Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
NEL PRIMO ANNO DI GOVERNO DEL M5S GLI UTILI DELLA SOCIETA’ SI SONO MOLTIPLICATI PER NOVE
Nel primo anno del MoVimento 5 Stelle al governo il giro d’affari della Casaleggio Associati è passato da 1,17 a 2,05 milioni di euro, mentre gli utili si sono moltiplicati per nove.
E mentre ieri, come da costume, il figlio del fondatore del M5S ha risposto con il silenzio alla notizia dei soldi di Vincenzo Onorato di Moby a lui e a Beppe Grillo, oggi su Repubblica Emanuele Lauria elenca tutti i clienti dell’azienda che prima faceva dindi con Tzè Tzè e La Fucina ha trovato in questo periodo:
Le partnership note sono tante: da Nexi (ex Cartasì) a Deliveroo, la società di food delivering con cui il governo gialloverde aveva aperto un tavolo di trattativa, con tanto di sdegno dei riders che si sono detti sfruttati (dall’azienda) e illusi (da Di Maio).
Ma il portafoglio clienti della Casaleggio associati resta in gran parte misterioso e ciò contribuisce ad alimentare quel deficit di trasparenza che è diventato — a dispetto dei proclami iniziali — il tratto distintivo dei 5S.
Una senatrice che ha curato il programma del Movimento racconta di avere incontrato, a inizio 2018, Gianfranco Grieci, imprenditore campano del settore agroalimentare, che si era presentato dicendo di «lavorare a un progetto con Casaleggio». «Ma è vicino a Forza Italia», fece sapere la senatrice. L’invito da parte dell’entourage di Casaleggio fu quello di ascoltarlo lo stesso.
Davide è uno e trino, ormai: imprenditore, riferimento politico sempre presente alle riunioni chiave del Movimento (fra cui quelle che battezzarono il governo giallo-rosso) capo di Rousseau, la società ascesa quasi a rango costituzionale con il referendum sul via libera al Conte-bis alla quale, in modo sempre meno convinto, gli eletti M5S versano mensilmente 300 euro.
Saranno 5 milioni, a fine legislatura, gli introiti delle restituzioni degli eletti nelle casse di Rousseau. «E se ci fossero elezioni anticipate a chi andrebbero i soldi già versati?», è la domanda che ha animato l’estate pentastellata.
L’inverno invece, illumina l’orizzonte cinese, frontiera di sviluppo economico e digitale: ieri il ministro Stefano Patuanelli ha aperto la strada a Huawei per lo sviluppo del 5G («Soluzione migliore nei tempi migliori»), malgrado i dubbi sulla sicurezza nazionale espressi dal Copasir.
Chi si stupisce per la improvvisa passione orientale dei pentastellati può rintracciare sul web una foto scattata nella sede della Casaleggio il 24 giugno 2013, in cui si vede Grillo, il cofondatore di 5Stelle Gianroberto e l’ambasciatore Ding Wei.
«Abbiamo scambiato vedute sui temi di comuni interesse», disse Wei. Fra quei temi di comune interesse, racconta chi è vicino a Davide Casaleggio, c’erano proprio le nuove tecnologie.
E i danè, che poi chissà come si traduce in cinese mandarino.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
“HANNO DECISO GLI STUDENTI”… LA ONG RINGRAZIA: “UN PRESEPE CHE SI EMOZIONA”
Una nave con la scritta in nero “Mediterranea”, con dei bambini raffigurati che indossano la maglietta azzurra dell’equipaggio e sul tetto della imbarcazione una zattera con Gesù bambino e la Madonna con San Giuseppe.
Questo è il presepe che hanno voluto realizzare gli studenti della scuola media di Nonantola, piccolo comune di circa 15mila abitanti nella provincia di Modena, in Emilia-Romagna.
