Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
VENERDI’ L’ESORDIO A VITERBO… E INTANTO VUOLE ANDARE IN TV
Due Meloni is megli che uan, parafrasando lo storico spot Maxibon con Stefano Accorsi. E così accade anche nella gelateria dei patrioti con il debutto venerdì di Arianna Meloni in un comizio pubblico dal titolo “l’Italia chiama l’Europa”.
La sorella d’Italia, nonché della premier, è attesa a Viterbo, città fatale nell’epopea meloniana, per un evento in cui per la prima volta è l’unico ospite d’eccezione, unico nome in locandina. Calamita per militanti e simpatizzanti: accorrete, dai campi e dalle officine, c’è la Meloni. D’altronde, come in un’altra pubblicità che fu: basta la parola, a destra. Anzi, il cognome.
Arianna sarà a Viterbo (e poi nel tardo pomeriggio a Tarquinia), in contemporanea quasi con Giorgia attesa a Potenza per chiudere la campagna di Vito Bardi, pronto a succedere a se stesso come governatore della Basilicata.
Per la sorella maggiore della presidente del Consiglio, dallo scorso agosto nominata responsabile della segreteria politica oltre che del tesseramento di FdI, sarà una prima assoluta.
Finora è intervenuta per qualche minuto ai congressi del partito: Firenze, Salerno e ovviamente Roma. Discorsi rapidi e indolori. Venerdì sarà diverso. E per questo nella città dei papi, che esprime il deputato generazione Atreju Mauro Rotelli, c’è grande fermento.§Solo posti in piedi, assicurano gli organizzatori. Nella geografia politica di (delle) Meloni Viterbo non è una città come le altre. Qui nel 2004 – il 27 e 28 marzo – l’allora “gabbianella” Giorgia vinse contro Carlo Fidanza il congresso per la presidenza di Azione giovani. Fu il “Midas” di Meloni.
Il video di quei giorni è suggestivo così come la 27 enne Giorgia che conclude il suo intervento citando la canzone Cirano di Francesco Guccini (“Le verità cercate per terra, da maiali/ tenetevi le ghiande/ lasciatemi le ali”) con un biondissimo Lollobrigida, sigaro in bocca, che si alza per abbracciarla.
Viterbo, per dirne un’altra, è il comune dove Fratelli d’Italia prese alle scorse politiche del 2022 il 40,1 per cento, consensi appunto da Melonigrad.
Quale allora miglior palcoscenico di questo per il primo comizio di Arianna, la potentissima e finora discreta dirigente apicale, che occupa molto spesso la stanza che in Via della Scrofa fu di Giorgio Almirante? L’ostensione della sorella d’Italia, come si sa militante di lungo corso, entra dentro alla strategia delle elezioni europee. Lei ha sempre detto che “è un soldato” e che se Giorgia glielo chiedesse sarebbe pronta a candidarsi. Ipotesi che al momento non esiste visto che a Pescara, all’assemblea programmatica di Fratelli d’Italia a fine mese, dovrebbe esserci l’annuncio della premier, già in campo da qualche giorno con evocativi manifesti dal titolo: “Con Giorgia”.
E però qualcosa deve essere scattata nella real casa, se anche Arianna ha deciso finalmente di rompere gli indugi. Al punto che non esclude di frantumare un altro tabù: andare in televisione, come ospite. La prima e ultima volta accadde il 12 gennaio del 1995 quando, non ancora ventenne, partecipò alla trasmissione “Tempo reale” di Michele Santoro (un minuto e mezzo in polemica contro il ribaltone della Lega di Bossi). Da un anno tantissime trasmissioni le fanno la corte e sarebbe sul punto di cedere, magari con un esordio “blindato” in qualche talk Rai o a Mediaset. Intanto studia l’inglese, come raccontato da questo giornale, e si prepara a essere sempre più centrale al motto questa “non è una capocrazia”. Sicché venerdì alle Terme dei papi di Viterbo scatterà l’operazione doppia M. Tra brand e realtà. Come diceva il giovane Accorsi?
