Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
MEDVECHUK ERA L’UOMO CHE PUTIN AVREBBE VOLUTO COME PRESIDENTE-FANTOCCIO DELL’UCRAINA CONQUISTATA – CONDANNATO DA KIEV PER ALTO TRADIMENTO E CORRUZIONE, FU LIBERATO NEL 2022 IN CAMBIO DI 200 SOLDATI DEL BATTAGLIONE AZOV
Immaginate qualsiasi trama oscura legata agli interessi di Putin in Ucraina nell’ultimo mezzo secolo e nell’ombra scoverete lui, Viktor Medvechuk. Classe 1954, avvocato, ex fondatore di partiti filorussi, imprenditore senza scrupoli negli anni delle selvagge liberalizzazioni post-sovietiche, candidato dal Cremlino a guidare uno stato fantoccio in Ucraina nel caso di una vittoria militare, accusato negli anni dai tribunali ucraini di alto tradimento, abuso di potere, corruzione e terrorismo, Medvechuk è finito in questi giorni di nuovo sulle prime pagine dei giornali per aver finanziato il sito filorusso “Voice of Europe” e assoldato politici europei per diffondere il verbo di Mosca.
Quella di Medvechuk è sin dagli esordi una carriera all’ombra del Cremlino. Il “Principe delle tenebre”, come lo chiamano in Ucraina, diventa tristemente famoso già negli anni ’70 e ’80, quando si propone come avvocato dei dissidenti. Difende poeti e artisti come Yuriy Lytvyn, Mikola Kuntsevich o Vasyl Stus.
Tutti vengono invariabilmente condannati a lunghe pene e muoiono in carcere. Lytvyn commenterà la sua sentenza – 40 anni – come segue: “La passività del mio avvocato Medvechuk non è dovuta alla sua scarsa professionalità, ma alle istruzioni che ha ricevuto dall’alto”.
Nato in Siberia, in un certo senso figlio d’arte – il padre di origine ucraina era stato un collaborazionista dei nazisti – Medvechuk sostiene di avere da sempre “un approccio creativo alla repressione”. Negli anni 90 del far west delle privatizzazioni delle immense ricchezze naturali dell’ex Unione sovietica, Medvechuk fa affari d’oro insieme ai sodali del cosiddetto “clan di Kiev” e diventa uno dei più ricchi oligarchi dell’Ucraina appena indipendente.
Ma continua a mantenere uno stretto legame con Mosca e a puntare sull’uomo giusto: Vladimir Putin. Medvechuk si definisce “amico personale” dello zar, cui ha chiesto di fare da padrino al battesimo di sua figlia Dasha. Ed è diventato il suo burattino a Kiev.
Alla fine degli anni Novanta il padrino dei nuovi ricchi si tuffa nell’agone politico e si fa eleggere deputato per il partito socialdemocratico. Ma il vero salto di qualità arriva nel 2002, quando il presidente ucraino Leonid Kuchma lo nomina suo consigliere.
Medvechuk diventa uno degli uomini più potenti dell’Ucraina e Kuchma, guarda caso, il nume tutelare della nuova élite degli oligarchi. Durante la sua presidenza, grazie al suo Rasputin filrousso, Kiev si avvicina a Mosca. Ma nel 2004, nell’anno della Rivoluzione arancione Medvechuk trama contro il candidato antiputiniano alle presidenziali, Viktor Yuscenko. Secondo indiscrezioni, è lui a organizzare bande di neonazisti che appaiono ai comizi di Yuscenko per diffamare il candidato europeista.
Quando Yuscenko diventa presidente dell’Ucraina, Medvechuk si ritira per un po’ dalla vita politica. Ma non smette di ordire le sue trame per favorire gli interessi del Cremlino. E a riempirsi le tasche. Nel 2015 riappare nelle cronache quando si compra per oltre 200 milioni di dollari il “Royal Romance”, un bestione di 92 metri considerato “lo yacht più moderno del mondo”.
