accompagnato da “maggiori garanzie costituzionali”. Conte garantisce poi una revisione, seppur parziale, dei decreti sicurezza voluti da Salvini.
Lavoro, istruzione, donne e Sud: le priorità del governo Pd-M5s.
Azzerare totalmente le rette, d’accordo con gli enti locali, degli asili nido.
La prima misura che Conte si propone di varare: “La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse. Esse si concentrano soprattutto tra i giovani e le donne, particolarmente nel Mezzogiorno”. Sul diritto allo studio, continua, “valuteremo le misure di sostegno a favore delle famiglie meno abbienti, nell’ottica di un innalzamento degli anni di obbligo scolastico”.
“Servizi alle famiglie e lotta alla discriminazione di genere”.
Il premier ha spiegato poi nel dettaglio le singole misure che il governo intende adottare. Sull’istruzione ha specificato che “rafforzare l’offerta e la qualità di un’educazione fin dal nido è un investimento strategico per il futuro della nostra società perchè combatte le diseguaglianze sociali, che purtroppo si manifestano sin nei primissimi anni di vita, e favorisce una più completa integrazione delle donne nella nostra comunità di vita sociale e lavorativa”. Poi un riferimento alla conciliazione dei tempi di lavoro con gli impegni familiari: “Dobbiamo contrastare la falsa mitologia per cui la cura della comunità familiare, dei figli e degli anziani possa essere di ostacolo a una più intensa partecipazione al mercato del lavoro. Il simultaneo perseguimento di questi obiettivi è possibile con adeguate politiche di offerta di servizi alle famiglie, coerente distribuzione del carico fiscale, lotta alla discriminazione di genere, in particolare nei luoghi di lavoro”.
“Riduzione cuneo fiscale e salario minimo”.
Un passaggio del discorso è stato dedicato al fisco e alle politiche salariali. Il premier ha garantito l’introduzione del salario minimo. Quanto alle imposte ha affermato: “Tutti, ma proprio tutti, dovranno pagare le tasse. Questo significa pagare meno”. Un altro obiettivo riguarda l’eguaglianza tra generi sul posto di lavoro: “Ci prefiggiamo di varare una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni”.
Giovani: “Basta esportare le eccellenze”.
Un passaggio, poi, è stato dedicato ai giovani e all’emigrazione dei ragazzi italiani all’estero. “I giovani sono la spinta propulsiva senza la quale ogni tentativo di rinnovamento si rivelerebbe vano”.
“Nessuno sconto agli interessi privati”.
Un applauso è partito quando il premier ha fatto riferimento al crollo del ponte Morandi di Genova: “Renderemo più efficiente e razionale il sistema delle concessioni operando una progressiva e inesorabile revisione di tutto il sistema. Quanto al tema di concessioni autostradali avviato a seguito del crollo del ponte Morandi, porteremo a completamento il procedimento senza nessuno sconto per gli interessi privati, avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell’interesse pubblico e la memoria delle 43 vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria”.Un riferimento poi all’innovazione e alle opere pubbliche: “La rivoluzione dell’innovazione non può realizzarsi senza un’adeguata rete di infrastrutture tradizionali dei trasporti, delle reti dei servizi pubblici essenziali, senza un’attenta politica di difesa del territorio e dell’ambiente. È necessario per questo ravvivare la dinamica degli investimenti, sia proseguendo nell’azione di supporto alle pubbliche amministrazioni sia nella definizione delle priorità fondamentali su cui concentrare nuove risorse”.
Stop a nuove concessioni di trivellazioni.
“Siamo determinati a introdurre una normativa che non consenta più il rilascio di nuove concessioni di trivellazione per estrazione di idrocarburi. Chi verrà dopo di noi, se mai vorrà assumersi l’irresponsabilità di far tornare il Paese indietro, dovrà farlo modificando questa norma di legge”, ha detto ancora il premier.
Sviluppo sostenibile in Costituzione.
L’attenzione all’ambiente sarà testimoniata, secondo il programma, da una modifica della Carta fondamentale: “Ci adopereremo affinchè la protezione dell’ambiente e delle biodiversità , e auspico anche dello sviluppo sostenibile, siano inseriti tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale”. “Tutto il sistema produttivo dovrà orientarsi” verso la promozione di “prassi socialmente responsabili” per “rendere più efficace la “transizione ecologica” verso un “sistema produttivo” di “economia circolare” con “cultura del riciclo e dismetta definitivamente la cultura del rifiuto”.