(da ilfoglio.it)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
L’ACCUSA NELL’INCHIESTA DI CORRUZIONE AGGRAVATA DELLA PROCURA DI CATANIA
Il nome di Luca Sammartino, ex vicepresidente della Regione Sicilia indagato per corruzione aggravata, viene citato nelle carte della procura da un pentito di Mafia, Silvio Corra.
Il collaboratore di giustizia, in alcune dichiarazioni ritenute attendibili dalla procura di Catania, sostiene che Sammartino abbia partecipati ad alcuni incontri con esponenti di spicco del clan Santapaola. I fatti risalirebbero al 2015.
Nel provvedimento cautelare della procura si parla di un episodio in cui il pentito di Cosa nostra avrebbe accompagnato personalmente Francesco “Colluccio” Santapaola a casa di Vito Romeo per una riunione con alcuni politici locali.
Tra i partecipanti ci sarebbe stato anche il candidato sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, un cognato di Romeo. Corra «aggiungeva che in un paio di occasioni a queste riunioni aveva visto arrivare anche un altro soggetto che, “nell’album fotografico esibitogli, riconosceva nella fotografia raffigurante l’effige di Sammartino, ma di cui non sapeva il nome”. Secondo la sua testimonianza, il leghista sarebbe stato visto dal pentito «una-due volte».
In quelle riunioni, riporta Corra, si sarebbe discusso dell’appoggio al candidato sindaco in cambio di «lavoro e soldi» per il clan.
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
IL VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIA E’ INDAGATO PER CORRUZIONE ED E’ STATO SOSPESO PER UN ANNO DAI PUBBLICI UFFICI
Il vice presidente della Regione Siciliana Luca Sammartino è stato sospeso per un anno dai pubblici uffici. La misura, disposta dal gip del tribunale di Catania nell’ambito dell’inchiesta ‘Pandora’ (11 arresti fra politici, imprenditori e funzionari), è stata notificata dai carabinieri del Comando provinciale etneo. Sammartino, che è anche assessore regionale all’Agricoltura ed è fra leader della Lega in Sicilia, è indagato per corruzione aggravata.
Ma chi è Luca Sammartino? L’enfant prodige della politica
A settembre 2022, alla vigilia del voto regionale – riporta un’agenzia Agi –, in una intervista al quotidiano catanese “La Sicilia”, Luca Sammartino, 39 anni, tra gli esponenti di spicco della Lega in Trinacria e vicepresidente della Regione siciliana, ne era convinto: “Adesso è il momento della sfida più importante, quella di un nuovo partito e di una nuova generazione”.
Odontoiatra “acchiappavoti”
L’odontoiatra enfant prodige della politica dell’Isola, è stato destinatario oggi della sospensione per un anno dai pubblici uffici per corruzione aggravata nell’ambito dell’operazione “Pandora”. Catanese, eletto a suon di voti, tanti, 21.017, nella lista “Prima l’Italia Salvini premier”, è alla terza legislatura.
Nella precedente – ricorda sempre l’Agi – era stato presidente della Commissione Cultura, formazione e lavoro. Ma, incalzava, “non possiamo più rinviare l’assunzione di responsabilità: le scelte sul futuro della Sicilia dipendono dalla Lega e dalla sua giovane classe dirigente”. Indicato quale segretario del ‘Gruppo parlamentare Prima l’Italia – Lega Salvini Premier’, il presidente della Regione, Renato Schifani, lo ha nominato suo vice, oltre che assessore all’Agricoltura, sviluppo rurale e pesca mediterranea.
Dall’Udc alla Lega (passando per Pd e Italia Viva)
Di voti ne ha sempre presi tanti Sammartino, così come ha cambiato partito passando da destra a sinistra con disinvoltura. Nel 2012, nella XVI legislatura, a soli 27 anni, era stato eletto nelle fila dell’Udc con 12.606 voti; poi era passato nella formazione ‘ibrida’ Articolo 4. Nel 2015 l’approdo nel Pd. Per i Dem è stato in corsa per uno scranno nella XVII legislatura, conquistato con ben 33mila preferenze. Nel 2019 eccolo in Italia viva di Matteo Renzi. E nel 2021 la folgorazione per l’altro Matteo, Salvini, e la Lega, di cui è attuale esponente nel parlamento regionale e nell’esecutivo di Palazzo d’Orleans quale vice governatore, dopo avere indossato le vesti di responsabile della campagna elettorale nazionale in Sicilia per il Carroccio.