Torna sotto ai riflettori nel 2021, quando fonda “Scelta ucraina”, un partito che si oppone all’avvicinamento del Paese all’Unione europea. Due anni dopo, quando la Russia annette la Crimea e invade il Donbass con i famosi “omini verdi”, le milizie agli ordini del Cremlino, Medvechiuk riappare come mediatore tra i separatisti e il governo ucraino
Nel 2021 i tribunali ucraini cominciano a processarlo per alto tradimento e per i suoi loschi affari in Crimea: Medvechuk finisce agli arresti domiciliari e sulla lista delle sanzioni insieme alla moglie Oksana, ex star della televisione ucraina.
Ma nei giorni caotici dell’invasione russa dell’Ucraina, un anno dopo, l’oligarca filorusso riesce a scappare. A Kiev comincia a circolare la voce che Putin lo abbia designato a guidare il futuro stato fantoccio ucraino non appena i paracadutisti russi conquisteranno il Palazzo presidenziale.
A metà aprile il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblica una foto di un uomo dall’aria affranta, spettinato, seduto su una sedia con le mani raccolte in grembo. E’ Viktor Medvechuk, catturato dai servizi segreti ucraini mentre tenta di scappare in Transnistria.
A settembre, il Cremlino accetta di scambiarlo con ben 200 prigionieri ucraini, 108 dei quali sono soldati del battaglione di Azov e sono stati catturati dopo il lungo, tragico assedio di Mariupol. Qualche mese dopo, Zelensky ordina che gli venga annullata la cittadinanza ucraina. Ma come dimostra lo scandalo di “Voice of Europe”, Viktor Medvechuk ha continuato imperterrito a mettersi al servizio della sua patria d’elezione, la Russia sanguinaria di Putin.
(da agenzie)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
MA NETANYAHU NON HA ALCUNA INTENZIONE DI MOLLARE LA POLTRONA
Sono scesi in piazza in 100 mila a Gerusalemme davanti alla Knesset, il parlamento israeliano, per chiedere le dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, elezioni anticipate e un accordo tra i leader di Israele che permetta di arrivare al rilascio dei 130 ostaggi ancora nella Striscia di Gaza.
Il governo del primo ministro Benjamin Netanyahu «non rappresenta l’opinione pubblica israeliana», afferma il leader della protesta Moshe Radman secondo quanto riferisce `The Times of Israel´, a margine di una massiccia manifestazione anti-governativa a Gerusalemme. «Oggi sono tutti qui Brothers in Arms, Kaplan Force, tutti», dice citando vari movimenti di protesta.
Le proteste si concentreranno intorno alla Knesset, ma si terranno anche in altri luoghi chiave, tra cui di fronte alla residenza di Netanyahu a Gerusalemme.
L’esercito israeliano ha rimosso stamattina i carri armati dall’ospedale al-Shifa. I veicoli dell’esercito hanno lasciato il complesso ospedaliero, dove erano entrati due settimane prima.
Il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza gestito da Hamas ha dichiarato di aver scoperto decine di cadaveri nell’ospedale. “I corpi di martiri, alcuni in stato di decomposizione, sono stati rinvenuti nel complesso e attorno all’ospedale”, afferma il dicastero in un comunicato stampa precisando che ci sono danni materiali “molto significativi” su tutti gli edifici dello Shifa.
I palestinesi morti nella Striscia dal 7 ottobre sono finora circa 32.800, secondo il Ministero della Sanità locale gestito da Hamas.
(da agenzie)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
IL MISTERIOSO DISTURBO ACUSTICO CHE HA COLPITO IL PERSONALE DELL’AMBASCIATA USA A CUBA (CHE PORTA VERTIGINI, MAL DI TESTA E PERDITE DI MEMORIA), SAREBBE CAUSATO DALL’USO DI ARMI “AD ENERGIA DIRETTA”, UTILIZZATE DAI SERVIZI MILITARI RUSSI
Ci potrebbe essere la Russia dietro la “sindrome dell’Avana”, il misterioso disturbo segnalato per la prima volta nel 2016 da personale dell’ambasciata statunitense all’Avana, che porta, tra l’altro, vertigini, mal di testa, deficit all’udito e perdite di memoria.
