Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
ZITTI DI FRONTE AL DELIRIO NEGAZIONISTA
Esiste un movimento che si chiama “Fronte di Liberazione Nazionale” che, se non fosse per una pagina storica assai differente, fa già ridere così. Ma la comicità di questa mobilitazione anti-vaccinista, negazionista e no Green Pass aggiunge nuovi tasselli giorno dopo giorno.
L’ultima trovata è quella di convocare – attraverso i social – un vero e proprio raduno no vax alle porte di Roma. Ed è stata già decisa la sede e la data: ai Pratoni del Vivaro (luogo bucolico sui Castelli Romani) dal 10 al 13 febbraio.
Ma la prefettura è intenzionata a non dare l’autorizzazione a questa manifestazione. Il tutto nel silenzio di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che invece, in occasione di un paio di rave che sono finiti sulle pagine di cronaca recente, hanno alzato la voce per protestare.
“Questo è il posto dove ci dobbiamo accampare, dobbiamo occupare tutta questa zona, che tanto è pubblica, e creare il più grande Campo Hobbit della storia. Dal 10 al 13 febbraio vogliamo portare qua un milione di persone. Non ce lo possono impedire: qui, in maniera bucolica, raduniamo l’esercito”. Questo è il messaggio rilanciato via social da Nicola Franzoni, leader di uno dei tanti movimenti no pass – di ispirazione destrorsa – nati sui social e organizzatore di questo raduno no vax alle porte della capitale.
Lui è sicuro che nessuno potrà impedire questa azione, ma la sindaca di Rocca di Papa (il comune su cui insistono i Pratoni del Vivaro) ha già annunciato che non saranno permessi assembramenti incontrollati.E si sta muovendo anche la prefettura che si è già riunita nella giornata di ieri per organizzarsi e impere l’adunata dei negazionisti. E non solo per l’evento organizzato ai Pratoni del Vivaro. Insomma, questa tre-giorni di manifestazione di protesta – che lo stesso Franzoni ha definito il “Campo Woodstock della libertà” – non otterrà mai l’autorizzazione.
I silenzi
Nei prossimi giorni, dunque, ne sapremo di più. Sorprende (ma neanche troppo), però, il silenzio in cui si sono chiusi Matteo Salvini e Giorgia Meloni su questa vicenda. Un fatto molto strano visti i precedenti.
Ricordiamo tutti, infatti, le richieste di dimissioni e le urla di protesta dei due leader di centrodestra nei confronti di Luciana Lamorgese dopo il rave nel Viterbese.
All’epoca dei fatti, era l’agosto dello scorso anno, Lega e Fratelli d’Italia gridarono allo scandalo anche perché in quella “festa abusiva” non erano rispettate le norme sanitarie. Ora che i no vax, no green pass e negazionisti della prima e dell’ultima ora si riuniscono proprio per non rispettare quei protocolli (dalla mascherina al distanziamento), da quelle bocche non trapela una sola parola. E non è colpa dell’attenzione rivolta al Quirinale.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
LA MADRE ANZIANA E NON VACCINATA
L’ultimo delirio di Gianluigi Paragone arriva in diretta ai microfoni de L’Italia s’è Desta su Radio Cusano Campus.
“Abbiamo un Paese paralizzato – ha detto l’onorevole complottista di Italexsuit – Mia sorella ha il covid. Mia mamma, anziana, ha il Covid, non è vaccinata ed è asintomatica. Mia moglie vorrebbe prendersi il covid ma non riesce. La mia dinamica familiare credo sia comune a molti altri. La gente comune sta cominciando a vedere che l’emergenza sanitaria in realtà è burocratica. Io dovrei stare 10 giorni in quarantena ma essendo parlamentare io da positivo, per quanto asintomatico, posso prendere la mia auto ed andare da Varese a Roma per votare. Per eleggere il Presidente della Repubblica posso essere trattato in maniera diversa rispetto agli altri malati. Non hanno preso questa scelta per rispetto del Parlamento ma gli servono i voti perché la partita si gioca col pallottoliere. Il malato quindi è merce di scambio”.
