GLI AFFARI E I MAXI RIMBORSI DI GIANNI TONELLI, IL POLIZIOTTO LEGHISTA DEL SAP CHE VOLEVA COSTRUIRE PALAZZINE A TIMISOARA
L’AUTORE DELLE VERGOGNOSE DICHIARAZIONI SU ALDOVRANDI E CUCCHI HA UNA SOCIETA’ IMMOBILIARE IN ROMANIA E DAL SAP RICEVE 4.000 EURO AL MESE DI RIMBORSI SPESE PER ANDARE AI CONVEGNI DELLA LEGA… MENTRE IL SINDACATO HA PERSO 3.502 ISCRITTI
Gianni Tonelli non è solo il sindacalista-poliziotto candidato di Salvini in Emilia che promette di «portare la polizia in Parlamento».
La sorpresa è che anche un imprenditore, almeno così risulta dal registro delle imprese della Romania, dove è registrata dal 2008 la Immobiliara Gianni Tonelli Srl.
«Sì è la mia», conferma all’Espresso il segretario del Sindacato autonomo polizia, meglio noto con l’acronomo Sap.
Tuttavia giura di non averci mai fatto affari.
«Ho deciso di avviare quell’attività in un momento di sconforto qui in Italia e mi sono preso un anno sabatico».
La società è ancora registrata, e persino la brochure del 2014 di Confindustria italiana in Romania la inserisce tra le aziende associate. «Non ho avuto nè la voglia nè il tempo di andare lì a chiuderla».
Eppure Tonelli, 55 anni e romagnolo, con l’immobiliare era a un passo dal concludere un bel colpo: cinque palazzine da due piani da realizzare in via Cehov 68 a Timisoara. L’istruttoria era andata avanti fino alla presentazione del piano alla commissione tecnica, con tanto di progetto prelimiare firmato nel 2009. Ma poi qualcosa si è inceppato, perchè non c’è traccia della decisione del consiglio comunale che avrebbe dovuto approvare il progetto definitivo.
C’è una domanda però a cui, probabilmente, Tonelli dovrà rispondere.
Il ministero dell’Interno da cui dipende sapeva della sua seconda attività ? Se la risposta è affermativa allora non c’è alcun problema perchè vorrà dire che rientra, come prevede la norma, nei casi previsti da disposizioni speciali, al contrario incapperebbe nel divieto delle medesima legge, articolo 50, che vieta «espressamente agli appartenenti ai ruoli della polizia di stato e dell’esercito l’esercizio di attività professionali, commerciali, industriali…».
Sicuramente Tonelli sarà in grado di chiarire.
Così come ha spiegato all’Espresso la questione dei rimborsi spese ricevuti nel 2016. Risulta infatti dalla documentazione del Sap una cifra che oscilla tra i 3 e i 4 mila euro al mese. «Certo, ma sono soldi che ho anticipato io per svolgere la mia funzione di sindacalista, le assicuro che il mio sindacato ha i conti in regola, a differenza di altri.
E se è vero che spediamo di più è perchè lavoriamo il triplo. Badi bene, viaggio con un auto del 1999 che ha 700 mila chilometri e il mio conto corrente non è affatto più ricco».
E anche quando gli facciamo notare che alcune delle date indicate sulla lista dei rimborsi concidono con le sue presenza a meeting della Lega Nord, non nega, anzi: «Sono stato presente a moltissimi incontri, anche con i 5 Stelle e Fratelli d’Italia, ero invitato come segretario del Sap per parlare dei problemi della polizia».
Sarà .
Intanto nel 2017 il Sap ha perso iscritti in percentuale maggiore rispetto agli altri: le disdette sono state 3.502. «Vero, ma alla fine il saldo con i nuovi iscritti è quello che conta e poi noi del Sap abbiamo avuto il coraggio di fare pulizia», si difende Tonelli, che nonostante la candidatura resta segretario del sindacato poliziotti fino al 4 marzo, poi dovrà dimettersi. Prontissimo a varcare il portone di Montecitorio. O forse quello del Viminale? «No ma quale ministero, scherza? Io non ho chiesto niente a nessuno, sono quei per difendere i miei colleghi da inefficienze e umiliazioni. Non dimentico da dove vengo».
In realtà Tonelli il poliziotto operativo l’ha fatto per poco.
Ha iniziato a militare nel Sap a Bologna: quando deflagrava il caso della Uno Bianca, era già un sindacalista impegnato. Noto per le sue posizioni oltranziste, ordine e disciplina, ha recuperato le forze dopo un lungo sciopero della fame per protestare contro l’apertura di un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Per il sindacalista era un attacco alle sue battaglie, i poteri forti che lo volevano zittire.
Di Tonelli si ricordano anche le dichiarazioni sui casi Aldrovandi e Cucchi. Dalla parte dei poliziotti che hanno applaudito i colleghi condannati per il pestaggio del ragazzo di Ferrara. E per salvare l’onore della divisa, di Cucchi disse che «se uno ha disprezzo per la propria salute, se conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze».
(da “L’Espresso”)
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