A guidarli l’insegnante di religione, Giusy D’Amico: “Come docente di religione di terza media svolgo una programmazione finalizzata al rispetto della dignità umana e, nel corso dell’anno scolastico, vengono toccati temi importanti come quello dell’immigrazione, del diverso, insomma”, spiega l’insegnante in una intervista all’Adnkronos.
“Abbiamo avuto, tra gli altri, l’intervento di Don Mattia Ferrari – dice ancora – che ha coinvolto i ragazzi nel progetto di accoglienza e loro hanno sviluppato la loro idea nel presepe. Abbiamo fatto delle indagini sui loro desideri e così abbiamo elaborato il progetto. Lo hanno voluto loro…”.
Don Mattia, un giovane prete, è stato in missione sulla nave di “Mediterranea Saving Humans”, finanziata tramite raccolta fondi e animata da volontari, dal 30 aprile al 10 maggio, quando è rientrata a Lampedusa dopo aver tratto in salvo una trentina di profughi in balia del mare al largo delle coste libiche.
Don Mattia Ferrari è tornato nella sua parrocchia di Nonantola, ma nel frattempo prosegue il suo impegno per il progetto e spesso incontra i parrocchiani o i giovani.
Così c’è stato l’incontro con i giovanissimi alunni della media di Nonantola. “Hanno deciso loro di raffigurarsi sulla nave con la divisa azzurra di Mediterranea – dice ancora la docente Giusy D’Amico – Abbiamo fatto testi sul tema dell’accoglienza e loro hanno fatto dei temi e visto il film ‘Quando sei nato non puoi più nasconderti’ di Marco Tullio Giordana il cui protagonista è un adolescente. Loro hanno visto come ognuno di noi può trovarsi in una situazione diversa”.
Ma i genitori come hanno accolto questa decisione? “Benissimo – dice la docente sorridendo – hanno tutti apprezzato e ammirato questa decisione di fare un presepe particolare dedicato alla nave Mediterranea”.
E loro, i responsabili della ong, oggi, su Twitter hanno espresso la loro felicità per quel presepe ‘anomalo’. “Un presepe che ci emoziona, realizzato dagli studenti della 3G delle scuole medie Dante Alighieri di Nonantola. Grazie”, hanno scritto sul social.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
APPLAUSI AL MOMENTO DELLA SENTENZA… NOTA TRISTE: L’ESPONENTE DEI RADICALI HA RICEVUTO LA NOTIZIA DELLA MORTE DELLA MADRE POCO PRIMA IN AULA
La corte d’Assiste di Milano ha assolto Marco Cappato con la formula “perchè il fatto non sussiste”. L’esponente dei radicali era imputato per aiuto al suicidio per il caso di dj Fabo. Applausi, in aula, dopo la lettura della sentenza.
La sentenza della Corte costituzionale al “principio di sacralità della vita (…) sostituisce la tutela della fragilità umana”. Queste erano state le parole del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nella requisitoria durante la quale ha spiegato che nel caso di dj Fabo ricorrono tutti e 4 i requisiti indicati dalla Consulta che ha tracciato la via sulla non punibilità dell’aiuto al suicidio, reato di cui risponde Marco Cappato. Per questo “il fatto non sussiste” e il pm aveva chiestol’assoluzione per l’esponente radicale.
Anche la difesa di Marco Cappato aveva chiesto l’assoluzione dell’esponente dei radicali, imputato a Milano per aiuto al suicidio, con la formula “perchè il fatto non costituisce reato” chiedendo alla Corte di fare “un passo avanti” e di avere “coraggio giuridico”.
Durante il processo in cui è accusato di aiuto al suicidio per la morte di Fabiano Antoniani, Marco Cappato, presente in aula a Milano, ha ricevuto la notizia della morte della madre, malata da tempo. I legali dell’esponente radicale hanno quindi chiesto e ottenuto una breve sospensione dell’udienza che è poi ripresa.
L’aver aiutato a morire Fabiano Antoniani è stato dettato da “una motivazione di libertà , di diritto all’autodeterminazione individuale, laddove non è la ‘tecnica’ del tenere in vita o del far morire che è rilevante, ma la libertà di autodeterminazione, quella sì che è rilevante”, ha detto in aula Marco Cappato al termine delle arringhe difensive.
