Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
SIAMO GIA’ A 200 VITTIME QUOTIDIANE
Proiezioni allarmanti arrivano dagli Stati Uniti sull’andamento della pandemia in Italia.
Secondo l’Institute for Health Metrics and Evaluation, il nostro Paese raggiungerà a metà febbraio il suo picco di morti legati al Covid in questa quarta ondata.
Le stime dell’istituto americano prevedono fra 30 giorni tra i 343 a 576 decessi al giorno in Italia.
Il numero è chiaramente soggetto a una serie di varianti legate ai comportamenti della collettività (come il corretto uso della mascherina chirurgica o Ffp2 o il sottoporsi al vaccino) e alla severità della nuova variante Omicron che, come noto, sta facendo registrare rapidamente impennate di contagi mai viste in tutto il mondo. Attualmente i morti legati al Covid sono già oltre 200 al giorno.
Per l’esattezza, nell’ultima rilevazione (5 gennaio) il dato è pari a 231 vittime legate al Covid e in quella precedente (4 gennaio) è stato registrato il record di 259 morti. Ma secondo l’Ihme – centro di ricerca indipendente sulla sanità globale dell’università di Washington finanziato dalla fondazione di Bill Gates – per vedere il picco di questo andamento bisognerà aspettare la metà di febbraio.
Oltre al numero dei morti, raddoppiato nel giro di poco, anche i contagi segnano ogni giorno un nuovo record: l’ultimo bollettino ne conta 189.109, il penultimo 170.844. La cifra degli attualmente positivi corre ogni giorno e ormai arriva a sfiorare il milione e mezzo di casi. Mentre in terapia intensiva, tra i malati Covid più gravi con un’altissima percentuale di scettici o No vax che rischiano di morire, ci sono al momento 1.428 pazienti.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
RICEVUTA BUSTA CON PROIETTILE DEI SOLITI CRIMINALI NO VAX, LA SCIENZIATA FINISCE SOTTO SCORTA
«Speravo di tenere la notizia sotto traccia ma, come avrete letto, non è stato possibile. Sì, confermo di aver ricevuto una busta contenente una lettera di minacce ed un proiettile».
Inizia così il post che Antonella Viola, immunologa a capo della Città della Speranza di Padova, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook per rispondere alla lettera minatoria ricevuta nel suo studio.
Un testo di matrice No vax in cui si chiede alla scienziata di dichiarare pubblicamente che i bambini non devono essere vaccinati.
«Mi si ordina di dire che i bambini non devono essere vaccinati o spareranno a me o alla mia famiglia. Questi sono i No vax che sanno solo odiare, rifiutare logica e leggi, creare tensione e violenza».
Viola, tra gli esperti in ambito Covid più in vista sui i giornali e nelle tv nazionali, si è detta amareggiata perché ha speso «gli ultimi due anni a servizio della collettività» sottraendo tempo alla famiglia e a se stessa.
«Sono incazzata – ha concluso l’immunologa – con chi strizza l’occhio a certa gente, a chi mette in dubbio la nostra serietà e libertà da qualunque condizionamento. Ma continuerò a fare del mio meglio per dare voce alla scienza e parlare a chi vuole ascoltare. Sempre guidata da etica, responsabilità e amore».
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
INFEZIONI RECORD, CARENZA DI TEST, ELEZIONI FEDERALI
Infezioni record, carenza di test che rendono complicato il tracciamento, quarantene che rendono insufficiente la manodopera e mettono a dura prova le catene di approvvigionamento, le prossime elezioni federali: il quadro in cui si inserisce la revoca del visto a Djokovic
Dietro la linea dura adottata nei confronti del numero uno del tennis mondiale Novak Djokovic – a cui è stato revocato il visto perché non vaccinato – c’è anche l’andamento critico della pandemia da Coronavirus in Australia. Il Paese è piegato da picchi giornalieri di nuovi contagi e gli ospedali sono travolti da centinaia di nuovi ingressi giornalieri di pazienti Covid.
Anche le catene di approvvigionamento sono messe a dura prova dalla situazione pandemica. In un discorso alla nazione, il primo ministro Scott Morrison ha parlato della gravità della situazione e della difficoltà estrema nell’andare avanti con le operazioni di tracciamento dei positivi al Covid.
I lunghi tempi di attesa per tamponarsi paralizzano la quotidianità di buona parte dei cittadini, senza contare che le scorte di test antigenici sono ormai carenti nella gran parte del Paese.
Il primo ministro è sotto pressione per la gestione della pandemia, specie da quando la variante Omicron ha preso il sopravvento ed è rapidamente divenuta dominante nel Paese. Nell’ultima rilevazione Covid, l’Australia conta 72.392 nuovi contagi, dato che supera le 64.774 infezioni del giorno prima.