Una corsa inarrestabile quella di Sammartino, che ha sempre scrollato via con sicurezza la polvere depositata da due processi per corruzione elettorale – riporta sempre l’agenzia Agi – , rispetto alle cui contestazioni si è detto sempre “assolutamente estraneo”. Ora questa tegola giudiziaria.
Le accuse di corruzione aggravataSecondo il capo d’accusa che lo ha portato alla sospensione dai pubblici uffici, il politico – “principale referente del sindaco di Tremestieri Etneo”, Santi Rando, finito oggi in carcere per scambio elettorale politico-mafioso e corruzione aggravata – avrebbe ottenuto in occasione delle elezioni europee del 2019, l’impegno a favore di un suo candidato da parte di uno degli arrestati, già consigliere comunale e titolare di una farmacia che avrebbe beneficiato in cambio, “anche grazie all’intervento di Luca Sammartino”, allora deputato regionale, della riduzione del numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale.
Le revoca della delega
Revoca della delega in vista per Luca Sammartino (Lega), vice presidente della Regione siciliana e assessore all’Agricoltura, indagato nell’inchiesta Pandora della Procura di Catania e sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno.
Appresa la notizia il governatore della Sicilia, Renato Schifani, si è messo subito al lavoro. Probabile, a questo punto, che Schifani tenga per sé la delega almeno fino alle elezioni europee. La sospensione per un anno impedirà a Sammartino anche di svolgere il ruolo di deputato regionale, è iscritto nel gruppo parlamentare della Lega.
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
PIANTEDOSI CHIARISCA SE DARE DELLA “TROIA E ZECCA” A UNA GIOVANE LAUREATA CON 110 E LODE RIENTRA TRA I COMPITI DELLA POLIZIA: “COPERTA DI INSULTI DOPO IL FERMO”
È tornata subito in libertà Stella Boccitto, la 29enne arrestata ieri pomeriggio, assieme a Albarq Mohammed Ali Jummah, durante gli scontri avvenuti alla Sapienza fra le forze.dell’ordine e i collettivi degli studenti pro-Palestina. Il giudice monocratico ha disposto la convalida dell’arresto rimettendola in libertà in attesa del processo. Alla ragazza venivano contestate le accuse di resistenza e lesioni. La giovane ha negato ogni addebito: “non ho aggredito nessuno”.
Ad attendere l’esito dell’udienza c’erano anche i genitori Marco Boccitto, giornalista, ed Enrica Palmieri, ex direttrice dell’accademia nazionale di danza classica. “Nostra figlia non ha alcun precedente, è incensurata, si è laureata in cooperazione internazionale alla Sapienza con 110 e lode. Ieri era all’università per accompagnare un amico di Padova e aveva con se’ anche il suo cane Zoe. Si è trovata di fronte le forze dell’ordine schierate. Voleva proteggere il cane che rischiava di essere calpestato ed è stata portata via dai poliziotti. Oggi aveva un colloquio di lavoro”, hanno raccontato i due genitori prima di lasciare piazzale Clodio.
“Stella non è una violenta, si è ritrovata nella calca. Sembra abbastanza assurdo che abbia aggredito qualcuno. Mia figlia pesa 40 chili, è uno scricciolo. L’hanno trascinata con forza per la maglietta in tre. Non è accettabile questa violenza. Quando ieri sera è tornata a casa era stravolta”.
Le accuse e la difesa degli studenti
Le accuse contestate sono di lesioni e resistenza. Ali Jummah sarebbe salito su una volante della polizia danneggiandola. Boccitto, invece, avrebbe aggredito al volto un dirigente del commissariato San Lorenzo.
«Siamo di fronte a delle accuse inesistenti – affermano gli studenti fuori dal tribunale – la ragazza si è ritrovata in un momento concitato mentre le guardie caricavano. Non c’è stata nessuna aggressione, così come non c’è stata nessuna irruzione nel commissariato. Noi siamo andati a chiedere spiegazioni. Volevamo sapere dove si trovavano due studenti arrestati senza motivo. Siamo di fronte a uno stato di repressione».