Lo svela l’indagine congiunta condotta da The Insider, 60 Minutes, noto programma tv della Cbs, e Der Spiegel. L’indagine, che ha raccolto decine di testimonianze, ha scoperto prove che suggeriscono che gli “incidenti sanitari anomali” potrebbero avere la loro origine nell’uso di armi ad energia diretta utilizzate da membri dell’unità russa GRU 29155.
“Membri della famigerata squadra di sabotaggio dell’intelligence militare del Cremlino sono stati collocati sulla scena di sospetti attacchi contro personale governativo statunitense all’estero e loro familiari”, scrive The Insider.
L’inchiesta annovera tra le prove il fatto che membri anziani dell’unità abbiano ricevuto premi e promozioni per il lavoro relativo allo sviluppo di “armi acustiche non letali”, un termine usato nella letteratura scientifico-militare russa per descrivere sia il suono che la radiofrequenza, basati su dispositivi ad energia diretta.
Questi e altri agenti assegnati all’Unità 29155, che viaggiano sotto copertura, sarebbero poi stati geolocalizzati in luoghi in tutto il mondo appena prima o al momento della segnalazione di incidenti sanitari anomali.
A 60 minutes, parla, tra gli altri, Greg Edgreen, un tenente colonnello dell’esercito ora in pensione che ha condotto le indagini del Pentagono sulla sindrome. “Purtroppo non posso entrare nei dettagli – ha detto Edgreen – Ma posso dirvi che fin dall’inizio ho iniziato a concentrarmi su Mosca”.
Un rapporto del governo del 2023 ha ritenuto “molto improbabile” che un avversario straniero fosse dietro le misteriose lesioni cerebrali subite dai funzionari della sicurezza nazionale degli Stati Uniti, eppure più di 100 americani hanno sintomi che secondo gli scienziati potrebbero essere causati da ultrasuoni acustici. Tra le vittime personale della Casa Bianca, ufficiali della Cia e agenti dell’Fbi: Edgreen ha spiegato che gli agenti presi di mira erano quelli con le migliori prestazioni. “E c’era costantemente un nesso con la Russia”, ha detto.
(da Adnkronos)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
IL NUMERO È IN COSTANTE AUMENTO E PER BERLINO È UNA BOCCATA D’OSSIGENO: IL PERSONALE MILITARE INVECCHIA E SCARSEGGIA
Nell’esercito tedesco aumentano percentualmente le reclute minorenni. Lo indica la ARD riferendo i dati del Ministero della difesa. Delle 18.800 nuove reclute del 2023, 1.996 all’atto dell’arruolamento erano diciassettenni. Questo significa un aumento dal 9,4% del 2022 al 10.6% dell’anno scorso.
I neo-soldati o soldatesse minorenni sono arruolati solo se superano un test attitudinale fisico e psicologico completo. Nel contratto di coalizione il tripartito di Governo ha poi fissato che possano entrare in contatto con le armi solo durante l’addestramento, ma siano altrimenti esclusi da mansioni di guardia, o missioni all’estero.
Secondo i dati ufficiali, nel 2023 si sono arruolati 15.935 uomini e 2.867 donne, cioè 18.802 reclute in totale. Un dato sostanzialmente costante rispetto al 2022 quando, per effetto dell’aggressione russa all’Ucraina, gli arruolamenti erano aumentati di colpo di quasi il 12%, . Anche così non sono tuttavia più stati raggiunti i livelli anteriori alla pandemia. Nel 2019 avevano preso servizio 20.170 nuovi soldati e soldatesse.
In effetti l’esercito tedesco ha un problema strutturale, il personale in servizio invecchia e si riduce di numero. […] nel 2023 la divisa è stata scelta da 181.514 tedeschi, in effetti 1.537 meno rispetto all’anno precedente, e nelle Bundeswehr ci sono in realtà 20.000 posti vacanti ed un tasso di abbandono di oltre il 20%.