L’onorevole complottista si è anche pronunciato sul caso Cunial, che non è stata ammessa alla Camera perché sprovvista di Green Pass: “Mi dovete spiegare perché a Sara Cunial viene negata la possibilità di votare mentre possono votare i malati. È un puro dispetto nei suoi confronti. Mentre il malato diventa eccezione alla regola, alla Cunial viene impedito da sana di andare a votare, magari con la propria macchina nel percorso drive in. Io da malato posso andare da Varese a Roma. Come se nel tragitto da casa mia alla Capitale io non mi dovessi mai fermare per fare benzina o andare in bagno. Mi auguro ci sia un giudice che dia ragione alla Cunial perché le stanno facendo una grande scorrettezza”.
Paragone vede Draghi favorito per il Colle: “Stanno apparecchiando così perché lui lo vuole assolutamente. Per fare un’operazione del genere deve partire anche una trattativa parallela sulla formazione del nuovo Governo. Siccome Salvini sarà in difficoltà a fare il rush finale della legislatura in ottica elezioni. Mi stupisce che qualcuno possa pensare che Draghi, qualora non dovesse andare al Quirinale, possa fare il premier alla vigilia dell’anno elettorale. È difficile che la Lega non dia qualche sgomitata per rafforzare la campagna elettorale. Come fai a fare una campagna elettorale mentre sei coinvolto in un’alleanza insieme a Pd, Movimento e Speranza?”.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
COLPITA IN FORMA NON LIEVE
Ha raccontato dalla Cina l’esplosione della pandemia a partire dall’epicentro di Wuhan, riuscendo a non infettarsi, fino a qualche giorno fa: Giovanna Botteri, corrispondente della Rai, ha raccontato a Domenica In la sua esperienza da positiva al Covid, contratto in Francia: “Sono stata male, soffro di alcune patologie, sono una bronchitica cronica e i vaccini mi hanno salvata dall’ospedalizzazione. Purtroppo c’è poco da fare, in una situazione come quella della Francia, che fino a pochi giorni fa faceva registrare 500mila nuovi casi al giorno, con Omicron così contagiosa è inevitabile pensare di prenderlo. Il virus circolava moltissimo e c’è una certa quota di popolazione non vaccinata, che ha intasato gli ospedali. C’erano neonati che finivano subito in terapia intensiva, perché contagiati dalle loro mamme positive e non vaccinate”.
Botteri ha fatto la seconda dose lo scorso ottobre, avrebbe dovuto fare il booster alla fine di gennaio, ma la positività al tampone al quale si è sottoposta dopo alcuni contatti con colleghi e intervistati positivi gliel’ha di fatto impedito: “Non ho avuto il Covid in forma lieve, ma credo di essere stata salvata dal vaccino. Non ho fatto il vaccino in Cina, ma qui, con la seconda dose fatta a ottobre. Avrei dovuto fare la terza a fine gennaio, ma poi ho avuto contatti con positivi, colleghi e persone che ho intervistato, e dopo il tampone ho scoperto di essere positiva. Soffro di alcune patologie polmonari, ho avuto febbre molto alta e tosse forte, se non fossi stata vaccinata sarebbe andata molto peggio”.
(da NetQuotidiano)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
LE NOTE POSIZIONI FILORUSSE DI FRATTINI PREOCCUPANO L’ALLEANZA ATLANTICA
Franco Frattini è il nuovo candidato di Matteo Salvini al Quirinale. Il presidente del Consiglio di Stato è nella rosa di nomi che il centrodestra vuole proporre ai Grandi Elettori. Ed è anche nelle simpatie di Giuseppe Conte, che non dimentica l’appoggio durante il suo primo governo quando si aprì la partita delle sanzioni dell’Europa alla Russia.
Ma è proprio la Russia che potrebbe bruciare le sue chances di arrivare al Colle. Perché la russofilia di Frattini va in chiara rotta di collisione con la geopolitica italiana attuale.