“Sono uscita e mi sono trovata gli scudi avanti. Avevo paura calpestassero il cane e ho messo le mani avanti” ha aggiunto Boccitto che aggiunge: “Subito dopo l’arresto sono stata coperta di insulti. Zecca, troia. Io piangevo. Perché mi trattate così? Potrei essere vostra figlia”.
Quella di ieri pomeriggio è l’ennesima protesta degli studenti della Sapienza per chiedere la sospensione dell’accordo tra l’università e Israele. «In altre università è stato sospeso – aggiungono gli studenti – a Roma invece ci sono troppi legami politici ed economici. La cosa peggiore, però, è che da quando è iniziata questa protesta la polizia è diventata il tramite attraverso cui l’ateneo comunica con gli studenti. È diventata la normalità avere le forze dell’ordine tra le aule, ma non dovrebbe esserlo».
«Noi siamo contro la guerra – aggiunge un’altra studentessa che poi spiega perché non ci sia stata nessuna manifestazione dopo il 7 ottobre, il giorno dell’attacco di Hamas contro Israele. “Quella è stata una lotta di liberazione”».
Studenti incatenati, la protesta continua
Si sono incatenati e sono in sciopero della fame da oggi le ragazze e i ragazzi dei collettivi che da tre giorni sono in presidio con le tende all’interno dell’università La Sapienza. “Il nostro Paese non è ancora disposto ad adoperarsi per costruire le condizioni per la pace, ma non c’è più tempo – si legge in un appello scritto dagli studenti – Siamo incatenati e in sciopero della fame davanti al rettorato della Sapienza perché è dal cuore della più grande università d’Europa che ottenere un passo indietro da chi è complice di un genocidio, può produrre un importante cambiamento”.
(da La Repubblica)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
ALMENO 30 SOLDATI RUSSI ELIMINATI
Il gruppo di monitoraggio Crimean Wind rende noto che nella notte ci sono state esplosioni e vasti incendi dentro e vicino l’aeroporto militare russo di Dzhankoy, in Crimea, penisola annessa unilateralmente da Mosca dieci anni fa. Secondo i media locali sarebbero morti almeno 30 soldati russi.
Nell’aeroporto – spiegano i media ucraini – solitamente i russi tengono alcuni elicotteri d’assalto. Secondo i residenti, le esplosioni sono avvenute prima che fosse annunciato l’allarme aereo. «Il satellite VIIRS/Suomi NPP ha registrato sei focolai di potenti incendi presso l’aeroporto militare russo di Dzhankoya. L’ora della ripresa era alle 3.41, ora di Mosca», afferma Crimean Wind.
In un’operazione speciale condotta dall’intelligence ucraina alcuni droni hanno colpito una fabbrica a Kazan nella regione russa del Tatarstan dove Mosca produce e ripara i bombardieri strategici Tu-22M e Tu-160M. Lo riporta Rbc-Ukraine citando fonti dei servizi di Kiev. Secondo le fonti l’attacco è avvenuto in mattinata e poco prima delle esplosioni una sirena antiaerea è suonata nell’area dello stabilimento aeronautico di Kazan che ha fatto scattare l’evacuazione del personale.
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
L’ACCORDO, GESTITO DA FRATOIANNI, E’ DATO PER CERTO: CAPOLISTA NEL NORD-OVEST
Ilaria Salis, capolista alle Europee nel nord-ovest con Avs, è il nuovo obiettivo dell’Alleanza tra Sinistra Italiana e Verdi, che mirano a presentare alle elezioni di giugno la 39enne insegnante italiana detenuta da oltre 13 mesi a Budapest, in Ungheria.
Secondo un articolo di Simone Canettieri su Il Foglio, questa operazione è «data per chiusa» e avrebbe dovuto essere annunciata già durante l’iniziativa a Roma denominata ‘Coraggio di osare’ dello scorso weekend. Il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ha dichiarato ieri: «Oggi, martedì, la candidatura non c’è, domani non si sa».