Il Paese è afflitto da tassi di infezione molto più alti che nelle altre regioni confinanti e, secondo alcuni scienziati locali, il peggio deve ancora arrivare. Oltre ai picchi giornalieri di nuovi positivi, in questa fase l’Australia soffre di un altro preoccupante fenomeno.
Le misure restrittive come la quarantena e l’isolamento hanno provocato una grave carenza di manodopera che sta mettendo a dura prova la routine produttiva di aziende e imprese e, di conseguenza, le catene di approvvigionamento commerciale. In questo contesto, proprio a causa dell’ondata di rabbia collettiva per l’iniziale concessione alla star del tennis di poter giocare gli Australian Open nonostante fosse senza vaccino, il primo ministro australiano è stato costretto a intervenire e ad annullare il visto per Nole, considerata anche la pressione per l’imminente prova con cui dovrà misurarsi: le elezioni federali prima del prossimo maggio.
«Le regole sono regole – recita il suo ultimo tweet -. Nessuno è al di sopra delle regole».
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
“NON VUOLE VACCINARSI? NE AFFRONTI LE CONSEGUENZE CHE BEN CONOSCEVA“… IL GOVERNO SERBO SI LAMENTA PER L’HOTEL “INFAME“ DOVE DJOKOVIC E’ IN ISOLAMENTO E CHIEDE UNA VILLA
Sul caos che ieri ha coinvolto Novak Djokovic, prima partito per giocare gli Australian Open forte di un’esenzione medica che gli permetteva di atterrare pur non essendo vaccinato e poi respinto dalle autorità Australiane, è intervenuto il “collega” del numero uno al mondo, Rafael Nadal.
Interpellato sull’argomento dopo il 6-2 7-5 rifilato a Ricardas Berankis al Melbourne Summer Set, lo spagnolo ha preso una posizione chiara: “È normale – ha detto – che le persone qui in Australia siano infastidite, perché hanno dovuto attraversare duri lockdown. L’unica cosa che posso dire è che credo nelle persone che conoscono la medicina: se dicono che dobbiamo vaccinarci, dobbiamo vaccinarci. Il mondo ha sofferto troppo per non seguire le regole”.
Regole che Djokovic ha provato ad aggirare, ma – non riuscendo a fornire una spiegazione convincente per giustificare l’esenzione medica ricevuta – con scarso successo.
“Ognuno è libero di fare quello che crede meglio per se stesso – ha aggiunto Nadal – ma ci sono delle regole: se non vuoi vaccinarti, potresti avere problemi. Se avesse voluto, avrebbe potuto giocare in Australia senza problemi. Ha fatto una scelta, ma ci sono delle conseguenze. In qualche modo mi dispiace per lui, ma conosceva da tempo quali erano le condizioni”.
Intanto il caso rischia di diventare da sportivo a diplomatico: il presidente serbo Aleksandar Vucic ha attaccato direttamente il primo ministro australiano Scott Morrison: “Ciò che non è fair play è caccia alle streghe politica (contro Djokovic, ndr) a cui partecipano tutti, incluso il primo ministro australiano, sostenendo che le regole sono valide per tutti”.
Le autorità serbe stanno facendo “tutto il possibile” per aiutare Djokovic: Belgrado intende chiedere che venga consentito a Djokovic di alloggiare nella casa che aveva affittato per gli Australian Open e non nell’hotel dove si trova attualmente, descritto come “infame nel senso proprio del termine”.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
PARLA DI UN MONDO CHE “VUOLE BLOCCARE IL FIGLIO“ IN UN DELIRIO DI ONNIPOTENZA… MA VAI A GIOCARE GRATIS, EROE MILIARDARIO
Facciamo una piccola premessa: essere preoccupati per una situazione che vede coinvolto un figlio, anche se ha la veneranda età di 34 anni, è legittimo.
Spesso e volentieri si finisce, nelle dichiarazioni, a esasperare qualsiasi tipo di concetto. Questo fa parte di uno stato d’animo “vittima” di una situazione nuova e strana. Detto ciò, le parole del padre di Novak Djokovic – pronunciate mentre l’Australia aveva appena deciso di annullare il visto d’ingresso per il numero uno al mondo del ranking ATP – sfiorano il ridicolo.
Intervistato dall’agenzia russa Sputnik, Srdjan Djokovic non ha utilizzato mezzi termini riuscendo a paragonare il figlio a figure mitologiche che hanno fatto la storia delle narrazioni ospitate sui libri di storia:
“Da oggi Novak diventerà un simbolo e un leader del mondo libero. Ha dimostrato che anche un piccolo Paese eroico come la Serbia può avere il più grande atleta di tutti i tempi. Questo non può essere nascosto. Puoi essere messo in prigione oggi o domani, ma la verità trova sempre la sua strada. Nole combatte per l’uguaglianza di tutte le persone del pianeta, non importa quale Dio preghino o quanti soldi abbiano”.