Migranti: revisione del decreto sicurezza.
L’approccio al fenomeno migratorio dovrà essere “non più emergenziale, ma strutturale”. Dovrà essere, secondo il premier, affrontato più efficacemente il nodo dell’integrazione “per chi ha diritto di restare” e dei “rimpatri per chi deve rimanere”. E immagina una revisione, seppur parziale, dei decreti sicurezza di Salvini, guardando anche ai rilievi del presidente della Repubblica che, in sede di promulgazione, ha fatto una serie di appunti al provvedimento.
Scongiurare l’aumento dell’Iva.
Il premier ha garantito che il governo si impegnerà a impedire l’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto, prevista nella manovra dell’anno scorso, “siamo consapevoli che questa manovra sarà impegnativa. La sfida più rilevante, per quest’anno, sarà evitare l’aumento automatico dell’Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale”.
“Programma sintesi che guarda al futuro”.
Un riferimento poi al programma di governo, a quei 29 punti negoziati tra M5s e Pd: “Il programma non è l’elencazione di proposte eterogenee che si sovrappongono, nè la sommatoria delle diverse posizioni politiche che sostengono questa iniziativa. È, al contrario, una sintesi programmatica che disegna l’Italia del futuro, un progetto di governo del Paese fortemente collocato sul piano politico”.
“Sarò garante e responsabile del programma”.
Dopo aver menzionato i principi costituzionali ha sostenuto: “All’interno di questi valori, in questa cornice di riferimento costituzionalmente caratterizzata, si ascrive la nostra azione riformatrice, racchiusa in un programma, del quale sarò il garante e il primo responsabile e che cercherò di tratteggiare – nelle sue linee essenziali – in questo mio intervento”.
Taglio dei parlamentari.
Manca solo l’ultima votazione alla Camera per approvare la legge di revisione costituzionale che porterà al taglio dei parlamentari. Il premier assicura che il via libera sarà dato presto, alla prima seduta utile di Montecitorio. Ma la riforma dovrà essere affiancata da altre misure, da “maggiori garanzie costituzionali”: “Questa riforma dovrà essere affiancata da un percorso volto a incrementare le garanzie costituzionali e di rappresentanza democratica, anche favorendo l’accesso democratico alle formazioni minori e assicurando – nello stesso tempo – il pluralismo politico e territoriale”. In programma poi una revisione “volta a introdurre istituti che contribuiscano ad avvicinare i cittadini alle istituzioni”.
Sì all’autonomia, ma senza creare divari tra Nord e Sud.
”È intenzione del Governo completare il processo che possa condurre a un’autonomia differenziata giusta e cooperativa”, salvaguardando “il principio di coesione nazionale e di solidarietà e la tutela dell’unità giuridica ed economica”. Il premier ha continuato: “Occorre definire i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali e i fabbisogni standard” attraverso un “fondo di perequazione”. L’obiettivo è non “creare un Paese a due velocità , che aggravi il divario fra il Nord e il Sud”.
Giustizia: “Riforma processo civile, penale e elezione Csm”.
Non entra nei dettagli il premier, ma assicura che l’iter per modificare la norme della giustizia non si arresterà : “Il nostro Paese necessita poi di una riforma della giustizia civile, penale e tributaria, anche attraverso una drastica riduzione dei tempi, e una riforma del metodo di elezione dei membri del Consiglio superiore della Magistratura. Questo piano riformatore dovrà salvaguardare il fondamentale principio di indipendenza della magistratura dalla politica”.
“No all’isolazionismo”.
Sui rapporti con l’Unione europea e con gli altri stati dice: “Difendere l’interesse nazionale significa mettere la propria patria al di sopra di tutto, non cedere a interessi isolazionistici e non farsi influenzare da indebite influenze esterne”. Poi rivendica un risultato ottenuto a Bruxelles: ”È così che ho evitato le infrazioni”.
“Grazie a Mattarella”.
È partito con un ringraziamento al presidente della Repubblica Mattarella il discorso di Giuseppe Conte, che oggi è alla Camera per la fiducia al governo formato da Pd e M5s. Il premier iniziato a parlare pochi minuti dopo le 11, pronunciando un discorso che stava preparando da giorni: “Ho sempre guardato a interessi comuni, non di parte.