L’articolo spiega che «il padre di Salis, gli avvocati della giovane e la stessa detenuta a Budapest (sebbene non direttamente) stanno valutando, ancora una volta, i pro e i contro di questa candidatura». Vari dirigenti di Sinistra italiana hanno confermato che si tratta sul nome di Salis, prova ne è che il capolista nel nord-ovest non è stato ancora annunciata.
La prudenza è data dal fatto che, se l’alleanza non dovesse superare il 4%, per Salis il danno sarebbe doppio. Ma è anche vero che tutti i sondaggi danno lo sbarramento per superato, anche grazie a candidature considerate forti come Ignazio Marino al centro, Leoluca Orlando nelle isole e Mimmo Lucano al Sud.
Sulle decisioni di Salis pesano anche le valutazioni del padre, Roberto nei confronti del Pd che, quando la candidatura è saltata, aveva chiosato: «Non si crea un dibattito sulla pelle di mia figlia se tutti Non sono d’accordo: nelle aziende non si fa così chiuse».
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
LA TESTIMONIANZA DI UN ASSESSORE PRESENTE ALLA FESTA DI CAPODANNO
«Mia figlia dormiva lì vicino. L’ho vista immobile e ho temuto il peggio». A parlare è Davide Zappalà, assessore a Biella e testimone dello sparo di Capodanno nei locali della pro loco di Rosazza. Le sue parole sono agli atti dell’inchiesta che vede indagato il deputato sospeso di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo. I reati ipotizzati sono lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco, munizionamento in luogo pubblico e omessa custodia. Pozzolo ha presentato 70 querele nei confronti di chi a suo dire l’ha insultato. E sostiene che la perizia che lo accusa di aver sparato sia «sbagliata». Secondo i pm invece forse ha toccato per errore il cane della pistola. Mentre la vittima Luca Campana ha detto che il parlamentare dopo aver sparato non gli ha neanche chiesto scusa.
Le testimonianze
Ma agli atti delle indagini ci sono anche le testimonianze di chi era lì in quel momento. «All’una e mezza mia moglie mi ha dato mia figlia. Era molto stanca. L’ho fatta sedere sulle sedie verdi vicine al tavolo dove c’è stato poi lo sparo. Mi sono allontanato. Subito dopo lo sparo, mia moglie ha cercato mia figlia. Era preoccupata. Ha visto la bambina immobile. Ha avuto paura che ad essere colpita fosse lei. Si è messa a piangere perché ha temuto il peggio», ha fatto mettere a verbale l’assessore. Che ha anche chiarito che Pozzolo non era stato invitato alla festa. «Sapevo che ha una casa a Rosazza, dicono che sia molto grande. Gli ho chiesto se fosse disponibile per Capodanno. Il 9 dicembre Pozzolo non mi aveva ancora risposto. Gli ho scritto su Whatsapp se poteva ospitarci e se voleva passare il Capodanno con noi. Lui mi ha detto di essere già impegnato. Ecco perché non lo abbiamo invitato ufficialmente il 31 dicembre».
Delmastro
Una circostanza confermata anche dal sottosegretario Andrea Delmastro: «Pozzolo è passato due volte alla festa nonostante non fosse invitato. Ma è possibile che io abbia detto a Zappalà di sentirlo per trovare la disponibilità di un luogo per la serata, perché l’ho sempre visto a Rosazza e frequenta abitualmente il paese. Lo conosco molto bene. Siamo amici. Non potevo immaginare che avesse un’arma con sé».
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
I DUE CANDIDATI PROMETTONO CHE AL SECONDO TURNO SI SOSTERRANNO A VICENDA
È sfumata del tutto l’ipotesi di una ricucitura tra Partito democraitco e Movimento 5 stelle per le Comunali di Bari. Al primo turno i due partiti si presenteranno divisi.
Da una parte c’è Michele Laforgia, che può contare sull’appoggio di M5s e Sinistra Italiana. Dall’altra c’è Vito Leccese, appoggiato da Pd, Verdi e Azione.
«Confermiamo la nostra volontà di restare entrambi in campo in vista dell’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno. Anche se andremo divisi al primo turno, vogliamo ribadire con forza che siamo entrambi dalla stessa parte, alternativa a una destra arrogante», hanno fatto sapere Laforgia e Leccese in una nota condivisa. Il candidato unitario del centrodestra è Fabio Romito, esponente della Lega.