E a testimoniarlo c’è anche un’intervista su Formiche che risale a poco più di un mese fa. Nella quale Frattini spingeva per un avvicinamento tra Roma e Mosca: «L’Italia doveva e poteva fare di più all’inizio della crisi ucraina, ai tempi dell’occupazione della Crimea. Allora era ancora nelle condizioni di partecipare al Formato Normandia o di esercitare una forte azione su Putin che forse avrebbe ascoltato. Ha scelto invece di acquetarsi su una acritica politica delle sanzioni di Obama. In diplomazia quando vuoi convincere chi la pensa all’opposto non lo cacci dal tavolo, aggiungi una sedia», diceva Frattini.
Il quale poi scartava l’ipotesi di adesione dell’Ucraina alla Nato: «È un’ipotesi non realistica: un Paese come l’Ucraina, che oggi al suo interno conta tre province indipendentiste, non può aderire all’Alleanza. La Nato dovrebbe essere la prima a dirlo. Purtroppo ha perso il ruolo di attore politico di primo piano che aveva in passato».
E invitava a calcolare gli interessi di Putin nel territorio: «I gesti russi hanno sempre finalità diverse da quelle che appaiono. Negli ultimi anni Putin ha dimostrato tre cose. Uno: senza Russia e Cina l’Occidente non può occuparsi di Afghanistan. Due: la Russia riesce ad aggirare le sanzioni occidentali guardando ad Est, come dimostra l’accordo trentennale sulle forniture di energia con la Cina. Tre: piaccia o meno, il Cremlino ha ancora una leva politica sugli ex territori dell’Urss».
(da agenie)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
LE CONDIZIONI DI SALVINI RISCHIANO DI FAR ESPLODERE TUTTO… LE PRETESE SUL FUTURO GOVERNO RESPINTE DA DRAGHI… LE AMBIGUITA’ DI CONTE, I NOMI DI FRATTINI E CASINI
Roma. “A questo punto rischiamo di perdere Mario Draghi sia a Chigi sia al Quirinale”. Quando, alle 17,40 in punto, Enrico Letta entra in aula per votare ha lo sguardo cupo e il volto teso di chi osserva con sgomento il baratro che si è appena spalancato sotto i suoi piedi. Le trattative andate avanti per tutto il giorno non hanno dato l’esito sperato. E adesso – è il messaggio consegnato alla truppa – le chance di cadere e farsi tutti molto male sono cresciute in modo esponenziale.
È preoccupato, l’inquilino del Nazareno. L’ottimismo manifestato appena 24 ore prima in Tv ha lasciato il posto a un umore nero come la notte che avvolge Montecitorio.
Il centrodestra ha disseminato di tali e tante mine la salita di Draghi al Colle, che ora l’impegno del segretario del Pd a disinnescarle tutte potrebbe non bastare.
Se n’è reso conto durante il faccia a faccia con Matteo Salvini e il lungo colloquio con il premier. Sono inaccetabili le condizioni poste dal leader della Lega, specie sul nuovo governo che sarebbe completamente da rifare. Significherebbe sconfessare il primo ministro e persino il presidente Mattarella, che solo un anno fa impose l’esecutivo d’unità nazionale proprio in quella composizione e con quella formula politica.
Perciò ora il segretario dem è in allarme. A nessuno ha voluto rivelare il contenuto della sua telefonata con Draghi, ma ai suoi ha fatto capire che l’ex capo della Bce potrebbe non restare se venisse eletto un capo dello Stato con una maggioranza meno larga dell’attuale e un profilo istituzionale non all’altezza del ruolo.
“Ma il nostro Paese non può permettersi di dire al mondo che non riesce a tutelare la sua figura più prestigiosa, che si tratti di Palazzo Chigi o del Quirinale”, avverte Letta. Il danno d’immagine per un’Italia ancora in affanno, che però sta dando chiari segnali di ripresa grazie al lavoro e all’autorevolezza del presidente del Consiglio, potrebbe essere irreparabile. Non tanto per l’aggressione dei mercati, comunque sempre in agguato, quanto per il giudizio che ricaverebbero di noi sullo scenario internazionale.