L’agenda della giornata.
Dopo le parole del premier l’Aula sarà sospesa per consentire a Conte di depositare il testo dell’intervento al Senato, che invece voterà domani. L’Aula quindi tornerà a riunirsi alle 13 per il dibattito che terminerà alle 17,30. Le repliche del premier si svolgeranno alle 17,45.
Le dichiarazioni di voto, che in tutto dureranno circa un’ora e un quarto, inizieranno subito dopo mentre la prima ‘chiama’ della fiducia avrà inizio intorno alle 19,30, con termine del voto intorno alle 21. Per lo svolgimento del dibattito sono state concesse 4 ore e 30.
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
GLI AGENTI ASPETTANO ANCORA IL PAGAMENTO DELLE ORE DI STRAORDINARIO DEL 2018, SALVINI NON HA FATTO UNA MAZZA, ORA INTERVIENE LA NUOVA MINISTRA PER GARANTIRE I PAGAMENTI
Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera oggi racconta, alla fine di un articolo che spiega che Roma sta trattando con la UE sulla distribuzione dei migranti, che l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha lasciato il conto degli straordinari degli agenti di polizia da pagare al suo successore Luciana Lamorgese:
La necessità di reperire risorse del resto trova conferma nella lettera inviata il 5 settembre dal dipartimento di pubblica sicurezza al sindacato Silp che sollecitava il pagamento degli straordinari fatti nel 2018 e nel 2019.
«Le prestazioni – si sottolinea – potranno essere messe in liquidazione in presenza delle accertata disponibilità finanziaria. Le ore di straordinario rese nel 2018 qualora non liquidate e non recuperate entro il 31 dicembre 2019, saranno comunque retribuite entro il 2020. Sono in corso le iniziative finalizzate al reperimento delle risorse aggiuntive».
Messaggio esplicito che fa dire al segretario Daniele Tissone: «Per 14 mesi abbiamo avuto un ministro dell’Interno che ha parlato di sicurezza ogni giorno sui social, ma non ha messo risorse sufficienti per le esigenze dei “suoi” poliziotti. Il nuovo governo non potrà fare miracoli, ma pretendiamo e auspichiamo un cambio di rotta».
Nel luglio scorso Salvini aveva polemizzato con Fico perchè aveva bocciato emendamenti su “Pasti per i poliziotti, straordinari per i vigili del fuoco, vestiario per la Polizia, assunzioni nella Polizia Locale, destinazione di immobili pubblici a presìdi di Polizia. Sono proposte già finanziate, che se non vengono approvate vedrebbero sparire quei soldi”.
Gli emendamenti erano stati successivamente riammessi dalla Camera.
(da “NextQuotidiano“)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
LA SUA VERA DICHIARAZIONE IN UN VIDEO DEL 2011 QUANDO ERA PREFETTO DI VENEZIA SMENTISCE LE BALLE DEI SOLITI ISTIGATORI ALL’ODIO
Primo passo: andare alla ricerca di vecchie dichiarazioni. Secondo passo: selezionare e mettere insieme solo le parole che interessano per far indignare la gente, anche stravolgendo il concetto. Terzo passo: trovare una base per costruire un meme d’effetto. Quarto passo: incollarci sopra la dichiarazione decontestualizzata e destrutturata. Quinto e ultimo passo: farla girare sui social e renderla vitale perchè il sentito comune vive del sillogismo «l’ho letto su internet, quindi è vero».
Questi sono i cinque step per creare una bufala e farle avere successo, come accaduto con quella che da qualche giorno sta girando su Twitter e Facebook sulla nuova ministra degli Interni Luciana Lamorgese.
«Se arrivasse un numero considerevole di profughi, e noi dovessimo collocarli, potremmo arrivare a misure estreme come la confisca di immobili privati», recita il meme condiviso da gruppi vicini alla destra sovranista che attribuiscono questa operazione di confisca di immobili privati da destinare ai migranti che arrivano in Italia a Luciana Lamorgese.
Ma, come spiega il portale di debunking bufale.net, la realtà è molto diversa da quanto scritto in quel meme infarcito di bufale e disinformazione.
Quella frase è stata presa, decontestualizzata e ‘potata’ partendo da un’intervista che la nuova ministra dell’Interno ha rilasciato nel 2011 quando era commissario per l’emergenza Profughi e Prefetto di Venezia.