(da agenzie)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
44 MISSIONI FALSE, 45 VOLI AEREI E 12 TRENI ADDEBITATI AL MINISTERO QUANDO ERANO INVECE SPESE PRIVATE… TRE MESI DI DIARIA NON DOVUTI
Qualche tempo fa l’ex ministro leghista della pubblica istruzione Marco Bussetti era entrato nella storia italiana per le missioni “fantasma” rivelate da Repubblica sulle quali la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta.
Tra queste anche un week end lungo in Costa Azzurra spacciato per missione di lavoro. Oggi il ministero della pubblica istruzione guidato dal suo successore Lorenzo Fioramonti gli chiede indietro i 24mila euro di viaggi.
Lo racconta Corrado Zunino:
Con una lettera dello scorso 26 novembre, un mese dopo le rivelazioni di Repubblica, il dirigente del VI Ufficio del ministero, il responsabile del “Monitoraggio dei flussi finanziari”, ha chiesto a Marco Bussetti «chiarimenti sulla documentazione giustificativa per missioni effettuate dal mese di giugno 2018 a settembre 2019». L’intero arco di governo, ecco.
L’ufficio contesta all’attuale provveditore di Milano 44 missioni false sulle 147 rimborsate, un terzo. Quarantacinque voli aerei, soprattutto Malpensa-Fiumicino, e dodici treni presi sul territorio nazionale.
Sono 13.519,51 euro che, seguendo la documentazione presentata da Bussetti su quotidiano suggerimento dello staff del secondo piano, la contabilità del Miur chiede indietro: «Gentile ministro, quei biglietti non possono essere riconducibili a viaggi da voi qualificati come servizio».
Erano spostamenti personali, Bussetti deve restituire. L’attuale ministero contesta a Bussetti, poi, tre mesi di diaria, pari ad altri 10.500 euro.
Per ottenere il benefit ministeriale – 3.500 euro il mese che consentono a un ministro non romano di sostenere le spese extra nella Capitale – bisogna essere stati in servizio a Roma almeno quindici giorni ogni mese.
Bene, i continui rientri in Lombardia, i weekend lunghi lontani dal lavoro, hanno fatto sì che ora la Direzione generale contesti all’ex preside tre mesi di diaria: agosto 2018, marzo e agosto 2019.
Nel carnet dei voli personali mandati a rimborso si avvistano exploit della cresta. Giovedì 21 giugno 2018 ministro Bussetti non si cura che alle sette di sera ci sarà Consiglio dei ministri e vola per un lungo fine settimana, da lunedì a giovedì, dalla compagna.
Il successivo 5 luglio riesce a segnare in nota spese una giornata battezzata sull’agenda come “impegno privato”. Vero, andrà dal dentista.
Il “Roma-Milano” e poi il “Milano-Bologna” di venerdì 3 agosto – un costo di 440 euro – hanno come unico motivo istituzionale la visita di papà Bussetti alle figlie, in spiaggia a Misano Adriatico.
L’allora ministro poi tornerà a casa in Lombardia e, con calma, il martedì pomeriggio rientrerà a Roma. Con un volo a spese pubbliche.
Bussetti aveva questa abitudine: addossare ai costi di Stato il viaggio di inizio settimana “casa-lavoro” attraverso l’artificio della missione. Avrebbe dovuto pagarlo con la diaria assegnata mensilmente, ma con lo stratagemma della falsa missione poteva incassare i 3.500 della diaria intonsi.
Il ministero oggi guidato da Lorenzo Fioramonti non ha voluto contestare a Bussetti le missioni leghiste pagate dal ministero.