Ragione in più per non mollare. Per proseguire nel tentativo di costruire un percorso che “preservi Draghi e al tempo stesso la legislatura”, ragiona Letta. Perché andare a elezioni adesso, con il Pnrr da attuare e la pandemia ancora da sconfiggere, sarebbe “un vero disastro”. Che lui intende scongiurare.
Lo ha spiegato ai ministri e ai dirigenti di partito riuniti in serata al Nazareno. Il confronto con Salvini, che difatti rivedrà oggi, deve continuare finché non si troverà una soluzione condivisa. “È positivo che si sia riaperto un canale il dialogo tra leader e tra essi con Draghi”, riflette il segretario dem. “I margini per un accordo ci sono e non vanno sciupati”. Nonostante l’ostruzionismo del capo leghista: durante l’incontro a quattrocchi non sono stati fatti nomi, ma il centrodestra ha tutt’altro che archiviato la pretesa di proporre una propria rosa, assai caratterizzata, dalla quale il Parlamento dovrebbe pescare. Una provocazione, per Letta: determinato sì a dialogare e a mediare, ma non se l’indicazione cadrà su Elisabetta Casellati o Marcello Pera. “La strada è e rimane quella di un accordo su una figura di garanzia per tutti”, scandisce il leader dem. “Ostinarsi su nome di parte è esattamente ciò che mette a rischio la legislatura”.
Ma c’è anche un altro rischio da sventare. La candidatura di Pierferdinando Casini. Il segretario non lo ammetterà mai, ma quella dell’ex presidente della Camera potrebbe far deflagrare il Pd. Perché, su pressing di Matteo Renzi, un pezzo del suo partito è già pronto a votarlo. Come hanno suggerito ieri due senatori non proprio di secondo piano: l’ex capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci e Dario Stefano. Con Dario Franceschini segnalato già all’opera per costruirgli intorno il necessario consenso, insieme a Luca Lotti. Mentre per un altro pezzo di partito l’ipotesi è come fumo negli occhi.
“Si tratta di un’operazione neocentrista che mira ad aggregare quel che resta di Forza Italia, a spaccare il Pd e a diventare l’ago della bilancia di qualsiasi futuro governo, in vista del cambio della legge elettorale”, spiega un autorevole membro della segreteria. Un pericolo che Graziano Delrio ha subito avvistato: “La campagna acquisti per Casini è già cominciata”, sussurra in Transatlantico. Per l’inquilino del Nazareno un’altra grana sulla via del Quirinale.
(da Open)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
L’ARROGANZA E LA MANCANZA DI RISPETTO VERSO IL PROSSIMO: UN SOGGETTO CHE ANDREBBE RADIATO DALLA FEDERAZIONE
Da positivo, per sua stessa ammissione, ha partecipato ad un evento a Belgrado nel suo Novak Tennis Center per premiare alcuni giovani tennisti, un incontro al chiuso, senza mascherine, pericolosissimo per tutti i presenti: Novak Djokovic, che si è anche fatto intervistare da L’Equipe due giorni dopo il tampone che ne ha certificato l’infezione da Covid, non è proprio un “campione” di rispetto delle regole anti-contagio.
Anche per questo motivo è stato espulso dall’Australia, dove si era recato per giocare gli Australian Open che intanto stanno vedendo brillare gli italiani Berrettini e Sinner, entrambi ai quarti di finale.
Ma c’è di più: sul volo che lo portava via dal Paese, dopo il provvedimento del ministro dell’Immigrazione australiano Alex Hawke, Djokovic è stato fotografato senza mascherina. Lo scatto “rubato” da un passeggero ha fatto il giro del web, dando manforte alla decisione del governo di Canberra e confermando l’irresponsabilità del serbo.