Tutto questo nonostante l’esercito abbia avviato nel 2023 una campagna promozionale per raggiungere nuovi arruolamenti auspicando di arrivare a 203.000 soldati e soldatesse attivi entro il 2031. Questo ha riportato anche in Germania a discutere il possibile ritorno al reclutamento di leva, che era stato sospeso nel luglio 2011 Il modello che pare riscontrare il suo maggior favore è quello svedese, dove tutti i giovani e le giovani vengono richiamati, ma solo una parte selezionata riceve un’offerta a prendere servizio.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
“PUTIN CERCHERÀ DI USARE L’ATTACCO COME PRETESTO PER UN’ESCALATION CON L’UCRAINA”
Quasi un anno fa, a maggio del 2023, Colin P. Clarke, Lucas Webber e Riccardo Valle hanno pubblicato su Foreign Policy un articolo dal titolo “Lo Stato Islamico ha un nuovo obiettivo: la Russia”. La tesi dei tre studiosi era che la filiale afgana del gruppo stesse sfruttando la guerra tra Russia e Ucraina per reclutare nuovi miliziani, raccogliere fondi e incitare alla violenza.
A sostegno della loro tesi hanno monitorato e studiato i comunicati del gruppo. Il 3 agosto del 2022, in un numero della rivista in lingua inglese Voice of Khurasan, Isis-K ha pubblicato un articolo dal titolo “Il buco nero Ucraina”.
Celebrava la guerra tra i “kuffar” (non credenti, ndr), come «una buona notizia per i musulmani di tutto il mondo» e, parlando di Russia e Stati Uniti, affermava che l’America è stata «una furiosa nemica dell’Islam per tutto il secolo scorso, e la Russia non si è dimostrata diversa». Un altro articolo, citato da Clarke, Webber e Valle, risale al 14 agosto 2022. È stato pubblicato sul canale in lingua farsi al Fursan media e esorta i musulmani a essere pazienti e «aspettare l’opportunità di colpire i loro nemici, inclusa la Russia ».
Colin P. Clarke, uno degli autori, è il direttore della ricerca presso il think tank Soufan Group, basato a New York.
Clarke, un anno fa ha anche pubblicato uno studio intitolato: «La provincia del Khorasan dello Stato islamico è una minaccia crescente in Afghanistan e oltre», sosteneva che un miscuglio di gruppi terroristici e ribelli si stesse metastatizzando, dentro l’Afghanistan, nei Paesi confinanti e che la situazione cominciasse a sembrare stranamente simile all’era pre-11 settembre.
Quali sono gli obiettivi di Isis-K oggi?
«L’obiettivo generale dello Stato Islamico è ricostruire un califfato islamico. Non tentano di nasconderlo, ma recentemente sembra quasi che l’Isis-K stia compiendo un viaggio di vendetta. Probabilmente si tratta di fare un’offerta superiore o tentare di superare altri gruppi terroristici come l’Alpha. Gli uomini tratti in arresto dalle autorità russe sono tagiki ed è noto che molti dei comandati operativi di Isis-K vengano dal Tagikistan, come è noto che i lavoratori tagiki che vivono in Russia siano parte del bacino di reclutamento del gruppo. Al momento, l’Isis-K ha la combinazione più nefasta di capacità operative e intenzioni».
Dunque non si è sorpreso quando l’Isis ha rivendicato l’attentato a Mosca. Cosa è stato sottovalutato?
«Io, Webber e Valle per anni siamo rimasti in ascolto di ciò che l’Iskp diceva nei suoi organi di propaganda. Non c’è magia qui, né voodoo, né improvvisazione, o colpi di scena. Spesso facciamo di tutto per cercare di capire perché questi gruppi attaccano determinati Paesi.