E non finisce qui.
Perché il piccolo grande eroe del mondo moderno – secondo il padre Djokovic – gli ha ricordato la figura di Spartaco. Ma il delirio non finisce. Anzi, con il passare delle frasi assume contorni quasi tragicomici con accuse che mirano al complottismo e al cospirazionismo:
“Il mondo ricco potrebbe non permettere a Nole di continuare a giocare a tennis, ma rivelerà il suo vero volto e inizierà una partita molto più seria. Da una parte ci saranno membri avidi e arroganti dell’oligarchia mondiale, e dall’altra, un mondo libero e orgoglioso che crede ancora nella giustizia e nella verità. Cosa possiamo fare se non lo lasciano giocare? Aspetteremo il Roland Garros e il 21° Grande Slam”.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
ESPULSIONE CONGELATA PER IL NUOVO MITO MILIARDARIO DEI CRIMINALI NO VAX
Non è ancora finita. Novak Djokovic è attaccato con le unghie e con i denti al ricorso presentato contro l’annullamento del suo visto utilizzato (sfruttando l’esenzione medica da vaccino) per entrare in Australia e partecipare agli Australian Open che inizieranno al Melbourne Park il prossimo 17 gennaio.
Il numero uno del ranking Atp dovrà attendere (in isolamento) fino a lunedì 10 gennaio, quando ci sarà l’udienza che confermerà o ribalterà la decisione presa dai funzionari australiani nel corso della scorsa notte italiana
L’espulsione del tennista serbo, dunque, è attualmente sospesa e congelata. La decisione finale arriverà dopo l’udienza davanti al giudice Anthony Kelly che valuterà la posizione di Novak Djokovic, analizzerà la documentazione medica presentata dal suo staff e corredata all’ingresso di visto per entrare in Australia.
Il tutto, poi, sarà valutato in base alle stringenti norme anti-Covid adottate dal governo australiano che da diversi mesi (anzi, dall’inizio della pandemia) ha fatto un giro di vite nei confronti degli accessi nel Paese.
Perché solamente i vaccinati possono entrare nel Paese, come ribadito anche dal premier Scott Morrison e dai suoi ministri. Mentre per le esenzioni da vaccino (come quella presentata da Djokovic per poter partecipare agli Australian Open) occore una documentazione accurata e riconosciuta anche in Australia. Lo ha scritto chiaro e tondo l’Australian Border Force nel suo comunicato in cui si annunciava il respingimento del visto:
“L’Australian Border Force continuerà a garantire che coloro che arrivano al nostro confine rispettino le nostre leggi e i requisiti di ingresso. L’ABF può confermare che il signor Djokovic non ha fornito prove adeguate per soddisfare i requisiti di ingresso in Australia e il suo visto è stato successivamente annullato. I non cittadini che non sono in possesso di un visto valido all’ingresso o il cui visto è stato annullato saranno trattenuti e allontanati dall’Australia”
Ora, però, il ricorso è stato presentato e sarà discusso lunedì 10 gennaio. A sette giorni dall’inizio del primo torneo Open dell’anno. La partecipazione di Djokovic sembra compromessa, a meno che non arrivi un colpo di scena a cancellare tutte le norme previste dal governo australiano.
(da agenzie)
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Gennaio 6th, 2022 Riccardo Fucile
SONO 1,2 MILIONI GLI ITALIANI ATTUALMENTE POSITIVI, SANITA’ TERRITORIALE IN TILT
“Nell’ultima settimana si registra un’esplosione di nuovi casi di Covid-19 che volano oltre quota 810 mila, con un incremento del 153% rispetto a quella precedente”. Lo rileva il monitoraggio della Fondazione Gimbe, che, nella settimana 29 dicembre-4 gennaio, rispetto alla precedente, registra anche +8,9% dei decessi, passati da 1.012 a 1.102. In 7 giorni raddoppiano i casi attualmente positivi, passati da 598.868 a 1.265.297 (+111,3%).
La “sanità territoriale va in tilt” e “sale anche la pressione sugli ospedali”, con un +28% di ricoveri con sintomi (da 10.089 a 12.912) e +21,6% in terapia intensiva (da 1.145 a 1.392), evidenzia ancora il monitoraggio Gimbe relativo alla settimana 29 dicembre-4 gennaio.
“Non decollano” le vaccinazioni anti-Covid in età pediatrica, rileva fondazione Gimbe. Nella fascia tra 5 e 11 anni, in tre settimane, hanno raggiunto quota 401.532 somministrazioni. Al 5 gennaio (ore 7) sono state, invece, somministrate 20.977.634 terze dosi: in base alla platea ufficiale di circa 31 milioni di persone, il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è del 67,7% ma con nette differenze regionali: dal 54,6% della Sicilia al 76,9% della Valle D’Aosta.