Nelle sue dichiarazioni, infatti, si parlava della ridistribuzione e delle quote di gestione dei migranti a livello regionale. E il tutto è presente, integralmente, in un video pubblicato all’epoca da AntennaTre.
Le vere dichiarazioni di Luciana Lamorgese
Come si può ascoltare, si parla di una ipotesi che, in realtà , non sarà mai attuata: «Nell’ordinanza di protezione civile ovviamente si parla delle attività che ognuno di noi può porre in essere, fino ad arrivare alla confisca, ma diciamo sono delle soluzioni estreme a cui spero che non arriverò. Tant’è che se dovessero arrivare un numero considerevole noi dobbiamo collocarli».
Inoltre, Luciana Lamorgese non parla mai di immobili privati (come invece scritto sul meme virale contro di lei) nè tantomeno della loro confisca togliendo stabili e palazzine dalla disponibilità dei cittadini italiani per darli ai migranti e richiedenti asilo.
Genesi di una bufala che vive sul fatto «l’ha detto internet, quindi è vero». Soprattutto quando si vanno a toccare tasti come la paura per generare odio.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
NON INVOCHI UNA SOCIETA’ DA MULINO BIANCO CHI E’ DIVENTATA CAPO DI GABINETTO DEL GOVERNATORE LEGHISTA DELLA LOMBARDIA
È addolorata Giulia Martinelli, ex compagna del senatore Matteo Salvini e madre di sua figlia Mirta. E ha ragione, il post del caporedattore di Radio Uno Fabio Sanfilippo contro l’ex ministro dell’Interno dove consiglia di far seguire la figlia «da persone qualificate» in modo da darle «tempo di riprendersi» è inutilmente crudele, è squallido, è inutile.
Crudele nei confronti di una bambina che, pur venendo continuamente e regolarmente strumentalizzata per fini elettorali dal padre, non ha nessuna colpa.
E non deve essere coinvolta nelle beghe di quello che tempo fa si definì addirittura padre di sessanta milioni di italiani.
E proprio perchè Salvini ha deciso che è il papà di tutti noi ci sentiamo fratelli di Mirta. Ed oltre a difenderla, come abbiamo sempre fatto, ci permettiamo di ricordare a sua mamma, capo segreteria del Presidente della Lombardia Attilio Fontana e già nello staff dell’ex assessora al Welfare (e ora senatrice) Maria Cristina Cantù, tutte le volte che il padre della figlia ha insultato le donne e messo alla gogna ragazzine di poco più grandi di Mirta.
Lo facciamo non tanto per benaltismo quanto perchè nella sua lettera a Libero Giulia Martinelli parla di «quel mondo che deve insegnare rispetto, lealtà e valori, ovvero l’educazione che io e Matteo stiamo dando quotidianamente a nostra figlia».
E non dubitiamo che sia così, ci limitiamo a sottolineare che mentre in privato Salvini insegna rispetto, lealtà e valori, ad amare e non odiare in pubblico il senatore e papà fa esattamente il contrario.
Liberissimo di farlo, per carità . E liberissimi noi di far notare come mai fino ad ora l’ex compagna di Salvini abbia sentito il bisogno di intervenire a difesa delle figlie di altre mamme e di altri papà .
Una libera scelta, ci mancherebbe, che però stona un po’ con l’accorata richiesta di rispetto di amore e di tutti quei buoni sentimenti da mulino bianco
Prendere di mira ragazzine e bambine è un gesto gratuito, miserabile e ignorante
Dov’era Giulia Martinelli quando Salvini paragonava Laura Boldrini, una donna, una madre e una figlia, ad una bambola gonfiabile?
Dov’era Giulia Martinelli quando il padre di sua figlia — tra un selfie in montagna con le mucche e l’altro — metteva alla gogna delle ragazzine o insultava un ragazzo autistico scatenando l’odio feroce dei suoi fan?
Dov’era quando per ben due volte ha messo alla gogna una giovane donna per le sue idee dandola in pasto alla “Bestia”?
Dov’era quando invocava la sterilizzazione di una donna e invocava l’allontanamento dei figli?
Dov’era quando attaccava la madre di un ragazzo vittima di insulti razzisti di non rispettare «la richiesta di legalità degli italiani»?