Ma il modo migliore per capirli è semplicemente ascoltarli, leggere quello che ci dicono. E non c’è dubbio che i segnali, e le intenzioni fossero espresse e chiare. Quando è iniziata l’invasione russa in Ucraina l’Isis-K ha celebrato la guerra definendola una guerra di “crociati contro crociati”. Con questo attacco Isis-K ha unito precisamente capacità e intenzioni che menzionavo poc’anzi, sanno che i servizi di intelligence russi sono focalizzati sulla guerra in Ucraina, e contro i dissidenti politici. Questo ha aperto un vuoto, un varco, in cui il gruppo ha ritenuto più semplice attaccare».
Perché la Russia è diventata un obiettivo?
«L’Isis-K accusa il Cremlino di avere sangue musulmano nelle mani, riferendosi agli interventi di Mosca in Afghanistan, Cecenia e Siria, questo storicamente, la Russia ha fatto di tutto per sostenere il brutale dittatore Bashar al-Assad, si è avvicinata all’Iran e i mercenari del Gruppo Wagner hanno operato a fianco degli Hezbollah libanesi contro i militanti sunniti in Siria.
ln generale l’Isis-K ha vita facile nell’alimentare un sentimento anti-russo per le passate guerre in Afghanistan, per il sostegno al regime siriano. La Russia viene percepita e descritta come una minaccia di lunga data per l’Islam, e perché simpatizza per gli sciiti, di più è ossequiosa con gli sciiti».
Crede che ci sia un ruolo giocato anche dai Talebani, vicini ai russi al punto da essere invitati al Forum economico di Pietroburgo nel 2022, ma storicamente oppositori dell’Isis K.
«Il rapporto tra Talebani e Russia è certamente un fattore determinante nell’ira dell’Isis-K diretta verso Mosca, su questo non ci sono dubbi. Vale la pena ricordare che, nel settembre del 2022, un attentatore suicida dell’Isis-K ha attaccato l’ambasciata russa a Kabul, uccidendo due dipendenti e quattro civili afghani».
Anche la Cina è un obiettivo dell’Isis?
«Sì, per il semplice fatto che la Cina continua a opprimere i musulmani. Hanno un campo di concentramento dove stanno tentando qualcosa di simile al genocidio culturale contro gli uiguri.
In effetti, l’Isis-K è più critico nei confronti del trattamento riservato da Pechino ai musulmani cinesi rispetto alla maggior parte delle nazioni occidentali. La stessa valutazione vale per i regimi del Golfo che criticano l’Occidente per ogni offesa percepita contro l’Islam, ma rimangono muti quando si tratta degli abusi cinesi sulla popolazione musulmana. Il peso economico della Cina le dà carta bianca per commettere gravi violazioni dei diritti umani».
In che modo questo attacco può cambiare il conflitto in Ucraina?
«La Russia, come ha dimostrato in questi giorni, cercherà di usare l’attacco come pretesto per un’escalation con l’Ucraina. Mosca è alla disperata ricerca di ulteriori motivazioni che possano aiutarla a ingannare la popolazione facendole credere che sta combattendo una guerra giusta. Depositare parte della responsabilità dell’attacco su Kyiv sarebbe un perfetto alibi».
(da agenzie)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
LE CHIUSURE MENTALI PIACCIONO SOLO AI FONDAMENTALISTI DI TUTTE LE FOGGE, L’INCONTRO TRA CULTURE RAFFORZA L’IDENTIFICAZIONE INDIVIDUALE
La vicenda della scuola pubblica di Pioltello che decide di riconoscere il giorno festivo di chiusura del Ramadan ha fatto enorme scalpore, mettendo in luce una biforcazione nell’idea di che cosa sia o possa essere una società democratica: se l’espressione della maggioranza o invece di una etica del rispetto della persona.
Situata nella periferia di Milano, con una larga popolazione residente e scolastica di non cattolici, i dirigenti di quella scuola hanno preso una decisione doverosa di rispetto, coerente con il dettato della nostra Costituzione e con i principi morali.
Perché è la persona a essere rispettata quando viene riconosciuto il rispetto alla sua religione. La decisione unanime della dirigenza di quella scuola ha offerto un esempio (pionieristico in Italia) di come una democrazia sia resa viva dai principi che la aprono al mondo.