Nella settimana dal 29 dicembre al 4 gennaio in tutte le Regioni si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi di Covid-19: dal 66,8% della Liguria al 423,9% dell’Abruzzo. In 63 Province l’incidenza supera i 1.000 casi per 100.000 abitanti. Lo rileva il nuovo monitoraggio indipendente della fondazione Gimbe.
Le province con oltre 1000 casi per 100.000 abitanti sono: Firenze (3.058), Lodi (2.747), Monza e della Brianza (2.677), Siena (2.631), Milano (2.538), Prato (2.503), Pisa (2.385), Rimini (2.315), Arezzo (2.275), Pavia (2.235), Pistoia (2.156), Lucca (2.136), Terni (2.079), Varese (2.049), Perugia (2.047), Como (2.005), Lecco (1.949), Cremona (1.879), Massa Carrara (1.780), Forlì-Cesena (1.769), Biella (1.740), Brescia (1.738), Bergamo (1.728), Vibo Valentia (1.723), Pescara (1.721), Ravenna (1.721), Chieti (1.715), Sondrio (1.651), Cuneo (1.642), Alessandria (1.626), Verbano-Cusio-Ossola (1.616), Teramo (1.585), Livorno (1.564), Trento (1.524), Treviso (1.524), Novara (1.512), Asti (1.498), Mantova (1.456), Verona (1.421), Napoli (1.420), Torino (1.395), Rovigo (1.384), Trieste (1.384), Vicenza (1.366), Venezia (1.344), Pordenone (1.308), Ferrara (1.294), Padova (1.283), Caserta (1.264), Vercelli (1.228), Rieti (1.216), Avellino (1.206), Bologna (1.203), Enna (1.192), Grosseto (1.180), Parma (1.142), Aosta (1.089), La Spezia (1.088), L’Aquila (1.080), Latina (1.028), Reggio nell’Emilia (1.020), Udine (1.010) e Piacenza (1.009).
Ancora secondo il monitoraggio Gimbe, il numero dei tamponi è passato da 5.175.977 della settimana 22-28 dicembre a 6.487.127 del 29 dicembre-4 gennaio (+25,3%), per l’incremento sia dei rapidi (+23,9%) che dei molecolari (+28,8%). Impenna anche il tasso di positività: dal 28 dicembre al 4 gennaio la media è salita dal 2,8% all′8,2% per gli antigenici e dal 15% al 24% per i molecolari. “L’enorme aumento della circolazione virale – spiega il presidente Nino Cartabellotta – è dovuta sia al dilagare di omicron che per l’incremento dei contatti sociali durante le feste. L’impatto su ricoveri e decessi sarà visibile nelle prossime settimane”.
“Le nuove misure sono il frutto di compromessi politici, piuttosto che di una coraggiosa strategia di contrasto alla pandemia”. Sono “insufficienti e tardive” e “continuano a inseguire il virus senza un piano B per arginare l’ondata di contagi che rischia di portare al default dei servizi sanitari ospedalieri, nonché al lockdown di fatto del Paese”. Questo il commento del presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, al decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri.
Innanzitutto, spiega, “l’obbligo vaccinale limitato agli over 50 (che al momento non prevede sanzioni) avrà un impatto non prevedibile visto che non è noto il numero degli esentati, ed il super green pass per i lavoratori over 50 sarà del tutto inefficace nel breve termine, perché entrerà in vigore il 15 febbraio”. In secondo luogo, “le misure per la sicurezza nelle scuole sono insufficienti per evitare il ricorso alla DAD e introducono regole complesse e difficili da applicare con i servizi di sanità pubblica già in sovraccarico”. Ancora “lo smartworking viene liquidato con la semplice raccomandazione di ’usare al meglio la flessibilità già consentita dalle regole vigenti”.
Quanto agli scenari futuri, “la progressiva espansione di una variante estremamente contagiosa, nonostante determini una malattia meno grave, nelle ultime settimane sta rapidamente sovraccaricando gli ospedali per tre ragioni”.
La narrativa sulla ‘raffreddorizzazione’ della variante omicron, “da confermare con ulteriori studi sul campo, abbassa il livello di guardia della popolazione”. In questa fase ”è impossibile prevedere i tempi per raggiungere il picco nazionale dei contagi” ma le misure attuate sinora dal Governo “non hanno determinato alcun rallentamento nella crescita dei casi”. Nonostante la revisione delle regole della quarantena, “l’enorme numero dei contagi e la loro velocità di crescita rischiano di paralizzare il Paese, che si sta avviando verso un lockdown di fatto”.
(da agenzie)
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