“Un’iconica stella del tennis mondiale – si legge nella decisione dei tre giudici del collegio che ha deciso la sua espulsione – può influenzare persone di tutte le età, giovani o meno giovani, ma forse soprattutto i giovani e gli impressionabili. I temi dell’incoraggiamento e dell’imitazione dell’eroe sportivo integrano ragioni di preoccupazione per la salute e l’ordine”.
Djokovic avrebbe potuto, con la sua visibilità, influenzare negativamente la campagna vaccinale: questa la preoccupazione alla base del provvedimento di espulsione maturato nei suoi confronti. E i suoi comportamenti vanno proprio in quella direzione. Il messaggio fatto filtrare, cioè la tolleranza zero, ha aiutato a non incoraggiare gesti che dopo due anni di pandemia dovrebbero essere scontati ma che per uno come lui, evidentemente, ancora non lo sono.
(da agenie)
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Gennaio 25th, 2022 Riccardo Fucile
DUE RAGAZZE MINORENNI GLI SPUTANO ANCHE ADDOSSO
Succede tutto il 23 gennaio a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno. Un ragazzino di appena 12 anni è stato preso a calci, insultato con parole terribili come “Devi stare zitto perché sei ebreo”, oppure ” ebreo di m…, devi morire nel forno”. Tutto mentre le sue aguzzine, due minori di appena 15 anni gli sputavano addosso.
A dare la notizia qualche ora fa è stata il comune di Campiglia Marittima sulla sua pagina Facebook qualche ora fa:
Questa mattina un padre ha chiamato in comune per mettere a conoscenza la Sindaca di quanto accaduto ieri al figlio di 12 anni. Domenica pomeriggio al parco Altobelli di Venturina Terme. Il bambino è stato aggredito, insultato, preso a calci, colpito da sputi. Autrici di questo grave atto due ragazzine di 15 anni, motivate dal fatto che il bambino è ebreo. Sconcerto, commozione e solidarietà da chi ha raccolto la telefonata a seguito della quale la Sindaca si è messa in contatto con il padre del bambino. “Una situazione incredibile, da pelle d’oca, sembra di essere ripiombati nei tempi più bui della storia del nostro paese – dice la sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati – L’amministrazione comunale non intende sottacere o banalizzare quanto accaduto che è di una gravità inaudita. Abbiamo invitato la famiglia a fare i propri passi. Mi confronterò tra oggi e domani con le forze dell’ordine e la scuola e faremo il possibile perché la cosa non venga archiviata e banalizzata. Il fatto che nel 2022 succeda una cosa tale in una realtà come la nostra è di una gravità massima che va indagata, approfondita, compresa, e fortemente stigmatizzata”.
Il padre del bimbo ha raccontato a Repubblica Firenze di essere scioccato anche perché nessuno ha mosso un dito per difendere suo figlio: “Non abbiamo dormito, non riesco a darmi una spiegazione a questo gesto. Non riesco nemmeno a parlarne, mi viene da piangere. Sinceramente non mi era mai accaduto niente di simile”.
E anche Emanuele Fiano, della Presidenza del gruppo Pd alla Camera, in un post su Facebook, ha commentato il terribile episodio: “Meditate che questo continua ad accadere. Meditate che perché sei ebreo, o magari omosessuale o magari nero o magari Rom, puoi essere insultato, aggredito, sputato. L’antisemitismo ha una storia millenaria purtroppo, noi ebrei abbiamo le antenne pronte per cogliere ogni segnale di peggioramento della situazione e questo è uno di quei momenti. Il mio abbraccio fraterno a questo ragazzo di 12 aggredito, lo cercherò per incontrarlo. A molti di noi da ragazzi sono capitate cose analoghe. Alla comunità di Campiglia Marittima e al Sindaco Alberta Ticciati la richiesta di interloquire con le ragazzine protagoniste dell’aggressione, anche con loro bisogna parlare e spiegare e capire perché siano arrivate a questo”.
(da agenzie)
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