Società aperta vuole dire società accogliente delle persone nel rispetto dei diritti reciproci. Ma vuol dire anche società che scopre di arricchirsi nella diversità, la quale è cultura, curiosità, sperimentalismo.
Le società aperte sono società creative, modelli di espressività – sfidano tutte le appartenenze. La chiusura e la segregazione rafforzano l’identificazione religiosa e comunitaria, mentre l’apertura e l’incontro tra culture rafforzano l’identificazione individuale, il senso di sé. Ai fondamentalismi di tutte le fogge, la chiusura piace. Ma non piace alla società democratica.
È nell’interesse di ciascuno e di tutti godere delle possibilità che i diritti ci danno: vivere insieme come diversi (tutti noi lo siamo, anche gli italiani-italiani) e sentire di poter formare o guidare la nostra vita nel caleidoscopio sociale.
L’omogeneità non è un bene (non ce lo ha forse insegnato la lotta contro i totalitarismi?). Neppure l’assimilazione forzata lo è. Neppure la segregazione – ne sanno qualcosa i neri statunitensi che con la loro lotta di liberazione civile hanno regalato al loro paese una società molto più dinamica, creativa e bella.
E poi, chi decide come la maggioranza sia? Quale maggioranza? Chi stabilisce quale sia il “carattere della nazione italiana” o il “suo destino”? Visioni sacrificate e mediocri di paese, che umiliano non solo chi non rientra nella stretta idea di nazione che hanno i nostri governanti, ma anche chi vi rientra, poiché vivaddio avranno anche loro delle diversità individuali e non solo anagrafiche!
Sono tutti i nostri governanti identici tra loro? E il modello Salvini o Valditara è il brand depositato in un qualche ufficio del prototipo di italiani-italiani? Il rispetto dell’altro e il riconoscimento accompagnano i diritti anche se non sono obblighi di legge.
Sono doveri morali, sentimenti e bisogni psicologici che aiutano a vivere meglio facendoci sentire tutti, maggioranza e non, meno precari dal punto di vista emotivo e più cooperativi.
Come tutti i sentimenti, anche questi vanno incoraggiati e coltivati: «La scuola dei sentimenti è l’azione», sosteneva J. S. Mill. Ora, come può una società incoraggiali ed essere una scuola di rispetto e riconoscimento se formiamo scuole segregate, se dosiamo le percentuali di studenti stranieri e italiani-italiani? Quasi che la statistica ci rappresenti!
È importante per chi appartiene a gruppi culturali o religiosi numericamente minoritari sentirsi parte della larga comunità; ciò consente loro di sedimentare il senso civico e sradicare sul nascere odio e risentimento, le “passioni tristi” che minano la vita pubblica e rendono la società più povera e meno attraente.
(da editorialedomani.it)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
FESTEGGIAMENTI ALLA PORTA DI BRANDEBURG
Dopo Malta nel 2021 e il Lussemburgo l’anno scorso, la Germania è da oggi il più grande paese dell’Ue a legalizzare l’uso ricreativo della cannabis, con una riforma che ha suscitato tante aspettative quante paure. A mezzanotte, l’ora dei primi spinelli “legali”, diverse centinaia di persone hanno festeggiato il cambiamento della legge davanti alla Porta di Brandeburgo, nel cuore di Berlino.
La legalizzazione “light”
La liberalizzazione “light” riguarda quasi solo il consumo privato, non la commercializzazione, che resta vietata, anche se il governo ha annunciato di voler avviare una sperimentazione in alcune zone della Germania per valutare l’impatto dei negozi di cannabis.
In base alla legge che entra in vigore oggi, ogni adulto potrà possedere 50 grammi di cannabis (25 grammi fuori da casa propria) o tre piante. In futuro sarà legale anche ordinarne i semi online, ma solo per il consumo privato.
