BERLUSCONI SI TRASFORMA IN “GUFO” CON IL MILAN: CAVALCA GLI INSUCCESSI PER SCATENARE “L’OPERAZIONE NOSTALGIA”
OBIETTIVO RILANCIARSI NELLA PROSSIMA COMPETIZIONE ELETTORALE: DOPO AVERNE SFRUTTATO I TRIONFI, ORA SCOMMETTE SUL DISSESTO DELLA SQUADRA
Tra gli argomenti che Silvio Berlusconi cavalcherà in campagna elettorale non mancherà nemmeno stavolta il Milan. Ma diversamente dal passato, l’ex premier non potrà far leva sui successi sportivi della squadra di cui è stato per trent’anni il patron. Al contrario, vestirà i panni del padre deluso e un po’ tradito dalla “sua” creatura, che quasi non la riconosce più.
E ad ogni sconfitta sul campo farà seguire un nostalgico «ah, quando c’ero io non sarebbe mai successo».
Le miserie del presente rossonero verranno messe a confronto con un radioso passato di cui Silvio si ergerà a custode, per acchiappare i voti dei (tanti) tifosi scontenti. A costo di “gufare” apertamente contro. Anzi, ha già incominciato.
Prima certe confidenze riferite da Francesco Verderami, giorni fa sul «Corriere della Sera», dove Berlusconi ribadiva la sua insuperabile avversione nei confronti di Vincenzo Montella, “reo” di non averne seguito i dettami tecnici sul trequartista schierato dietro le punte e il resto.
Poi ieri nuove battute, sempre più virulente, riferite da TeleLombardia e indirizzate stavolta non solo contro l’allenatore ma indirizzate a un signore che ha sborsato oltre 700 milioni di euro per acquistargli la società di calcio, l’imprenditore cinese Yonghong Li: «Mi preoccupa il suo silenzio. Ho saputo che c’è già qualche problema finanziario. Se la squadra dovesse continuare ad andare così male, è possibile che subentri il fondo Elliot… Non è una bella prospettiva».
Di bello c’è semmai che proprio il Cav, all’atto di incassare i denari da Mr.Li, si rese garante presso la tifoseria dubbiosa della solidità finanziaria dell’operazione su cui oggi lui stesso proietta ombre sinistre.
Altro indizio sull’uso elettorale che Berlusconi intende fare della “delusione Milan”: nonostante la nuova proprietà l’abbia sempre coccolato in tutti i modi (salvo permettergli di interferire, si capisce, nelle decisioni tecniche e di mercato), il leader di Forza Italia ha declinato tutti gli inviti a recarsi allo stadio, di tornare a Milanello o di partecipare a uno dei tanti eventi che punteggiano il calendario calcistico.
La sua freddezza nei confronti della nuova gestione è stata manifestata dall’intero mondo che a Berlusconi fa capo (e ne è stato lungamente foraggiato), quasi fosse un ordine di scuderia.
Cosicchè siamo al paradosso: dopo avere sfruttato politicamente i trionfi rossoneri, l’uomo scommette adesso sul dissesto sportivo e societario della ex “squadra più titolata al mondo” per rilanciarsi nella prossima competizione elettorale.
(da “La Stampa”)
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