Dov’era quando Salvini definiva “fritti misti” le famiglie omosessuali o parlava di “bambini confezionati” riferendosi ai minori non accompagnati che arrivano in Italia? Oppure quando rideva delle battutine sulle “troie di Ormea” che si sollazzano con i migranti?
Eppure anche queste persone sono, come sua figlia, come me, come Salvini e come lei, figli di qualcuno.
La strategia della Lega è stata proprio quella di prendere di mira questi figli, queste figlie soprattutto. Per farle passare da amiche e compagne di scuola a nemiche della Nazione.
Ma non siamo ipocriti: sappiamo che Giulia Martinelli non aveva alcun obbligo di dire qualcosa, di intervenire, di prendere le difese di chicchessia. Eppure avrebbe potuto farlo, da madre di una bambina.
«Personalmente in tanti anni non ho mai detto nè scritto una parola, non sono mai intervenuta pubblicamente» scrive Giulia Martinelli a Libero «ma mai come oggi si era arrivati così in basso, e mai come oggi si è mai offeso e vilipeso il rifugio affettivo e sicuro di una bambina di sei anni».
In realtà in questi anni si è arrivati così in basso, e pure più giù.
Solo che le vittime erano i figli degli altri.
Siamo vicini a Giulia Martinelli, e siamo d’accordo con lei: sfregiare l’intimità e l’equilibrio psicologico dei minori a fini politici è un delitto imperdonabile.
Non siamo d’accordo sul fatto che sia un delitto “giornalistico” visto che si sta parlando di una dichiarazione su un profilo Facebook, non di un articolo di giornale o non di un attacco che parte da una pagina con milioni di fan e follwer.
Siamo d’accordo con Giulia Martinelli quando scrive che è un gesto «gratuito, miserabile e soprattutto ignorante». Forse se l’avessimo scritto noi ci saremmo presi una querela. Ma in fondo noi non diamo velatamente del pedofilo ad un giornalista dicendo che “gli piace tanto riprendere i bambini”.
Noi ci limitano a ricordare che così come Mirta Salvini ha diritto alla sua privacy e alla sua serenità così lo hanno anche tutte le figlie di quelle mamme che Salvini ha costantemente preso di mira.
È chiedere troppo?
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
COME SI PUO’ AFFIDARE IL CONTROLLO SUI SERVIZI SEGRETI MENTRE SI INDAGA SUI RUBLI RUSSI ALLA LEGA… PER QUEL RUOLO E’ RICHIESTA MASSIMA RISERVATEZZA, ALTRO CHE FARE TWEET PER ANNUNCIARE OPERAZIONI DI POLIZIA IN CORSO
Matteo Salvini non andrà al Copasir. La presidenza del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti era tra i suoi desideri dopo l’addio al ministero dell’Interno ma, spiega oggi Francesco Bei sulla Stampa, rimarrà tale.
E questo perchè è inopportuno che il capo di un partito con tanti guai come il Russiagate si possa sedere lì:
Tanto rumore per una presidenza di cui nessuno parla mai? Al contrario, visto che la legge di riforma dell’Intelligence ha affidato al Copasir poteri vasti e penetranti. Il Comitato infatti può ottenere, anche in deroga al divieto stabilito dal codice di procedura penale, “copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti”.
E può anche obbligare “appartenenti al Sistema di informazione per la sicurezza, nonchè gli organi e gli uffici della pubblica amministrazione”, a fornire “informazioni di interesse, nonchè copie di atti e documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti”.
Insomma, il faro del Copasir può arrivare a illuminare il contenuto di qualunque cassetto, anche quelli di inchieste in corso.
E quindi niente Copasir:
Sventato il tentativo di Salvini, resta tuttavia ancora in piedi l’ipotesi che alla fine la maggioranza sia costretta comunque a cedere la presidenza a un fedelissimo del Capitano. Nel Pd lo ammettono a denti stretti: “Forza Italia ha già la presidenza di garanzia della Commissione di Vigilanza e la Lega è pur sempre il primo partito dell’opposizione. Tolto Salvini, come potremmo opporci a un altro leghista?”.
Certo, ci sarebbe una via d’uscita, quella di votare un esponente di Fratelli d’Italia come Adolfo Urso, che è già stato il vice di Guerini.