Sarà la Corte dei conti a stabilirlo definitivamente.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
UNA DISTANZA ORMAI INCOLMABILE DIVIDE I DUE.. E ANCHE BUGANI MOLLA CASALEGGIO E DI MAIO
Davide Casaleggio ha deciso: non sarà più Rousseau a pagare le spese legali di Beppe Grillo. Tommaso Labate sul Corriere della Sera racconta la decisione presa dal figlio del fondatore del MoVimento 5 Stelle per preservare i conti della sua associazione, sempre più a rischio visto che i parlamentari non pagano in gran parte i 300 euro mensile dovuti:
«Davide, ci sarebbe poi quest’altra parcella…». «Avvocato, l’Associazione Rousseau non sarà più disposta a pagare per le cause di Beppe. Se dovesse continuare a farsi querelare per diffamazione o altro, che paghi di tasca sua. Perchè noi non possiamo nè vogliamo più continuare a pagare per lui».
L’«avvocato» di questa storia si chiama Andrea Ciannavei e da anni è uno dei legali che, in giro per l’Italia, difende sia il Movimento 5 Stelle sia Beppe Grillo.
Il «Davide», facile, è Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio associati oltre che dell’Associazione Rousseau. E «Beppe», ovviamente, è Grillo.
I tre si sono ritrovati nel chiuso di una stanza all’Hotel Forum di Roma esattamente una settimana fa. E sono i protagonisti del giro di contatti incrociati su cui, negli ultimi mesi, s’è misurata la distanza ormai incolmabile che separa Casaleggio e Grillo.
I due, di fatto, non si parlano più. E la decisione di Casaleggio di togliere a Grillo quella specie di «scudo legale» di cui usufruiva in qualità di garante del M5S – di fatto, l’Associazione Rousseau si faceva carico di sostenere le spese legali del comico genovese– è un po’ causa e un po’ effetto di un divorzio ormai consumato ma tenuto al riparo tanto dalle comunicazioni ufficiali quanto da quelle ufficiose.
I conti di Labate ci fanno sapere che tra le uscite ci sono ottantaseimila allo studio Lanzalone, quaranta allo studio Campoli Bellocchio per «consulenze», ventiquattro per «transazioni e cause locali», più sessantaquattromila con la dicitura «multa del Garante della privacy a Rousseau e a Beppe».
Tolti i cinquantamila euro della multa del Garante e «dodicimila euro per le spese legali di un consigliere regionale abruzzese», quasi tutto il resto è finito in cause di Grillo.
In alcuni casi, come i sessantacinquemila euro di parcelle dell’avvocato Ciannavei, il pagamento è stato posticipato a quest’anno, e quindi al 2019.
Intanto Massimo Bugani ha intenzione di lasciare l’associazione. Ufficialmente per il conflitto d’interessi generato dal suo incarico a Roma. In realtà per essere stato scavalcato da Di Maio — che adesso lo odia, come Nogarin — nella partita dei facilitatori.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
TORNA LA VOGLIA DI PARTECIPARE, FUORI DAI PARTITI, SOLO IL 9% SI FIDA DI LORO… GRETA E SARDINE SONO LE BANDIERE
All’ultimo posto nella graduatoria della fiducia nelle istituzioni, elaborata da Demos per Repubblica, i partiti tradizionali: solo il 9% degli italiani si fida di loro
Se gli italiani avvertono sempre più distacco dalle istituzioni, siano esse locali o nazionali, è altrettanto vero che la voglia di piazza, la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini sono in costante aumento.
In questa dicotomia si muove l’indagine Demos per Repubblica che analizza il rapporto tra “Gli italiani e lo Stato”.
Ed è proprio di quello Stato che la popolazione non si fida più: il 22% ha fiducia nella macchina organizzativa del Paese. Peggiore il sentimento nel Parlamento: solo il 15% degli italiani guarda all’organo legislativo con stima. A chiudere l’elenco della fiducia, con solo il 9% degli italiani a crederci ancora, ci sono i partiti politici.