I cannabis club
La legge istituisce anche i “Cannabis Club”: i membri (fino a 500) potranno coltivarla ma soltanto per uso personale. Venderla o cederla a terzi sarà vietato anche per loro. E in città sarà difficile fondare un “Cannabis Club”: le coltivazioni dovranno essere ad almeno 200 metri da ogni scuola, parco giochi, palestra per ragazzi, insomma, lontana dai minorenni.
(da agenzie)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
ORA IL PARTITO DEL SULTANO PUO’ PERDERE IL PRIMATO NAZIONALE
Sperava di riprendersi le due grandi città del Paese, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Come aveva detto chiaro meno di un anno fa dopo la trionfale riconferma alla guida della Turchia: «Siamo partiti da Istanbul, proseguiremo con Istanbul».
Ma le elezioni amministrative svoltesi oggi sembrano aver dato responso ben diverso. Secondo i dati parziali che arrivano dalla Turchia, dove le urne nelle principali città del Paese si sono chiuse alle ore 17, Ekrem İmamoğlu dovrebbe emergere riconfermato sindaco di Istanbul con un ampio margine di distacco su Murat Kurum, ex ministro dell’ambiente e uomo di Erdogan. Con il 55% delle schede scrutinate, İmamoğlu dovrebbe aver raccolto oltre il 50% dei voti, contro il 41% circa dello sfidante. İmamoğlu è considerato al momento il politico anti-Erdogan più popolare del Paese, e il suo profilo potrebbe ora rafforzarsi ulteriormente. «La fiducia che i cittadini ci hanno accordato è stata premiata», ha detto Imamoglu arrivando nel quartier generale del Chp, principale partito dell’opposizione in Turchia, pur invitando ad aspettare i risultati definitivi. Persino più pesante il passivo che si profila per il partito presidenziale, l’Akp, ad Ankara, capitale del Paese. Mansur Yavas, sindaco uscente e (ri)candidato del Chp, potrebbe aver staccato il suo rivale del partito di governo, Turgut Altinok, di ben 20 punti, se i dati parziali (56,3% contro 36,4% di preferenze con il 13% delle schede scrutinate) saranno confermati.
Distacco sufficiente perché Yavas si sia già proclamato vincitore. Ma il Chp dovrebbe aver vinto con i suoi candidati in decine di altre province, con una prevalenza dell’area occidentale del Paese: Izmir, Bursa, Antalya e Adana sono tutte in procinto di finire o restare in mano all’opposizione. Quel che è più preoccupante per Erdogan è però il dato aggregato nazionale: se i risultati parziali saranno confermati, il Chp emergerà dalla tornata di elezioni locali come primo partito del Paese, con quasi il 39% delle preferenze: sarebbe la prima volta da 35 anni. Una sconfitta bruciante per il Sultano ininterrottamente alla guida della Turchia dal 2003.
(da agenzie)
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Aprile 1st, 2024 Riccardo Fucile
IL PESCE D’APRILE DI VENESSIA.COM
«Aibrb finalmente rende reale il sogno di ogni turista; alloggiare in una meravigliosa gondola e svegliarsi in Bacino di San Marco: prova l’ebbrezza del camping lagunare, approfitta di questa offerta che si oppone allo sfratto residenziale e sentiti come un vero nobile veneziano».
Questo è il pesce d’aprile con tanto di storpiatura del sito di affitti brevi di Venessia.com ha confezionato sulla sua pagina Facebook.
Il primo social network veneziano ha realizzato un vero e proprio annuncio, nel quale si promette di «far pernottare gli ospiti in gondola, un tempo mezzo di trasporto quotidiano dei veneziani più abbienti, sarà la svolta per il colossale portale che sembra muovere i primi passi (finalmente) verso una più profonda sensibilizzazione del territorio e la comunità locale già in sofferenza per lo spopolamento».
Naturalmente la gondola «è certificata come unità abitativa e con un leggero sovrapprezzo si può avere un gondoliere oriundo che vi porta in giro per i canali. Garanzia soddisfatti o rimborsati» conclude il falso annuncio, accompagnato dalle foto delle gondole in formato tenda da campeggio.
(da Open)
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