A Pd e Cinque Stelle andrebbe benissimo, ma c’è un piccolo problema: dovrebbe essere la Lega a cedere il posto ai fratelli-coltelli di Giorgia Meloni.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
FRATOIANNI COERENTE AVVERTE IL GOVERNO CONTE: “LE LEGGI DI SALVINI VANNO CANCELLATE SUBITO”
I voti di Liberi e Uguali pesano, soprattutto al Senato. Ecco perchè la voce di Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana che siede alla Camera, diventa importante per gli equilibri della maggioranza che sostiene il Governo Conte bis.
Leu chiede un cambio di passo in materia di immigrazione, che parta dalla cancellazione delle leggi di Matteo Salvini e dall’accoglienza dei migranti. Fratoianni indica in un’intervista alla Stampa “due capisaldi”.
“Non si deve mettere in discussione il principio che le persone in mare vadano salvate, che il salvataggio debba essere tempestivo ed efficace e che quindi vada sostenuto chi sta supplendo a una mancanza di iniziativa da parte delle istituzioni, come stanno facendo le ong. Il secondo caposaldo è il principio del porto sicuro più vicino. Non se ne possono inventare di nuovi, quando qualcuno viene salvato nel Mediterraneo centrale i porti sicuri più vicini sono quasi sempre i porti italiani, maltesi e con questo bisogna fare i conti”
Liberi e Uguali chiede al nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di cambiare radicalmente la strategia, andando ben oltre quella che sembra al momento la convergenza fra Pd e M5S.
“Sono dell’idea che i decreti sicurezza vadano cancellati al più presto, non basta modificarli seguendo le indicazioni del presidente della Repubblica. Mi batterò finchè non verranno radicalmente cambiati e nel frattempo chiederò che le istituzioni di questo Paese non utilizzino la facoltà di bloccare le navi”
Sul sostegno al Conte bis in caso di difficoltà a modificare i decreti sicurezza, Fratoianni replica che “un Governo è utile se riesce a far cambiare in meglio la società . Ora ci vogliono tempo e intelligenza”
(da agenzie)
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Settembre 9th, 2019 Riccardo Fucile
PRIMO BANCO DI PROVA PER IL GOVERNO
È il primo soccorso in mare da quando c’è il nuovo governo e sarà il primo vero banco di prova per capire come intende muoversi il Viminale in attesa della modifica del decreto sicurezza bis.
La Ocean Viking, nave di Sos Mediterranee e Msf, ieri pomeriggio al largo della costa libica ha salvato 50 persone che erano su un gommone in avaria: 12 sono minorenni e una donna incinta.
Finora, subito dopo aver avuto notizia dei soccorsi, Matteo Salvini firmava immediatamente il divieto di ingresso in acque internazionali mandandolo ai colleghi della Difesa e dei Trasporti e facendolo immediatamente notificare via email alla nave ben prima dell’eventuale avvicinamento in acque italiane.
Così è accaduto durante la prima missione della Ocean Viking, poi approdata a Malta, e così è accaduto la scorsa settimana (ultimo atto di Salvini) alla Alan Kurdi ancora ferma al largo di Malta.
Dopo il soccorso, la Ocean Viking chiederà un porto sicuro a Italia e Malta e allora si vedrà quale sarà l’atteggiamento della ministra Luciana Lamorgese.
Il decreto sicurezza bis, naturalmente, è sempre in vigore ma il testo dice che il ministro dell’Interno “può’”, non “deve”, emettere un decreto di interdizione alla navigazione in acque italiane a una nave giudicata non inoffensiva per la sicurezza del Paese.
Ecco, dunque, il governo alla prova della discontinuità tanto attesa. Lamorgese considererà la Ocean Viking una nave che ha salvato naufraghi e dunque certamente inoffensiva e accetterà di concedere un porto sicuro, se richiesto, oppure firmerà il divieto come fin qui avvenuto?
Lo vedremo nelle prossime ore.
Resta sempre in piedi quello per la Alan Kurdi, l’ultimo firmato da Salvini. Il Viminale non lo ha revocato ma la nave, dove anche ieri uno degli 8 migranti a bordo ha tentato di buttarsi a mare per raggiungere terra, resta ferma davanti Malta e insiste nel chiedere a La Valletta un approdo che non viene concesso.
Nessuna richiesta di Pos è stata fatta all’Italia e nessuna richiesta di redistribuzione dei migranti è stata avanzata alla commissione europea.
(da agenzie)
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