Le primarie annullate
Laforgia e Leccese avrebbero dovuto partecipare alle primarie per decidere chi dei due sarebbe stato il candidato unitario del campo progressista. Le inchieste giudiziarie che si sono abbattute sul comune di Bari e sulla regione Puglia hanno convinto però Giuseppe Conte a fare un passo indietro. Nei giorni scorsi si era fatta la strada l’idea di candidare Nicola Colaianni, un nome terzo in grado di mettere tutti d’accordo. L’ipotesi, però, è preso tramontata.
«Il dialogo continua»
Pur presentandosi divisi al primo turno, Laforgia e Leccese hanno assicurato che «il dialogo fra noi non si è mai interrotto». Lo scopo, dunque, rimane quello di unire le forze progressiste per superare il candidato del centrodestra al (probabile) ballottaggio.
«Entrambi, in queste settimane, abbiamo cercato una soluzione che potesse fare sintesi delle diverse esigenze dei partiti, dei movimenti e delle associazioni che compongono il fronte progressista. Non è stato possibile e occorre prenderne atto, senza alimentare inutili recriminazioni e ponendo fine a tutte le polemiche», fanno sapere i due candidati in una nota. Laforgia e Leccese annunciano l’intenzione di proporre alle forze politiche che sostengono la loro candidatura un patto per garantire la trasparenza di tutte le liste. E in ogni caso, assicurano, ci sarà «sostegno reciproco in caso di ballottaggio».
(da agenzie)
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Aprile 17th, 2024 Riccardo Fucile
RICHIEDE ALLA SOCIETÀ “STRETTO DI MESSINA S.P.A” BEN 239 “INTEGRAZIONI”, IN GRAN PARTE LEGATE ALL’IMPATTO AMBIENTALE DELL’OPERA… LE OPPOSIZIONI COLGONO LA PALLA AL BALZO: “SALVINI VIENE CLAMOROSAMENTE SCONFESSATO DAL MINISTERO DELL’AMBIENTE”
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica guidato da Gilberto Pichetto Fratin ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte sullo Stretto.
Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) della grande opera, che il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini considera tra le fondamentali per rinnovare il Paese, sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) sono infine due le richieste di integrazioni e di documenti supplementari.
«La richiesta di integrazione a un progetto di un’opera è normale nella prima parte della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via)», ha comunque dichiarato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin sulle osservazioni avanzate dalla Commissione tecnica Via al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.
Nel comunicato ufficiale si legge anche che il parere della Commissione Via-Vas del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, arrivato «nella giornata di lunedì 15 aprile, entro il termine stabilito dalla legge» ha trasmesso alla società Ponte sullo Stretto di Messina spa la richiesta di integrazioni sulla istanza presentata da quest’ultima lo scorso 26 febbraio».
Con questa istanza – aggiunge il ministro – «si è dato avvio, ai fini del relativo aggiornamento e completamento, alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all’opera». Il procedimento era stato avviato addirittura nel 2011 e proseguito con una nota che la presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso alla Commissione Ue l’8 novembre 2023.
Associazioni e opposizioni hanno rimarcato che lo “stop” imposto dal Ministero dell’Ambiente mette in dubbio la realizzazione dell’opera: l’intervento della Commissione, ha affermato Marco Simian, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera, “sconfessa clamorosamente Matteo Salvini bloccando di fatto il progetto del Ponte sullo Stretto i cui lavori, secondo il governo Meloni, sarebbero dovuti partire entro l’anno. Oltre 12 miliardi di euro già stanziati”.
Per il deputato di AVS Angelo Bonelli, “la commissione tecnica VIA del ministero dell’Ambiente ha demolito il progetto definitivo sul ponte sullo stretto di Messina chiedendo 221 richieste di integrazioni. Dopo il comitato scientifico della società ponte sullo stretto, che aveva fatto 68 osservazioni contestando l’assenza di studi sismici e di prove del vento, arrivano le richieste di integrazione della commissione tecnica”
(da agenzie)
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