Se da un lato le istituzioni politiche non hanno più appeal sui cittadini, godono di ottima salute le Forze dell’ordine. Sono «il riflesso della diffusa domanda di sicurezza che pervade il Paese», scrivono dall’istituto di ricerca. Occupano il primo posto in graduatoria, con il 73% di cittadini che ha fiducia nella divisa.
Al secondo posto c’è il Papa: nonostante nell’ultimo anno abbia perso il -6% dell’indice di fiducia, considerando la parabola degli ultimi dieci anni è con distacco la figura che ha guadagnato più stima negli italiani: nel 2019, il 66% del campione ha fiducia in lui. Nel 2009 la percentuale si fermava al 54%.
Forze dell’ordine e Papa precedono in graduatoria il presidente della Repubblica. Sergio Mattarella, al terzo posto, gode della fiducia del 55% degli intervistati, -16% rispetto al 2009, quando al Quirinale c’era Giorgio Napolitano.
Stacca di un solo punto l’istituzione della scuola e mentre, al quinto posto della classifica di Demos, si trova la Chiesa cattolica.
Mentre la politica e le istituzioni non riescono a soddisfare gli italiani, cresce nei cittadini la voglia di mobilitarsi per i propri ideali.
Greta Thunberg e sardine sono le bandiere sotto le quali, nel 2019, i cittadini hanno scelto di scendere in piazza. Tre anni fa, alle manifestazioni contro qualcosa aveva partecipato il 14% degli italiani. Oggi la percentuale è salita al 23%.
(da agenzie)
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Dicembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
INTERVENTO TEMPESTIVO DELLA LAMORGESE: RIDISTRIBUZIONE GIA’ CONCORDATA CON FRANCIA, GERMANIA E PORTOGALLO… E’ FINITA LA PACCHIA RAZZISTA DI LASCIARLI AFFOGARE O DI SEQUESTRARLI 20 GIORNI IN MARE
La nave Ocean Viking, che ha a bordo 162 persone dopo aver effettuato due salvataggi in mari, ha trovato riparo dal maltempo a Est della Sicilia. Lo ha fatto sapere su Twitter Medici senza frontiere, che insieme a Sos Mediterranee gestisce l’imbarcazione umanitaria. Tra i 162 migranti a bordo ci sono 26 donne e una cinquantina di minori.
Una donna e suo figlio sono stati evacuati dalla Ocean Viking poco fa per motivi sanitari. Lo ha fatto sapere in un tweet Medici Senza frontiere sottolineando che la donna “è rimasta sotto stretta osservazione medica per 48 ore nella clinica della Ocean Viking. Ora è stata evacuata con il suo bambino piccolo — ha aggiunto l’ong — Il suo posto è in ospedale, non in mare durante una tempesta”.
Intanto il Viminale ha assegnato un porto alla nave: i naufraghi sbarcheranno a Taranto. La Commissione europea ha già attivato la procedura per la redistribuzione dei migranti, ha fatto sapere il ministero dell’Interno, e Francia Germania e Portogallo hanno già dato le prime disponibilità ad accogliere quote di richiedenti asilo.
Ocean Viking, la nave gestita dalle ong Sos Mediterranee e Medici senza frontiere che ha a bordo 160 persone, dopo aver effettuato due salvataggi in mari, ha trovato riparo a Est della Sicilia.
Ocean Viking aveva soccorso all’alba del 20 dicembre 112 migranti al largo della Libia, che si trovavano su un gommone che si stava sgonfiando. A bordo della piccola imbarcazione c’erano anche 24 donne (di cui tre incinte) e 38 minori: il più piccolo ha solo tre mesi di vita.
Ieri, durante una seconda operazione in mare, aveva recuperato altri naufraghi: 50 persone, tra cui 10 bambini e 1 neonato si trovavano su una barca di legno sovraffollata nella regione di ricerca e soccorso maltese. Erano stati salvati dopo 8 ore di ricerca. Alcuni di loro, dicono da Msf, sono sopravvissuti all’attacco aereo al centro di detenzione libico di Tajoura.
(da agenzie)
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